Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG - Prose

 

Auteur: Sayako

Status: Complète

Série: City Hunter

 

Total: 19 chapitres

Publiée: 29-05-06

Mise à jour: 29-05-06

 

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ActionRomance

 

Résumé: Un caso da risolvere da sola per Kaori. Un drammatico equivoco. Qualcuno che giunge dal passato..

 

Disclaimer: Tutti i personaggi sono, come al solito degli aventi diritto(Tsukasa Hojo ecc..). Nathan e gli altri che incontrerete (e non avete mai sentito nominare) sono invece un parto della mia povera mente contorta.. La mia prima ff pubblicata è “Pensieri”, ma questa l’avevo iniziata prima ..spero che vi piaccia!Chiedo perdono per tutte le eventuali imprecisioni ed obbrobri che posso aver scritto, sia volontariamente(ai fini dell’intreccio) che non. Accetto volentieri critiche (garbate, mi raccomando!) e/o suggerimenti..Ma non mi offenderò, se scriverete anche solo per dirmi che non vi è dispiaciuta..(così il mio ego si gonfia..poco, non temete..). E’ proibito qualunque uso di questa ff senza autorizzazione! La mia e-mail è : Sayako_81@yahoo.it ;mi raccomando, fatene uso! Potete collocare questa ff dove volete, più o meno..comunque prima della fine. Come al solito è venuta diversamente da come avevo pensato all’inizio..e decisamente più lunga..Spero che non vi addormenterete.Al massimo, potrete sempre usarla come rimedio contro l’insonnia! Scusate il titolo non molto originale, ma non ne avevo in mente di migliori.. Ed ora..buona lettura!!!!(E speriamo bene..)

 

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   Fanfiction :: "Fino all'ultimo respiro".

 

Chapitre 1 :: Parte 1.

Publiée: 29-05-06 - Mise à jour: 29-05-06

 


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“FINO ALL’ULTIMO RESPIRO”  

 

 

PARTE 1.  

 

Era una giornata come tutte le altre. Fuori soffiava un vento freddo e Kaori aveva ben poca voglia di andare, come tutti i giorni, a fare spesa. Tanto più che avrebbe dovuto prendere più provviste del solito, dato che era sabato. Le foglie ingiallite volavano nell’aria, ignorate dai passanti, stretti nei cappotti autunnali.  

“Sarà meglio che mi decida”, pensò”altrimenti resterò qui tutto il giorno..”.  

Ryo, ovviamente, stava ancora dormendo.  

“Mai una volta che mi accompagni, mai una volta che mi dia una mano..quasi quasi mi piacerebbe lasciarlo senza niente” pensò Kaori rabbiosamente. Ma i pensieri si dissiparono all’istante quando, socchiusa la porta della stanza del suo collega, vi sbirciò dentro, scrutando nella penombra il volto sereno di Ryo che dormiva . Le scappò un sorriso a fior di labbra e, dopo un breve sospiro, cercò di ridiscendere silenziosamente la scricchiolante scala di legno e di avviarsi.  

Era ancora peggio di quanto avesse immaginato, non riusciva quasi a tenere gli occhi aperti tanto era ghiacciata l’aria. Strinse la sciarpa morbida attorno al viso, lasciando scoperti giusto gli occhi ed entrò velocemente nel piccolo supermercato. C’era un piacevole tepore e gli scaffali invitanti, pieni di cose buone, insieme a quella luce calda e confortante, la fecero subito sentire bene.  

“Vediamo, ci serve riso,un po’ di verdura…”lentamente il carrello andava riempiendosi. Decise di fermarsi, valutando che si sarebbe rotta le braccia se avesse preso anche una sola scatola di più.  

Improvvisamente sentì uno strepitare concitato e ci mise un attimo per realizzare cosa stava accadendo.  

- Fermi tutti, questa è una rapina! - Urlò un uomo vestito con un paio di logori jeans ed un’imbrattata maglia grigia. Portava un passamontagna ed era visibilmente nervoso.  

- Tu!Dammi tutti i soldi che ci sono nella cassa, svelta o qualcuno si farà male! Tutti a terra e zitti!- seguitò l’uomo, mentre la commessa terrorizzata svuotava la cassa. I clienti, non tantissimi a dire il vero, erano ammutoliti e sedevano a terra, senza muoversi.  

“Deve essere un dilettante” pensò Kaori”non ha neanche un complice e non può controllare per molto la situazione…forse potrei intervenire io…”si disse, mettendo automaticamente mano alla borsetta dove c’era la sua pistola. Il cuore iniziò a battere forsennatamente, ma si sforzò di mantenere il sangue freddo. Strisciò sul pavimento fino a portarsi alla giusta distanza dal ladro, alle sue spalle. Intanto quello, non sapendo di essere sotto tiro, era impegnato ad urlare alla cassiera di sbrigarsi ed alla gente di stare a terra, sventolando l’arma in aria.  

Kaori attese il momento giusto, poi, fulminea, balzò fuori dal suo nascondiglio, lo scaffale delle verdure.  

- Alza le mani, o sparo!Sei sotto tiro, quindi non ti consiglio di fare sciocchezze!- disse in tono duro e distaccato. L’uomo sobbalzò, impallidendo e mandando un’imprecazione. Si girò lentamente, alzando la pistola.  

Kaori era sul punto di avvicinarglisi, quando una donna, evidentemente colta da un attacco isterico, le si gettò addosso urlando - Lei è pazza!Ci farà uccidere tutti quanti!-  

- Ma cosa fa, mi lasci!- disse Kaori cercando di mantenere la pistola in asse, sapendo che si stava per cacciare nei guai: non ci voleva! L’uomo, approfittando della situazione, infatti, le corse incontro togliendole di dosso la donna e disarmandola. Poi le mollò un ceffone che la fece cadere a terra.  

- Cosa pensavi di fare, brutta p*****a? Credevi di riuscire a fermarmi, eh?- disse, assestandole un calcio nello stomaco. Kaori mugolò per il dolore, accartocciandosi a terra.  

- Volevi farmi la pelle? Arrestarmi? Cosa sei, una maledetta sbirra?-urlò, dandole un altro calcio.  

Kaori aveva paura, ora, perché quello era pazzo ed anche esaltato e lei l’aveva fatto arrabbiare.”Ryo”, pensò”perché non ci sei? E dire che avevo tutto sotto controllo, saresti stato fiero..” a quel pensiero si rianimò. Non poteva andare così, non ancora una volta: ormai ne sapeva abbastanza da poter affrontare una situazione del genere. Raccolse le forze e con una gamba colpì le caviglie dell’uomo, facendolo cadere, poi cercò di afferrare la pistola, ma lui le si gettò addosso. Rotolarono per terra,mentre gli altri clienti guardavano allibiti.  

- Chiamate la polizia, cosa aspettate?- urlò Kaori da sotto l’uomo, che nel frattempo cercava di strangolarla. Sapeva che ora doveva sbrigarsi a scappare, perciò la lasciò andare e, pistola in pugno, cercò di correre via. Ma qualcuno gli bloccò la strada.  

- Ehi, amico, non è gentile trattare così una signorina, non credi? Non dovresti scusarti?- disse con un tono di voce mielato e sicuro. Kaori aveva la vista un po’ annebbiata, ma si tirò in piedi proprio mentre il ladro cercava di puntare l’arma addosso a quel ragazzo.  

“Ma è matto? Vuole farsi uccidere?”pensò, avviandosi a dargli, comunque, manforte. Ma il ragazzo non pareva in difficoltà: alto e robusto, guardava con occhi di ghiaccio ridenti il tipo, tenendogli in alto la mano armata senza sforzo apparente ed incassando i pugni che quello cercava di assestargli senza dire nulla.  

- Allora? Chiedi scusa?- chiese tranquillamente.  

Il ladro lo guardò con tanto d’occhi, afflosciandosi. - E va bene, scusa!- urlò, rassegnato.  

- Così va bene. Alla prossima!- disse e lo lasciò andare, senza preavviso. Quello stette un attimo fermo, confuso, poi se la svignò, correndo veloce come un treno. Ma venne acciuffato dopo pochi metri da una volante della polizia, che passava (guarda caso..Nda) di lì in quel momento: aveva dimenticato di togliersi il passamontagna. Non era decisamente il suo giorno fortunato.  

 

 

Kaori guardò stralunata quel giovane dai capelli corvini che aveva lasciato andare il delinquente..poi pensò che chissà, magari era un suo complice. Decise di agire.  

“Non posso contare sulla forza, lo prenderò di sorpresa”.Così finse di svenire. Come aveva pensato , il giovane le si avvicinò subito, anche per impedire che cadesse sullo scaffale lì vicino. Lei gli puntò la pistola al petto.  

- Credevi di farmela? Non sono poi così stupida: tu sei un complice di quel farabutto! In alto le mani!- urlò, cercando di tenersi in piedi nonostante si sentisse molto debole.Le mani le tremavano, ma lo sguardo era determinato. E la gente continuava a seguire la scena come ipnotizzata, senza intervenire.  

Il ragazzo, che di certo non aveva più di trent’anni,fu dassubito sorpreso. Proprio non se lo aspettava. Poi sorrise, alzando le mani. Ma le disse, in un bisbiglio: - Mi sa che hai capito male. Comunque è il caso di discuterne qui? La polizia sta per arrivare..pensa ai giornalisti, alle foto…E’ il caso di venire coinvolti?-. Lo disse con un tono allusivo, che Kaori capì. Il suo volto sui giornali…certo non poteva permetterselo, anche se un po’ le dispiaceva: una volta tanto era stata lei l’eroina. Abbassò un po’ l’arma, mantenendo lo sguardo scuro e minaccioso. I capelli rossi ardevano.  

- E comunque l’avranno già preso. Io nemmeno lo conosco, volevo solo aiutarti!- disse con tono innocente il giovane. Le ricordava Ryo quando faceva il tono da angioletto. Probabilmente la stava prendendo in giro. Ma non era il posto per ribattere.  

- D’accordo, non so perché, ma sento che sei sincero. Andiamo-. Abbassò l’arma e, zoppicando e ancora mezza piegata in due, si avviò con lui per uscire. E la gente era ancora ferma, come ipnotizzata, con gli occhi sbarrati.  

Fecero appena in tempo ad allontanarsi: le sirene si erano avvicinate velocemente. Il ragazzo sosteneva Kaori per un braccio e lei lo aveva lasciato fare, senza opporsi. Non sapeva perché, ma le dava sicurezza, sapeva di potersi fidare. Per tornare a casa dovevano attraversare il parco. Ma Kaori non era sicura di volere che lui vedesse dove abitava: in fondo, chi era quel tizio? Sedettero su una panchina. La ragazza si sentì meglio.  

- Te la sei cavata molto bene, sai? Se non fosse stato per quella donna, non sarei nemmeno dovuto intervenire..-le disse, guardandola meglio in viso.In effetti, era rimasto davvero sorpreso ed anche un po’ ammirato. Quella ragazza era davvero forte e sicura. Eppure non doveva essere stato facile, dopo tutte le botte che aveva incassato.  

Lei si sentì strana, la pervase un’ondata di malinconia mista a familiarità. Si sentiva protetta ed al sicuro , ma chi era quell’uomo? Arrossì lievemente. Lui pensò che fosse per il freddo. -- Forse è meglio che ti accompagni a casa: hai l’aria di stare poco bene..o preferisci il pronto soccorso?- chiese dubbioso.  

- No, no- aggiunse subito lei, distogliendo lo sguardo e concentrandosi sul laghetto di fronte a loro- sto bene. Ho solo bisogno di riposare..-  

- Come vuoi..- disse lui, osservando il laghetto a sua volta.  

- Senti..io ti devo ringraziare, credo. Ma vorrei sapere..tu..chi sei? Perché hai lasciato andare quell’uomo? E soprattutto, come mai l’affermazione a proposito della polizia?- domandò, cauta. Il ventre le pulsava fastidiosamente. Si rese conto solo di sfuggita che si erano dati subito del “tu”, anche se non si conoscevano affatto. Se ne sorprese: lei dava raramente confidenza agli estranei. E lo stesso stava pensando lui, che comunque rispose, passandosi una mano fra i folti capelli.  

- Beh, io ero lì per caso e l’ho lasciato andare perché tanto sapevo che la polizia stava arrivando..comunque mi chiamo Nathan Shukiji, piacere..-  

- Kaori- aggiunse lei automaticamente stringendogli la mano- Kaori Makimura-.Nessuna reazione, notò lei. Allora era davvero un estraneo? La cosa non la convinceva, ma si sentiva davvero male, ora. Fece per alzarsi, ma le gambe erano deboli.  

- Scusami..forse sono scortese, ma ora credo proprio di aver bisogno di andare a casa. Ma non so se..ecco..- come gli poteva chiedere di aiutarla?  

Lui colse al volo. -Scusami tu, ti trattengo mentre si vede che hai bisogno di medicarti- le disse, notando un ematoma che andava allargandosi vicino ad uno zigomo - Il minimo che possa fare è accompagnarti!- disse e la prese sottobraccio senza farsi problemi.  

Kaori lasciò fare, ancora una volta. Si fidava, sentiva che il comportamento di Nathan era onesto, non c’era nessuna malizia e non aveva fatto nulla che la potesse mettere in allarme. Era gentile e distaccato quel tanto che bastava per non dare impressioni sbagliate del tipo “adessotisaltoaddosso”. Kaori l’avrebbe riconosciuta.  

- Grazie- disse semplicemente, stringendosi a quel braccio per sostenersi. Si incamminarono lungo il sentiero del parco, mentre il vento, ancora forte, faceva ballare le foglie nell’aria e le lanciava sulla superficie del laghetto. L’aria odorava di pioggia.  

 

 


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