Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Auteur(s): chibiusa

Traducteur(s): marziachan

Status: Complète

Série: City Hunter

Histoire d'origine:

Au delà des apparences...

 

Total: 17 chapitres

Publiée: 19-10-06

Mise à jour: 24-01-07

 

Commentaires: 107 reviews

» Ecrire une review

 

General

 

Résumé: Riflessioni, prese di coscienza e rivelazioni...

 

Disclaimer: I personaggi di "Al di la delle apparenze..." sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

Astuces & Conseils

Qu'est-ce que je peux faire sur ce site?

 

Le but de HFC est de donner autant de pouvoir que possible aux créateurs, c'est-à-dire que les auteurs peuvent mettre en ligne leurs fanfictions, modifier le texte et ajouter des chapitres eux-mêmes, sans passer par la webmistress. De même, les artistes peuvent mettre en ligne leurs fanarts qui sont affichés automatiquement. Pour cela, il suffit de s'inscrire et de se connecter pour gérer son compte. Seules les go ...

Pour en lire plus ...

 

 

   Traduction :: Al Dì La Delle Apparenze...

 

Chapitre 13 :: Veramente arrabbiata

Publiée: 19-12-06 - Mise à jour: 19-12-06

 


Chapitre: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17


 

Kaori finì per decidersi a scendere, arrivò nell’appartamento, quando Ryo ci penetro con il piccolo. Gli prese il bambino dalle braccia e senza una parola lo mise a dormire sul suo letto. Poi si cambiò e andò come convenuto a dormire sul divano della sua camera.  

 

Intanto, Ryo salì sul tetto nella speranza che la sua socia venisse da lui per chiarire l’equivoco, tuttavia rinunciò a restare lì sopra dopo circa un’ora. Visibilmente la sua socia gli teneva il muso ma non era sicuro della ragione. In realtà si, ne aveva una piccola idea, ma non comprendeva il suo comportamento, lui non aveva pensato male se non che a proteggerla. Una donna e un bambino erano già in pericolo, molto semplicemente non aveva voluto metterla in pericolo. Si decise dunque a scendere. Nel momento un cui Ryo entrò nella camera della sua socia, seppe che lei dormiva, fu dunque con il cuore pesante che andò a dormire.  

 

La mattina dopo, Kaori si alzò di buon’ora e dopo aver preparato il suo piccolo ospite e lei stessa, andarono all’ospedale. Il papa di Toshio si era risvegliato e fu felicissimo di sorridere al suo piccolo bimbo.  

Gli accarezzò dolcemente la guancia prima di stringerlo contro di lui.  

 

Kaori e il loro cliente discuterono un momento. Il dottore entrò e annunciò che avrebbe potuto uscire dall’ospedale in due giorni.  

 

I due giorni all’appartamento passarono in un’atmosfera pesante per la coppia City Hunter, Kaori non rivolgeva la parola a Ryo che non in casi d’estrema necessità.  

Non andava più a svegliarlo e accompagnava Toshio a fare delle passeggiate sempre più spesso. Ryo, lui, aveva eletto il proprio domicilio al Cat’s Eye, dove apprese la storia di Keiko. In realtà fu Thomas che la raccontò succintamente, mentre Miki aveva trascinato Keiko e sua figlia per spese folli.  

 

L’indomani, Falcon fece delle ricerche e scoprì che quell’assassino era ripartito per gli Stati Uniti per il momento. In realtà, era stato fermato per traffico di droga all’aeroporto del Texas.  

 

-Chi l’ha incastrato? –chiese Keiko  

 

Tutti la osservarono. Come poteva affermare una cosa simile? Spiegò che altrimenti Serviak avrebbe certamente preso delle altre precauzione per andare negli Stati Uniti o avrebbe fatto appello a dei corrieri. Per soldi o dei documenti in regola, questa gente non avrebbe esitato a trasportare sacchetti pieni di droga all’interno del loro corpo. E in più, secondo lei, non avrebbe mai scelto Austin come destinazione finale perché utilizzavano dei sistemi radio per identificare i corrieri.  

Ryo aveva un sorriso enigmatico, quella donna gli piaceva molto. Non dubitava del fatto che lei fosse dovuta essere una partner eccezionale. Keiko incrociò il suo sorriso nel girò di un secondo e questo le bastò per capire, così gli chiese:  

 

-Siete vuoi il signor Saeba non è vero?  

-Si, ma in quel momento ignoravo che aveva ucciso i vostri genitori, altrimenti, avrebbe ricevuto una pallottola in mezzo agli occhi!  

 

Lo sguardo scuro che le rivolse, significava che era molto serio, che non aveva alcuna pietà.  

 

-Ma non preoccupatevi, se un giorno dovesse tornare, l’avrà. Non è che una faccenda rinviata.  

 

Fu in quel momento che Kaori scelse di entrare nell’edificio, accompagnata dal bimbo seduto sulle ginocchia del padre in sedia a rotelle.  

Lo sweeper si avvicinò e gli diede la mano, guardò un istante la sua socia, ma quest’ultima l’ignorò totalmente e andò a sedersi tranquillamente al bar.  

Keiko baciò sulla guancia Ryo, quest’ultimo fu sorpreso da quel gesto.  

 

-Grazie a voi potremmo stare tranquilli qualche anno, poiché il Texas è uno dei stati più severi.  

 

Il loro cliente si rivolse allo sweeper:  

 

-Vi ringrazio signor Saeba per esservi occupato di mio figlio.  

-E’ tutta opera della mia socia.  

-Mio figlio mi ha detto che grazie al vostro intervento ha potuto evitare di veder sparire una parte della sua anatomia!  

 

Ryo strizzò gli occhi, e Kaori diventò rossa peonia dall’imbarazzo. Il loro vecchio cliente gli ringraziò ancora una volta e uscì in fretta come era entrato; lo videro andare verso la sua macchina. Il bimbo salì dietro dove suo padre gli allacciò la cintura con una facilità sconcertante.  

L’adulto si mise al suo posto, piegò la sedia a rotelle e la fece passare sul sedile al suo fianco, si sistemò bene, s’allacciò la cintura e aiutato da due dischi, cominciò le sue manovre per uscire dal parcheggio.  

 

Col passare dei giorni, sembrava che Kaori e Keiko s’intendessero a meraviglia e uscivano secondo i giorni di bel tempo, per far passeggiare Jenny nel parco.  

Passavano delle ore a discutere di tutto e di niente, senza mai toccare l’argomento «tabù»: Ryo Saeba.  

 

Quella piccola giostra durò ancora una settimana, fino al giorno in cui Kaori uscì per fare un giro nel parco. Si sedette su una panchina e si prese la testa fra le mani. Qualche lacrima scappò dai suoi occhi tristi. Sentì allora la sua presenza, sapeva che era là davanti a lei, immobile, a guardarla.  

Ryo era davvero davanti a lei, la mano destra nella tasca dei pantaloni neri faceva spiegazzare la sua giacca blu. La guardava con uno sguardo un po’ triste, aspettava le sue parole:  

 

-Ryo dimmi cosa bisogna che faccia perché tu mi consideri come la tua socia?  

 

Lei si raddrizzò, posò la schiena contro lo schienale e asciugò con un gesto collerico le sue ultime lacrime orfane. Lo sweeper non rispose, soggiogato dal divino gioco di luce del sole sui suoi capelli.  

Ma per Kaori, quel silenzio significò ben altre cose come il fatto che lei non sarebbe mai stava la sua socia a pieno titolo, che non sarebbe mai stata definita con quel termine.  

Prima che Ryo non ebbe potuto pronunciare una sola parola, la donna si alzò e gli lanciò:  

 

-Va bene ho capito.  

 

E parti così, le sue braccia dondolavano al ritmo della sua camminata e lo sguardo perduto nel vuoto. Non aveva fatto più di una cinquantina di metri che una mano ferma le circondò i polsi e una seconda venne a posizionarsi contro la sua bocca per impedirle di gridare.  

L’individuo la trascinò dietro dei cespugli ma Kaori non lo lasciò fare, pestò il piede di quest’uomo con il tallone, cosa che fece sfuggire un grido di sorpresa al suo aggressore, poi gli diede con tutta la forza possibile una gomitata nello stomaco e gli fese una presa di karate in modo tale che il suo aggressore si ritrovò di fronte a lei. (E) Era a due dita dal mollargli una bella ginocchiata nelle parti basse quando una voce che lei conosceva troppo bene le disse:  

 

-Attenta Kaori! Non proseguire oltre altrimenti farai del male alla cosa che dovresti venerare più di tutto!  

 

Sorpresa, la donna alzò la testa e incrociò lo sguardo scuro del suo socio. Quindi comprendendo il senso delle sue parole, balbettò delle parole incomprensibili. Indietreggiò di un passo, poi diventò tutta rossa di collera e gli assegnò diversi martelli allo stesso tempo, e su ciascuno di loro c’era un pezzo di frase.  

 

Partì, furibonda per questo genere di noncuranza e sottointesi da parte del suo socio e arrivò al Cat’s Eye. Aprì la porta con tutta la delicatezza che la caratterizzava in questo genere di situazioni.  

La porte sbattè contro il muro e il vetro andò in frantumi, penetrò nel bar e passò affianco a qualche cliente che si strinsero le gambe al corpo vedendo questa furia. Finì per sedersi al bancone, passarono venti minuti buoni prima che Ryo entrasse nel cafè. Andò volontariamente verso la socia e le circondò con le braccia la vita sottile posando la testa sulla sua spalla.  

Lei si liberò bruscamente per fargli fronte.  

 

-Lasciami in pace!  

 

Tentò una nuova volta di piantarlo in asso ma Ryo ne aveva abbastanza, erano circa dieci giorni che lei gli sfuggiva e questo lo irritava. La trattenne per i polsi e la strinse più di quello che voleva poi la trascinò verso la dispensa.  

 

Arrivati nella piccola stanza, la incollò contro al muro e la baciò appassionatamente, con forse un po’ di violenza, poiché non voleva lasciarlo fare. Lei posò i palmi delle mani sul petto del suo patner ma con un gesto esperto, quest’ultimo le tenne fermamente le mani e fu occhi negli occhi, nella semplice intimità della luce diffusa dalla lampadina sporca che lui le disse:  

 

-Mi dispiace Kaori, ma hai mal interpretato il mio gesto.  

-E chi è che mi stava baciando con la forza? –lanciò lei in sussurro pieno di rancore.  

-Sono colpevole di questo ma non mi scuso perché ne avevo voglia. Io dicevo che hai mal interpretato il mio gesto, se ti ho detto di restare al Cat’s Eye era... insomma non era per questo!  

-Capisco, perché io sono indegna di essere la tua socia.  

-E’ falso, te lo detto che ti considero come una socia a pieno titolo, quando hai sfidato Mick in particolare... mi hai già mostrato di essere capace di molte cose...  

-Perché l’hai fatto allora?  

-Per proteggerti! Idiota! – fece rilasciando la presa.  

-E perchè? Perché hai voluto proteggermi?  

-Lo fai apposta Kaori? – domandò sospettoso.  

-Rispondi! –chiese lei con tono più autoritario.  

-Perché ci tengo a te, molto semplicemente perché sei la mia donna.  

 

Kaori sbattè le palpebre, non aveva sognato, ripeté:  

 

-La tua donna?  

 

Ryo ebbe tutt’a un tratto una vampata di calore, era uscita da sola come in occasione della loro serata di dieci giorni prima quando le aveva detto «ti amo». Le disse con sincerità:  

 

-Riconosco che non avrei dovuto dirti di restare al Cat’s Eye, tu avresti dovuto poter venire ma non volevo che ti succedesse qualcosa ora, è indubbiamente egoista, ma è per questo che ho agitò così.  

-Allora tu trovi che io sia una brava partner? –chiese improvvisamente imbarazzata della loro vicinanza.  

 

Effettivamente, trattandosi di una dispensa, erano circondati da scaffali da una parte e dall’altra, e Ryo l’aveva incastrata contro la parete di fondo.  

 

-Non sei riuscita a castrarmi poco fa! –disse con un sorriso.  

-Non l’hai fatto apposta? –chiese alzando un sopraciglio sospettosa.  

-No signorina, non ho certo messo tutta la forza che ho altrimenti avrei potuto farti male, ma tu mi hai terribilmente sorpreso. Quindi, ribadisco il fatto che sei la migliore partner che mi potessi augurare di avere.  

 

Dimenticando il proprio rancore, gli saltò al collo e la sua testa sprofondò nella sua spalla, lo sweeper non potè che stringere la sua presa. Kaori si staccò un poco, gli occhi brillanti che lei gli mostrò non erano che una tentazione troppo grande, allora la baciò, prima delicatamente poi con più passione ed esigenza.  

La donna si ritrovò di nuovo bloccata contro il muro, lo sweeper premette di più la bocca contro la sua per poter sondare l’interno con diletto.  

In quel preciso istante, erano tagliati fuori dal mondo, ma tutto si mise a tremare.  

 

 


Chapitre: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17


 

 

 

 

 

   Angelus City © 2001/2005

 

Angelus City || City Hunter || City Hunter Media City || Cat's Eye || Family Compo || Komorebi no moto de