Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Auteur(s): chibiusa

Traducteur(s): marziachan

Status: Complète

Série: City Hunter

Histoire d'origine:

Au delà des apparences...

 

Total: 17 chapitres

Publiée: 19-10-06

Mise à jour: 24-01-07

 

Commentaires: 107 reviews

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General

 

Résumé: Riflessioni, prese di coscienza e rivelazioni...

 

Disclaimer: I personaggi di "Al di la delle apparenze..." sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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Que veut dire HFC?

 

C'est le nom du site. HFC = Hojo Fan City.

 

 

   Traduction :: Al Dì La Delle Apparenze...

 

Chapitre 7 :: Notte sacra

Publiée: 17-11-06 - Mise à jour: 17-11-06

 


Chapitre: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17


 

Kaori era seduta nell’austero corridoio dell’ospedale centrale di Tokyo e aspettava. In effetti, il suo uomo era andato a fare il giro dei suoi informatori per sapere ciò che era successo.  

Era la prima volta che un cliente di City Hunter veniva ferito ancora prima che quest’ultimo cominciasse ad assicurargli la sua protezione.  

 

Sul viso pallido della donna, colò qualche lacrima. Delle lacrime di colpa e tristezza.  

«E’ colpa mia, colpa mia, colpa mia...»  

Si ripeteva questa nenia da circa quattro ore. Era quasi le cinque del mattino. Non aveva ancora chiuso occhio, rifiutando gentilmente tutte le attenzioni da parte del personale medico, che l’avevano invitata a riposarsi un po’. Ma anche se l’avesse voluto, non ci sarebbe riuscita. La tensione, l’inquietudine e il senso di colpa le opprimevano il cuore e l’anima.  

 

-Signorina Makimura?  

 

Sentendo il suo nome, l’interessata sussultò e si voltò rapidamente verso l’individuo. Era un dottore. Rispose solo con un cenno della testa, incapace di parlare. Finì per alzarsi. Rendendosi conto del disagio della donna, disse:  

 

-Il ragazzino di nome Toshio sta bene, penso che potrà lasciare l’ospedale oggi stesso.  

-E il signor Seno?  

-La sua situazione è più complicata. E’ ancora in coma ma ci sono buone speranze...  

-In coma...  

-Si, sembrerebbe che abbia perso molto sangue a causa di una ferita d’arma da fuoco...  

 

Kaori sgranò gli occhi. Loro avevano parlato di un incidente automobilistico. Finì per aggrottare le sopracciglia e chiese:  

 

-Ma non si trattava di un incidente in macchina...  

-Effettivamente, ma sembra che sia stato colpito da un proiettile nella colonna vertebrale.  

-Che orrore... allora è rimasto...  

-Paralizzato? Si in effetti...  

 

La donna, che si era l’alzata alcuni minuti prima, se risedette immediatamente, le gambe le stavano per cedere.  

Il medico si sedette sulla sedia al suo fianco. Kaori aveva lo sguardo assente, le braccia chiuse sul ventre, come se fosse in preda ad una profonda sofferenza psicologica.... Benché fosse un dolore sconosciuto, sapeva che si trattava di senso di colpa. Non doveva lasciarsi prendere dal panico ed accompagnare Ryo in tutta urgenza dal Doc. Era colpa sua. Lo sapeva.  

 

-Oltre a ciò, c’è bisogno che qualcuno si occupi del ragazzo...  

-Heh?  

-Si, non ha più sua madre, e suo padre è all’ospedale. Inoltre, noi non possiamo tenerlo.  

 

La donna si morse il labbro inferiore, avrebbe voluto rispondere alla richiesta del dottore e accettare di occuparsi del bambino ma...  

 

-Lo prendiamo con noi- disse una voce che Kaori conosceva bene.  

-Ryo...  

-Vuoi siete?  

-Ryo, sono un suo amico... E quello che volete no? Un posto dove possa abitare. In attesa che suo padre venga dimesso.  

-Si, esattamente. Grazie. Vado a preparare i documenti. Saranno pronti verso le undici.  

 

Il medico s’eclissò in direzione dell’ufficio delle infermiere.  

Ryo mise un braccio attorno alla vita di Kaori e la incitò ad andare con lui, come lei fece. Si raggomitolò nelle sue braccia forti e protettive. Ma, tornando alla realtà, Kaori si allontanò un po’ da lui e immerse lo sguardo in quello del suo socio.  

 

-Perché vuoi prendere quel ragazzo con noi? – disse con voce bassa  

-Perché può essere ancora in pericolo, e quindi noi lo dobbiamo proteggere. E poi, lo so che è quello che vuoi.  

-E’ colpa mia se...  

 

Lo voce le morì in gola. Represse un singhiozzo e si morse il labbro inferiore.  

 

-E’ colpa mia se quel uomo...  

 

Ryo non le lasciò il tempo di finire la frase.  

 

-No Kaori, non è colpa di nessuno. E’ successo, tutto qui.  

 

Ryo prese la mano della sua socia e la tirò in direzione dell’uscita.  

 

-Ma Ryo, lasciamo il nostro cliente senza sorveglianza?  

-Falcon è arrivato, si è sistemato nella sua stanza. Non possiamo permetterci di restare qui, ma torneremo più tardi. Bisogna che scopra tutto quello che ancora non sappiamo. E poi, bisogna che dormiamo un po’. Tu crolli dal sonno!  

 

Una volta arrivati, Ryo andò verso la cucina e preparò un caffé. Dovevano parlare malgrado l’ora. Lo sweeper non voleva che la donna si colpevolizzasse, tuttavia sapeva che era esattamente questo ciò che le passava per la testa.  

Ma una volta di ritorno, non potè non constatare che Kaori, morta di sonno, si era addormentata sulla sedia. Portava ancora la giacca e il vestito. Un piccolo sorriso apparse sulle labbra di Ryo «Come sei bella...»  

 

Ryo si avvicinò alla donna, con passo felpato, e delicatamente le tolse la giacca. Poi, cosciente che non poteva lasciarla dormire con quel vestito, iniziò a toglierlelo.  

A disagio, sperò con tutto il cuore che non si svegliasse. Poco a poco, le tolse il vestito che la copriva appena.  

Sorrise mentre le sfiorava il petto e constatò che i suoi seni si ergevano dolcemente. Ma, per paura di rompere il suo sonno, fermò la sua dolce tortura.  

La sua pelle era magnifica e deglutiti con forza. Desiderava ardentemente poter gustare la sua pelle. Distinguere sempre il dolce profumo che metteva ogni giorno, rappresentato soltanto da sapone.  

Lei si mosse leggermente, così tornò a concentrarsi sulla sua missione e, con un po’ di goffaggine, riuscì nel suo compito senza svegliarla.  

Non osava neanche immaginare la reazione della socia se mai lei fosse stata sveglia in quel momento. Sorrise.  

 

Ryo la sollevò tra le braccia. Era così leggera. Istintivamente, lei si posò contro l’ampio petto del suo protettore. Il petto di lei, per niente piatto contrariamente a quello che lui le diceva sempre, si sfregò con il suo. Un dolce brivido lo trapassò da una parte all’altra. Dolcemente, la portò nella sua camera e la depose sul letto. Era ancora vestita solo con la biancheria. Deglutì con forza di fonte a quel corpo magnifico. Mai prima di allora, aveva visto una bellezza simile. Bisognava dire che a parte saltargli addosso per le strade, non ne aveva mai viste in questa tenuta semplice ma squisita, eccezion fatta per le cameriere dei cabaret vestite in abiti molto più che leggeri...  

 

Ryo restò ancora qualche minuto a contemplarla prima di prendere una delle sue camicie e infilargliela. Là ancora, si sentì di nuovo male. Inoltre, tremava ancora di più a causa della vicinanza della sua bella. Una volta adempiuto il compito e chiusi tutti i bottoni, la fece scivolare delicatamente sotto le lenzuola.  

 

Ryo era stupito che lei non si fosse svegliata.  

«Doveva essere veramente distrutta. È vero che non è abituata a fare le notti in bianco, e inoltre, era già stanca ancora prima che ci chiamassero...»  

 

Si spogliò e scivolò al suo fianco. Delicatamente la prese tra le braccia in modo che lei poggiasse la testa sul suo petto.  

Nel giro che qualche minuto, finì per cadere in un sonno profondo seguito da un incubo in cui Kaori gli diceva che non lo voleva più...  

 

 


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