Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prose

 

Auteur: Erel

Status: Complète

Série: Angel Heart

 

Total: 1 chapitre

Publiée: 06-10-05

Mise à jour: 06-10-05

 

Commentaires: 2 reviews

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RomanceDrame

 

Disclaimer: I personaggi di "volevo dirti che ti amo" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo. la canzone "volevo dirti che ti amo" appartiene esclusivamente a Laura Pausini e a tutti gli aventi diritto

 

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   Fanfiction :: Volevo dirti che ti amo...

 

Chapitre 1 :: Capitolo unico

Publiée: 06-10-05 - Mise à jour: 06-10-05

Commentaires: vi presento l’ultimo frutto della mia insanità mentale. Premetto che io sono sempre stata “anti-angel heart”, tuttavia l’ho iniziato a leggere solo per curiosità… poi con il passare dei numeri mi sono accorta che in fondo non c’è niente in comune con la storia di CH, a parte la fisionomia dei personaggi e i loro nomi… quindi alla fine ho pensato che dopotutto, il maestro Hojo può vivere ancora per qualche altro annetto ^^” (sempre se non ricombina qualche altra scempiaggine del genere è__é) Ho voluto provare a fare questo esperimento, non credo però che continuerò a scrivere fic su AH… è troppo triste anche per la scrittrice! ç_ç questo episodio si colloca prima che Shan in trovasse Ryo, quindi Ryo è ancora alla ricerca del cuore di Kaori… Vi lascio alla lettura.. fatemi sapere cosa ne pensate ^_- un bacio

 


Chapitre: 1


 

-…Ci sono novità? –.  

La poliziotta strinse più forte le braccia intorno a sé: - Purtroppo no, Ryo… il suo cuore sembra scomparso nel nulla…-  

 

L’uomo guardò verso un punto imprecisato davanti a sé. Sapeva quale fosse la risposta alla sua domanda, ma quel briciolo di speranza riposto in fondo al suo cuore ancora lo esortava a continuare a sperare…  

Saeko non riusciva più a vederlo in quelle condizioni… un uomo distrutto dalla vita, che non possedeva più niente…. Soltanto il disperato amore verso la donna alla quale aveva deciso di dedicare tutta la sua esistenza…  

 

Il traffico nelle strade sotto al cavalcavia dove si erano fermati i due era quasi inesistente…solo qualche sporadica apparizione di macchine animava la notte. Le foglie degli alberi, ormai arrivate alla fine della loro breve vita, scivolavano pacatamente sull’asfalto, trasportate per qualche metro da un leggero vento autunnale.  

- E’ stata mobilitata anche la squadra anti-yakuza… cercheremo di fare del nostro meglio…-  

Non ricevette risposta. Solo il suono delle sirene di un’ambulanza che passava per le strade vicine rieccheggiava nelle orecchie della donna; l’uomo invece non sembrò accorgersene.  

- ….La troveremo…-  

Dopo un’altra lunga pausa, Ryo rispose alla donna: - grazie per tutto quello che stai facendo Saeko...-  

- Figurati Ryo.. vorrei fare anche l’impossibile se necessario… farei di tutto pur di riuscire a ritrovarla…- La donna chiuse gli occhi in segno di sofferenza; non era ciò che voleva esattamente dirgli, anche se l’idea di ritrovare Kaori fosse ugualmente al centro dei suoi pensieri: “farei di tutto pur di riuscire a renderti un po’ felice…anche se so che è estremamente difficile in una situazione del genere…” ma confessargli ciò non era sencondo lei la più saggia delle idee… soprattutto perchè voleva evitare di ferire ancora di più quel poco di dignità che ancora si intravedeva, seppur offuscata dalla sofferenza, negli occhi dell’ormai ex sweeper.  

“…Se ti vedesse così….” Gli occhi le si velarono di lacrime… era troppo anche per lei reggere una situazione pesante come quella… sembrava che stesse rivivendo lo stesso dolore di dieci anni prima..  

Prese una sigaretta dal taschino della giacca e, estraendo anche un piccolo accendino blu, l’accese… la boccata di fumo gli scese velocemente nei polmoni… Gli serviva pensare ad altro, andarsene il più presto possibile da quel posto… anche per lui l’atmosfera iniziava ad essere opprimente…  

 

- ora ti saluto, ho altre cose da fare questa notte – Cercò di essere il solito Ryo nulla facente, ma non era più divertente esserlo senza i suoi innumerevoli martelli…  

-…questa sera mi attendono le gattine del night club “Nekomama” e non ho assolutamente intenzione di farle aspettare! -.  

La poliziotta sorrise amaramente, guardando le punte delle sue scarpe nere. Sapeva che non avrebbe visto nessuno, quella notte. Tuttavia gli resse il gioco: - stai attento a non farti spellare… sei senza lavoro da mesi, non credo che tu possa permetterti questi tipi di svaghi…-  

Anche Ryo aveva capito che la poliziotta non ci era cascata. La ringraziò mentalmente per non avergli posto troppe domande: - Allora…quando hai qualche informazione, anche la più piccola…sai dove trovarmi -.  

Saeko alzò lo sguardo verso quello di Ryo. Quella speranza che aveva l’uomo di riuscire a ritrovarla nonostante fosse passato quasi un anno, era davvero sorprendente: - ….Certo…-  

 

Si salutarono augurandosi una buona notte: tutti e due però sapevano che almeno per l’uomo non ci sarebbe più stata una notte serena…  

 

 

Alle 4 del mattino, arrivato al suo vecchio appartamento nel quartiere di Shinjuku dopo aver girovagato senza meta per le strade della città con la sua mini rossa, si diresse immediatamente verso la sua stanza da letto. Come ogni sera, cercò in tutti i modi di non vedere il disordine che regnava nel salotto ormai da mesi…  

 

Si sdraiò sul suo letto ancora vestito. Fissava immobile il soffitto, pensando ancora a chi potesse aver rubato il cuore della sua amata…la sua Kaori…  

Stanco di tutti quei pensieri, cercò di chiudere gli occhi, sperando di riuscire finalmente a prendere sonno… Sapeva però che la solita immagine, la solita orribile scena, gli si sarebbe riproposta non appena abbassate le palpebre…  

 

Quella donna immersa in una pozza di sangue… Un camionista disperato che assisteva impotente agli ultimi attimi di vita della vittima… una bambina che piangeva accanto a lei pregandola di risvegliarsi…. Sembrava di assistere ad una di quelle scene assurde che si possono vedere solo nei film, o descritte nei romanzi… Non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe diventato il protagonista di una di quelle sceneggiature…  

Correva a perdifiato verso il corpo immobile della donna, ancora con indosso quello smocking bianco tanto odiato, che ormai aveva assunto un colore marroncino a causa della fanga.. la prese tra le braccia e, vedendola in quelle condizioni disperate, la sua parte razionale capì che ormai per la donna non c’era più niente da fare… tuttavia il suo cuore non voleva assolutamente arrendersi di fronte a quella triste realtà:  

- Non morire! Ti prego, cerca di sopravvivere!!!… fallo per noi!!!- Una lacrima solcò il suo viso, confusa tra le gocce di pioggia che si abbattevano sui corpi dei due..  

Kaori, nonostante fosse ormai sul punto di non riuscire più a continuare a vivere, aprì gli occhi, e si accorse di quelle lacrime che continuavano incessantemente a scendere dagli occhi del suo amato.  

Con difficoltà gli accarezzò la guancia; anche lei cominciò a piangere…- Ryo… aiutami…..io voglio vivere … non voglio… separarmi da te…...-.  

Un lampo, seguito presto da un tuono, illuminò improvvisamente la strada. Ormai per la donna non c’era più nulla da fare…  

 

...Anche il cielo stava piangendo per loro…  

 

- Kaori…no…NOOOOOOOOOOOO!!!!!!! – un urlo disumano squarciò l’aria.  

 

A quell’urlo, Ryo aprì di scatto gli occhi. Il cuore a mille, la fronte imperlata di sudore…  

Quel maledetto incubo aveva ricominciato a perseguitarlo anche quella notte…  

 

Si sedette sul letto, le mani congiunte cadevano come morte tra le gambe aperte. Con lo sguardo perso nel vuoto, cercò di calmarsi e di passare quella notte senza provare istinti suicidi…  

Stare da solo, infatti, immerso nel buio ma soprattutto in mille e disperati pensieri, può giocare brutti scherzi alla sanità mentale di qualsiasi individuo…  

 

Le aveva chiesto aiuto in quel momento… e lui cosa aveva fatto? Niente, l’aveva lasciata morire…..  

E ancora non riusciva a perdonarselo….  

 

Decise di lasciare la sua stanza. Le sue gambe lo condussero, seppur contro la sua volontà, davanti alla porta della stanza della sua collega… Ancora era attaccato il cartellino con suscritto: “Camera di Kaori”.  

Prese in mano la maniglia della porta, restando immobile per qualche interminabile minuto. Erano mesi che non entrava in quella stanza: era sicuro che vedere gli effetti pesonali della donna, avrebbe massacrato ancora di più la sua anima.  

 

…Però la voglia di toccare qualsiasi cosa fosse appartenuta a Kaori, sperando di riuscire ad assaporare ancora per un’ultima volta la fresca fraganza della sua pelle, lo indusse ad entrare..  

Spalancata la porta chiuse un momento gli occhi, ancora indeciso se entrare o meno. Trovando un po’ di coraggio nel suo cuore, varcò l’ingresso e aprì gli occhi. Una strana sensazione di tepore lo avvolse completamente…. Tutto era posizionato come l’ultimo giorno in cui quella camera era stata abitata.  

 

Si avvicinò al letto, rifatto in una maniera impeccabile nello stile della sua socia. Una sola maglietta accuratamente piegata arredava il piano del letto. La toccò delicatamente, quasi come avendo paura di cancellare le tracce della donna. Constatò che ci aveva pensato la polvere a coprire e quindi a cancellare ogni sua possibile traccia…  

Si sdraiò sul suo letto… Nonostante tutto il tempo che fosse passato, il suo inconfondibile profumo sembrava essere stato imprigionato tra le fibre dei cuscini del letto.... Fece un lungo respiro, cercando di inalare tutto il profumo che poteva entrargli in corpo…  

Quanti ricordi affollarono in quegli istanti la sua mente… ripensò alla loro prima volta… era rimasto sveglio tutta la notte ad assaporare il profumo dei suoi capelli mentre lei dormiva beata tra le sue braccia… Quella notte…. ancora non riusciva a credere che finalmente quella donna sarebbe stata sua per sempre….  

 

Già… per sempre……..  

 

 

Girò la testa verso un lato notando sul comodino, oltre che la foto di lei con il suo amato fratello Hideyuki, un pezzo di carta mezzo stropicciato, fermato dagli spostamenti d’aria solo da una penna nera. Incuriosito lo prese tra le mani, soffiando un poco sul foglio per far andare via la polvere.  

Quella calligrafia rotondeggiante l’avrebbe riconosciuta fra milioni……  

 

 

Tokyo, 18 aprile 2000  

 

 

Caro Ryo,  

non so se leggerai mai questa lettera, anche perché non ho proprio il coraggio di fartela leggere, immaginando quale potrebbe essere la tua reazione… Forse la troverai per caso, magari per terra, vicino al comodino o probabilmente frugando tra la mia biancheria intima, come al tuo solito!  

 

Non so nemmeno io perché ti stia scrivendo queste sciocchezze, forse perché vorrei farti partecipe della gioia immensa che mi hai regalato l’altro giorno al parco, quando hai accettato di “sposarmi”…  

Ancora non riesco a credere che finalmente diventerò (in un certo senso) la signora Saeba… Kaori Saeba… la signora Saeba… come suona bene!  

 

… Però a pensarci bene, lo sono sempre stata…  

Già… sono stata sempre tua Ryo, dal primo giorno in cui ti ho visto, lì disteso morente mentre tutti ti passavano vicino senza vederti…  

 

Sapevo che la mia vita sarebbe del tutto cambiata da allora…  

 

Volevo ringraziati in una maniera un po’ originale… ecco… io… ebbene sì, ti ho scritto una poesia!  

… Dio mio, non ridere ti prego! …tanto so che ti starai letteralmente rotolando sul pavimento dal divertimento in questo preciso istante, ma credimi… questi sono i miei veri sentimenti… ciò che sento per te, l’unico amore della mia vita…  

Spero che ti piaccia…  

 

Volevo dirti che ti amo.  

Dal rumore del mondo..dalla giostra degli attimi…  

Dalla pelle, dal profondo… dai miei sbagli soliti…  

Dal silenzio che ho dentro…e dal mio orgoglio inutile…  

Da questa voglia che ho di vivere…  

 

Volevo dirti che ti amo, volevo dirti che sei mio..  

Che non ti cambio con nessuno, perché a giurarlo sono io…  

Volevo dirti che ti amo perché sei troppo uguale a me…  

Quando per niente litighiamo e poi ti chiudi dentro te…  

 

Da ogni mio fallimento… dal bisogno di credere…  

Da un telefono del centro… dalle mie rivincite…  

Dalla gioia che sento…e dalla febbre che ho di te…  

Da quando mi hai insegnato a ridere…  

 

Volevo dirti che ti amo, volevo dirti “sono qui!”  

Anche se a volte mi allontano dietro ad un vetro di un taxi…  

E questo dirti che ti amo è la mia sola verità..  

Tu non lasciarmi mai la mano…anche se un giorno finirà…..  

 

Da ogni angolo dell’anima, dalla mia fragilità…  

Da un dolore appena spento…. da questa lettera….  

 

Volevo dirti che ti amo, volevo dirti che….  

Che non ti cambio con nessuno…  

Perché sei troppo uguale a me…  

Volevo dirti che ti amo…  

…ti amo……..  

 

Tua per sempre…  

Kaori  

 

 

I deboli raggi del sole illuminavano lentamente ogni riga del foglietto; delle chiazze trasparenti rendevano illeggibili alcune lettere. Non si era accorto che aveva iniziato a piangere…  

 

Era stato per ore a rileggere quelle righe, quella poesia lasciata come suo ultimo ricordo. Quanto avrebbe voluto essere davvero lì, a ridere davanti ai suoi occhi di quella strana ed originale manifestazione d’affetto…  

In altri momenti, non avrebbe mai pensato che le lacrime avrebbero preso il sopravvento…  

 

Semplici, semplicissime parole che sembravano trincerargli il cuore… si accorse che anche lui avrebbe voluto dirgli per un’ultima volta che l’amava, che non l’avrebbe mai abbandonata…  

Anche lui quel giorno, quando Kaori con le sue poche forze, lo trasportò nella clinica privata del doc e dove lo curò pazientemente, capì che quella ragazza l’avrebbe trasformato… in un uomo migliore….  

 

”Sei convinto che non ci sia nessuno disposto a piangere per un elemento come te? … in questo caso, diventerò io quella persona!…diventerò colei che verserà calde lacrime se tu dovessi perdere la vita… perciò se non vuoi spezzarmi il cuore, devi sopravvivere!! Non puoi morire come un cane randagio!!”  

Al solo ricordo di quelle parole, si sentì scuotere dentro… nessuno era mai stato così amorevole nei suoi confronti… “finalmente posso dormire..” fu la prima cosa che pensò in quegli attimi… finalmente non doveva più stare all’erta al pensiero di qualche attacco da parte del nemico, perché ci sarebbe stata lei al suo fianco, a proteggerlo da quel mondo troppo orribile…  

 

Non era lei che doveva ringraziarlo, Kaori non gli doveva assolutamente niente… l’unica persona da ringraziare era solo lei… gli aveva donato una vita, un nome, l’aveva trasformato in una “persona” vera e propria… se non ci fosse stata lei, forse a quest’ora sarebbe stato ancora quel fantasma che fuggiva da tutto e tutti, che vedeva in tutti un nemico, una minaccia per la sua incolumità…  

 

Strinse tra le sue mani la lettera, e voltò lo sguardo verso la foto sul comodino: - …Kaori…- gli occhi si chiusero in due piccole fessure, la sofferenza dentro di lui lo stava lentamente uccidendo…  

 

“da questa voglia che ho di vivere…” Ecco la frase che più di tutte gli faceva male; lei voleva vivere, continuare ad amarlo, continuare a vivere solo per lui… regalandogli quella gioia di vivere persa durante gli anni passati tra la guerra e la morte…  

Era rinato, e solo grazie a lei…. Cosa avrebbe pensato vedendolo in quello stato??  

- sono ridicolo…vero? – sussurrò tra le sue labbra, come se stesse realmente parlando con qualcuno…  

 

“Ryo….” Improvvisamente venne distratto dai suoi pensieri da un bisbiglio…. Si girò intorno a sè. Era completamente solo..  

- tsé… che stupido…ora sento pure le voci…- Il suo nome venne ripetuto più forte, non si stava sbagliando… “Ryo…” Non voleva crederci.. non poteva crederci…  

Kaori di fronte a lui gli sorrideva, e gli si avvicinava lentamente…  

Ryo la osservava con gli occhi sgranati. Forse in quei tempi stava bevendo un po’ troppo rispetto al normale…  

La figura della donna gli prese il viso tra le mani, il suo sorriso lo abbagliava. Kaori si trovava in contro luce, sembrava un angelo disceso dal paradiso…  

“ Ryo… finalmente hai trovato la lettera….”  

L’uomo non pronunciò nemmeno una parola, anche se la bocca era semi aperta dallo stupore e dall’incredulità. Gli accarezzò le guance e con i pollici gli delineò il contorno delle sue labbra.  

“ Vivi Ryo… devi vivere… per la persona che possiede il mio cuore…..”  

Ryo continuava a non capire; cosa significava ciò che aveva appena detto la donna?  

Non ebbe il tempo di risponderle che Kaori lo baciò…un lunghissimo gesto d’addio da cui si sprigionava tutto l’amore profondo e disperato dei due…  

 

 

Si risvegliò finito il bacio, il sole era già alto nel cielo… “ Era tutto un sogno….”  

Si era addormentato ancora con la lettera in mano, sopra il suo letto… alzandosi da questo, si avvicinò alla finestra. Tokyo era ricominciata a vivere…  

Ripensò al sogno, alla sua Kaori… a quel bacio appassionato e allo stesso tempo disperato…a quel suo corpo divino… ma soprattutto a quella strana frase: “devi vivere per la persona che possiede il mio cuore…”  

Non aveva mai creduto ai sogni premonitori, ed era convinto che non ci avrebbe mai creduto.. ma credeva alla sua donna, credeva a Kaori…  

 

Era proprio come immaginava: Kaori viveva nel corpo di un’altra persona… e un giorno sarebbe finalmente ritornata da lui… e non l’avrebbe più abbandonato…  

Con questa rinnovata convinzione, corse verso la porta della camera diretto alla stazione di polizia, da Saeko. Una nuova forza lo animava a cercarla ancora più accuratamente di prima… ora era assolutamente certo che l’avrebbe ritrovata…  

 

 

Lasciò la lettera sul letto della donna… una piccola piuma di un bianco candido si posò sofficemente su essa….  

 

 


Chapitre: 1


 

 

 

 

 

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