Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prose

 

Author: paolez

Status: Completed

Series: City Hunter

 

Total: 1 chapter

Published: 01-11-07

Last update: 01-11-07

 

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Romance

 

Summary: ....

 

Disclaimer: I personaggi di "Titolo da cambiare" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Fanfiction :: Se provi a volare

 

Chapter 1 :: Unico

Published: 01-11-07 - Last update: 01-11-07

Comments: spero vi piaccia!!

 


Chapter: 1


 

SE PROVI A VOLARE  

 

Era successo.  

Il suo più grande incubo si era avverato.  

L’aveva mandata via, allontanata per sempre da lui.  

I tuoni sferzavano il cielo e la pioggia cadeva imperterrita, bagnandola completamente. Ma a lei non importava. Sentiva solo il suo cuore che si spezzava sempre di più.  

Continuava a camminare, appoggiandosi ai tronchi degli alberi per non cadere. La ferita le procurava delle fitte dolorosissime, ma lei continuava ad andare avanti. Non voleva fermarsi. Lo avrebbe fatto solo quando le forze l’avrebbero abbandonata del tutto e, comunque, sapeva che ciò sarebbe successo molto presto.  

Ma tanto…che senso avrebbe avuto continuare a vivere?  

Si strinse forte nella vestaglia. Aveva freddo e cominciò a tremare.  

Tra poco sarebbe stato Natale e gli alberi erano imbiancati dalla neve. Adorava vedere il parco sotto quella soffice coltre bianca. Si ricordò di quando aveva confessato questo a Ryo e di come lui l’avesse presa in giro dandole della bambina.  

Ryo…  

Iniziarono a rimbombarle nella testa le parole che il partner, anzi, EX-partner, aveva pronunciato poco prima. Era stato chiaro, conciso. Glielo aveva detto senza mezzi termini; lo sguardo serio e freddo, privo di emozioni.  

Le aveva detto che non voleva più una socia incapace come lei, che riusciva solo a combinare guai e che in ogni incarico era d’intralcio. Si era stancato di venire sempre a salvarla, mettendo a repentaglio la vita dei clienti. Quando aveva pronunciato quelle parole, però, non l’aveva guardata negli occhi.  

Lei era scoppiata a piangere e, appena Ryo si era allontanato, con non poca fatica, era scappata dalla finestra dell’ospedale. Per fortuna si trovava al pianoterra. Poi era subito corsa verso il parco; con quel tempo in giro non c’era nessuno.  

Una fitta più dolorosa delle altre la fece piegare in due. La ferita aveva ripreso a sanguinare. Probabilmente erano saltati i punti. Ma lei si rialzò e riprese il suo vagare senza meta, gli occhi vuoti e spenti.  

 

* * *  

 

Un altro bicchiere seguì i molti che si era già scolato nel giro di 20 minuti. Non voleva pensare, ma non ci riusciva. Continuava a rivedere il volto di Kaori rigato dalle lacrime.  

Era stato veramente un bastardo. Anzi, il re dei bastardi. L’aveva cacciata una settimana prima di Natale, allontanandola definitivamente da sé, dal suo mondo, un mondo fatto di guerra. Troppo sporco per un angelo come lei.  

Era tornato solo, come era sempre stato prima dell’incontro con i Makimura. Ma sarebbe riuscito ad andare avanti, a sopravvivere? Ma, in fondo, cosa gli importava?  

Il cuore lo aveva perso e, senza quello, che vita sarebbe stata?  

L’arrivo di Kaori, le sue assidue cure negli ultimi 8 anni lo avevano cambiato. Non era più l’uomo freddo ed impassibile che avevano forgiato anni di guerra.  

Era migliorato grazie a lei, ma non glielo aveva mai detto. Anzi, l’aveva sempre insultata e presa in giro, dandole del travestito, anche se era la donna più bella che avesse mai visto, l’unica che lo aveva fatto innamorare fino alla follia. Ma lui aveva rovinato tutto. Non era stato in grado di custodire quel tesoro che al vita gli aveva donato. Per anni l’aveva avuto al suo fianco, ma era stato solo capace di sprecarlo, non capendo che importanze fondamentale avesse per la sua vita.  

Cercava di pensare che l’averla allontanata fosse stata la cosa più giusta. Ora almeno avrebbe potuto vivere come una ragazza normale, lontana dai pericoli che aveva sempre dovuto affrontare da quando era diventata la sua assistente. Ma questo non gli serviva, non gli alleviava il dolore che provava dentro. Continuava a bere nel tentativo di colmare il vuoto che sentiva, ma tutto l’alcool che aveva consumato non faceva altro che farlo sentire peggio.  

Stava per bere l’ennesimo bicchiere quando la porta del locale si aprì ed una voce ben conosciuta lo chiamò.  

-RYO!-  

Mick corse verso di lui, aveva il fiatone.  

-Ryo, è successa una cosa terribile!-  

-Non ora, Mick-  

-Kaori non è più nella sua stanza-  

A quelle parole il ragazzo si allarmò, ma non lo diede a vedere.  

-Sarà stata trasferita in un’altra stanza, oppure sarà con Miki a parlare- disse.  

-No, Ryo. Né i medici, né Miki ne sanno qualcosa. Abbiamo trovato la sua camera vuota e la finestra aperta. È scappata!-  

Lo sweeper scattò in piedi, facendo cadere lo sgabello sul quale era seduto.  

-Che diavolo stai dicendo, Mick? Non può essere scappata! L’hanno appena operata. Non doveva neanche alzarsi dal letto. Così rischia di…-  

Non riusciva a pronunciare quella parola.  

Rimase paralizzato a fissare l’amico.  

-Dobbiamo trovarla, Ryo. È iniziato anche a piovere e lei non si è nemmeno vestita. Siamo in pieno inverno ed il freddo non farà altro che indebolirla di più-  

Senza attendere oltre, lo sweeper corse fuori dal locale. Sapeva che era tutta colpa sua se Kaori aveva lasciato l’ospedale. Se non l’avesse trovata in tempo…A quel pensiero accelerò di colpo.  

Non aveva la più pallida idea di dove cercarla. Però…all’improvviso gli vennero in mente le parole che un giorno la socia gli aveva detto…Cambiò subito direzione e si diresse ad est.  

Doveva raggiungerla al più presto, come aveva potuto mandarla via?  

Aveva sempre sbagliato tutto con lei. Non aveva mai capito niente. Solo ora si rendeva conto dell’errore che aveva commesso.  

Lei gli aveva fatto capire più volte che ci teneva a lui, che lo amava e solo ora capiva che neanche lei sarebbe stata felice separata da lui, perché loro erano una cosa sola, un solo corpo, una sola anima e non potevano vivere l’uno senza l’altra.  

Possibile che fino ad allora fosse stato così cieco? Aveva negato la felicità a entrambi per colpa di futili paure.  

Se ora lei fosse morta, l’avrebbe seguita all’istante.  

Ma lui l’avrebbe trovata. Non poteva permettere che un suo errore le costasse la vita.  

 

* * *  

 

Non sapeva da quanto tempo stesse camminando.  

Ormai la macchia di sangue di era allargata parecchio e la ferita all’addome le pulsava.  

Me lei non sentiva più dolore. Non sentiva più nulla: le gocce di pioggia, il freddo pungente, i tuoni nel cielo..erano tutti svaniti. Come un automa, privo di emozioni, continuava il suo cammino verso la fine. Avrebbe finalmente rivisto il suo adorato fratello, che troppo presto se n’era andato, lasciandola sola. Anzi, con Ryo, il suo unico, vero amore, la sua ragione di vita, il suo cuore. Si era innamorata follemente di quel ragazzo così misterioso, intrigante, burlone, pigro, dolce, farfallone, coraggioso…Erano troppi gli aggettivi necessari per descriverlo.  

Era stata una stupida. Come aveva potuto perdere la testa per uno così? Lui la considerava solo un perso a cui badare a causa di una promessa…Ma il solo pensiero di non vedere più i suoi occhi profondi come l’oceano, il suo sorriso; di non sentire più la sua voce, l’unica in grado di farla sentire al sicuro, la faceva impazzire.  

All’improvviso sentì dei passi, passi veloci di qualcuno che stava correndo. Ma chi era quel pazzo che andava a fare jogging con un tempo del genere? Si stava avvicinando sempre di più, finché non sentì una voce.  

-KAORI!!!!-  

La ragazzi si fermò all’istante. Che razza di scherzi le stavano facendo le orecchie?  

-Kaori, dove sei?-  

Non poteva essere…Era già impazzita, oppure era morta e non se n’era accorta? Una figura cominciò a stagliarsi tra gli alberi. Più si avvicinava, più la giovane credeva di sognare e, quando l’uomo uscì definitivamente dai cespugli, si sentì morire.  

 

Non poteva crederci, finalmente l’aveva trovata!  

Aumentando il passo, Ryo corse il più velocemente possibile verso la donna, la quale, a causa della grande quantità di sangue perso, sentì le forse abbandonarla. Lo sweeper la raggiunse giusto in tempo per evitare che cadere a terra e la sorresse tra le sue forti braccia.  

-KAORI!!- gridò, terrorizzato –KAORI, RISPONDIMI!-  

Lei aprì lentamente gli occhi, trovandosi faccia a faccia con l’uomo più importante della sua vita.  

-Ryo…che ci fai qui?-  

-Cosa ci faccio qui? Ma dico, sei impazzita? Cosa ti è saltato in mente? Uscire dall’ospedale nelle tue condizioni…-  

-Tanto cosa cambia? A TE cosa cambia? Non sono più la tua partner, quindi non devi più occuparti di me-  

-Ma cosa stai dicendo? Dovrei lasciarti qui a morire dissanguata? E Hideyuki cosa direbbe?-  

-Ecco qual è l’unico motivo che ti spinge a pensare a me…una promessa. Già…ma io l’ho sempre saputo, anche se ho voluto far finta di niente. Che sciocca- voltò il viso verso un’altra parte –Ti prego, vattene via-  

Faceva fatica a trattenere le lacrime.  

-Io non penso a te solo per una promessa. Io…- si bloccò, vedendo la ragazza tremare come una foglia –Accidenti, stai gelando-  

Immediatamente si tolse l’impermeabile, coprendo, così, il corpo ghiacciato di Kaori. Lei provo subito un gran senso di calore e sollievo, ma, con decisione, cercò di scostare l’indumento.  

-Riprenditelo, non mi serve la tua compassione-  

Poi cercò di alzarsi, ma le gambe si rifiutarono di sorreggerla.  

-Maledizione- imprecò sottovoce.  

Voleva allontanarsi da Ryo, voleva fuggire da quelle braccia che la stringevano così dolcemente, ma non ne aveva la forza.  

-Non devi fare sforzi- sussurrò lo sweeper, avvolgendola nuovamente nel cappotto. –ora ti porto in ospedale-  

-No!- esclamò lei –Ti ho detto di andartene. Ma non capisci? Non capisci che la sola idea di non poterti più vedere mi uccide? Non posso vivere lontana da te!-  

Le lacrime iniziarono a rigarle il viso.  

-Io non ce la faccio. Non ce la faccio a ricominciare un vita senza di te-  

-Vorresti dire che non ti importa di convivere con la morte, di venir sempre rapita da dei folli che vogliono arrivare a me? Vorresti dire che non preferiresti una vita normale, come tutte le ragazze della tua età?-  

-Esatto-  

La sua risposta spiazzò lo sweeper, che la guardò smarrito.  

-A me non interessa avere una villa con piscina, lavorare in una boutique. Io voglio solo stare al tuo fianco, condividere ogni momento della mai vita con te. Tutto il resto non ha importanza-  

Lo guardò dolcemente e, mentre le sue palpebre si abbassavano lentamente, sussurrò –Ti amo, Ryo-  

 

* * *  

 

La luce della sala operatoria era accesa da ormai 40 minuti.  

Ma quanto ci stavano mettendo? Che ci fossero state delle complicazioni?  

Ryo continuava a rimanere seduto, con la testa tra le mani. Non sopportava più l’attesa.  

Quando Kaori era svenuta nel parco, si era sentito morire. Il più in fretta possibile l’aveva portata all’ospedale, dove era stata operata d’urgenza.  

Ora era tormentato dai sensi di colpa. Se solo non le avesse detto quelle parole, se solo non l’avesse cacciata via da lui, se solo…se solo le avesse detto subito quanto l’amava, tutto questo non sarebbe mai successo.  

Intanto, insieme a lu,i c’erano Miki abbracciata ad Umibozu e Mick, che continuava a camminare su e giù per il corridoio.  

-Perché non sono ancora usciti?- era stata Miki a parlare, mentre si stringeva di più a suo marito  

-Non ce la faccio più a restare qui-  

-Vedrai che andrà tutto bene- la rassicurò Falcon.  

-Se non l’avessimo trovata in tempo…Ma perché ha compiuto un gesto così folle?-  

-Beh, sai com’è- disse Mick –vanir cacciata dall’uomo che si ama una settimana prima di Natale, non dev’essere una cosa bella-  

-Mick…- lo ammonì Umibozu.  

-Cosa? Vorresti dirmi che non è la verità? È colpa di Ryo se ora Kaori sta rischiando la vita-  

Lo sweeper non rispose alle accuse.  

-Ho ragione, vero Ryo?- l’americano si avvicinò lentamente all’uomo che, con occhi vuoti, osservava il pavimento –Cos’è, hai perso la lingua? Oppure ti sei reso conto di che razza di bastardo sei, eh? Rispondimi maledizione!-  

Lo sollevò per il bavero della camicia, sbattendolo contro il muro, ma Ryo non si mosse, né oppose resistenza. Sapeva di meritare l’ira dell’amico, ma prima che la situazione degenerasse, Falcon si frappose tra i due, dividendoli.  

-Non mi sembra né il luogo, né il momento adatto per litigare-  

In quel momento la porta della sala operatoria si aprì ed un medico raggiunse il gruppo di ragazzi. Subito Miki si alzò, avvicinandosi all’uomo.  

-Come sta, dottore? Perché ci avete messo così tanto?-  

-La ragazza aveva perso molto sangue e la ferita si era allargata-  

La donna si portò un mano alla bocca, mentre gli occhi le erano diventati lucidi.  

-E…e ora come sta?-  

-È sotto sedativi…ma potete stare tranquilli, è fuori pericolo. Però, se fosse arrivata solo pochi minuti più tardi, ora, probabilmente, non sarebbe più tra di noi-  

-Possiamo vederla?- chiese ansioso Mick  

-Sì, ma non potete fermarvi molto. Inoltre, come vi ho detto, ora sta dormendo e non si sveglierà prima di almeno un paio d’ore. Ora la stanno portando nella stanza 102-  

-Grazie, dottore-  

Per tutto il tempo Ryo era rimasto in disparte e, quando aveva sentito che Kaori era salva, aveva tirato un sospiro di sollievo, abbandonandosi su di una sedia. Poi, senza dire niente, si era allontanato, uscendo dall’ospedale.  

Gli altri, invece, si erano diretti verso la stanza della ragazza ed erano rimasti con lei, finchè un’infermiera non li aveva informati che gli orari di visita era terminati.  

 

* * *  

 

Erano passate da poco le 9 di sera, quando la porta della piccola stanza numero 102 si aprì, scorrendo silenziosa sui suoi cardini. Kaori dormiva ancora sotto l’effetto dei farmaci ed il suo volto era illuminato dalle mille luci della città che, deboli, filtravano dalla finestra alla sua destra.  

Ryo si avvicinò lentamente al letto dove riposava la ragazza, sistemò velocemente in un vaso un mazzo di rose rosse e garofani bianchi che aveva comprato poco prima e si sedette su di una sedia accanto alla donna. Poi estrasse da una tasca della sua giacca una piccola radiolina, la sistemò sul cuscino a premette “play”  

 

Se provi a volare  

ti accorgi che qualche stella sta lì per noi  

e sfiorandole sei più libero  

 

Lo sweeper scostò una ciocca di capelli ribelle dal viso della giovane e le accarezzò una guancia.  

 

Tu lo sai che il mondo  

non ti accetta mai per quello che sei  

e allunga le distanze  

per dividerci  

 

-Ehi, piccola, non vuoi proprio svegliarti, eh? Neanche con questa canzone di sottofondo? Ma non l’hai sempre adorata? Sai, ho fatto una ricerca e sono riuscito a trovare il testo tradotto…sono stato bravo vero?  

 

Ma se tu mi sarai accanto, io ci crederò  

[Più liberi] Se provi a volare  

ti accorgi che qualche stella sta lì per noi  

e sfiorandole sei più libero,  

sei più libero.  

 

Sono stato uno stupido, Kaori e non so se potrai mai perdonarmi per tutto il male che ti ho fatto. Mandarti via…ma cosa avevo in testa? Cacciare la mia unica ragione di vita per colpa di futili paure…Tutte le botte che mi hai dato, devono aver danneggiato i pochi neuroni che giravano nel mo cervello  

 

E la senti forte,  

come un’onda blu dell’oceano  

un sentimento enorme,  

proprio dentro te [dentro te]  

 

Io non potrei mai vivere senza di te, piccola, non ce la farei. Non ne ho la forza, perché, separato da te, io non sono conto più nulla. E dire che sono stato proprio io ad allontanarti. Speravo che tu potessi vivere meglio, più felice, in un mondo normale. Ma mi sbagliavo. Ed a causa di questo mio errore ho rischiato di perderti per sempre-  

 

Stringimi la mano ed io non ti lascerò  

[Più liberi] Se provi a volare  

ti accorgi che qualche stella sta lì per noi  

e sfiorandole sei più libero,  

sei più libero.  

 

Continuava ad accarezzarle dolcemente la testa, mentre, con l’altra mano stringeva quella di lei, appoggiata al lenzuolo.  

-Sei il dono più grande che la vita mi abbia donato. Come un lampo sei entrata in me e non sei più uscita. Sei rimasta intrappolata nel mio cuore e lì sei diventata padrona. Sei diventata essenziale, più necessaria dell’ossigeno. Sei diventata la mia famiglia ed io, da emerito imbecille, non ti ho mai dimostrato quanto ti fossi grato  

 

E corri, dai tutto per essere  

fino infondo quello che vuoi.  

E se ce la fai,  

sei più libero, sei più libero  

 

Come posso rimediare a questo mio errore? Come posso farti tornare da me, dopo quello che ti ho fatto? Ti fideresti ancora di me? Mi guarderesti di nuovo con quegli occhi così pieni di vita ed amore? Oppure mi odieresti per quello che ti ho fatto?-  

-Io non potrei mai odiarti-  

 

E niente chiederò,  

se vorrai ci sarò,  

canteremo per il Mondo;  

che se vuoi ce la fai,  

proverò, proverai  

perché tu sei libero  

 

Kaori sollevò lentamente le palpebre e fissò il suo sguardo su quello di lui. Il quegli occhi scuri come una notte senza luna, poté leggere un amore immenso, ma anche tanta paura e senso di colpa.  

-Io non potrei mai odiarti,- ripeté –perché, anche se odio ed amore sono due facce della stessa medaglia, io conosco solo la parte che mi hai fatto conoscere tu-  

 

Se provi a volare  

ti accorgi che qualche stella sta lì per noi  

e sfiorandole sei più libero,  

sei più libero.  

 

Ryo continuava a guardarla senza dire una parola. Non sapeva come comportarsi, come lei avrebbe reagito. Accentuò impercettibilmente la presa alla sua mano e, allora, lei capì, illuminandolo con un meraviglioso sorriso. Questo semplice gesto riuscì a sbloccarlo dal suo stato di ipnosi e, ricambiando il sorriso, si chinò su di lei.  

 

E corri, dai tutto per essere  

fino infondo quello che vuoi.  

E se ce la fai,  

sei più libero, sei più libero  

 

Si fermò a pochissima distanza dalle sue labbra. Sentiva il cuore di lei battere velocemente dentro il suo petto e fare eco al suo, che sembrava stare per scoppiare. Le accarezzò dolcemente il viso e sussurrò  

–Ti amo-  

 

Tu lo sai che il mondo  

non ti accettà mai  

per quello che sei.  

 

Le loro bocche si unirono in un tenero bacio, che, ben presto, si trasformò in qualcosa di più appassionato e coinvolgente.  

Quando si staccarono, le ultime note del pianoforte stavano sfumando nell’aria, per poi essere sostituite dal “click” che indicava la fine della registrazione.  

-Come hai fatto a convincere il primario a lasciarti portare una radio qui e, per giunta, di notte?-  

-Ti ricordo che sono City Hunter e per me niente è impossibile…Ho solo dovuto supplicarlo per un’ora buona, finchè lui, per sfinimento, ha ceduto, a patto che mantenessi il volume basso-  

Si abbassò e le sfiorò le labbra –Però, per te, farei qualsiasi cosa-  

Gli occhi di Kaori divennero lucidi ed una lacrima sfuggì al suo controllo, rigandole il volto.  

-Ryo, io…-  

Il ragazzo le pose un dito sulla bocca, impedendole di parlare.  

-Lo so che ho sbagliato e se non vorrai vedermi mai più, ti capirò…-  

-Ma cosa stai dicendo? Avrei risposto al tuo bacio, se la pensassi così?- gli accarezzò dolcemente i capelli e, sorridendogli, sussurrò –Ti amo, Ryo e l’unica cosa che desidero è restare per sempre con te-  

Ryo la guardò per qualche istante, finchè lei non sollevò la testa e raggiunse la sua bocca.  

Ora, finalmente, aveva capito. Non le avrebbe mai più permesso si allontanarsi da lui, perché un uomo non può vivere senza il suo cuore.  

 

 

 

 


Chapter: 1


 

 

 

 

 

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