Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Auteur(s): chibiusa

Traducteur(s): marziachan

Status: Complète

Série: City Hunter

Histoire d'origine:

Au delà des apparences...

 

Total: 17 chapitres

Publiée: 19-10-06

Mise à jour: 24-01-07

 

Commentaires: 107 reviews

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General

 

Résumé: Riflessioni, prese di coscienza e rivelazioni...

 

Disclaimer: I personaggi di "Al di la delle apparenze..." sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

Astuces & Conseils

Que veut dire HFC?

 

C'est le nom du site. HFC = Hojo Fan City.

 

 

   Traduction :: Al Dì La Delle Apparenze...

 

Chapitre 8 :: Esitazione

Publiée: 17-11-06 - Mise à jour: 17-11-06

 


Chapitre: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17


 

Verso le 9.00 Kaori si svegliò tra le braccia di Ryo. Sorpresa, ebbe delle difficoltà ad agire, non era ancora del tutto sveglia e così si lascio andare a quella dolce vicinanza.  

Poi le venne in mente, le serata magica finita in dramma...  

Respinse qualche singhiozzo, poi improvvisamente qualcosa la insospettì, un dettaglio, insidioso ma presente...  

 

«La segreteria!!!!!! » Quel messaggio doveva ancora essere ascoltato?!  

 

Si alzò senza molte esitazioni e filò nel salotto per ascoltare la segreteria...  

Nel momento in cui stava per premere il bottone, Ryo glielo impedì.  

-Non servirà a niente.  

-Ma può essere che...  

-Lo ascolterai, ma più tardi.  

 

La girò e appoggiò la fronte contro la sua e la guardò negli occhi...  

 

-Angelo mio... non devi avertene di nulla. Niente di niente. Non voglio che tu creda...  

-Ma, se io non ti avessi portato dal Doc... lui non sarebbe stato ferito da un proiettile... noi avremmo potuto...  

-Non lo sapremo mai. E poi, è vero che il mio atteggiamento aveva di che farti preoccupare- disse con una luce maliziosa negli occhi.  

-...  

 

Ryo si staccò un po’ da lei e le sollevò il mento obbligandola a guardarlo negli occhi.  

 

-Quel che è fatto, è fatto. La sola cosa che possiamo fare è occuparci del figlio in attesa che suo padre si rimetta.  

-Hai ragione pero...  

-Sono sicuro che ti divertirai a giocare alla mamma adottiva- dichiarò con un sorriso rassicurante.  

 

Ma la donna individuò anche un'altra cosa nel suo sguardo, come del rammarico.  

«Perché quest’angoscia?»  

 

-In ogni caso è fuori questione che tu ti tiri indietro nella nostra relazione- disse Ryo- Ho fatto talmente tanta fatica a dichiararti i miei sentimenti, non voglio che tu mi fugga e io non voglio più fuggire. È chiaro signorina Makimura?  

 

«Come ha capito che volevo lasciarlo a causa di questa storia?»  

 

Come per rispondere alla sua domanda, strinse la sua presa sulla socia e le disse:  

 

-Ti conosco... Ero quasi certo che tu volessi lasciarmi a causa di quello che è sfortunatamente successo... Ho torto?  

 

Lei spalancò gli occhi, come poteva leggere così bene in lei. Cosciente che gli doveva una risposta franca. Fece no con la testa, e lo guardò negli occhi con tristezza e amore infiniti.  

 

-Vuoi lasciarmi? – domandò lo sweeper in un sussurro.  

 

Le lacrime colarono giù per le sue guance, la donna scosse una seconda volta la testa in segno di negazione. Poi un piccolo sorriso apparse sul suo viso.  

Le braccia che erano là, lungo il suo corpo si trovarono attorno al collo di quell’uomo tenebroso, del suo uomo. E con una delicatezza infinita, si mise in punta di piedi e lo bacio timidamente prima di staccare le labbra da quelle dello sweeper e appoggiare la testa sul suo petto.  

Dolcemente Ryo fece scivolare le mani sul corpo di Kaori, la dolce vicinanza gli impediva di rimanere serio e moriva dalla voglia di avanzare la loro relazione, purtroppo sapeva che ciò non sarebbe stato possibile che una volta terminato questo sporco affare.  

Concludendo, la confessione che voleva farle ieri non aveva avuto luogo, e si chiese se avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo...  

Ma sapeva che non avrebbe avuto scelta se avessero progredito nella loro storia.  

 

DRING – DRING – DRING  

 

Lo sweeper si staccò controvoglia dalla donna, alzò il ricevitore per evitare che la donna sentisse... e rispose:  

-Saeba.  

-Sono Taka.  

-Qualche novità?  

-Si, era come pensavi tu, il vecchio ha provato a farlo uccidere da un tipo di nome Kenji SAWASE... un vecchio tiratore scelto. Riattaccherà, è sicuro, senza dubbio se la prenderà con il bambino per arrivare a lui.  

-Ne dubito...  

 

Riattaccò, e telefono a Saeko.  

 

-Nogami.  

-Saeko, è il tuo Ryo-chaaaannnn!  

-Ti ho già detto di non chiamarmi qui. Cosa vuoi?  

-Ho bisogno di poter controllare l’auto del mio cliente SENO Kentaro.  

-Mi dispiace...  

-Saeko! Tu vuoi che lo protegga? Ho bisogno di conoscere il mio nemico. È un vecchio tiratore scelto.  

 

-D’accordo! Ne avrai accesso tra mezzogiorno e le due.  

-Qual è il luogo dell’incidente?  

 

L’ispettrice diede le informazioni di cui aveva bisogno allo sweeper. Nello stesso momento in cui ripose la cornetta del telefono, cercò con gli occhi la sua socia, ma lei se n’era andata.  

 

La ritrovò in cucina in procinto di preparare in modo abbastanza meccanico la colazione. Ryo la osservò appoggiato contro lo stipite della porta.  

 

-E’ pronto tra cinque minuti.  

-D’accordo...  

 

La colazione si svolse in un silenzio un po’ pesante, lui lo ruppe:  

 

-Andremo all’ospedale tra un’oretta. Vi riporterò tutti e due qui e poi andrò a vedere l’auto.  

 

Kaori sollevò la testa, si morse il labbro inferiore e si torturò le dita.  

 

-Io preferirei restare in ospedale vicino al nostro cliente.  

 

Lo sweeper aggrottò le sopraciglia, e finì per dire:  

 

-D’accordo. Ma non voglio che tu ti senta in colpa.  

-...  

-Kaori?  

-Più facile a dirsi che a farsi. – rispose con voce poco convinta.  

 

Sentendo che le lacrime della socia stavano per ricomparire, la prese per mano e la condusse fino al bagno e le disse con tono dispettoso:  

 

-Basta! Alla doccia! E se ti annoi io posso raggiungerti.  

 

Quando Kaori comprese il significato di quelle parole, arrossì violentemente e dichiarò:  

 

-Credo che questo possa andare.  

 

Dieci minuti più tardi, Ryo un’aria lubrica sul viso si diresse verso il bagno...  

Aprì la porta e là, s’immobilizzò, era incantato. Dietro la tenda della doccia indovinò le forme generose della socia.  

Ammirarle era tutto quello che era capace di fare, era letteralmente stregato dalla creatura che si trovava sotto la doccia.  

 

Improvvisamente la tenda fu tirata, e là, i due soci si fissarono negli occhi. Kaori fu innervosita da ciò che vide, reagì nel giro di qualche minuto.  

 

-RYO!!!!! Esci dal bagno immediatamente!!!!! - Disse cercando di nascondere la sua nudità con le mani.  

-Heh? – rispose Ryo ancora incantato.  

 

Fu in quel momento che incominciò a reagire. Tuttavia non fece in tempo a muoversi che si ritrovò con un pezzo di sapone in bocca e qualsiasi altro prodotto che la donna aveva portata di mano. Fu così che venne buttato fuori dal bagno sotto un cumulo di lozioni...  

 

Con il viso chiuso, estremamente contrariato Kaori passò davanti al socio, un asciugamano avvolto attorno al corpo.  

 

Mentre la donna stava per entrare nella sua camera, due forti braccia le circondarono le spalle. Appoggiò la testa sul collo della donna dove potè sentire il suo dolce profumo...  

Il semplice odore del suo sapone: gusto mela. Annusò con delizia e mormorò:  

 

-Sono desolato, pensavo che avessi finito con il bagno. (nda: Oh che bugiardo! ndR: Taci tu! Vai a scrivere le mie scuse.)  

 

La donna era più o meno bloccata dalla vicinanza del uomo che amava e soprattutto dalla sua mezza-nudità.  

Non gli credeva veramente, ma era disposta a perdonarlo.  

 

-Non fa niente Ryo. Ma non rifarlo più.  

-Contaci...  

 

Il tono usato non rassicurò Kaori, così aggiunse:  

 

-Altrimenti, metto una riserva di martelli nel bagno.  

 

Un corvo passò dietro la testa dello sweeper.  

 

-Ho capito mia signora.  

-Ryo...  

-Si tesoro?  

 

La parola uscì da sola, le guance di Kaori si colorarono. Non era abituata a questi nomignoli. Contento dell’effetto, Ryo aspettò il seguito. Lei si riprese e disse:  

 

-Vorrei vestirmi.  

-Prego...  

-Ryo, non posso muovermi.  

-Oh scusa - rispose divertito.  

 

La liberò e lei si avviò ad aprire la porta. Ma prima di chiudere la porta dietro di lei, gli fece l’occhiolino e gli disse:  

 

-A proposito Ryo, sistema il casino che c’è davanti al bagno.  

-Bah vediamo, non sono stato io quello che ha gettato tutto fuori.  

 

Appena pronunciate quelle parole, un secondo martello fece apparizione, intitolato:  

 

«Se non l’hai sistemato tra cinque minuti, la punizione divina sarà per te.»  

 

Ryo completamente pietrificato di fronte all’arma, s’inginocchiò per terra supplicandola di non fare niente.  

 

-Sai cosa ti resta da fare.  

 

Lo sweeper si alzò e si diresse verso il bagno, la testa bassa. Quando la voce della socia lo chiamò.  

«Una rimozione della pena forse» sperò.  

 

-Si?  

-Bisognerà che tu mi spieghi perché portavo una camicia quando mi sono risvegliata questa mattina. Perché il mio vestito si trovava ammucchiato sul divano...  

-...  

-E spero per te che tu abbia una scusa valida.  

 

Lo sweeper deglutiti la saliva e fece uno strano rumore con la gola.  

 

 

 


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