Chapter 3 :: Capitolo 27

Published: 26-09-06 - Last update: 26-09-06

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CAPITOLO 27  

“Come incinta? Dici sul serio?”  

Ryo era impallidito. Era incredulo, spaventato, anzi per meglio dire, terrorizzato alla prospettiva di avere un figlio.  

Lui non sapeva niente di come crescere ed educare un figlio.  

Tuttavia un sentimento nuovo si stava diramando nel suo intimo…qualcosa di molto simile alla gioia…sarebbe diventato padre…un cucciolo minuscolo avrebbe presto occupato le sue giornate…e le sue nottate…  

E poi, un figlio da Kaori…che magari avrebbe ereditato i suoi capelli rossi…il suo sorriso, i suoi occhi, il suo temperamento di fuoco…  

Ma d’altronde, sarebbe stato un buon padre per suo figlio?  

Non voleva che il bambino lo odiasse, come lui odiava suo padre.  

Il bambino…o la bambina…il cuore gli battè più forte al solo pensarci…  

Mentre Ryo era combattuto tra paura e una felicità intensa che lo stava a poco a poco pervadendo, Kaori lo osservò.  

Chissà a cosa stava pensando…era felice di questo bambino in arrivo? Oppure non voleva accollarsi la responsabilità di crescere una famiglia?  

Quando l’aveva scoperto, solo il giorno prima, era stata talmente contenta…una nuova vita stava crescendo dentro di lei…un figlio…il figlio suo e di Ryo…  

Lui rimaneva in silenzio, il suo sguardo era indecifrabile.  

Kaori abbassò gli occhi, ferita. Evidentemente lui non condivideva la sua gioia…di certo un bambino non era nei suoi piani, ma lei non avrebbe abbandonato mai suo figlio, anche se fosse stata costretta a crescerlo da sola…  

“Se tu non vorrai riconoscere questo bambino, io ti capirò. So che un figlio non era propriamente quello che volevi. Ma io non abortirò mai, questo sia chiaro. E anche se tutti gli altri lo chiameranno bastardo, mio figlio avrà tutto l’amore che si merita.”  

Il tono di Kaori era amareggiato, ferito. Aveva tanto desiderato che lui condividesse la sua gioia…ma temeva un suo rifiuto, ed era anche per questo che aveva aspettato a dargli quella notizia.  

Ed evidentemente non si era sbagliata…forse lui le voleva bene, ma non l’amava, e soprattutto non amava quella creaturina che aveva cominciato a prendere forma nel suo ventre, e che era ormai diventata parte integrante di lei…  

Ma Ryo la sorprese. La abbracciò, in un modo talmente dolce che a Kaori vennero le lacrime agli occhi.  

“Come puoi pensare che io non voglia questo bambino? È solo che ho paura di non essere un buon padre per lui…non sono un buon esempio da seguire…”  

Kaori lo zittì, posando un dito sulle sue labbra.  

“Sono sicura che sarai un padre fantastico, Ryo…e che nostro figlio ti amerà tantissimo, proprio come ti amo io…”  

Si strinsero ancora una volta, e il mondo attorno a loro scomparve, come sempre accadeva quando i loro corpi erano vicini, e le loro anime in perfetta sintonia l’una con l’altra.  

“Ma che bel quadretto familiare…”  

La voce di Mick, carica di sarcasmo e disprezzo, li riportò alla realtà.  

“Il bastardo scozzese e la puttana normanna. Davvero una bella coppia, non c’è che dire.”  

Mick non si accorse nemmeno del pugno di Ryo. Si ritrovò per terra, un rivolo di sangue e saliva gli colava dall’angolo della bocca. Si ripulì con il dorso della mano, poi sorrise, ma era un sorriso spento, e i suoi occhi erano opachi e vuoti.  

“Mick…mi dispiace davvero tanto….”  

“Sta zitta! Ho passato giorni e notti ad aspettarti e preoccuparmi per te, mentre tu te la spassavi con questo bastardo, che ti ha pure messa incinta. È stata una bella scopata, vero Saeba?”  

Si gettò con rabbia contro Ryo, i pugni levati.  

I due uomini caddero per terra, rotolandosi tra polvere e sassi sul suolo brullo della Scozia.  

Non parlavano più ormai, il loro unico intento era quello di arrecare maggior danno all’altro, come due animali, guidati solo da una rabbia cieca e distruttiva.  

Kaori urlò e cercò di separarli, ma il braccio di Umi la trattenne.  

“È una questione che devo risolvere tra uomini. Non posso permettere che tu rischi di essere inavvertitamente colpita, mentre cerchi di fermarli. Pensa al bambino, Kaori.”  

Con le lacrime che le scorrevano lungo le guance, Kaori osservò con sgomento i due uomini che si erano trasformati in belve, ormai.  

Si picchiavano per il solo gusto di farlo, colpi sferrati alla cieca, cartilagine ed ossa rotte, sangue e sudore.  

I pugni cominciarono a perdere forza ed efficacia, mentre il dolore si diramava a tutte le membra.  

Ma nessuno dei due voleva cedere per primo, darla vinta all’altro.  

Infine Mick si buttò a peso morto sopra Ryo, trascinandolo per terra.  

Nessuno dei due aveva le forze necessarie per sollevarsi.  

Ryo riuscì soltanto a scostare Mick da sé e mettersi seduto, poggiando la schiena contro il tronco di un albero.  

Il normanno rimase steso, un braccio sugli occhi, il respiro spezzato.  

Kaori si accorse che il pomo d’Adamo di Mick si muoveva a scatti, e capì con una stretta al cuore che l’uomo stava lottando contro le lacrime.  

Si avvicinò a lui, e Mick la fissò, ma senza guardarla davvero. Il suo sguardo sembrava trapassarla.  

“Prima mi hai danneggiato la mano, impedendomi di impugnare la spada per il resto della mia vita. Adesso mi porti via anche l’unica donna che io abbia mai amato. Bravo Saeba, sei tu il vincitore. Lei ti ama. Goditi il bottino, schifoso bastardo.”  

“Che diavolo stai farfugliando? Io non ho fatto proprio niente, alla tua maledetta mano.”  

Mick ruotò la testa di lato, verso la sua direzione, e i loro occhi si incrociarono per un attimo.  

“Durante quel maledetto duello di due anni fa, mi hai colpito la mano con la tua spada. La mano destra, con la quale io impugnavo la mia arma. Mi hai danneggiato irrimediabilmente un fascio di nervi, ed è un miracolo se non ho perso per sempre l’uso della mano. Ma in compenso, il guaritore mi ha detto che non avrei mai più potuto impugnare la spada. Hai messo fine alla mia carriera di soldato, Saeba.”  

“E hai rapito la mia promessa sposa, ingravidandola. Ma sai, la cosa che mi dispiace di più è che lei ti ama davvero, mentre tu la consideri solo un passatempo, un giocattolo per trascorrere la notte quando non trovi di meglio.”  

Ryo strinse i pugni.  

“Tu non sai niente di me. Non sai quello che dici.”  

“Ma come, vuoi dirmi che il grande Ryo Saeba si accontenta di una sola donna, per di più normanna? Non farmi ridere. Dov’è finita la tua fama di grande stallone? ”  

“Sta zitto. Io provo dei sentimenti per Kaori!”  

“Certo, tu provi qualcosa per lei. Desiderio, concupiscenza, passione…ti interessa solo il suo corpo, e come darti torto? È davvero un gran bel corpo…”  

“Non è solo il suo corpo che mi interessa…io ci tengo a lei…”  

“Ah, mi dici che ci tieni a lei, ma cosa provi per Kaori? La consideri una sorta di concubina…lei è solo questo per te…”  

Ryo era furioso.  

Animato nuovamente dalla rabbia, Ryo si trascinò fino al corpo inerte di Mick, scuotendolo con furia.  

“Non ti permettere mai più di usare una parola del genere riferendoti a Kaori…capito Angel?”  

“Cosa provi per lei, Saeba? Dillo, avanti! Non ti facevo così codardo.”  

Mick stava urlando, adesso, la sua voce rauca e pressante.  

“Io la amo, brutto bastardo. La amo, mi hai sentito? La amo…”  

Anche Ryo aveva urlato.  

Kaori lo guardava, emozionata, attonita.  

Lui le si avvicinò. Aveva un occhio gonfio e un rivoletto di sangue scendeva dall’altro occhio. Zoppicava leggermente, ma Kaori non aveva mai visto uno sguardo tanto intenso nei suoi occhi.  

Si inginocchiò davanti a lei, abbracciandole la vita con le braccia.  

Poi le baciò il ventre ancora piatto.  

“Ti amo, Kaori. E amo anche questo miracolo che sta crescendo nella tua pancia.”  

Kaori gli accarezzò i capelli, stringendolo a sé, poi si lasciò scivolare in ginocchio anche lei, baciandolo sulle labbra con passione mista a tenerezza e felicità.  

Mick cominciò a ridere, ma la sua risata era fredda, acuta, più dolorosa di un pianto.  

Miki abbracciò Umi con amore. Era contenta per la sua amica….aspettava addirittura un bambino!  

Per fortuna quel testone di Saeba era riuscito a pronunciare le due paroline magiche, alla fine…ed era impossibile descrivere la pura felicità che si era dipinta sul volto di Kaori, quando le aveva sentite…  

Hideyuki li guardava, abbracciati, felici…innamorati, mentre una lacrima si formava all’angolo dell’occhio.  

Si era sbagliato fin dall’inizio, le parole di Kaori erano autentiche.  

La ragazzina che lui aveva amato come una sorella era cresciuta ormai, era diventata una donna forte e sicura di sé.  

Una donna che poteva prendere da sola le sue decisioni, nelle quali lui non aveva nessun diritto di intervenire.  

Sua sorella amava quello scozzese e, anche se gli costava ammetterlo, era pienamente ricambiata.  

Guardò Ryo, che accarezzava con dolcezza il ventre di Kaori.  

Una lacrima sfuggì al suo controllo, mischiandosi con la rugiada.  

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