Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prosa

 

Autore/i: Sophie

Traduttore/i: marziachan

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Noel décisif - fin alternative-chapitre 33

 

Total: 1 capitolo

Pubblicato: 17-02-09

Ultimo aggiornamento: 17-02-09

 

Commenti: 14 reviews

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General

 

Riassunto: C'è "Un Natale decisivo" - la versione ufficiale e "Un Natale decisivo - finale alternativo" questo capitolo che esplora un'altra direzione possibile...

 

Disclaimer: I personaggi di "Un Natale decisivo" sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Un Natale decisivo – finale alternativo – Capitolo 33

 

Capitolo 1 :: E gira la ruota del tempo

Pubblicato: 17-02-09 - Ultimo aggiornamento: 24-02-09

Commenti: Commento dell’Autrice: Buongiorno... Cosa c'è qui? Una one shot... Bè più o meno... questo testo potrebbe essere il capitolo 33 della mia fic "Un Natale decisivo"... Una persona nei commenti mi ha detto che non si capisce che direzione potrebbe prendere la mia fic. E questo mi fa enormemente piacere! Perché è questa l'impressione che volevo lasciarvi dopo la fine dei due ultimi capitoli pubblicati... Una corda tesa... due scelte da poter prendere... La mia fic ufficiale decisamente ne sta prendendo una... ma la seconda? C'era la possibilità di farci qualcosa? E così, ecco qua il rapido risultato di questa intensa meditazione... C'è chi mi ha detto che non ci credo veramente... Invece, ebbene si... Io credo che quello che succederà in questa shot possa essere possibile... anche se non mi piacerebbe... Ma penso che Ryo abbia dovuto lottare per non arrivare a questo punto ed è proprio questo quello che gli ho chiesto di fare nel capitolo "ufficiale". Però qui, in questa shot, succederà il contrario... Un’ultima lite tra i nostri due soci... una stupida voglia di fare del male. Delle parole, dei gesti che oltrepassano i pensieri più profondi. Non so cosa potrete pensarne... Forse che così è troppo facile? Forse... Ma io resto convinta che questa possa essere un’opzione... questa è rimasta sempre un’opzione per Ryo.

 


Capitolo: 1


 

»Io rimpiango di averti incontrato(a)...«  

 

Quanto tutto era stato detto... Quanto il male era stato fatto... Questa frase era stata lanciata... in un roco mormorio... come una voce del cuore... Di una sincerità e di un’autenticità troppo dolorose per essere false... E queste poche parole avevano dilaniato entrambi...  

 

Chi aveva osato pronunciarle?  

 

Che importava in realtà...  

 

In questo preciso istante, la rottura era stata effettiva...  

 

Erano diventati due esseri che non si conoscevano più.  

 

Lui non aveva fatto alcun gesto per trattenerla... A che pro? L’aveva guardata allontanarsi. Non era scappata questa volta. Non si era voltata per imploralo un ultima volta.  

 

Forse aveva sparato che lui la fermasse? Che capisse che si era spinto troppo oltre... Che si trattava di adesso o mai più? Che aveva oltrepassato il limite?  

 

Ma niente.  

 

Era finita.  

 

E si rese conto che questa soluzione era la migliore... precisamente perché era evidente e semplice.  

 

Non voleva preoccuparsi dei sentimenti, non voleva trascinarla nel suo mondo.  

 

Allora?  

 

Che altra scelta gli restava davvero? Nessuna...  

 

Tergiversare da così tanto tempo per arrivare a quel punto. Che perdita di tempo! Questo provava esattamente che tutto questo non aveva alcun senso.  

 

City Hunter sarebbe ridiventato poco a poco un essere solitario, freddo e senza speranza...  

 

Si sentiva disperatamente solo e infinitamente vuoto. Nemmeno il tradimento di Kaibara era sfociato in questo sentimento di perdita così irreparabile. Era vero che allora aveva l’odio a mandarlo avanti e la polvere degli angeli a sostenerlo. In seguito, più nessuna prova l’aveva fatto sottomettere, né piegare la testa... Aveva sofferto, spesso, ma mai al punto di credere di non farcela...  

 

Tra qualche ora, qualche giorno, sapeva che avrebbe avuto bisogno di quella boccata di adrenalina: l’odore della polvere da sparo, il sapore delle donne, gli effluvi dell’alcool... per perdersi... per dimenticare.  

 

Ridiventare quello che era un tempo.  

 

”No, non per dimenticare... ma per dissimulare, soffocare, ingannare.”  

 

La sola differenza: il barlume di saperla in vita.  

 

Sorrise alzando la testa e guardando le nuvole nere che si avvicinavano nella notte.  

 

”Non la sola differenza. Ma una forza che mi spinge verso l’infinito. Degli istanti rubati... dei ricordi da allineare uno affianco all’altro...”  

 

Non avrebbe dimenticato... mai.  

 

Tutti quei piccoli momenti dell’esistenza. Quegli istanti quotidiani... La rabbia di Kaori. Il suo sorriso in tralice... La sua malafede... Il suo sguardo perso nei sogni... Il suo modo a volte sbrigativo di risolvere i problemi...  

 

Ma questa parentesi di otto anni di vita comune si era appena chiusa... Inesorabilmente!  

 

Era durato solo otto anni. Un intermezzo. Troppo corto... tenuto conto della sua vita già ben colma. Il cerchio si era finalmente chiuso...  

 

”Che liberazione.”  

 

Tutte quelle sterili interrogazioni precedenti erano state solo un pretesto, un pretesto per abbagliarsi ancora un po’, per mantenere l’illusione... ed anche se era vero, questo era insufficiente.  

 

Insufficiente per osare abbandonarcisi, insufficiente per crederci totalmente, insufficiente per mettere a rischio la vita di lei.  

 

Tuttavia non poteva mentirsi. Quel fuoco l’aveva consumato. Quella sera, era stato ad un infinitesimale passo dal toccarla, ad un soffio dal realizzare quel sfioramento cosi a lungo desiderato. Ma aveva resistito. Aveva attinto la sua determinazione da uno strano miscuglio, di sete di libertà, di debolezza, di malafede, di desiderio di proteggerla... di amore e di codardia.  

 

Dentro di lui, aveva sempre saputo che non sarebbe durata. Non ci aveva mai realmente creduto. Non aveva mai voluto impegnarsi.  

 

Forse la amava. E allora?  

 

Succedeva solo nei film che l’amore permettesse di superare se stessi. Solo la nostra propria sopravivenza può permetterci di andare al di là di quello che siamo...  

 

Lui era un solitario.  

 

Questo l’aveva salvato da molte situazioni pericolose. Poteva voltarsi dall’altra parte ed andarsene.  

 

Glielo aveva detto: lui non aveva bisogno di nessuno...  

 

In quanto al resto... Bah, non valeva neanche la pena di districare la verità dalla menzogna.  

 

I legami che gli univano, non erano tuttavia scomparsi. Più allentati sicuramente, ma non restavano comunque meno dolorosi. Ryo non era stupido. Sapeva che non se ne sbarazzato così facilmente.  

 

Da qualche parte dentro di lui, ne era felice. Felice di provare dolore.  

 

”Questo dolore mi legherà a te Kaori...  

 

Se questa fosse stata un’altra storia... o, forse di un’altra importanza...  

 

Mi dispiace di aver scelto al tuo posto, mia bella... Ma questa decisione era anche la mia...”  

 

E il dolore di Kaori?  

 

Con un gesto disdegnoso, cercò di far sparire questo pensiero spiacevole.  

 

Lo avrebbe superato.  

 

Non più di lui, ma avrebbe avuto l’alternativa...  

 

Certo, la lasciava con della gente che la ricollegavano a lui. Ma loro l’avrebbero sostenuta. Lei era una boccata di ossigeno per loro come lo era stata per lui. E se non fosse riuscita a restare con quelle persone che le ricordavano l’esistenza di Ryo, se ne sarebbe andata.  

 

Avrebbe ricominciato da capo.  

 

Lei era forte... Abbastanza forte, sperava. Ma non spettava più a lui occuparsene... neppure di preoccuparsene... Ma questo, non avrebbe potuto evitarlo, anche dall’altra parte del pianeta...  

 

Non è mica perché si lasciano delle persone che si riesce a dimenticarle. Sarebbe davvero troppo semplice.  

 

Tutto questo era stato solo una bella messinscena... la cena, il duello, la foto, lo scontro... Aveva mentito... abbastanza a lungo da far sembrare tutto vero.  

 

Sparare sulla sua foto? Una metafora di quello che sapeva farle subire? O una premonizione?  

 

Sapeva di tradire la promessa fatta a Maki. Eppure, per Ryo, l’onore era importante, fondamentale. Una parola data non poteva essere rimangiata. Era il solo elemento della sua vita sul quale era intransigente. Questa rigidità gli permetteva di restare in piedi quando tutto declinava, vacillava... Quando i punti di riferimento tra il bene e il male diventavano cosi vaghi che non gli restava più niente a cui aggrapparsi.  

 

Ed adesso rompeva in tutta cognizione di causa il suo giuramento solenne: vegliare e prendersi cura della preziosa sorellina di Makimura. Ma tra il suo spergiuro e salvare Kaori, aveva avuto troppe esitazioni.  

 

Come poteva la vita di un essere umano trovarsi in bilico con un giuramento?  

 

Soprattutto quella di Kaori?  

 

Era onesto continuare in questo modo semplicemente a causa di una promessa? Anche sacra? Continuare a distruggersi, a distruggerla, per salvare il suo onore?  

 

Faceva male, molto male... più di una ferita, una rinuncia... Un’amputazione di quello che era, di quello che gli dava una forma di dignità.  

 

Ma se il suo amore era talmente profondo che non osava confessarlo, se era pronto a tutto per salvarla, allora? Rinunciare ad una parte di quello che era per proteggerla... Era così caro da pagare? Non aveva già oltrepassato il limite?  

 

Una strana voglia, quella di voltarsi e andarla a riprendere, lo invase, folgorante, paralizzante.  

 

Serrò la mascella e si aggrappò ad una sola parola per evitare di cedere: “L’ho salvata, l’ho salvata...”  

 

Cedere adesso, significava chiedere troppi sforzi per cercare di ricostruire quello che era stato distrutto... e nella migliore delle ipotesi significava ritrovarsi nella stessa situazione...  

 

Ne aveva semplicemente abbastanza... tanto quanto lei... Forse di più... perché lui non aveva la sua fiducia nell’avvenire.  

 

Quella sera, aveva finalmente trovato quel coraggio che gli era sempre mancato... o quella vigliaccheria che aveva così a lungo celato.  

 

Era ridiventato quello che non aveva mai cessato di essere e il suo cuore avrebbe smesso presto di gemere davanti al vuoto che si apriva di nuovo davanti a lui.  

 

Il richiamo del baratro era ad ogni modo troppo forte perché potesse resisterci. Una maniera assicurata di farci sparire il volto della sua socia e i rimorsi della sua condotta passata.  

 

Sapeva l’immagine che le aveva dato di lui. Non si era assolutamente allontanata da quello che lui era veramente...  

 

Le aveva proposto di andare a letto con lui!  

 

”Nessuno sa quello che avrei fatto se tu avessi detto si... Forse avrei ceduto alla tentazione?  

 

Ti avrei allora divorato o assaporato lentamente? Con te sarebbe stato diverso? Due cuori che si intrecciano? Due corpi che si scoprono?”  

 

Un fremito d’eccitazione lo percorse.  

 

”Per abbandonarti poi?”  

 

La sua mascella si rilassò e ne uscì una risata sonora che suonava falsa persino alle sue proprie orecchie.  

 

”Il colmo! Lasciarti dopo essere venuto a letto con te!!! Il cliché sarebbe stato perfetto! Irresistibile!”  

 

Ovviamente no, che non se ne sarebbe andato. Ma il senso di colpa sarebbe stato ancora più considerevole. Guardarla negli occhi ancora più difficile.  

 

O forse se ne sarebbe andato davvero...  

 

”Ora, almeno, lei, potrà aggrapparsi all’odio che le ispirerò. Quel disgusto di me che la farà tenere duro durante le settimane che verranno. E non sarà la sola...”  

 

E non sarebbe fuggito. Avrebbe accettato lo scorrere del tempo.  

 

Era incapace di legarsi e di proiettarsi nel futuro.  

 

Viveva alla giornata, unicamente per l’oggi e portarsi appresso in questo modo un altro essere umano, una donna per quanto travolgente lei potesse essere, era un errore.  

 

L’aveva già protetta innumerevoli volte. Allo stesso modo era stato sul punto di perderla. Ma non aveva avuto paura. La paura gli avrebbe impedito di salvarla.  

 

Si guardò attorno...  

 

Quel posto vuoto non lo interessava affatto. Si voltò rispetto alla direzione che Kaori aveva imboccato e partì deliberatamente dalla parte opposta.  

 

Camminò per un po’ di tempo senza una meta precisa, solo i suoi passi risuonavano sull’asfalto di quelle strade silenziose.  

 

Presto sarebbe spuntata una nuova alba. Piena di promesse per il giorno nascente.  

 

Riconobbe i contorni bui del parco.  

 

Quest’ultimo non era stato chiuso. Senza dubbio il guardiano, troppo occupato a festeggiare il Natale aveva dimenticato di chiudere i cancelli. E dopotutto? Che importava conoscerne la ragione.  

 

Solo i fatti contano... Sempre.  

 

Ryo fece spallucce ed penetrò all’interno, come mosso da un’emozione che non riusciva a controllare.  

 

Qui, la neve era immacolata... Nessuna impronta. Un mondo vergine. O, tutt’al più, una buona imitazione.  

 

Lentamente, costeggiò le vie che spesso aveva percorso a tutta velocità, rincorso da una Kaori furiosa armata di martello...  

 

Sentì uno strano peso allo stomaco.  

 

”Era questo il rimorso? O l’inizio di un’ulcera?”  

 

Affaticato da questa camminata senza meta, finì per sedersi su una panchina.  

 

Il silenzio del primo mattino quando tutto era ancora possibile.  

 

Tirò fuori dalla tasca l’anello che non l’aveva mai abbandonato. Era sempre stato contro la sua coscia, oggetto di cui sentiva fin troppo bene la presenza, calore irradiante.  

 

A lungo, lo guardò. Come se lo vedesse per la prima volta. Come se il fatto di tenerlo tra le sue mani fosse del tutto inappropriato...  

 

Sentì un soffio indicargli che era ancora in tempo. Che non era ancora tutto perduto. Se riusciva a crederci allora tutto sarebbe potuto ricominciare.  

 

Ma lui non lo voleva più.  

 

Aveva preso la sua decisione. Non sarebbe tornato indietro.  

 

”La tua vita contro la mia...”  

 

Tirò fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca, prese una cicca, l’accese ed inspirò una prima boccata liberatrice. Il fumo si alzò nell’aria fredda cercando di raggiungere le stelle...  

 

”Troppo lontana, troppo inaccessibile, troppo diversa.”  

 

Posò la scatolina sulla panchina e senza uno sguardo indietro per quella vita che stava lasciando, scomparve tra le ombre spettrali degli alberi.  

 

»Ad un’altra storia, Kaori...«  

 

 

 


Capitolo: 1


 

 

 

 

 

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