Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Poésie

 

Auteur: katyjolinar

Status: Complète

Série: Angel Heart

 

Total: 1 chapitre

Publiée: 20-04-06

Mise à jour: 20-04-06

 

Commentaires: 1 review

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Drame

 

Résumé: un'altra tragedia colpisce Ryo...

 

Disclaimer: I personaggi di "Un'Orchidea Blu per Ryo" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Fanfiction :: Un'Orchidea Blu per Ryo

 

Chapitre 1 :: Un'Orchidea Blu per Ryo

Publiée: 20-04-06 - Mise à jour: 20-04-06

 


Chapitre: 1


 

Un’Orchidea Blu Per Ryo  

 

Shan In, ti prego, non morire…  

Questo dolore non farmi patire.  

Non voglio perdere anche te, che sei viva grazie a Kaori,  

Che mi ha lasciato prima dell’unione dei nostri cuori.  

Sei la figlia che ha sempre voluto,  

Ma che non ha mai conosciuto;  

Io l’amavo, e l’amo tuttora,  

Perché, tramite te, lei vive ancora.  

Per cui, per favore, non morire…  

Perché non voglio di nuovo soffrire.  

E se è questo che vuole Dio,  

Se muori tu, lo faccio anche io.  

 

Non è possibile… quello che più temevo è successo: Shan In sta morendo tra le mie braccia.  

Se fossi arrivato un momento prima, forse l’avrei salvata… sarebbe bastato che arrivassi solo un minuto prima, maledizione!  

Mi guarda con i suoi larghi occhi, pieni di dolcezza, come se mi stesse chiedendo “Non lasciarmi andare, papà… non voglio morire, aiutami, ti prego, papà Ryo…”. Una grossa macchia di sangue ha sporcato la sua maglia, proprio al di sopra della cicatrice, quella cicatrice dalla quale le è stato dato un nuovo cuore, una nuova vita, una nuova possibilità. Quel cuore che ho amato per tanti anni, prima nel petto di Kaori, poi nel suo.  

– A Shan…  

– P… papà Ryo…  

– No, non sforzarti. Ti porto in ospedale.  

Mi guarda ancora, e capisco che è troppo tardi: in ospedale non ci sarebbe mai arrivata…  

La stringo di più a me. Voglio sentire i battiti del suo cuore, gli ultimi battiti.  

Con fatica alza un braccio e poggia la mano sul mio viso.  

– Papà Ryo… ti voglio bene…  

Poi chiude gli occhi, e la testa cade all’indietro, come il suo braccio: la piccola Glass Heart se n’è andata, e non ritornerà più. Con lei se n’è andato anche l’ultimo ricordo di Kaori, l’unica cosa che mi faceva andare avanti.  

Una lacrima tenta di uscire, ma io la rimando indietro: non ho pianto quando è morta Kaori, la mia Kaori, e non piangerò adesso. Non devo piangere. Non voglio piangere.  

 

Sento delle sirene all’esterno dell’edificio: è arrivata Saeko. La sento entrare nella stanza, ma non mi volto, continuo a fissare il corpo esanime della ragazza tra le mie braccia.  

– Shan In se n’è andata… – le dico, trattenendo a stento le lacrime – mia figlia è morta.  

Saeko non dice nulla, si limita solo a posarmi una mano sulla spalla. Non la guardo in viso, ma so che è triste, forse sta piangendo.  

Mi lascia ancora rimanere lì a vegliare la piccola, la diciottenne che, per quasi tre anni, ho cresciuto come una figlia. Ma arriva il medico legale, e devo andarmene, per non intralciare le indagini.  

– Ryo, va’ a casa a riposarti, qui rimango io. Tu cerca di riposare, vengo a trovarti tra un paio d’ore per informarti sulle indagini. – mi dice, poggiando una mano sul mio braccio.  

Io obbedisco meccanicamente.  

 

Ora sono a casa, seduto al tavolo della cucina, su cui sono sparse parecchie foto degli ultimi anni.  

Ne prendo una a caso. Senza farlo apposta ho preso proprio l’ultima foto che avevo fatto con Kaori, un mese prima del matrimonio che non c’è mai stato. Poi ne prendo un’altra, l’ultima con Shan In, scattata un mese fa, la Vigilia di Natale.  

Guardo i due volti femminili nelle due foto, accanto a me: due volti sorridenti, ignari del destino che li avrebbe colpiti un mese dopo.  

Mi guardo intorno. Tutto, in quella casa, mi ricorda le due donne, ma senza almeno una di loro, la mia vita non vale la pena di essere vissuta.  

Guardo la mia Python, poggiata sul tavolo, alla mia destra: già un’altra volta mi era venuta in mente l’idea di farla finita, tre anni prima, ma un pensiero mi aveva fatto ritornare sui miei passi, quello che il cuore della mia donna viveva ancora, nel corpo di un’altra. Ma ora non c’è più neanche questo… non ho più alcun motivo per continuare a vivere.  

Ormai ho deciso: voglio raggiungere le mie donne, le mie ragioni di vita.  

Vado ad aprire la porta, in modo che Saeko, quando arriverà, potrà entrare, poi scrivo qualche riga su un foglio, per lei. Avvito il silenziatore alla canna della pistola, per non allarmare i vicini, poggio il freddo metallo sulla mia tempia, e premo il grilletto…  

 

È tutto finito. Mi guardo intorno: di fronte a me vedo il mio corpo esanime, la pistola ancora in mano, e un foro sulla tempia, dal quale esce un leggero rivolo di sangue. È una strana sensazione quella che sento vedendo la scena, vedendo il mio corpo… non so descriverla…  

Qualcuno entra in casa; è Saeko. Mi chiama, aspettando una mia risposta, ignara di quello che ho fatto pochi minuti prima. Entra in cucina e vede il mio corpo. Nota subito la pistola, nella mia mano destra, e capisce che me ne sono andato anche io, che ho voluto raggiungere Shan In e Kaori.  

Si avvicina al tavolo e trova la mia ultima lettera. La legge.  

 

“ Saeko, perdonami.  

Scusa se me ne vado così, ma senza Shan In non ho più la forza di vivere.  

Forse starai pensando che sono stato un pazzo, e forse hai ragione: io sono un padre pazzo che ha perso, con la figlia, anche l’ultimo ricordo del suo amore per la donna che ha dato a quella bambina una nuova vita, donandole il suo cuore.  

Ti prego non odiarmi per questo.  

So che mi amavi, e che mi hai sempre amato, e so anche che tu eri cosciente del fatto che non avresti mai potuto ottenere il mio amore, anche dopo la morte di Kaori. Almeno non quell’amore che avresti voluto, perché, in realtà, io ti voglio bene, e te ne ho sempre voluto. Sei sempre stata la mia migliore amica.  

Forse sono stato un egoista, ma non devi odiarmi, non farlo: se mi odiassi soffriresti di più. Cerca di costruirti una nuova vita, e di essere felice anche senza di me. Ti prego… è un mio desiderio. Se tu sarai felice, io lo sarò per te, ovunque io andrò.  

Ho un ultimo desiderio da chiederti: ti prego, seppelliscimi vicino a Kaori, Shan In e Hideyuki. Loro sono stati la mia famiglia, per tanti anni.  

Addio, Saeko.  

Ti voglio bene.  

Ryo.”  

 

Ha finito di leggere.  

Si avvicina al mio cadavere e, con le lacrime agli occhi, dice:  

– Hai ragione, Ryo: sei stato un egoista, uno stupido egoista! Se veramente mi avessi voluto bene come dici, non mi avresti fatto questo!  

A questo punto abbraccia il mio corpo e scoppia in un pianto disperato.  

Io mi avvicino e le poso una mano sulla spalla.  

– Scusami ancora, Saeko… – le dico, anche se so che non può sentirmi, e questo mi rattrista un po’.  

Dopo qualche minuto si calma, prende il telefono e chiama il medico legale.  

 

È passato qualche giorno. Shan In è accanto a me, e mi tiene la mano. Non ha più la cicatrice sul petto, sotto l’abito bianco che indossa in questo momento.  

Siamo nel cimitero di Shinjuku, e stiamo osservando il nostro funerale.  

Tra gli altri, vedo Saeko, Umibozu e Shin Hon, uniti nel dolore.  

Saeko ha esaudito il mio ultimo desiderio, seppellendo me e mia figlia nella tomba della famiglia Makimura, accanto a Kaori e Hideyuki.  

Prima di sigillare la tomba, Umi e Shin Hon poggiano qualcosa sulle nostre bare: sono le nostre pistole.  

– Non se ne separavano mai. – dice Umi, con voce rotta dal dolore – È giusto che rimangano con loro.  

Shin Hon piange, toccando la bara di A Shan. Quante volte l’aveva seguita nel suo lavoro, rischiando di mettersi nei guai, pur di stare con lei… Forse era innamorato di Shan In, come Saeko lo era di me. Si faranno forza a vicenda, e troveranno insieme il coraggio di andare avanti senza di noi.  

 

Il funerale è finito e se ne sono tutti andati, tranne Saeko.  

Piange ancora, e ha un piccolo mazzo di fiori in mano, composto da una rosa bianca, un girasole, un giglio bianco e un’orchidea blu.  

Si inginocchia, guardando le foto, poi mette un fiore davanti a ognuna delle nostre lapidi: la rosa bianca per Kaori, il girasole per Shan In, il giglio banco per Hideyuki e l’orchidea blu per me.  

Tocca ognuna delle foto, poi dice qualcosa.  

– Addio. Sarete sempre nel mio cuore. Non vi dimenticherò mai.  

Quindi si alza e se ne va, verso una nuova vita senza di noi.  

 

È venuto anche per noi due il momento di andare. Alle nostre spalle compare una luce, e due angeli ci stanno venendo a prendere.  

– Ryo! A Shan! È ora di andare!  

Riconosco questa voce: è quella di Kaori. La guardo. È bellissima nel suo abito bianco, lo stesso che avrebbe dovuto indossare quella maledetta mattina di tre anni prima, quando ci saremmo dovuti sposare.  

Anche l’altro angelo mi sembra di conoscerlo.  

– Finalmente ci si rivede! Anche se speravo di dover aspettare ancora, amico mio…  

È Hideyuki, il fratello di Kaori.  

Ci decidiamo e andiamo loro incontro.  

Posso riabbracciarli, finalmente!  

Kaori mi dà un bacio, quel bacio che avrei voluto ricevere il giorno del nostro matrimonio, un bacio che significa “unione eterna”.  

– Non sai quanto mi sei mancata, Kaori…  

– Mi sei mancato anche tu, amore mio.  

Ci voltiamo verso la luce e andiamo via.  

Finalmente la mia famiglia è di nuovo unita.  

 

FINE 

 


Chapitre: 1


 

 

 

 

 

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