Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Auteur(s): Sophie

Traducteur(s): marziachan

Status: Complète

Série: City Hunter

Histoire d'origine:

Un Noël décisif

 

Total: 48 chapitres

Publiée: 15-06-08

Mise à jour: 30-03-09

 

Commentaires: 435 reviews

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RomanceGeneral

 

Résumé: Attenzione! Preferisco avvertirvi subito, ancora prima che ci clicchiate (se ne avete voglia)... C'è poca azione nel senso di "nessun caso"... ma questo non vuol dire che non succederà STRETTAMENTE niente... Il capitolo 1 tenta di spiegare un po' meglio...

 

Disclaimer: I personaggi di "Un Natale decisivo" sono di esclusiva proprietà di Tsukasa Hojo.

 

Astuces & Conseils

Qu’est-ce qu’une traduction offline?

 

C’est la traduction d’une fanfiction qui ne se trouve pas sur HFC.

 

 

   Traduction :: Un Natale decisivo

 

Chapitre 26 :: Cucina

Publiée: 23-01-09 - Mise à jour: 23-01-09

 


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Senza lasciare il tempo alla sua povera socia di cercare di capire a cosa facesse allusione, Ryo la trascinò verso le cucine, seguito dal resto del gruppo.  

 

Tutti assieme, oltrepassarono le porte battenti ed entrarono in una cucina sommersa di vapore caldo. Le numerose lavastoviglie professionali lavoravano a pieno regime.  

 

In questo giorno di Natale, a quest’ora tarda, non restava più molta gente. Solo qualche cameriera e lavapiatti, malaugurati sfruttati, terminavano il loro servizio.  

 

In tempi normali, l’intrusione di sei persone così elegantemente vestite avrebbe dovuto richiamare l’attenzione del personale presente. Ma in quel momento, stremati dal loro lavoro, non avevano che un solo ed unico desiderio: finire il più rapidamente possibile. Se dei furbastri decidevano di andare a fare il giro delle cucine verso le 3.00 del mattino, buon pro gli faccia! Ad ogni modo, le stoviglie di cristallo avevano da un bel po’ di tempo trovato rifugio in delle grandi credenze ermeticamente chiuse, al riparo da qualsiasi danno. Non restavano nient’altro che le posate tradizionali e gli avanzi.  

 

Smarriti tra il calore soffocante, il gruppo sembrava leggermente disorientato... eccetto Ryo e Mick. Il primo, che teneva sempre per il gomito la sua socia, la guardava con aria canzonatoria, aspettando una replica che non si sarebbe sicuramente fatta attendere... Il secondo si era già avvicinato ad un enorme sacco della spazzatura.  

 

Irritata di essere sballottata in questo modo senza una spiegazione e di leggere quel sorriso beffardo sulle labbra del suo partner, Kaori esigette qualche informazione:  

 

»Che ci facciamo qui? Avete deciso di affrontarvi a colpi di canovacci bagnati? O forse a colpi di sbucciature di porro?«  

 

Mick tirò fuori il naso dal sacco.  

 

»Certo che no! Però Ryo ed io dobbiamo essere alla pari! Impossibile battersi contro la sua python!«  

 

»Giusto... Stessi bersagli, stesse armi... Altrimenti non proverebbe niente...» Il giapponese aveva finalmente liberato la sua socia ed ora apriva la lavastoviglie davanti a lui.  

 

Mentre la ispezionava, si permise un commento.  

 

»Insomma, non proverebbe niente... Se non che io sono meglio attrezzato di lui...«  

 

L’americano fermò di colpo la sua ispezione dei rifiuti e si girò per fronteggiare il giapponese.  

 

»Come meglio “attrezzato”?«  

 

Ryo lanciò uno sguardo leggermente più serio a Mick.  

 

»Ovviamente tutti sanno che gli asiatici si prendono grande cura del loro attrezzo.«  

 

Prima che il suo interlocutore potesse dare il suo parere sulla questione, Kaori tagliò corto a questa discussione.  

 

»Sentite voi due, spero che parliate di armi e non di qualcos’altro... Altrimenti tutto quello che rischiate, è di fare un duello di velocità in sedia a rotelle.«  

 

Di fronte la minaccia appena velata della donna, i due professionisti ripresero la loro attività.  

 

»Umi, dai, vieni a fare da fattorino...«  

 

»Humpf, non sono mica il tuo servo, Ryo!«  

 

»E’ semplicemente perché Miki e tu non vi sentiate troppo esclusi dai nostri piccoli giochini da adulti... Anche se con Miki, possiamo immaginare altri tipi di giochi...«  

 

Il tono sognante e concupiscente scomparve davanti l’espressione furiosa di Falcon e la sensazione di una Kaori sul punto di estrarre un martello dalla borsetta. Ricondusse immediatamente la conversazione sul tema principale.  

 

»Andiamo, vieni ad aiutarmi orsacchiottino adorato... non fare quella brutta faccia.... altrimenti porto Kaori nel tuo bar dopo una dei miei spettacoli speciali di rimorchio... Immagina lo stato del Cat’s Eyes...«  

 

Di fronte una tale minaccia, Falcon si avvicinò ed afferrò il sacchetto di plastica che gli porgeva Ryo. Lo aveva riempito di coltelli puliti. Mick aveva le braccia cariche di altri sacchetti, contenenti, loro, delle bottiglie e delle lattine vuote.  

 

Facendo un rapido giro d’orizzonte, lanciò a Ryo:  

 

»Abbiamo tutto! Possiamo andare!«  

 

Passò il suo bottino a Falcon, afferrò la mano di Kazue e si diresse, gioioso, verso la porta di servizio, ma fu fermato dalla voce di Ryo:  

 

»Quasi! Manca qualcosa!«  

 

Tutti si girarono ed osservarono Ryo che continuava ad avvicinarsi a Kaori:  

 

»Tu non hai dimenticato niente Kaori?«  

 

Quest’ultima fu, ancora una volta, presa alla sprovvista...  

 

»Hem... Dimenticato cosa? No, ho la borsa, la giacca...« Si tastò per vedere se era pronta. »Per il vostro duello? Credo che abbiate preso tutto, no?«  

 

Si chiedeva proprio a cosa Ryo facesse allusione. Certo, adesso avrebbe visto quello che avrebbero fatto di tutta quel armamentario, ma ignorava francamente quello che poteva mancargli.  

 

»Le mie scuuuuuuuuuuuse???!!!!!!«  

 

Una povera libellula passò tra i due membri di City Hunter con un piccolo cartello: tutte le occasioni sono buone per apparire in questa fic, altrimenti non uscirei mai dall’armadio!  

 

»Delle scuse... Ma perché????«  

 

»Mi hai accusato di guardare la cameriera mentre non facevo altro che controllare se le cucine erano vuote e la lavastoviglie in funzione!!! Esigo immediatamente delle scuse sentite per questo attacco perfettamente ingiustificato contro la mia integrità e il mio autocontrollo!!«  

 

Colta alla sprovvista, Kaori iniziò a farfugliare delle misere giustificazioni. Come se fosse veramente determinante che lei si scusasse subito!  

 

»Insomma... Hum... Mi dispiace... sono davvero mortificata... d’aver creduto che tu... sbirciassi senza vergogna...« ma improvvisamente »Aspetta un po’! Se non fissavi quella donna, a cosa facevi allusione con quei “fa che cada, fa che cada...”«  

 

Ovviamente, Ryo non poteva ammettere che sperava che i piatti trasportati dalla cameriera si infrangessero a terra e che lei fosse obbligata ad abbassarsi per raccogliere tutto... Così, vista la ristrettezza della gonna, avrebbe forse avuto la possibilità di intravedere la biancheria, senza dubbio eccitante della sua potenziale preda.  

 

Decise quindi di concludere la conversazione prima che questa si inasprisse:  

 

»Scuse accettate... Bene, possiamoandareadesso!« In qualche passo rapido, aveva varcato la porta sul retro, lasciando tutti gli altri sbalorditi davanti a questo defilamento.  

 

Kaori lo segui precipitosamente tanto per mettere le cose in chiaro. Iniziava già a tirar fuori un martello. Questa volta,  

non l’avrebbe schivato. Ma, quando si ritrovò all’aria aperta, tutta la sua collera scomparve così come la temperatura del suo corpo... Si moriva dal freddo. Letteralmente.  

 

In effetti, solo il passaggio da una cucina immersa di vapore caldo ad una viuzza ricoperta di neve dava quest’impressione di freddo intenso.  

 

Uno ad uno, uscirono tutti e si trovarono di fronte in uno di quei piccoli vialetti come c’e n’erano dietro quasi tutti i ristoranti. Esiguo, sinistro, schiarito solamente da quattro lampade due delle quali fuori servizio, dei scatoloni ammucchiati alla bell’e meglio e dei cassoni della spazzatura ad ogni lato degli alti muri di colore grigiastro.  

 

 

 


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