Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Auteur: ambra83

Status: En cours

Série: City Hunter

 

Total: 1 chapitre

Publiée: 17-05-06

Mise à jour: 17-05-06

 

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ActionDrame

 

Résumé: E' la mia prima ff in assoluto...Racconta il rapporto tra Ryo e KAori, che è completamente cambiato rispetto al manga

 

Disclaimer: I personaggi di "Titolo da cambiare" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Fanfiction :: Insieme

 

Chapitre 1 :: 1

Publiée: 17-05-06 - Mise à jour: 17-05-06

 


Chapitre: 1


 

 

 

1CAPITOLO  

 

I loro occhi non si lasciavano più, le mani si sfioravano come per paura di scottarsi.  

L’emozione visibile e palpabile nella stanza. Il buio squarciato solo dalla fievole luce del lampione fuori dalla finestra della camera da letto.  

Il respiro affannoso, i sussurri tremolanti, la pelle che scotta dopo il contatto tanto desiderato.  

Le ombre che fuori dalla stanza si spostano silenziose, di cui non si rendono conto tanto sono assorti.  

Loro. Loro finalmente uniti dopo mesi, anni di puro dolore, sofferenza che li aveva portati quasi alla morte, per poi dissolversi così semplicemente nel giro di una notte. Paura.  

Negli occhi di lei, negli occhi di lui.  

Ma cosa stavano facendo? Erano davvero sicuri? O forse…Ma dopo tanto tempo la pazienza ormai era finita, c’erano solo i cuori che urlavano, che pretendevano di recuperare tutte le attenzioni mai avute.  

Una lacrima. Di paura? Di pentimento?....No, era giusto così, non poteva permettere che le cose continuassero come prima, come per 8 anni…senza che lei si ribellasse davvero, ma aspettando un suo minimo gesto, anche il più piccolo, per potersi finalmente sentire amata.  

Ma lo amava davvero?  

I loro corpi si sfioravano, si accarezzavano e sembrava che tutto l’universo gravitasse lì, in quella stanza. Finalmente…  

 

Kaori lo guardò negli occhi. “Non ci credo…ma siamo davvero noi?”  

Lui le rispose con un sorriso che avrebbe fatto sciogliere qualsiasi donna, ma non lei…così forte e restia a lasciarsi andare…  

“Ormai sei qui…pensi davvero che potresti ancora cambiare le cose? Non credo proprio…”.  

“Si, ma è come se sentissi una piccola vocina nella testa che mi dice ‘non farlo!’…e se gli capitasse qualcosa? E se…facesse qualche sciocchezza?”  

“Piccola Kaori, come sempre ti fai prendere dalla fantasia…cosa credi che possa succedere?”  

“Ho paura…”  

“Non devi averne, ci sono io con te.”  

E fu così che dopo molto tempo la donna si sentì finalmente libera, libera di vivere la sua esistenza senza ombre e senza paure, ma soprattutto senza lacrime…con un uomo che l’amava per quello che era, senza pretendere niente in cambio se non di essere amato a sua volta…  

 

La luce della luna si rifletteva nel vetro di quel piccolo motel, nella periferia di New York, dove i due corpi esausti e sudati giacevano addormentati l’uno accanto all’alto, quasi avessero paura di staccarsi anche per un solo attimo.  

 

La stessa luce abbagliante, quella più viva ed accecante che il sole emana e mezzogiorno, si affacciava furtiva anche in un’altra stanza, in una casa di Tokyo, nello squallido e triste quartiere di Shinjuku, dove le imposte sbarrate impedivano a chi stava fuori di poter sbirciare all’interno.  

Meglio così…Qui non c’erano movimenti, sussurri o parole…solo un silenzio denso come la morte permeava ogni muro, ogni mobile, impedendo all’uomo che vi era dentro di poter vivere…  

Bastò un secondo ed uno sparo secco e assordante, come solo un rumore improvviso può essere, squarciò il mattino.  

Mai avrebbe vissuto così, lontano da lei…lei che era finalmente felice e soprattutto padrona di vivere come meglio voleva, lontana dalla morte che invece lo perseguitava quotidianamente. Quello là aveva trovato la forza di uscire dal giro, diventare un onesto commerciante per farla felice…ma quello avrebbe fatto qualsiasi cosa per la sua Kaori…e lui invece? Cosa aveva fatto? Nulla.  

Solo in quel momento capì che avrebbe preferito vederla morire tra le sue braccia, per poi seguirla subito nell’aldilà, piuttosto che immaginarla tra quelle braccia, tra quelle mani menomate e deboli, ma pur sempre vive e capaci di farle provare immense sensazioni…  

Lo sparo. E poi più nulla.  

 

Era solo un incubo? Kaori si svegliò di soprassalto, ma Mick stava ancora dormendo abbracciato a lei….No, era solo il suo senso di colpa a farle sognare certe cose…  

Inquieta e ancora spaventata, si sdraiò e si girò, e continuò a dormire.  

 

 

“Ma che cazzo stai facendo?” esclamò la donna tutto di un fiato. Non sapeva se essere più sorpresa per il gesto dell’uomo, o perché probabilmente per la prima volta nella sua vita non aveva centrato l’obiettivo.  

Stupito dalla comparsa improvvisa della donna, Ryo la guardò in ‘cagnesco’, conscio che sarebbe stata molto dura sviare le sue martellanti domande…non per niente Saeko aveva raggiunto i vertici della sua carriera grazie a quei formidabili occhi di ghiaccio (oltre che ad un paio di gambe favolose!!!...) che non lasciavano scampo ai delinquenti sottoposti ai suoi temibilissimi interrogatori…  

Dopo lo stupore iniziale Saeko si mosse fulminea verso la mano dello sweeper e gli strappò furiosamente la pistola, ancora fumante per lo sparo.  

“Ma cosa diavolo credi di fare, idiota!!!! lei se ne è andata e per questo credi sia giusto farla finita? Sei solo un gran vigliacco, è colpa tua se se ne è andata!!!!...ma perché l’hai fatto?” Addolcendo il tono, la donna gli si avvicinò, notando che era prossimo alle lacrime… incredula che proprio quell’uomo, lui, City Hunter, lo sweeper più famoso del mondo, si fosse scavato la fossa da solo (e quasi ci riusciva!) mandando via la donna che amava...  

Saeko lo guardava con intensità, ma non riusciva proprio a capire che cosa celavano quegli occhi scuri…tristi, ma non solo…Sospettava che ci fosse dell’altro dietro alla ‘fuga’ improvvisa di Kaori, troppe cose non tornavano ai suoi conti di poliziotta esperta…  

Prima di tutto: perché se ne era andata in America proprio con Mick, quando tutti sapevano che l’uomo era felicemente fidanzato (data delle nozze già fissata!!!) con Kazue, senza comunicare la destinazione?  

Perché Kaori non aveva salutato nessuno, ma aveva telefonato a Miki dall’aeroporto per avvisarla?  

Ma soprattutto…in quella casa aveva lasciato tutte le sue cose, come poteva constatare Saeko in quei momenti, mentre con un occhio controllava un Ryo estremamente rassegnato, e con l’altro sbalordita notava il grembiule della donna ancora appeso in cucina, il bambolotto antystress in un angolo della stanza, i suoi martelloni che sbucavano dall’armadio in salotto…  

“Ryo, perché non mi dici come è andata? Che è successo tra te e Kaori? Per favore dimmi…”  

“Vattene!”, le disse con un tono che sembrava provenire dall’oltretomba…  

Saeko lo conosceva bene, e sapeva che in quello stato sarebbe stato inutile continuare ad insistere e ad assillarlo con domande…Ma era anche preoccupata che potesse commettere qualche altra sciocchezza. Decise comunque di andarsene, sperando che si tranquillizzasse e non prima di aver nascosto un paio di cimici nella stanza, così da poterlo tenere sotto osservazione 24 ore su 24. La donna si diresse verso la porta, ma prima di uscire lo guardò di nuovo e cercò di capire, ma l’unica cosa che il cervello le permetteva di comprendere era che qualche cosa non quadrava. No, avrebbe dovuto indagare…Ma a chi avrebbe chiesto aiuto, chi avrebbe avuto il coraggio di spiare, seguire e controllare il grande City Hunter?  

Ma lui non era certo uno scemo, allupato si, disperato in quel momento sicuramente, ma doveva ancora nascere chi gliela potesse fare sotto il naso così tranquillamente…  

Decise di lasciar perdere le cimici, tanto Saeko non avrebbe scoperto nulla…  

 

Uscì di casa, avvolto dal suo impermeabile e dal tramonto che ormai sovrastava la città, sperando di poter bere e finalmente dimenticare quello che era successo.  

 

Kaori non dormiva, gli occhi colmi di lacrime che non riuscivano, non potevano dimenticarlo…Tutto accadeva di nuovo, ancora e ancora fino a quando si risvegliava sudata e scossa da forti tremiti…Pensava, anzi sperava proprio che dopo quel che era successo la sua mente eliminasse, cancellasse per l’eternità quel nome e quella faccia. Ma già durante il volo le immagini di quella notte continuavano a tormentarla, come se una volta chiusi gli occhi, la sua mente schiacciasse ‘rec’ e facesse partire il film di quello che era stato uno dei giorni più brutti della sua vita…Neanche dopo la morte di Maki si era sentita così sola, abbandonata dal mondo, delusa e disperata perché le convinzioni che l’avevano accompagnata per 8anni si erano infrante così, all’improvviso…Non sarebbe mai tornata ad essere la piccola Kaori ingenua, ma forte, divertente e spensierata come tutti erano abituati a considerarla, ed era anche per questo che aveva deciso di mollare tutto, almeno per un po’…  

Meno male che c’era lui…Mick, con i suoi occhi angelici e il modo di fare da galantuomo ottocentesco, che sapeva farla ridere ma anche sostenerla ogni volta che ricadeva in quel tunnel.  

Si strinse più forte a lui, che ricambiò la sua presa con un fugace bacio sulla testa rossa, e cercò di riaddormentarsi.  

 

Aveva paura, mai nella sua vita aveva provato emozioni così forti ed intense. Mick era si abituato a vivere qualsiasi tipo di emozione, ma un conto era rischiare la propria pelle, un conto coinvolgere una donna che hai amato dal primo momento che l’hai vista…Provava un groviglio di emozioni: felicità, per essere finalmente riuscito a conquistare il suo cuore (e non solo!!!!!!!!), senso di colpa, per averla trascinata così lontano da casa, ma soprattutto…terrore, terrore puro al pensiero che sarebbe morto all’istante non appena Ryo avesse deciso di riconquistarla….Sapeva che Ryo sarebbe stato capace di tutto per la sua Kaori!!  

Ma forse era meglio non pensarci, e vivere al momento, ogni giornata come se fosse l’ultima.  

Solo un unico, tremendo sospetto continuava ad assillarlo: ma Kaori lo amava davvero?  

 

 

 

 

 

“Allora, che ne dici? Che te ne pare? Penso che saranno sufficienti un paio di settimane per sistemarlo e dargli una bella ripulita…A me piace un casino, dal primo momento che l’ho visto ho pensato fosse perfetto!!”  

Kaori guardava l’ex miglior sweeper degli Stati Uniti stupita ma anche felice di vederlo così entusiasta per quel progetto.  

“Tu sarai la mia segretaria…anzi no, la mia assistente…o preferisci darti anche tu al commercio? Dai, non guardarmi con quegli occhi stupiti!!Non è meraviglioso? Finalmente posso fare quello che sognavo fin da bambino!” Di nuovo Mick sentiva nel suo cuore quella strana sensazione, paura mista ad ansia per il futuro, ma il sorriso dolcissimo di Kaori e la sua espressione beata lo confortarono immediatamente.  

“E’ proprio un bel posto, ideale per quel che hai in mente…ma non stai, non stiamo correndo…” “Non scherzare! Era un’offerta irripetibile, non potevo mica aspettare che qualche cretino me la soffiasse…” “Hai ragione, le tue fonti sono davvero grandi…” “Dai amore vieni, ti faccio fare il giro così poi scegli il tuo ufficio!!”  

In realtà Mick sospettava che la sua piccola non sapesse proprio nulla di motori, specialmente di macchine italiane che costavano cifre da capogiro…ma che i ricchi americani avrebbero voluto ad ogni costo! E poi…lavorare le avrebbe fatto dimenticare tutto, almeno così pensava e sperava…  

“Ma come hai fatto a trovare così tanti soldi in pochi giorni? Mick, non avrai mica accettato qualche incarico…” “Non scherzare Kaori, ti ho promesso che con questo lavoro ho chiuso, e quindi non lo pensare nemmeno, ok?” E la baciò con passione…  

Ricordava ancora l’emozione della donna durante la loro prima notte insieme…vedere finalmente quel corpo così desiderato e atteso…poterlo possedere e farlo suo era stata la soddisfazione più grande della sua vita.  

Abbracciati si allontanarono dal capannone, dove molto presto avrebbero potuto iniziare la nuova carriera imprenditoriale, ma soprattutto una nuova esistenza insieme.  

 

“Dai, fammi entrare brutto pezzo di deficiente! Cosa credi di fare chiuso lì dentro? Forza, reagisci!!”  

Erano tre settimane che Ryo non si faceva vedere in giro, e sapevano che era vivo solo grazie alle cimici di Saeko, molto sensibili ed in grado di captare ogni più piccolo movimento.  

Falcon non si arrese, sapeva che sarebbe stata dura, perciò utilizzò il suo tremendo bazooka (N.d.R. non so se si scrive così!) e sfondò il portone dell’appartamento, che constatò, con grosso stupore, essere in realtà aperto.  

“Allora, che mi racconti?” Falcon si sedette sul divano, aspettando che Ryo si mostrasse. Non era in salotto, ma Falcon percepiva perfettamente la sua presenza…Stanco di aspettare il gigante si alzò e cominciò a passare di stanza in stanza, ma inutilmente. Non capiva…il suo fiuto era infallibile, sapeva che Saeba era lì, ma dove?  

“Ryo, dove sei? Dai, non ho voglia di perdere tempo con un bambino come te…Allora!?!!?”  

Niente.  

Falcon, con le orecchie che fumavano per la rabbia, uscì dall’appartamento, arrabbiato e confuso perché probabilmente il suo sesto senso iniziava a perdere colpi e a fargli sentire cose che non c’erano!  

Ma non si sbagliava…  

Ryo ormai viveva sulla terrazza del palazzo, la parte più in alto dove i rumori, le voci e i suoni erano quasi impossibile da percepire. Non aveva voglia di parlare, spiegare a persone che non lo avrebbero mai compreso che se aveva agito così, era solo per lei. Ma come poteva spiegarglielo?  

 

Quando vide la jeep di Falcon allontanarsi, scese e ritornò in casa, nella stanza della sua Kaori, dove ormai il suo profumo era difficile da cogliere, nonostante Ryo avesse sigillato le imposte ed i vetri.  

Solo lì, su quel letto, Ryo si permetteva di piangere, incurante del fatto che Saeko avrebbe potuto sentire i suoi singhiozzi e le sue urla disperate.  

 

“Oh Mick, non dovevi!Ma sei impazzito?Oh, Mick…”  

Kaori aprì commossa la piccola scatolina in velluto blu che Mick le aveva fatto trovare sul vassoio della colazione. Aveva pensato a tutto: le aveva preparato con infinito amore le crepes alla nutella, il cappuccino all’italiana e addirittura si era cimentato con dei frollini fatti in casa…Due ore di inferno passate in quella bella cucina fiammante, ma alla fine ne era valsa la pena: l’aveva svegliata con un dolce e leggero bacio sulle labbra, aprendo appena le tende della loro nuova camera da letto, le aveva appoggiato il vassoio con tutte quelle prelibatezze sulle gambe e, con la collaborazione di una rosa rossa, aveva nascosto la scatolina dietro la tazza. Solo dopo aver mangiato tutto Kaori si era accorta di quel piccolo oggetto, e appena lo vide il cuore le saltò in gola…  

‘Non può essere…oh no, è troppo presto!’ Il suo pensiero era stato questo, ma dopo aver scoperto il contenuto non sapeva più se piangere o ridere…Un piccolo solitario risplendeva ai suoi occhi, montato nella maniera più tradizionale su oro bianco. Quell’anello….  

“Kaori, vuoi sposarmi?”, disse con voce esitante e quasi spaventata.  

“Oh Mick…ma sei sicuro?”  

“No amore, dovrei chiedertelo io: Kaori Makimura, vuoi diventare mia moglie?”  

Mille pensieri le riempivano il cervello, gli occhi che non riuscivano più a vedere nulla a causa delle lacrime…”Si..”.  

Mick non notò il tono di voce un po’ esitante, le lacrime non solo di gioia, le parole che faticavano ad uscirle dalle labbra…Vedeva solo che la sua vita era perfetta: una piccola villetta tranquilla, in un quartiere tranquillo in una piccola cittadina californiana, condivisa con la donna della sua vita….che finalmente lo ricambiava!!  

“Kaori, amore, non te ne pentirai…ti amo, ti amo da morire e sono pronto a fare qualsiasi cosa per te!”  

“Ehi Mick, vacci piano…ricordati la promessa, capito? E guarda che ora non potrai più inseguire le clienti!!”  

“Non preoccuparti amore, chi compra macchine è di solito dotato di certi attributi che a voi femminucce mancano…”  

“ E se invece dovesse arrivare qualche bella ricca ereditiera, sarei lì pronta con i miei martell...”, ma si bloccò immediatamente, consapevole non solo che aveva lasciato tutti i suoi ‘attrezzi di lavoro’ a Tokyo, ma del significato che avevano per lei….  

Cercò di superare l’imbarazzo buttandosi al collo del suo neo-fidanzato, e con un bacio pieno di passione, ma anche di dolore, si accinsero insieme ad affrontare quel nuovo giorno.  

 

 

 

 

Le giornate trascorrevano tranquille, i minuti, le ore scorrevano a Tokyo così come negli Stati Uniti, dove due persone profondamente legate conducevano ormai esistenze separate, cercando di non pensarsi e di dimenticare tutto quello che era successo.  

Quella mattina il Cat’s Eye era stranamente affollato, perciò Miki non poté raccontare a Falcon i dettagli della cerimonia fino a cena, quando finalmente i due coniugi si ritrovarono. La donna era infatti appena tornata dall’America, e nonostante fosse ancora un po’ sconvolta per il fuso orario, era eccitatissima e moriva dalla voglia di raccontare al marito tutti i particolari della cerimonia della sua migliore amica.  

“Oh, è stato tutto così magnifico! Si sono sposati in una piccola capanna in riva al mare, circondata da alberi e cespugli in fiore…O Dio, e Kaori era magnifica nell’abito bianco! Sai amore, assomigliava un po’ a quello che indossavo io…Te lo ricordi, vero???”  

Ridacchiando Miki si divertiva a far imbarazzare Falcon, ma nonostante il rossore la donna capì che lui sapeva qualcosa…  

“E dimmi, sono felici?”  

“Bè, sembrerebbe di si…se si sono sposati si amano davvero, perché me lo chiedi Falcon? Credi che…che lei ami ancora Ryo?”  

“…”  

“Falcon, conosco Kaori molto bene, e sono sicura che non farebbe mai una cosa del genere!!! “  

Miki si alzò dal tavolo, facendo sbattere la sedia contro la parete. Era furiosa, era evidente che Falcon non le credeva…non per niente aveva rifiutato di andare con lei, nonostante le discussioni e le litigate che avevano fatto fino al giorno stesso della partenza.  

“Falcon, sono stufa di questo tuo atteggiamento! Ma chi ti credi di essere per giudicarla? Ha sofferto 8anni per colpa di quell’imbecille, e quindi si merita di essere felice con un uomo che l’apprezza DAVVERO!!!!”  

“Ma ti ha detto almeno perché se ne è andata?”  

Stupita da quella domanda, Miki in tono imbarazzato gli disse “Bè, mi sembra ovvio, voleva evitare pettegolezzi e commenti su lei e Ryo…”, ma dal tono della voce improvvisamente esitante, Falcon capì che in realtà non lo sapeva.  

“Non te l’ha detto, vero?”  

“No, ho provato a chiederglielo il giorno prima della cerimonia, ma lei ha cambiato subito argomento e…ho pensato che parlarne proprio alla vigilia delle sue nozze…non fosse molto carino, ecco…anche se avrei davvero voluto capire…”  

“Miki, forse è meglio così. magari sarà lei stessa a dirtelo. Fa passare un po’ di tempo.”  

“Ok…scusa Falcon, ma…Ryo lo sa?”  

“Tu che dici?”  

 

La mattina seguente, emozionata come una bambina il primo giorno di scuola, Miki accese il pc portatile che il suo dolce marito le aveva regalato a Natale (Falcon odiava i regali ‘sdolcinati’ come gioielli e cosmetici…sigh!) e aprì la sua casella postale. Era già una settimana che aspettava…ma finalmente eccole!! Kaori le aveva mandato alcune foto della cerimonia: i due sposi stretti in un tenero abbraccio con l’oceano sullo sfondo,(e Miki ricominciò a commuoversi!!!), lei e i due sposi, e una con le due donne insieme , sole, sedute a mangiare una fetta di torta. Il messaggio di Kaori diceva: ‘Spero che ti piacciano! Non sai che palle stare davanti al fotografo tutto quel tempo, sai che certe cose non mi piacciono, però…devo ammettere di non essere niente male! A presto, mi manchi da morire, salutami Falcon. La tua piccola Kaori.”  

Tra le lacrime decise di stampare una foto dei due novelli sposini da far vedere a suo marito…e poi l’avrebbe appesa sulla bacheca del bar!!!  

Tutta felice per la sua idea scese e, prima di aprire il locale, attaccò la foto dietro la macchinetta del caffè, così da poterla sempre avere sotto gli occhi per tutto il giorno! La sua Kaori…era come una sorellina per lei, e ancora faceva fatica a credere che se ne fosse andata e, ancora peggio, sposandosi con un uomo diverso da quello che tutti immaginavano!  

“Ma sei impazzita? Chi ti ha detto di attaccar quella roba?” Falcon con un gesto pieno di rabbia e stizza strappò la foto e, dopo averla ridotta in piccoli pezzettini (incredibile a dirsi, con quelle mani!!!) la buttò.  

“Ma sarai tu scemo!!!Che ti prende? Kaori è mia amica, e in quella foto è davvero bellissima!”  

“Non credi che qualcuno vedendola potrebbe star male?”  

“Chi, quello scemo di Saeba? Ben gli sta! Con tutto quello che Kaori ha passato per colpa sua, se la vedesse sarebbe solo un bene: capirebbe finalmente che lui non è il centro di nessuna donna, tantomeno di Kaori!”  

E come una furia riaccese il pc per stampare un’altra copia identica alla precedente.  

Ma non ce n’era bisogno.  

 

Sapeva che al Cat’s Eye non era più il benvenuto, negli ultimi tre mesi infatti Miki non gli aveva praticamente più parlato, evitando sempre di guardarlo negli occhi.  

Quella mattina però era un po’ più sereno del solito: per la prima volta dopo tante notti era riuscito a dormire senza incubi, forse per effetto dei tranquillanti che gli aveva consigliato Doc. Ma quando era arrivato alla vetrina del locale, si era reso subito conto che l’angelo rappresentato sulla foto, con quell’abito magnifico che nessuna donna avrebbe mai potuto portare meglio, era la sua Kaori.  

Sentì il suo cuore fermarsi, saltare due o tre colpi per poi riprendere a battere impazzito. Lacrime, si lui piangeva…iniziarono a scendere giù veloci sulle guance rasate di fresco, ma per non farsi vedere dai suoi amici decise di voltarsi immediatamente e tornarsene a casa.  

Se quella poteva definirsi casa…  

 

 

 

 

Le luci del primo mattino filtravano tra le imposte della piccola camera da letto, ancora sottosopra dopo tutti i bagordi della notte prima…Si erano proprio divertiti, anzi, per Kaori era la prima volta che si sentiva così felice al 100%...e ancora non ci credeva!!!  

Lei e Mick stavano passando la loro luna di miele in una piccola isoletta persa nell’Oceano Pacifico, in mezzo alla vegetazione ma circondati da miriadi di locali, discoteche e bar pronti a soddisfare qualsiasi esigenza dei turisti lì presenti.  

Il sole era già alto, ma lei non aveva nessuna voglia di alzarsi, ora che non c’erano incarichi da prendere, colazioni da preparare e stanze da pulire! Mick si era rivelato perfetto anche da quel punto di vista, perché infatti la aiutava sempre e cercava continuamente di rendersi utile, soprattutto in cucina…’che rabbia!’ pensò Kaori sorridendo, ‘a volte insiste così tanto che per farlo andar via devo urlargli dietro…’.  

Continuando a sorridere osservò suo marito ancora addormentato, nudo ma coperto dal leggero lenzuolo di lino dell’albergo extra lusso in cui alloggiavano.  

‘Certo che ha un fisico niente male! Addominali scolpiti, braccia lunghe e sottili, ma fortissime, soprattutto quando vogliono stringere qualcuno sotto di sé…’ e al pensiero di quelle notti Kaori, ancora imbarazzata di fronte a quel nuovo aspetto della sua vita, si sdraiò cercando di riaddormentarsi.  

Ogni volta che facevano l’amore lei si sentiva agitata, e sapeva bene che quella sensazione di estraneità e di disagio non l’avrebbe lasciata stare per un bel po’…Le prime volte non era nemmeno riuscita a trattenete le lacrime, ed anche in questo Mick si era dimostrato perfetto! Dolce, comprensivo…consapevole che per Kaori quei gesti, quei movimenti che per qualsiasi altra ragazza avrebbero rappresentato l’estasi ed il paradiso, erano per lei soltanto il riproporsi di un terribile incubo. Era solo uno dei numerosi aspetti che le avevano fatto capire quanto lui l’amasse ancora, o meglio, non avesse mai smesso di amarla, nonostante il rapporto con Kazue.  

Già…quando pensava a lei Kaori si rattristava subito, consapevole che la donna rimasta a Tokyo stava soffrendo le pene dell’inferno a causa sua, e Kaori era la persona che poteva certamente capirla meglio…otto anni buttati nel cesso in una sola notte!!  

Si alzò inquieta per andare in bagno, ma una mano la afferrò con benevolo possesso, e la tirò sul letto.  

“Dove scappi piccola?”  

“Buongiorno amore, dormito bene?” Disse Kaori ridacchiando, sapendo che dopo averlo fatto tre volte nel giro di 10 ore qualsiasi uomo sarebbe stato esausto, ma non lui…il suo Angel! E così quella notte le aveva dimostrato che ci sapeva davvero fare…e la loro prima notte di nozze era stata degna di quel nome!  

“Dai piccola, torna a letto a farmi compagnia!!!”  

“Ma non sei stanco? Io sono morta…peggio di quando siamo andati a letto ieri sera!”  

“Forza allora, vestiamoci e facciamo colazione, e poi in spiaggia a prendere il sole! Ma…prima una bella doccetta insieme a me non te la toglie nessuno, capito bella mia???”  

E prendendo in braccio una Kaori rossa dall’emozione ed estasiata, s’incamminò verso il bagno.  

 

Tre mesi dopo, quando ormai la luna di miele era solo un fantastico ricordo, Mick e Kaori erano del tutto presi dalla loro attività commerciale. Gli affari andavano a gonfie vele grazie alla parlantina di Mick ed ai modi affascinanti e seducenti della sua bella mogliettina, in grado di conquistare ogni cliente entrato nel capannone.  

La concessionaria li impegnava moltissimo, ma Kaori era felice di potersi sentire davvero utile per la prima volta nella sua vita, in quanto era lei a condurre le trattative con i clienti riguardo al prezzo delle macchine. All’inizio voleva semplicemente fare da segretaria, ma si era resa conto che Mick aveva bisogno di una persona esperta, in grado di tenere la contabilità e curare gli aspetti burocratici…Tutte cose di cui lei non immaginava nemmeno l’esistenza! Poi aveva scoperto di essere molto dotata per quel che riguarda le trattative; se ne era resa conto un pomeriggio in cui Mick aveva dovuto assentarsi per un appuntamento con una banca, e lei era stata costretta (da sola!!!) ad accogliere i clienti, mostrargli le macchine e negoziare il prezzo.  

Così ora era una vera e propria manager…Miki non l’avrebbe mai riconosciuta!  

Miki…al pensiero di lei e dei suoi vecchi amici Kaori li sentiva lontani anni luce…ma ancora provava una piccola fitta nel cuore ogni volta che li ricordava. In quei momenti l’unica cosa da fare era buttarsi sul lavoro, così da cercare di far diventare Tokyo solo un vecchio ricordo.  

Anche Mick aveva notato la sua trasformazione. Non solo per l’aspetto esteriore (capelli più lunghi, vestiti semplici ma eleganti, discreti ma che sembravano disegnati per lei….cosa assai probabile visto che Eriko le spediva con regolarità ogni mese grosse scatole con le sue ultime creazioni), ma per quella luce negli occhi. Una luce che non c’era i primi giorni in cui si erano trasferiti negli Stati Uniti, ma ora, dopo quasi sette mesi insieme, credeva finalmente che la ragazza, sua moglie, fosse felice e serena. Non sapeva se sarebbe durata in eterno, anche se lo sperava, e l’unica cosa che Mick ora desiderava era un figlio…solo così sarebbe stato tutto perfetto. Ma aveva paura a rivelarle quei suoi pensieri…temeva di spaventarla, che non fosse ancora pronta per un passo del genere…  

Mentre pensava queste cose, Mick uscì dall’ufficio e raggiunse la moglie, impegnata a leggere la posta appena arrivata, e le diede un fugace bacio sulle labbra come faceva ogni volta che le passava vicino.  

 

“Sai amore, Miki vorrebbe venire qui a trovarmi, cioè a trovarci, cioè…”  

“Si amore, ho capito! Per me va bene, basta che si accontenti del divanoletto…” disse Mick ridacchiando, avendo sperimentato in una delle poche litigate fatte con Kaori come quel divano potesse diventare uno strumento di tortura se costretti a passarci tutta la notte (Kaori era infatti rimasta un po’ virago!!!!).  

“Sei sicuro? Sai che è un tipo un po’ curioso, ti farebbe tante domande, magari vuole anche vedere dove lavori, il tuo ufficio, le macchine…”  

“Kaori, a me sembra che TU sia spaventata dal suo arrivo…io no di certo, anzi! Due belle donne come voi attireranno ancora più clienti…perché non vi mettete sulle due Ferrari in vetrina, sdraiate sul cofano e con una bella minigon…”  

Ma non finì la frase perché Kaori gli aveva già rifilato un cazzotto in testa (nonostante l’assenza dei martelli, lei si fa sempre rispettare!!)  

“Cretino! Comunque Miki è una mia amica e quindi non ho nessun problema se lei viene qua…”  

“Ok, come vuoi.” disse Mick, massaggiandosi il bernoccolo.  

Caspita, la conosceva proprio bene, o forse era così evidente il suo disagio? Si, Kaori era un libro aperto, le emozioni le si leggevano in faccia senza problemi…e quindi suo marito aveva capito all’istante che per lei l’arrivo di Miki avrebbe significato un tuffo nel passato, ritrovarsi faccia a faccia con esperienze che preferiva lasciare in un angolo della sua mente.  

 

“Va a trovarla?”  

“Si, partirà domani pomeriggio.”  

“Quanto rimane?”  

“Ma, non saprei…sai come sono fatte le donne, quando iniziano a chiacchierare poi non finiscono più.”  

“Falcon, potresti farmi un piacere?  

“?”  

Ryo rientrò in casa e, con uno sforzo sovraumano, entrò nella camera in cui non entrava più da almeno tre mesi.  

“Dille di darle questo. Non è giusto che sia qui, deve averlo lei.”  

“Va bene Ryo, glielo dirò…devo aggiungere altro?”  

“…no, meglio di no.”.  

 

 

 

 

La luna senza le stelle. Il sole senza raggi. La spiaggia senza il mare. Un fiore senza petali. Un bimbo senza la madre. Un uomo senza la sua donna.  

Ryo senza Kaori.  

 

Chi era la donna sdraiata nel suo letto? Bionda e non rossa? Scura di carnagione e con occhi verdi…forse azzurri…non lo ricordava nemmeno. Sapeva solo che era una perfetta estranea, come tutte quelle che si era portato a letto in quelle notti. Soltanto per non rimanere solo con i suoi incubi.  

Un angelo fasciato da vesti bianche, pura come l’acqua che scorre da una fonte…con gli occhi brillanti pieni di gioia e felicità…così aveva visto Kaori nella foto, così aveva sempre voluto e sperato per lei. Eternamente combattuto tra l’egoistica pulsione a trattenerla vicino a sé, e la consapevolezza di quale fosse in realtà il suo bene.  

Ma con quella foto il vecchio Ryo era morto. Era tornato il vecchio Saeba, quello cresciuto nella giungla tra i guerriglieri, le mine e la morte costantemente vicina. E così faceva ora.  

Accettava solo incarichi pericolosi, sbagliava clamorosamente sperando di rimetterci la pelle, ma all’ultimo minuto il suo istinto aveva il sopravvento e in qualche modo riusciva sempre a salvarsi.  

E poi arrivava la notte.  

Prima piangeva, ma dopo la foto decise che era giunto il momento di dimenticare.  

“Ehi Eva…Eva…Svetla…Dio, come cazzo ti chiami? Svegliati! Su forza sveglia, alzati e vattene!”  

“Ryo, ma che stai dicendo?” “Dico che ti voglio fuori di qui subito.” “Ma cosa ti ho fatto? Non mi sembravi dispiaciuto prima mentre lo facevamo…”  

“FUORI! Vattene!” urlò Ryo, gli occhi di ghiaccio che fissavano quelli spaesati, e pieni di terrore, della donna. Lui aveva infatti impugnato la sua pistola e ora la stava minacciando con uno sguardo bieco e ombroso, quasi come se dovesse affrontare la morte in persona.  

La ragazza si rivestì più veloce che potè, restando sempre sotto il tiro della pistola dello sweeper, il quale sembrava ora immerso completamente nei suoi pensieri. ‘Avevano ragione le mie amiche…sarà pure lo stallone di Shinjuku, ma quella donna gli ha dato alla testa!!’, pensò la ragazza mentre, veloce come un fulmine, usciva di corsa dall’appartamento. Non era certo piacevole essere minacciata da City Hunter…  

 

Ogni volta che andava in un bar si ubriacava fino a perdere consapevolezza di sé; ogni volta adescava una ragazza e se la portava a casa, a letto; ogni volta, dopo che la sbronza era passata (i cui effetti duravano ormai sempre meno) svegliava la ragazza e la cacciava via. E tutto per quella foto.  

Era convinto che tutto si sarebbe sistemato, e invece…Mick gliel’aveva fatta, l’aveva fregato…Ma stranamente non era arrabbiato con lui, semmai con sé stesso.  

Accese una sigaretta appoggiato alla ringhiera del tetto, e l’unico rumore che si percepiva in lontananza eran le urla di qualche ubriaco, miste alle risate di gruppi di giovani intenti a divertirsi nel quartiere più ‘interessante’ di Tokyo.  

Li invidiava. Invidiava tutti. Lui, City Hunter, tanto temuto ed ammirato per la sua abilità e sangue freddo, si era rivelato l’essere più vigliacco del mondo…Fare quello alla sua Kaori…Ma che cosa aveva in testa? Era impazzito?  

L’amore gioca brutti scherzi, ed in quel caso l’aveva proprio fregato…  

Ma nella testa era rimasta ancora una piccola vocina a dirgli che forse…se si fosse dimostrato pentito, affranto, devastato dal suo gesto…forse lei avrebbe capito…lo avrebbe perdonato…  

No, una donna non potrebbe mai perdonare un uomo dopo che lui ha compiuto un gesto simile. Si faceva schifo da solo, provava ribrezzo per la sua stessa persona e pretendeva pure che Kaori lo perdonasse? Ma chi credeva di essere?  

Quella voce si era definitivamente spenta dopo aver visto la foto.  

Grazie Miki.  

Ora so che sta bene.  

Ora so che è felice.  

Ora so che qualcuno la ama e non la tratta male come facevo io.  

Ma anche se so queste cose…Non mi basta,  

 

Saeko era sempre più preoccupata per quel suo atteggiamento di sfida verso la vita, e sapeva che solo Kaori sarebbe riuscita ad aiutarlo. Questa volta però le cose sembravano messe male, e probabilmente non sarebbe tornata indietro.  

Nessuno sapeva cosa era successo tra loro, tranne due persone.  

Falcon, perché dopo dure minacce (e pure qualche schiaffo!!) era riuscito a farsi dire cosa aveva fatto, con la promessa che Ryo lo avrebbe fatto fuori immediatamente nel caso lo avesse rivelato a qualcuno.  

E anche Mick sapeva.  

Perché era lui che Kaori aveva chiamato, a lui aveva chiesto aiuto.  

E lui era corso immediatamente, senza capire cosa fosse successo nell’appartamento di fronte a lui. Ma una volta entrato, capì invece che se Ryo non fosse stato Ryo, ma solo un uomo qualunque, lo avrebbe ucciso all’istante. Se Ryo non fosse stato il compagno di tante avventure, il suo migliore amico, colui che gli aveva salvato la vita più di una volta…Lo avrebbe ammazzato a sangue freddo, con uno sparo in mezzo agli occhi.  

Era strana la vita. Ryo non lo odiava, ma lo capiva. Mick non lo capiva, e per questo lo odiava ancora di più.  

 

 


Chapitre: 1


 

 

 

 

 

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