Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Auteur(s): Sophie

Traducteur(s): marziachan

Status: Complète

Série: City Hunter

Histoire d'origine:

Un Noël décisif

 

Total: 48 chapitres

Publiée: 15-06-08

Mise à jour: 30-03-09

 

Commentaires: 435 reviews

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RomanceGeneral

 

Résumé: Attenzione! Preferisco avvertirvi subito, ancora prima che ci clicchiate (se ne avete voglia)... C'è poca azione nel senso di "nessun caso"... ma questo non vuol dire che non succederà STRETTAMENTE niente... Il capitolo 1 tenta di spiegare un po' meglio...

 

Disclaimer: I personaggi di "Un Natale decisivo" sono di esclusiva proprietà di Tsukasa Hojo.

 

Astuces & Conseils

Règles pour les traductions

 

Il y a quelques règles simples et évidentes à suivre pour traduire une fanfiction de HFC: - demander la permission de traduire (si l'auteur n'a pas déjà indiqué son autorisation) - poster la traduction sur H ...

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   Traduction :: Un Natale decisivo

 

Chapitre 43 :: Ultima solitudine!

Publiée: 27-03-09 - Mise à jour: 27-03-09

 


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Ryo ficcò la carta regalo dentro la scatola in cartone e buttò il tutto sotto il suo letto.  

 

Si sbarazzò rapidamente del suo smoking, prestando attenzione a non lasciare, come sua abitudine, i suoi abiti sparsi qua e là. Eriko lo avrebbe ucciso se fosse successo qualcosa ai suoi preziosi vestiti. Al loro posto, infilò una maglia ed un paio dei suoi inseparabili pantaloni. Infine, si distese sul materasso. Le mani incrociate dietro la nuca, contemplava il soffitto.  

 

Sapeva che non avrebbe dormito per quelle ore che mancano alla fine della notte (o piuttosto all’inizio della mattinata). Non aveva fatto che giocare alla banderuola segnavento, incapace di scegliere una direzione e di attenercisi, trascinando la donna che amava nel turbinio della sua indecisione, nelle profondità del suo tormento.  

 

Dopo essere riuscito così difficilmente a spezzare il legame che lo univa a Kaori, era tornato a ricostruirlo... semplicemente perché abbandonare la sua socia era al di sopra delle sue forze... al di sopra del suo essere... E ne aveva preso coscienza al momento di perderla.  

 

Ma la comprensione non era tutto. Erano in due in questo caso. E la reazione della donna poteva essere sorprendente.  

 

Comunque stavano le cose, avrebbe dovuto fare quello che si rifiutava di fare da così tanto tempo... lasciarla scegliere e, qualunque fosse stata la sua scelta, accettarla.  

 

Il peso di decidere, era lui che l’aveva portato in precedenza. Ne conosceva la difficoltà, il dolore, la sentenza vincolata tra quello che doveva essere fatto e l’immorale speranza. Si sentiva vile e miserabile a riporre il peso sulle spalle di Kaori... da un certo lato, rinunciava, si dichiarava sconfitto... tutti questi anni a lottare, a credere che quello status quo fosse la soluzione migliore, ad utilizzare dei secondi preziosi a sperare ciò che non sarebbe mai stato... ad accontentarsi di chiudere gli occhi e sognare... prima che la realtà non lo raggiungesse ancora, prima che il presente si imponesse a lui di nuovo... e stare al gioco...  

 

C’è l’aveva con sé stesso per aver riconosciuto che il suo bisogno di Kaori cancellava via il suo passato, le sue paure, il suo cinismo abituale, la sua volontà di non impegnarsi mai, il suo desiderio di trovare il piacere il più veloce, il più forte...  

 

E, cosa peggiore, c’è l’aveva con sé stesso di credere... ad ogni battito del suo cuore... di fissare quel soffitto così vuoto... credere che la vita possa finalmente essere generosa e clemente... Sapeva di essere cambiato... e questo cambiamento lo spaventava... Appena un po’ meno dell’idea di perderla.  

 

Ripensò furtivamente alla bottiglia d’alcool che aveva abbandonato, troppo presto per la serata, nel vicolo... Che cazzata! Se l’avesse saputo, l’avrebbe conservata...  

 

Dato che tutto quello che aveva fatto stava volgendo in un disastro... sia per lui che per Kaori... Sbronzo, gli sarebbe sembrato di aver commesso meno cavolate...  

 

Un sorriso disilluso venne a perdersi sulle sue labbra.  

 

”Se è questo essere innamorati... Sicuro che non lo sono mai stato... e preoccuparsi tanto per qualcun’altro... volere la sua felicità più che la propria??? Mi chiedo se questo non sia contro produttivo per lo stallone di Shinjuku???”  

 

Un silenzio inquietante lo cullava in quel giorno nascente. Tutto era ancora calmo, molto calmo. La vita sarebbe andata avanti al rallentatore ancora per oggi.  

 

Ritrovando la sua consueta filosofia, si disse che il mondo non avrebbe smesso di girare se Kaori e lui avessero terminato oggi il loro paternariato. Che loro erano troppo orgogliosi a credere che la relazione fosse tutt’altro che insignificante...  

 

Qualunque cosa lei avrebbe deciso, lui avrebbe accettato...  

 

Anche se il suo viso, il suo sorriso, i suoi occhi sarebbero rimasti accanto a lui tanto a lungo quanto il respiro l’avrebbe animato.  

 

Una parte di Kaori si era persa in lui e lui l’avrebbe conservata preziosamente, fiamma di vita in un mondo vuoto.  

 

Non avrebbe mai creduto che sarebbe stato possibile per lui perdere la sua anima per qualcuno... Sapeva che la morte era la sua più fedele compagna... che aspettava che lui facesse un passo falso per trascinarlo via con lei. Aveva imparato a vivere con questo rischio, l’aveva persino addomesticato, quasi accettato... Cosi come per tutti la morte era una fatalità, per lui, sarebbe stata anche una liberazione...  

 

Ed ecco che, non soltanto, aveva promesso a Kaori di non farle un dispiacere morendo troppo presto, ma, in più lui non voleva più morire... né fisicamente, né vedersi prosciugare quella sorgente che lo abbeverava quando la donna era al suo fianco...  

 

Non era stupido. Se l’avesse persa, la sua vita certamente sarebbe continuata, ma Ryo Saeba sarebbe stato solo un involucro privo di vita che finge... Una marionetta messa a punto per il suo spettacolo. La morte sarebbe ridiventata una liberazione... Tuttavia non sarebbe ritornato al punto di partenza... Aveva appreso un sentimento che non si poteva dimenticare.  

 

Era troppo doloroso immaginare di perderla e troppo doloroso immaginare di incatenarla a lui.  

 

Tuttavia l’acquisto dell’anello gli aveva aperto gli occhi... Non solo sul legame che lo univa alla sua socia, ma sui danni che avrebbe causato presto o tardi l’immobilismo della loro relazione. Se quello status quo l’aveva così a lungo soddisfatto, doveva riconoscere che ora non era più il caso.  

 

Le aveva detto che rifiutava di ristagnare ed era vero. Aveva improvvisamente ammesso, come una certezza che gli era esplosa in faccia, che quei silenzi gli avrebbero condotti presto o tardi a distruggersi reciprocamente.  

 

Ma ogni passo era doloroso e lo allontanava di una possibilità. Tuttavia non sapeva se si sarebbe allontanando dalla soluzione giusta per loro. Allora rifaceva un passo indietro ed i non-detti, il passato, diventavano ancora più pesanti, Kaori ancora più ferita e più fragile e lui anche più sdegnoso e disgustato delle sue azioni.  

 

Non avere il diritto di errore, lui conosceva e dominava... ma non optare istintivamente per la migliore delle soluzioni, questo non era frequente in lui.  

 

Quando il suo cuore e la sua ragione erano in precedenza entrati in conflitto, l’istinto aveva sempre scelto la ragione... e il cuore si rassegnava senza soffrire troppo, ma in questo caso preciso... I suoi pensieri giravano instancabilmente in tondo. Cuore, Ragione, Cuore, Ragione, Paura, Morte...  

 

Di fronte il vuoto silenzioso del soffitto, si maledisse un ultima volta di essere diventato umano, maledisse i suoi sentimenti che tuttavia amava.  

 

Aveva creduto... no, era stato persuaso di aver preso la decisione giusta... Prima di tutto sparando sulla sua foto... poi destabilizzandola perché fosse lei a dire... per forza... che lui aveva ragione! Anche senza il suo mestiere, nessuna donna meritava il dolore di vivere accanto a lui... lui sapeva solo fare del male.  

 

E poi la folgorante comprensione... Come dirle che preferiva che soffrisse al suo fianco? Come riconoscere che aveva bisogno di lei... Come osare confessarglielo?  

 

Un leggere rumore lo fece immediatamente uscire dalla sua riflessione. Chiunque non ci avrebbe prestato attenzione... un cigolio del parquet così debole, quasi impercettibile. Ma lui non era uno chiunque. Nel secondo che segui, tutti i suoi sensi erano di nuovo all’erta. Non aveva mosso un solo muscolo, ma i suoi occhi non erano più ricoperti dal velo distante dell’introspezione. City Hunter aveva preso il sopravvento su Ryo Saeba.  

 

Eppure, non si lasciò andare ad una reazione istintiva, coltivata ed inasprita da una vita di pericoli.  

 

Alcuni anni fa, avrebbe afferrato la sua python e avrebbe immediatamente assunto una posizione d’attacco. Non lasciare insediare il dubbio, agire.  

 

Ma, oggi, sapeva valutare la differenza tra un rumore sospetto che si poteva lasciar passare e un rumore che annunciava il pericolo. Tra i due, il confine era lievissimo... ma separava la preda dal cacciatore.  

 

Attento al minimo suono, si concentrò.  

 

Di nuovo un debole cigolio, più vicino, ma comunque soffocato...  

 

E lui riconobbe l’aura che si stava avvicinando a lui, inebriante come un profumo, desiderata come l’acqua per un assetato, detestata come l’alcool per un alcolista.  

 

Chiuse gli occhi.  

 

Forse per la prima volta nella sua via di uomo, Ryo Saeba, l’uomo che non credeva in niente, né in nessuno, neppure in sé stesso pregò perché gli fosse concesso abbastanza coraggio.  

 

 


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