Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Auteur(s): chibiusa

Traducteur(s): marziachan

Status: Complète

Série: City Hunter

Histoire d'origine:

Au delà des apparences...

 

Total: 17 chapitres

Publiée: 19-10-06

Mise à jour: 24-01-07

 

Commentaires: 107 reviews

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General

 

Résumé: Riflessioni, prese di coscienza e rivelazioni...

 

Disclaimer: I personaggi di "Al di la delle apparenze..." sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduction :: Al Dì La Delle Apparenze...

 

Chapitre 6 :: Un fine serata inaspettato

Publiée: 05-11-06 - Mise à jour: 05-11-06

 


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Al presente erano immobilizzati in un angolo della sala, lontano dagli sguardi indiscreti. Lo sweeper lasciò qualche minuto attardare le mani sulla schiena nuda della sua bella.  

 

Poi, dolcemente, si concessero un passaggio sotto il tessuto del vestito di Kaori, in direzione del fondoschiena. Ma, improvvisamente, la donna s’irrigidì. Ryo se ne accorse e tolse immediatamente le mani dal posto interessato.  

 

Mormorò allora:  

 

-Scusa...  

 

-...  

 

Se ne voleva un po’ per la sua mancanza di controllo. Era cosciente che la sua socia non c’era abituata. Allora Ryo si allontano leggermente dalla sua Kaori e la guardò. Le sue guance erano leggermente arrossate. Aveva lo sguardo un po’ perso e faceva ancora fatica a realizzare che Ryo le aveva detto delle parole così belle. Parole che oramai non sperava più di sentire da parte dell’uomo della sua vita.  

 

-Kaori...  

 

Sentire il suo nome, pronunciato così, con tanta dolcezza, la sommerse di felicità. Tuttavia, era uno sguardo pieno d’immensa paura quello che lei rivolse allo sweeper, aspettando, con calma, che lui la riportasse alla realtà.  

 

-Cosa c’è? - chiese Ryo in un sussurro.  

 

Kaori mise la mano destra davanti alle labbra, come per assicurarsi che il bacio fosse reale. L’inquietudine, che percepì Ryo nello sguardo della donna, cosi come la sua reazione, gli mostrarono che lei dubitava ancora di lui, del suo impegno. Allora, si avvicinò al suo orecchio e le disse dolcemente:  

 

-Ti amo.  

 

Ryo era stupido di riuscire a dirle, così facilmente, quelle due parole magiche che erano capaci di renderla felice. Visibilmente, le barriere che bloccavano il suo cuore, che lo avevano privato della capacità di esprimere quello che sentiva per questa donna, avevano finito per cadere. Per la sua socia, che lo aveva aiutato a tenere la testa alta, a non ricadere nella profondità delle tenebre. In quest’istante preciso, lo sweeper era certo di aver fatto la scelta giusta. Sapeva che non se ne sarebbe pentito.  

 

Purtroppo, Kaori dubitava ancora enormemente, così si allontanò da lui, e si morse il labbro inferiore, prima di chiedergli:  

 

-E vero?  

 

Ryo per poco non cadde all’indietro davanti a questa domanda. Le rispose con voce roca. Voce roca causata del desiderio di lei.  

 

-Si, ti amo Kaori.  

 

Le guance rosse, Kaori, dimenticando tutta la sua timidezza, circondò il collo dello sweeper e, le lacrime agli occhi, gli disse a voce bassa:  

 

-Anch’io ti amo Ryo.  

 

Gli rivolse un sorriso degno di una Dea, e la, ancora, prese il suo coraggio a due mani e baciò l’uomo della sua vita. Prima timidamente, ma, subito, il socio accentuò il bacio in qualcosa di più passionale e profondo.  

 

Sentendo la sua libido tornare alla carica, Ryo mise fine a quel bacio e finì per dirle:  

 

-E se andassimo a finire il nostro champagne e mangiare il dessert.  

 

Un delizioso sorriso venne ad illuminare il viso della donna malgrado una lacrima, che riuscì ad aprirsi un passaggio e le colò giù per la guancia. Con un gesto dolce, Ryo asciugò l’intrusa con il pollice.  

 

Si avvicinarono al tavolo, dove ordinarono il dessert.  

 

«E’ un altro tipo di dessert quello che vorrei.» (nda: cosi romantico come è stato fino ad ora è un caso raro, Ryo non si smentisce mai. ndR: Almeno con il pensiero ^^’ )  

 

Era circa mezzanotte quando pagò il conto. Si rese conto che Kaori era un pochino assonnata. Bisognava dire che la giornata era stata bella piena.  

 

Qualche minuto più tardi, presero posto in macchina e Ryo prese la parola:  

 

-Torniamo a casa perché penso che tu sia stanca.  

 

-Mi dispiace...  

 

-Non fa niente mio angelo.  

 

A queste parole dolci, Ryo vide le guance di Kaori colorarsi un po’.  

 

«Ti ci dovrai abituare tesoro» pensò, benché si divertisse a farla arrossire come una collegiale.  

 

Durante tutto il tragitto, Kaori appoggiò la testa contro la portiera. Cosi appena furono arrivati ad un semaforo, gettò un occhiata alla sua socia e le mise apposto una ciocca ribelle, con delicatezza, per non svegliarla. Un sorriso illuminò il viso della donna mentre dormiva.  

 

«Cosa stai sognando?»  

 

Una volta nel garage, esitò a svegliarla. Tuttavia finì per accarezzarle le guance delicatamente e la dolcemente chiamò:  

 

-Kaori? Mia bella...  

 

Dopo qualche secondo, la donna aprì gli occhi, ancora assonnata. Faceva fatica a capire dove si trovava. Poi, si ricordò della serata magica con Ryo. Si girò verso di lui e gli sorrise.  

 

-Siamo arrivati.  

 

Il risultato fu immediato. Le guance di Kaori si colorarono. Ryo non potè impedirsi di sorridere. Tranquillamente, salirono le scale, in silenzio. Nessuno osava parlare, per paura di rompere la magia di quella serata.  

 

Arrivati nell’appartamento, Kaori e Ryo si tolsero le giacche. Poi, Kaori entrò nel salone per guardare la segreteria in effetti, non aveva dimenticato che il telefono stava suonando nel momento in cui loro stavano uscendo. Ma, d’accordo con Ryo, aveva deciso di ignorarlo.  

 

Mentre la donna si trovava nel mezzo del salone, pronta per premere il tasto della segreteria, che lampeggiava già da un po’, due braccia le circondarono la vita. Sorpresa, Kaori lanciò un piccolo grido. Si riprese quando il colpevole prese a baciarla sul collo. La donna sentì allora una strana sensazione salire su per il ventre.  

 

Il socio la girò dolcemente tra le sue braccia muscolose, e, benché vedendo il rossore sulle guance della donna, distinse il desiderio nel suo sguardo. Era stupito di vedere gli occhi della sua Kaori con un tale languore. Mai prima d’ora, aveva visto il suo sguardo oscurarsi in tal modo. La sua bocca socchiusa era un appello al crimine, come la schiena che scorreva abilmente sotto le sue dita.  

 

Non resistendo più, s’impadronì con passione di quelle labbra offerte. Presto, Ryo constatò che Kaori ci trovava un piacere non dissimulato in questo gioco crudele, anzi, cominciava a diventare più audace. Poco a poco, lui cedette all’invito di scoprire il suo corpo. Allora, delicatamente, fece scivolare le mani sulla schiena della sua Dea, mentre le mordeva il lobo dell’orecchia destra.  

 

Kaori emise allora una sorta di lamento... La donna era colpita da tanta attenzione e, soprattutto stupita d’essere sommersa da cosi tanto desiderio e voglia di quest’uomo, del suo socio...  

 

Le tornarono alla mente i suoi pensieri.  

 

«E pensare che questa mattina credevo che tu avessi sbattuto la testa, ed era sicuramente il caso... - Un sorriso illumino il suo viso – ma, non è male se sono io ad approfittarne.»  

 

Era già da qualche minuto che Ryo la osservava, vedendo il viso della sua socia illuminarsi di un dolce sorriso. Si chiese:  

 

«A cosa sta pensando?»  

 

Non ebbe il tempo di chiederglielo, l’incanto venne rotto dal:  

 

Driiiiiing – Driiiiiing – Driiiiiing – Driiiiiiiiiiiiiing (NDB: il telefono... non smette di rompere, povero Mokkori. E meglio se andate a dormire, niente da fare per stasera, penso!)  

 

Kaori sussultò sentendo il lamento del telefono e si allontanò, un poco, dalle braccia del suo socio, ritornando, così, duramente alla realtà.  

 

-Chi può essere che chiama a quest’ora? – disse a voce alta.  

 

Lo sweeper si allontanò, egualmente, dalla donna e andò a rispondere al telefono. Nemmeno lui si sentiva tranquillo. Una chiamata a quell’ora del mattino non voleva dire niente di buono.  

 

-Pronto, Saeba.  

 

-Ryo, sono Saeko. Un uomo è stato portato in ospedale con suo figlio e sono in stato critico. Su di lui ho trovato il numero del tuo appartamento...  

 

-Il suo nome?  

 

-Kentaro Seno.  

 

-Non mi dice niente... non conosco nessun Kentaro Seno...  

 

Kaori, che era rimasta, fino ad ora, un po’ in disparte, si senti male. Disse dolcemente:  

 

-Ryo... è il nome del cliente che dovevamo incontrare oggi...- poi, con un voce un po’ tremante, come se si dispiacesse di già della domanda –Cosa è successo?-  

 

Ryo aggrottò le sopracciglia. Questa volta il suo desiderio se ne era andato davvero, il professionista aveva ripreso il sopravvento.  

 

-Saeko... è il cliente che dovevamo incontrare oggi... è un impiegato che ha un bambino di 4 anni, giusto?  

 

-Si, effettivamente... potete venire all’ospedale?  

 

A Ryo non piaceva molto tutto questo. Osservò la sua socia, che non si era ancora mossa. Percepì un enorme senso di colpa in lei... Prese la giacca e le tese la sua.  

 

-Dobbiamo andare all’ospedale.  

 

-D’accordo.  

 

Senza una parola, entrarono nell’auto che filò a tutta velocità nella notte...  

 

 


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