Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Auteur(s): chibiusa

Traducteur(s): marziachan

Status: Complète

Série: City Hunter

Histoire d'origine:

Au delà des apparences...

 

Total: 17 chapitres

Publiée: 19-10-06

Mise à jour: 24-01-07

 

Commentaires: 107 reviews

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General

 

Résumé: Riflessioni, prese di coscienza e rivelazioni...

 

Disclaimer: I personaggi di "Al di la delle apparenze..." sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduction :: Al Dì La Delle Apparenze...

 

Chapitre 9 :: Baby-sitting

Publiée: 21-11-06 - Mise à jour: 21-11-06

 


Chapitre: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17


 

Kaori era seduta sul letto e fissava il vuoto, non sapeva ancora cosa avrebbe detto a Ryo, sempre vestita solo con l’asciugamano si lasciò cadere sulla schiena. Fissò il soffitto, riaggiusto l’asciugamano che le avvolgeva il corpo ma non aveva voglia di muoversi. Troppe cose, troppi avvenimenti in meno di ventiquattro ore ed era un po’ troppo per lei.  

Finalmente, si decise a prepararsi. Indossò un paio di pantaloni di tonalità bordeaux e una camicia senza maniche trasparente. Anche se non era una sua abitudine, prese la trousse regalatale da Eriko e si ridonò un po’ di colore. In effetti, la tensione e l’inquietudine avevano reso la sua pelle di un pallido estremo e le poche ore di sonno non l’avevano aiutata. Mise un po’ di fondo tinta per nascondere le occhiaie. Una volta pronta, provò invano a pettinarsi i capelli ma finì per lasciar perdere.  

 

Uscì dalla sua camera e andò verso la cucina per preparare un caffé ma con sua grande sorpresa, era già pronto. Riempì due tazze, poi si sedette al tavolo della cucina. Ryo entrò qualche secondo più tardi vestito dei suoi eterni pantaloni neri, la maglietta rossa e la giacca azzurra. Bevettero il loro caffé prima di uscire. Alla fine, la donna troppo nervosa non volle rimettere sul tavolo il fatto che l’ aveva cambiata e quindi vista nuda. Senza rendersene conto sentì le guance infiammarsi  

 

Ryo accompagnò la donna direttamente all’ospedale dove si affrettò ad andare a vedere il bambino.  

 

Intanto Ryo discuteva con il medico, quest’ultimo lo informò che dovevano fare molti esami sul padre del ragazzo. Allora lo sweeper andò a vedere la donna e la osservò dallo stipite della porta. «Com’è bella.» si disse. Era intenerito ed allo stesso tempo amareggiato quando pensò che lui impediva a Kaori di vivere la sua vita di donna e soprattutto di avere dei bambini. Era già certo che lei sarebbe stata una mamma eccellente, ma ora, ne aveva la certezza.  

Lei accarezzò la fronte del ragazzo attraverso le sbarre del letto per bambini.  

 

«Toshio è fortunato.» si disse lo sweeper. «Ha un angelo che veglia su di lui.»  

 

Un sorriso apparse sul viso chiuso di Ryo ed aggiunse tra sé e sé: «Ma Kaori è la mia donna, quindi è il mio angelo.»  

 

Spinse delicatamente la porta e si mise discretamente dietro la donna, quest’ultima stava leggendo una storia al bambino che la guardava con occhi semi chiusi.  

Di conseguenza lo sweeper notò una cosa, il bambino era calmo, molto calmo. A voce bassa chiese:  

 

-Chi è quel signore?  

 

Kaori si girò e sorrise a Ryo, che non potè impedirsi di darle un bacio veloce. La donna arrossì istantaneamente mentre Toshio la guardava con aria disgustata e non potè impedirsi di dire:  

 

-Bleah  

 

Ryo e Kaori guardarono la smorfia del bambino con divertimento e tenerezza. Lo sweeper non potè impedirsi di posargli una mano sulla testa e accarezzarlo con un gesto dolce e protettivo.  

Kaori lo guardò stupita da un tale atteggiamento. Gli disse:  

 

-Vedrai, quando sarai grande non dirai più “Bleah” ma “Gnam” come questo.  

 

Lo sweeper si avvicinò a Kaori e facendo finta di morderle l’orecchio fece dei “gnam, gnam”. La donna rise ed allo stesso tempo arrossì. Divertito, il bimbo rise a sua volta. Si sedette sul suo piccolo letto.  

Puntò un dito verso Ryo e gli disse:  

 

-Sei troppo buffo!  

 

Kaori allora tirò fuori un piccolo martello da 500 grammi e l’abbatté sulla testa dello sweeper perché la lasciasse. Senza essere visto, ne stava approfittando per lasciare che le sue mani vogliose s’incamminassero sul petto di lei.  

La punizione convinse lo sweeper a riprendere le distanze e mimò di essere profondamente dispiaciuto, le risate cristalline di Toshio riempirono ancora una volta la camera austera dell’ospedale.  

 

Dopo qualche minuto, il bambino divento un po’ triste e chiese:  

 

-Il mio papa è in cielo con la mamma?  

-No- rispose lo sweeper –Dorme ancora per il momento, ma i medici dicono che tra presto sarà in piena forma.  

-Posso vederlo?  

-Puoi vederlo attraverso il vetro della camera se vuoi. Che ne dici?  

 

Il bambino acconsentì, Ryo s’avvicinò e prese delicatamente il bambino tra le braccia.  

-Non hai male?  

-No. Ho solo la “bua” sulla mano.  

 

Il bambino mostrò fiero di lui la mano avvolta dal gesso.  

 

-A scuola tutti ci vorranno scrivere sopra come per Risa.  

 

Gli occhi brillanti di Toshio fecero sorridere lo sweeper che tese la mano verso Kaori per invitarla a prenderlo per mano. Con ansia, lei l’afferrò.  

 

Qualche minuto dopo il bambino, le due mani appoggiate sul vetro mentre lo sweeper lo teneva fermamente contro di lui, guardava inquieto attraverso la finestra il suo papa disteso, immobile e collegato a diverse macchine.  

 

Un medico si avvicinò a loro e disse:  

 

-Tu devi essere Toshio?  

-Si. Come sta il mio papa? Perché dorme?  

-Gli abbiamo fatto una puntura perché possa dormire.  

-Perché?  

 

Per niente destabilizzato dal bambino, il medico gli spiegò con parole semplici.  

 

-Il tuo papa ha tanta bua e perché lui senta meno il dolore, noi gli abbiamo fatto una puntura cosi che possa dormire e non sentire niente.  

-...  

-Signor Saeba, bisogna riaccompagnare il bambino in camera. Un’infermiera verrà a fargli la toeletta.  

-D’accordo.  

-Signor Saeba, è sempre d’accordo a prendere il piccolo con voi fino all’uscita dall’ospedale di suo padre?  

-Si.  

-Perfetto.  

 

Lo riaccompagnano nella sua camera, poi Ryo abbracciò Kaori e le promettè di tornare presto e di fare attenzione.  

 

Qualche minuto più tardi, lo donna potè rientrare di nuovo nella camera del bambino. Si avvicinò e gli disse:  

 

-Come ti senti?  

 

Ma il bambino non le rispose, era perso nei suoi pensieri, così piccolo dall’alto dei suoi quattro anni, aveva paura di rimanere solo. Quando la sua mamma, secondo suo padre, era partita presso gli angeli, aveva paura d’essere abbandonato.  

 

-Cosa devono fare al mio papà?  

-Un sacco d’esami per vedere come posso curarlo. Ed aspettando che lui esca da qui, tu verrai da noi.  

-Davvero?  

-Si, a cominciare da oggi stesso.  

 

Molte ore più tardi, quando Kaori uscì dalla camera del bambino, si diresse verso la macchina del espresso, ma nel momento in cui stava per afferrare il suo bicchiere, una mano d’uomo lo fece al suo posto. Alzò la testa e disse:  

 

-Ryo!  

-Va tutto bene?  

-Credo avesse paura di ritrovarsi da solo.  

-E’ comprensibile.  

 

Le diede il suo caffé e ne recuperò uno per lui. Dopo qualche minuto si rese conto che l’uomo l’esaminava con attenzione, così finì per chiedergli:  

 

-Cosa c’è?  

-Come stai, tu?  

-Bene- disse con un sorriso forzato.  

 

Colpito allo stesso tempo dalla forza e dallo sconforto della donna, la attirò fra le sue braccia. Malgrado il luogo pubblico, si lasciò andare contro di lui.  

 

Fu in quel momento che l’infermiera scelse si avvicinarsi con il bimbo addormentato tra le sue braccia.  

 

-Mi scusi, Signorina Makimura?  

 

Kaori si girò verso l’infermiera, ma non lasciò le braccia dell’uomo. Scosse la testa.  

 

-Il dottore mi ha detto che siamo apposto con i documenti.  

 

Si avvicinò a Kaori, quest’ultima si staccò da Ryo a malincuore e l’infermiera le chiese:  

 

-Lo prende lei o lo porta il vostro amico?  

 

L’infermiera rivolse uno sguardo bramoso in direzione dello stallone, ciò non sfuggì a Kaori; sentiva già un’ondata di rabbia e osservò la reazione del suo socio. Si aspettava di vederlo saltare sull’infermiera con una faccia libidinosa. Ma contro ogni aspettativa quest’ultimo rivolse un sorriso alla socia divertendosi a vederla gelosa fino a questo punto e disse:  

 

-Lo prendo io. La mia donna non è abituata a non dormire la notte e sarebbe spiacevole che lo faccia cadere.  

 

Prese delicatamente il piccolo fardello, e si allontanò dall’infermiera. Kaori ancora non ci credeva che lui l’aveva chiamata “la sua donna”; la rabbia e la gelosia erano sparite lasciando il posto a un dolce sentimento di felicità.  

 

 

 


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