Hojo Fan City

 

 

 

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Rated PG-13 - Prosa

 

Autore: Lapy

Status: Completa

Serie: Angel Heart

 

Total: 7 capitoli

Pubblicato: 06-01-08

Ultimo aggiornamento: 06-01-08

 

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DrameAction

 

Riassunto: Questo è il finale di Angel Heart che vorrei vedere...

 

Disclaimer: I personaggi di "Titolo da cambiare" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Fanfiction :: Welcome Back Home, Ryo

 

Capitolo 7 :: Il Dolore Infrange le Speranze,l’Amore le Scioglie a Stormi

Pubblicato: 06-01-08 - Ultimo aggiornamento: 06-01-08

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7


 

CAPITOLO 7 Il Dolore Infrange le Speranze,l’Amore le Scioglie a Stormi per il Mondo  

 

È strano, a volte,accorgersi con quanta maestria la notte cali la sua ragnatela sul mondo. Mettere da parte,per un attimo,ogni pensiero,ogni fretta,ogni distrazione,e osservare l’ultimo viaggio quotidiano del sole ,laggiù,dietro le ombre arrugginite dei grattacieli. E mentre la tenue serenità dell’imbrunire comincia a tappezzare l’aria come uno sguardo protettivo,accorgersi che nel proprio cuore la sera è già scesa da lungo tempo.  

Kaori socchiuse gli occhi,fino a che suoni e parvenze di luoghi si confusero dentro di lei. Le immagini divennero liquide,i profumi sfumarono,e la fugacità di un momento risvegliò in un bisbiglio le forme assorbite dei suoi pensieri,le sue favole svanite,tutte le ombre della sua anima che il vento aveva sparpagliato lontano,tra i rami cupi della solitudine.  

Fu il ticchettio dell’orologio a riportarla alla realtà,dopo quell’attimo d’estasi. Si era persa,si,in equilibrio tra sentieri che le sembrava di aver già percorso in un’epoca tanto remota,e seguendo le orme solitarie che qualcuno aveva già percorso per lei.  

La ferita alla testa le doleva,così come tutti i muscoli del corpo.  

Si sedette sospirando sul divano li accanto,lasciandosi sfuggire un primo ma breve segno di cedimento alla stanchezza. Nel suo cuore c’erano molte voci e bisbigli che pulsavano.  

Anche se avesse voluto,non sarebbe riuscita a riposare.  

Tutti gli amici,che quella sera erano rimasti con lei in casa,dormivano da tanto.  

La stanza era già avvolta dalla penombra,e tutti gli oggetti attorno a lei sembravano addormentati in quel silenzio quasi irreale. Solo una pentola che sobbolliva lentamente sul fuoco chiacchierava sommessa con il buio.  

La cena per Ryo era quasi pronta. Kaori era sicura che al suo risveglio mangiare qualcosa di leggero gli avrebbe fatto senz’altro bene. Lo avevano rimandato a casa dopo un lungo coma farmacologico,e lo avevano tenuto sedato anche per le prime ore dal suo rientro,per riabituarlo ad essere di nuovo nel suo mondo. Ogni volta che aveva osservato il suo viso,sui suoi lineamenti brillava il pacifico sorriso del sonno. Ma non sarebbe dovuto trascorrere molto tempo ancora prima che si risvegliasse nella sua stanza,tra le cose e gli odori a lui familiari,nel suo letto.  

Mentre Kaori era immersa in vaghe fantasie,un rumore soffocato echeggiò alle sue spalle. Pensò si trattasse di Miki o Saeko che si fosse alzata per prendere qualcosa,ma non vide nulla. Allora si alzò pian piano,e si avvicinò ai fornelli per controllare la pentola. Spense il fuoco,e mise il cibo in caldo. Di nuovo il rumore,e stavolta più vicino.  

Si voltò con occhi insonnoliti,e fece in tempo ad intravedere un’ombra che si prolungava imponente su di lei. La sorpresa fu tale che,presa alla sprovvista,si lasciò sfuggire di mano il cucchiaio con un sussulto. “… Ryo ! “ esclamò cercando di smorzare lo stupore,la gioia,l’inquietudine che l’evocare quel nome riusciva sempre a darle.  

“ Kaori…sei qui…?” l’uomo che aveva davanti a sé camminava lento,la vista un po’ annebbiata,reggendosi talvolta ai mobili e agli oggetti che incontrava per non cadere,e la sua voce era più rauca e stranita dai farmaci. Ma era pur sempre la sua,e nel risentirla dopo tanto tempo Kaori dovette fare uno sforzo sovrumano per deglutire e ricacciare indietro le lacrime che cominciavano a pungerle gli occhi.  

“ Cosa fai qui in piedi…? Devi stare tranquillo e riposarti! “ farfugliò.  

Lasciò perdere qualsiasi cosa in cucina e si precipitò a sorreggerlo,riaccompagnandolo subito nel suo letto. E quando finalmente furono l’uno di fronte all’altro e Kaori potè prendere il suo volto tra le mani,sentì qualcosa dentro di sé che cominciava a sciogliersi. Aveva aspettato da tanto di parlare nuovamente con Ryo,e in quell’istante che lo aveva davanti a sè,al suo risveglio,la tensione e la paura che da mesi aveva covato e l’avevano tenuta stretta come in una morsa si allentarono un poco.  

Non era riuscita a capacitarsi di quanti pericoli avessero ancora vissuto insieme con quell’ultima avventura fino a che non incontrò lo sguardo profondo e infantile di Ryo. Aveva gli occhi socchiusi,lucidi,e al tocco della sua pelle Kaori si ricordò della prima volta che lo aveva incontrato,quasi dieci anni prima. Si era addormentata nella sua macchina,e al risveglio lo aveva intravisto davanti a sé,seduto sui gradini del parco,che scrutava il vuoto con uno sguardo perso e languido e allo stesso tempo sfuggente e fragile,trafitto da mille pensieri,mille correnti. Lo stesso sguardo che sapeva riconoscere ora e che aveva riconosciuto in lui qualche mese andato,un attimo prima che perdesse i sensi per lo scoppio della bomba.  

“ …Come ti senti?” fu ciò che riuscì a mormorargli. Tutto l’incanto che l’aveva sempre legata a quell’uomo taciturno e schivo,ai lamenti silenziosi di quell’anima che a volte si sforzava di essere parte del mondo e che forse solo lei riusciva a capire fino in fondo,era adesso davanti a lei,svelato,socchiuso come un germoglio nascente.  

E solo allora si accorse di piangere. Le lacrime erano arrivate da sole,e le bruciavano sulle guance.  

Ryo se ne accorse,e i sensi gli si snebbiarono quasi completamente. “Sto bene,non preoccuparti…” rispose. Era di nuovo nella sua stanza,pensò,tra le sue solite coperte,con i suoi soliti vestiti,e con Kaori accanto,che lo guardava e sorrideva tra le lacrime. La vita aveva ripreso a scorrere con la sua normalità,ed ogni particolare tornava ad essere nitido.  

“ Sono così felice…non sai quanto…” gli mormorò flebilmente vicino all’orecchio prima di chinarsi ad abbracciarlo. Le sue braccia lo avvolsero in una stretta così stranamente dolce che lo fecero restare impietrito per qualche secondo.  

Cosa era accaduto in tutto quel tempo che aveva dormito? Gli sembravano anni e anni,trascorsi tra luce e ombra,mentre precipitava in un abisso vuoto e interminabile che attraversava il tempo…è così che ci si sente,quando si lascia questo mondo?  

Chiuse gli occhi,posando titubante una mano sulla schiena di Kaori. Per la prima volta dopo l’incidente rilassò appena le membra e i muscoli,e non sentì più il dolore degli aghi e del respiratore automatico. Tutto intorno a loro si mutava in una piacevole solitudine che il mondo ignorava,e sovrastava il tumulto della città,rendendolo da lassù un mormorio appena percettibile. Il buio era un amico prediletto di Ryo,come un fido consigliere,un calore confortante che da sempre lo nascondeva e lo proteggeva.  

E lì,tra la sua segretezza ,gli tornarono alla mente le parole che un giorno Mick gli aveva detto. Dapprima vecchie,lontane,remote,poi sempre più limpide e fresche si affacciarono alla sua mente,timide come i primi balbettii di un bambino.  

Si era risvegliato in ospedale,attaccato ad una macchina che gli impediva i movimenti. Il suo amico era di fronte a lui,che gli parlava sottovoce e lo confortava.  

Era vivo,e il merito era di Kaori. Quella gemma che brillava in fondo alla sua vita,che aveva tracciato cerchi immensi nella sua anima e l’aveva cullata riportandola poco a poco allo stato di coscienza era stato l’amore di Kaori.  

Quello stesso amore che ora sentiva esplodere contro il suo petto in singhiozzi soffocati,scivolare lungo le guance umide che premevano contro le sue,irradiarsi  

nella stretta tenera e disperata delle sue mani ed echeggiare nei battiti accelerati del suo cuore. Che strano,gli venne da pensare,per un attimo aveva creduto di aver sognato,durante il coma,e nel sogno il cuore di Kaori aveva smesso di battere.  

O meglio,batteva nel corpo di un’altra persona. Ma poggiando delicatamente una mano sul suo petto,sentì che pulsava ancora,a tratti gridava,e racchiudeva un giaciglio di sentimenti così immensi che avevano il potere di disorientarlo.  

Mentre nella sua mente questi pensieri scappavano via veloci,Kaori lo sciolse piano dall’abbraccio,mormorando qualche parola di scusa a proposito delle sue lacrime. Poi,cercando di asciugarle con un sorriso,estrasse dalla tasca della giacca qualcosa che a Ryo era molto cara,e la avvicinò alle sue mani affinché potesse toccarla.  

Ryo sgranò tanto d’ occhi: la sua Python!  

“ L’ho custodita bene,tutto questo tempo…” disse Kaori. “L’ho tenuta sempre con me. Ma non vedeva l’ora di poter tornare con il suo vero proprietario…”  

Ryo si lasciò sfuggire l’abbozzo di un sorriso,un po’ compiaciuto,un po’ riconoscente.  

Ma con sorpresa di Kaori,il suo saluto alla ritrovata arma prediletta durò una manciata di secondi brevissimi. L’accarezzò tra le mani un momento,poi la depose sul letto, accanto a sè,e volse lo sguardo verso di lei. “ Kaori…” riuscì a dire. “ …Vorrei dirti tante parole ora,ma non riesco a esprimerle…come mio solito. Tutto ciò che posso fare è ringraziarti per quello che hai fatto per me…Mick mi ha parlato,quando ero in ospedale…” . Ma Kaori,abituata a saper leggere nelle emozioni nascoste di Ryo,scoprì ancora una volta in lui l’aspetto più doloroso e impaurito,e in fondo più umano,ottenebrato da quell’aura di forza e fierezza che sempre il lavoro lo obbligava ad assumere. I suoi occhi erano colmi di riconoscenza,ma un sottile timore serpeggiava in loro,ponendosi domande alle quali Ryo cercava disperatamente una risposta.  

Perché hai fatto questo,Kaori? Perché hai rischiato di morire solo per salvare me?  

Perché tutta questa dolcezza,queste carezze,questo desiderio struggente…?  

In realtà gli sembrò di conoscere la risposta,anzi,di averla sempre saputa,sepolta in lui,tra le macerie del suo passato e i ruderi di una vita che aveva cercato di ricostruirsi. Era coperta di polvere come un oggetto dimenticato,ma sapeva ancora di felicità,una felicità che non aveva mai provato ad accettare solo per paura…e che ora gli faceva un cenno,scintillava,tremolava e svaniva poco a poco.  

“… Si,per te.” Rispose Kaori sussurrando all’improvviso e precedendo ogni altra parola di Ryo. “…L’ho fatto proprio per te. E se fosse necessario lo rifarei ancora. Non mi stancherei mai.”  

Stavolta toccò a Ryo sorprendersi a osservare gli occhi limpidi di Kaori mentre si inginocchiava davanti a lui. Come aveva fatto la notte prima che andassero a combattere contro Kaibara. Sembrava davvero che avesse letto ogni suo pensiero. Gli parve di rivederla mentre sparava alla macchina dei nemici,mentre li rincorreva e proteggeva il suo corpo,esanime a terra. Sentì l’odore pungente della polvere da sparo e il respiro mozzato dall’ansia e dalla fatica. Per te…per lui...e le parole di Mick riecheggiavano ancora.  

Improvvisamente provò la sensazione di essere scoperto e vulnerabile. La sua anima era stata penetrata,come dal vento che si impadronisce del mare e spalanca i suoi abissi,denudandolo senza vergogna. Il panico stava di nuovo per roderlo e divorarlo con lenta agonia; Aveva al più presto bisogno di un cantuccio per nascondersi,una parola,un pretesto,un’ombra per fuggire e lasciare che il suo cuore si calmasse,ricacciando quella strana e inaspettata tempesta di sentimenti.  

La mano fresca di Kaori interruppe il flusso confuso di emozioni,lacerando ogni pensiero. Aveva sfiorato una mano di Ryo,guidandola al sicuro tra le sue.  

“ Lascia che piova almeno un poco,invece.” Disse. La sua voce era tornata quella calma e rassicurante di sempre. La mano di lui si schiuse leggermente,accettando il tocco delicato. Il respiro ansante si calmò.  

“ Non avere paura,Ryo. Ho imparato a conoscere tutta la pena che stai provando.  

L’ho assaggiata. Essa fa parte anche di me,ora. So cosa significa…ma non sentirti sempre braccato,stretto in un qualcosa che ti tiene prigioniero e dalla quale non puoi uscire.Hai vissuto in un mondo ostile,selvaggio…una parte della tua vita è stata rapita,violata,graffiata,e non tornerà più. Ma quando sei con me non devi difenderti da nulla,perché io desidero solo il tuo bene…”  

Ryo sentì un pizzicore alla gola,che si annodò dolorosamente non appena incrociò lo sguardo dolcemente familiare di Kaori. Come erano vere,quelle parole…  

“ Non ne sono più capace,Kaori…” bisbigliò poi faticosamente,deglutendo.  

“ Non riesco più a tornare indietro,a uscire da questo silenzio così devastante…  

Non ce la faccio a parlare…le preghiere sono qualcosa di dolente e sfiorito,una voce arsa e lontana che non mi appartiene più. So soltanto sparare e allenarmi per sopravvivere. Non riesco più nemmeno a piangere. Le mie lacrime sembrano una corrente d’ombre,che mi sfugge e si sbriciola come un sogno non appena la sfioro…è da tanto tempo che non riesco…”  

Kaori rammentò infatti che non lo aveva mai visto piangere. Solo una lacrima appena,sfuggente,quasi asciutta,alla vista del padre Kaibara che lo aveva tradito.  

Era la prima volta che Ryo le parlava così apertamente,ed era una sensazione meravigliosa e terribilmente triste allo stesso tempo. Perché aveva capito sempre di più la delicata fragilità dell’uomo più forte che conosceva. Era un paradosso strano.  

La maschera di seduttore e buffone che Ryo indossava impeccabilmente ogni giorno,svaniva e si scioglieva come cera di candela una volta che la placida magnificenza della notte sopraggiungeva. Era come un uomo con una segreta indole di bimbo,che dormiva raggomitolato sull’orlo di un abisso,e a tratti tendeva le braccia per cercare invano di agguantare un pizzico di quell’ infanzia che gli era mancata.  

“ Ti capisco…ma se posso osare dirtelo,era questo il Ryo Saeba che volevo vedere. “  

proseguì Kaori. “ …Perché questo sei tu,Ryo. Il vero te stesso,con le tue paure e i tuoi brividi,e il tuo coraggio di andare avanti quotidianamente. Non lo sweeper che deve a tutti i costi essere invincibile,o l’arrapato che rincorre mille gonnelle. Un uomo,come tutti gli altri,che ha la sua forza e il suo immenso coraggio. Ma la giusta dose. E che lascia scoprire le sue fragilità,se non a tutti,almeno a chi gli è vicino.  

Non vergognarti,se ti senti fragile e ti sembra di non riuscire più a guardare davanti a te. Anche io mi sento così…come un cristallo pronto a spezzarsi in mille pezzi.”  

Lo guardò,e di nuovo gli occhi le si velarono di lacrime.  

Ryo notò il suo pallore,la magrezza,le sue cicatrici e le fasciature alla luce della luna.  

Kaori era stanca,troppo stanca.  

Chissà quanto aveva sofferto,per quelle ferite…il cuore gli fece male.  

Solo in quell’istante si accorse di quanto la sua presenza gli era mancata. Eppure era allo stesso tempo così vicina a lui,così dentro di lui. La luce che lo aveva cullato durante il coma,che lo aveva strappato all’oblio e che ora scacciava con un gesto e un sorriso tutti i suoi spettri dolenti,gli echi di lamenti passati,era davvero lei.  

Allungò la mano verso il suo viso,e lo sentì umido. La carezza si fece più dolce per cancellare le lacrime. Lei riusciva a piangere…meno male…non aveva mai perso l’innocenza che tanto aveva amato. “ Ci sono tante persone,Ryo,che hai dovuto uccidere o non sei riuscito a salvare…ma altrettante che hanno attraversato la nostra vita in questi ultimi otto anni,e hanno scritto un grazie in chiari caratteri nei nostri cuori,o nei sorrisi che ci hanno regalato. Pensa a loro,quando senti che ti stai per arrendere. Tu non sei mai stato un assassino. E ritornerai,prima o poi,a piangere e pregare come ogni altro uomo sulla terra. Anche dopo tanti anni. E riuscirai a sentire di nuovo te stesso,tutte le voci e le emozioni che ti hanno rubato. “  

Ryo finalmente sorrise,annuendo con il capo,e lo schiudersi delle sue labbra accarezzò il volto di Kaori,che si crogiolò in quella sensazione. “ Io non voglio rubarti nulla,Ryo…nulla della tua vita,dei tuoi ricordi e di quello che ancora dovrà nascere in te…ho riflettuto tante volte dinanzi alle nostalgie e alle antiche illusioni che anche io ho provato nella mia vita…e spesso il dolore ha forzato le mie ultime resistenze e gettato al vento ogni segreto che ancora mi legava ai domani impossibili,a quelle speranze a volte inutili. Ma non mi sono mai arresa fino in fondo,perché vedevo che oltre l’ombra qualcosa c’era ancora. Era l’orizzonte,e l’alba rinasceva ogni giorno,dopo la quiete e l’immobilità apparente del buio. E io non vorrò ma più vedere una nuova alba se…non potrò più osservarla sorgere anche sul tuo viso.  

Non ha senso per me continuare a combattere nella vita se non ho più la persona a cui dedicare i miei sforzi,condividere le sue gioie o lenire un dolore.  

Continuiamo a lottare,Ryo,insieme…come gli anni trascorsi,come ieri,come adesso. Come il giorno del tuo compleanno,quando ci siamo scambiati quella promessa e quel desiderio. “ Ryo teneva lo sguardo basso,ma le parole di Kaori entravano in lui e si accoccolavano una dopo l’altra dentro il suo cuore e dentro la sua anima,come una pioggia calda che assopisce i timori e risveglia un calore addormentato e raggrinzito da troppo tempo. Infilò le dita tra i suoi capelli,e appoggiò il viso contro la sua fronte,con un breve sospiro. Si sentiva un po’ meglio adesso,con il respiro di Kaori sulla pelle e il suo amore dentro di lui. Il suo “ amore”…si rese conto di aver pensato quella parola. “ Sai…un tempo pensavo che l’amore fosse diverso.” Fu l’immediata risposta di Kaori ai suoi pensieri. “ Una cosa meravigliosa,si,ma non così coinvolgente e così totale,così bella da sentirla viva sul corpo e pulsare in ogni frammento d’anima. “  

E poi soggiunse,guardandolo con finto sguardo severo: “ Sei sempre il solito sciocchino…dopo tutti questi anni,questi giorni,questi attimi…non avevi ancora capito quanto… Non lo avevi ricordato ogni sera,all’imbrunire? Se tu dovessi morire,morirei anch’io…non voglio lasciarti solo nemmeno laggiù. Ti amo,Ryo. Da sempre. Dal giorno in cui scappai di casa per raggiungerti e chiederti aiuto per Hideyuki. Da quando ho incontrato la tua malinconia. Da prima ancora di tutto questo,forse prima ancora che nascessi in questo mondo sotto le sembianze che mi sono state date. Ma non so spiegarti il perché. Posso solo dirtelo,ancora e ancora fin quando guarderemo insieme l’ultimo tramonto. Allora,troverò altri sistemi e altre voci per parlarti ancora…”  

Ryo rimase un attimo senza fiato,col volto premuto tra i suoi capelli,lasciando che quelle parole avessero il tempo di scendergli dentro,come le altre,sempre più profondamente. Poi prese tra le mani il suo volto,percependo i respiri che si fondevano tra loro. “ Anch’io,Kaori…tanto…” la voce gli si incrinò proprio mentre pronunciava l’ultima,preziosa,sillaba. Ma non aveva altro da dire di così importante come quello.  

Le sue labbra sfiorarono quelle di lei e il bacio fu lungo,insaziabile,struggente,osceno.  

Comprese in un attimo tutte le voci segrete che non si erano mai detti, i palpiti,i tremori e i gemiti.  

Ci sarebbero state altre martellate,altri momenti difficili,altri combattimenti nella loro vita, e l’incertezza se quella sarebbe stata l’ultima volta che potevano guardarsi negli occhi e sorridersi…ma quello era solo il futuro,e in quegli attimi,non contava nulla.  

Era solo un pensiero. Un pensiero remoto,che scivolava leggero e impercettibile sulla lucida ragnatela dell’esistenza.  

Kaori sentì le ciglia di Ryo che le carezzavano la guancia. Erano umide.  

Una goccia trasparente. Ma non scivolava dai suoi stessi occhi. Era una lacrima di Ryo,che spuntava dopo infiniti momenti. Sapeva di nuovo piangere,finalmente.  

Allora posò delicatamente una mano sui suoi capelli,come per proteggere e racchiudere nel mondo immenso del suo cuore ogni sentimento,ogni bisbiglio che era trapelato tra loro quella sera. Poi,veloce e guizzante,il suo spirito tornò a rifugiarsi tra il calore che Ryo sapeva infonderle.  

E inevitabilmente qualcosa successe.  

Mentre la notte,fuori dai loro cuori,traboccava sempre più d’azzurro.  

 

Da dietro la porta socchiusa, Mick e Saeko avevano osservato la scena con una punta di commozione. Gli altri continuavano a dormire,ma loro si erano accorti dei rumori in cucina. “ Finalmente.” Mormorò Mick. “ Anche io aspettavo da tanto questa conclusione. Sono felice,stanotte. Non poteva andare che così.” E rivolse un sorriso a Saeko,che era accanto a lui e lo ricambiò,aggiungendo un sospiro. Anche quell’avventura era andata bene. E il suo pensiero si velò per un attimo di malinconia,rivolto a Hideyuki,che dall’alto stava sicuramente osservando tutto. Che fosse stato lui a illuminare d’aurora quei due cuori?  

 

Perché,come diceva Saeko,e aveva perfettamente ragione,tra Ryo e Kaori le parole non erano mai servite.  

***  

 

“Adesso posso scrivere il romanzo di Kaori e Saeba…”disse Yuka guardandoli e sorridendo. “ “Angel Heart “ è stata solo una mia fantasia…ho voluto scriverlo mentre aspettavo che qualcosa accadesse. E ora le mie speranze si sono avverate…”  

 

Yuka aveva preso ispirazione proprio da quest’ultima vicenda degli sweeper per creare la parte conclusiva del suo romanzo,dove compariva la mafiosa Rumiko.  

 

“Ma a proposito…” si interruppe Yuka con un’espressione incuriosita.  

“ Allora Kaori…mi dai solo un’ipotesi o …una certezza?”  

Kaori arrossì violentemente, perché tutti aspettavano una risposta da lei.  

“Ti do finalmente una certezza…” riuscì a dire prima di abbassare lo sguardo per l’emozione. Yuka emise un gridolino di gioia e la abbracciò ancora più forte,e Saeko e Reika la imitarono d’istinto. Poi,inevitabilmente,tutti gli sguardi ricaddero su di Ryo,che faceva finta di nulla per superare l’evidente imbarazzo in cui non avrebbe mai pensato di cadere. Sapeva ciò che stavano pensando,e avevano tutta l’aria di divertirsi un mondo,frenando a stento le risatine. Proprio come avevano reagito Umibozu,Miki e Mick non appena avevano saputo la notizia!  

“ A quanto pare sei ancora molto diverso dal Ryo del romanzo di Yuka…ti sei dato proprio da fare!” esclamò Saeko per punzecchiarlo.  

Tra le risate generali,Kaori trovò il coraggio di superare l’emozione e sostenere nuovamente lo sguardo delle amiche. “ E…prova a indovinare come si chiamerà ?”  

disse poi rivolta a Yuka con fare misterioso.  

In quel momento Ryo le mise un braccio attorno alle spalle e la strinse a sé con tenerezza,lasciandosi sfuggire un sorrisino.  

La ragazzina rimase un istante perplessa di quella domanda,poi una luce improvvisa le si accese negli occhi . “ …Davvero? Sul serio? Non posso crederci!” gridò.  

Le mani di Kaori si strinsero dolcemente su quelle di Ryo ,che fece un cenno di assenso con la testa.  

“ Shan In! “ fu l’ultimo grido di gioia che dette Yuka .  

 

 

 

FINE  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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