Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Auteur(s): chibiusa

Traducteur(s): marziachan

Status: Complète

Série: City Hunter

Histoire d'origine:

Au delà des apparences...

 

Total: 17 chapitres

Publiée: 19-10-06

Mise à jour: 24-01-07

 

Commentaires: 107 reviews

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General

 

Résumé: Riflessioni, prese di coscienza e rivelazioni...

 

Disclaimer: I personaggi di "Al di la delle apparenze..." sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduction :: Al Dì La Delle Apparenze...

 

Chapitre 16 :: Gli abusivi (così disse Ryo)

Publiée: 24-01-07 - Mise à jour: 24-01-07

 


Chapitre: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17


 

Arrivati dal Doc, poterono soltanto constatare che una parte dell’abitazione aveva subito qualche danno a causa delle scosse.  

 

Mick corse in casa e trovo la sua infermiera adorata incosciente al suolo, la risvegliò e quest’ultima gli saltò al collo. Fortunatamente era solo stata stordita da uno scatolone di pratiche; infatti al momento della prima scossa stava tentando di recuperare delle pratiche per l’amministrazione.  

 

Vedendo lo stato dei feriti, l’infermiera invitò rapidamente i vari protagonisti a fare qualche esame. Miki ebbe diritto ad un bel gesso al braccio e Kaori alla caviglia, con il divieto per tutte e due di fare i lavori di casa. Ryo aveva ovviamente protestato chiedendo chi gli avrebbe preparato il pranzo.  

Ma un martello di Kazue lo riportò a migliori auspici.  

 

-Dov’è il Doc?  

-Sono qua! – disse il vecchio medico entrando nella stanza -Ero andato a vedere lo stato dei miei appartamenti, ma credo che siano andati. Bisognerà che tu ci ospiti Babyface!  

-Cosa? E’ fuori questione!  

 

Dopo che ebbero lasciato Mick al passaggio, Ryo volette assicurarsi che il suo palazzo fosse ancora in piedi. Fu rassicurato nel vederlo miracolosamente intatto; la sola cosa che mostrava che avesse dei problemi, erano i vasi da fiori dei balconi fracassati per terra.  

Tuttavia, Ryo non riconobbe il suo palazzo, era stato assalito da una ventina di famiglie. E fu con una libellula sulla fronte che lo sweeper in quanto amministratore del palazzo accolse i suoi nuovi locatari.  

Il suo sguardo era inequivocabile; non avevano interesse a scocciarlo. Si assicurò che il poligono fosse ben chiuso a chiave, con tutti i mocciosi che c’erano, poteva essere pericoloso.  

 

Anche il suo appartamento fu occupato abusivamente dal Doc, Thomas, Keiko, loro figlia e senza dimenticare Miki e Umibozu.  

La camera degli ospiti fu data a Keiko e Thomas mentre la figlia avrebbe dormito sul divano di quest’ultima. Miki e Umibozu ebbero la camera di Kaori. La moglie del barista gli sussurrò una trucco riguardante “l’esercizio”, silenzioso e calmo. Il risultato fu immediato, il gigante diventò un gambero e del fumo uscì gli dalle orecchie.  

 

Kaori benché a disagio avrebbe dovuto dividere la camera con lo sweeper. Quest’ultimo al contrario era felicissimo e fece un sorriso divertito quando la vide presentarsi davanti a lui con un pigiama informe di cui non si capiva se fosse per uomo o per donna.  

 

-Vieni?  

-Ehm si...  

 

Si avvicino timidamente e scivolò sotto le coperte ma gli diede le spalle. Voleva cambiare posizione ma il suo piede ingessato la fece gemere.  

Ryo si mise sopra di lei e le chiese con aria preoccupata se le faceva male da qualche parte. Timidamente, lei lo rassicurò.  

Vedendola rimettersi ancora una volta girata di spalle, le disse:  

 

-Non ti mangio, Kaori...  

-Lo so.  

-Allora vieni vicino a me... –le mormorò con voce soave all’orecchio.  

-Ehm... è... che...  

 

Come al solito, ancora una volta Kaori se la svignò, e usci dalla camera alla bell’e meglio. Recupero le stampelle e scese le scale, ignorando gli appelli del suo socio.  

Qualche minuto più tardi, un ombra scivolò tra le lenzuola.  

 

-Dov’eri?  

-Hum...  

-Andiamo, vieni vicino a me... non avere paura...  

-Verrei volentieri Babyface ma non sono di quella sponda...  

-Kyaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!  

 

Lo sweeper sgomberò il letto alla velocità con la V maiuscola, e usci dalla camera di corsa; scese verso il divano del salotto e vide distesa sopra la sua socia; lei lo guardò interdetta e gli chiese cosa ci faceva lì. Gli disse che quel vecchio disgustoso che lei gli aveva spedito aveva cercato di violentarlo e che veniva a reclamare la sua protezione.  

Lei rise, erano delle ore che non la sentiva più ridere, dopo tutto era per questo che faceva il buffone, per farla ridere.  

 

-Perché sei venuta a dormire qui? – chiese  

-Io...è che, tu vai troppo di fretta, questo mi fa un po’ paura – mormorò.  

-Scusa Sugar, volevo solo abbracciarti, non avevo intenzione di fare altro.  

 

La risata delicata della donna riempì di nuovo le orecchie della sweeper.  

 

-Sali? Prometto che starò buono...  

-D’accordo...  

 

Ryo la prese delicatamente in braccio e la portò nella sua camera. La depose sul divano e prese in braccio il vecchio dottore che si era addormentato e russava rumorosamente. Lo mise sul divano del pianoterra, lo coprì vagamente con una coperta e risali per raggiungere la socia.  

Una volta in camera, dovette costatare che si era addormentata.  

Sorrise allo spettacolo illuminato dalla lampada da notte e scivolo sotto le lenzuola; delicatamente l’attirò a lui e lei s’accoccolò mugugnando leggermente.  

 

* * * * *  

 

-Ma cosa fanno – grugnì il gigante sentendo Ryo urlare.  

-Non lo so... ma lasciali stare tesoro. Dormiamo, dato che non possiamo fare dello sport...  

 

Il gigante si sentì improvvisamente a disagio, come poteva parlare di queste cose in maniera così rilassata?  

 

-Ma si, con il mio braccio rotto, a meno che tu non voglia che sia io a mettermi sopra... – fece dispettosa.  

-Miki – ringhiò  

-Scherzavo  

 

* * * * *  

 

-Papa?  

-Si cara?  

-Cos’era quel rumore?  

-Senza dubbio Ryo che faceva delle stupidaggini – dichiarò Keiko.  

 

Cominciava un po’ a conoscerlo il buffone, lo zigoto di basso livello.  

 

-Che tipo di stupidaggini mamma?  

-Del tipo che ti fa litigare, tesoro. E se tu dormissi, cara?  

-Posso venire tra di voi? Sto male sul divano...  

 

I due genitori si fissarono malgrado la penombra e finirono per dire «si» facendole comunque promettere che sarebbe stata l’ultima volta. Tutta contenta, la bambina scivolò nel mezzo e si addormentò rapidamente.  

 

-Notte amore – mormorò Thomas alla moglie.  

-Buona notte tesoro...  

 

* * * * *  

 

-Maaaaaaaaaaaamaaaaaaaaaaaaa! Ho fame! – urlò una voce infantile.  

 

Nella camera di Ryo, quest’ultimo si mise il cuscino sulla testa e brontolò:  

 

-Odio i mocciosi...  

 

Kaori sorrise a questa frase, era convinta che non dicesse veramente sul serio. Aveva dormito benissimo ma la posizione in cui si trovava la lasciò perplessa, era incollata a Ryo...  

«Probabilmente il peso di Ryo mi avrà fatta scivolare...»  

 

Si liberò per girarsi nell’altro senso, ma l’uomo glielo impedì.  

 

-Resta, non stai bene così?  

-Si ma... è imbarazzante... – fece in un sussurro.  

 

Ryo sorrise, era così timida, invece lui aveva una reputazione da tenere, quella dello stallone di Shinjuku...  

L’uomo si presumeva dormisse con tutte le donne che lo incrociavano ma in realtà non rischiavano grandi cose. Il suo segreto, non doveva dimenticare di svelarglielo, sperava comunque che non scoppiasse a ridere...  

 

-Kaori?  

-Si?  

-Ho una cosa da dirti...  

 

La porta si spalancò e la bambina dichiarò:  

 

-E ora di alzarsi! In piedi, innamorati!!!! La colazione è pronta!  

 

Così in fretta com’era arrivata, ripartì, ovviamente senza chiudere la porta...  

Ryo restò paralizzato, il braccio attorno alle spalle della socia, la bocca spalancata per rivelarle il suo segreto, e questa marmocchia aveva mandato tutto all’aria...  

 

-Ryo dicevi?  

-Niente... ne riparliamo quando ci sarà più calma...  

-Come vuoi...  

-Sai una cosa Kaori?  

-Dimmi...  

-Odio i mocciosi...  

 

La socia si alzò sui gomiti per guardarlo negli occhi... Non era cosa facile visto il gesso. Gli disse sondando il suo sguardo cupo.  

 

-E’ vera questa menzogna?  

-Si, sono scoccianti questi marmocchi che entrano senza chiedere il tuo permesso... – brontolò  

-E’ vero che è un po’ vivace ma però, la sai Ryo...  

-Cosa?  

-Un marmocchio e tu, siete la stessa cosa...  

 

Ryo si alzò falsamente indignato, bloccò la socia contro il materasso e le disse:  

 

-Cosa! Osi paragonarmi ad un moccioso che strilla con il naso che cola?  

-No, non ti ho paragonato, ti ho solo segnalato che tu sei peggio di loro!  

-Ah ma io posso darti più di un moccioso che piange e a cui bisogna cambiare il pannolino...  

-A si? Cosa? – disse lei prendendolo in giro  

-Bè, io posso fare questo...  

 

La bacio teneramente, sentendo che la socia si lasciava andare, lasciò la sua mano perdersi sotto la parte sopra del suo pigiama quando...  

 

-Hei!!!! Ho detto in piedi! – urlò la bambina – Ho fame! E mamma ha detto che devo aspettare che tutti siano a tavola! Allora in piedi! Altrimenti torno a cercarvi!  

 

Ryo tirò su col naso deluso, si rialzò dalla socia ancora un po’ scombussolata e le disse:  

 

-Odio i mocciosi...  

 

Ma Kaori vide che scherzava, accettava la presenza di questi abusivi imprevisti. Si rialzò, infilo un paio di pantaloni, una maglietta e disse alla socia:  

 

-Andiamo a fare colazione...  

-Si...  

 

Ryo stava per uscire quando la socia lo chiamò e gli disse:  

 

-Puoi portarmi le stampelle prima?  

-Dove sono?  

-Giù in teoria...  

-E’ vero, ti ho portato in braccio ieri sera... andiamo vieni Sugar...  

 

Si avvicinò al letto e la prese tra le braccia, scese lentamente i scalini mentre la socia si teneva al suo collo. Miki, Falcon, Keiko e Thomas osservarono la scena...  

 

Ryo depose delicatamente la socia per terra dove potè recuperare le stampelle.  

Improvvisamente sentirono lo sguardo dei loro amici che li fissavano stranamente, guardavano Kaori come per verificare che qualcosa fosse cambiato. Ryo comprese e vide la socia fare lo stesso pensiero sulla conclusione affrettata che avevano tratto...  

Allora lo sweeper si senti costretto a trovare un diversivo. Mentre si preparava a saltare su Keiko, Kaori lo trattenne e gli disse qualcosa all’orecchio. E ciò ebbe l’effetto desiderato, poiché lui fermo di colpo il suo intento. E ignorando gli osservatori, andò con non-chalance a sedersi al tavolo seguito da vicino da Kaori.  

 

 


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