Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prosa

 

Autore/i: Sophie

Traduttore/i: marziachan

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Un Noël décisif

 

Total: 48 capitoli

Pubblicato: 15-06-08

Ultimo aggiornamento: 30-03-09

 

Commenti: 435 reviews

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RomanceGeneral

 

Riassunto: Attenzione! Preferisco avvertirvi subito, ancora prima che ci clicchiate (se ne avete voglia)... C'è poca azione nel senso di "nessun caso"... ma questo non vuol dire che non succederà STRETTAMENTE niente... Il capitolo 1 tenta di spiegare un po' meglio...

 

Disclaimer: I personaggi di "Un Natale decisivo" sono di esclusiva proprietà di Tsukasa Hojo.

 

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Rules for translations

 

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   Traduzione :: Un Natale decisivo

 

Capitolo 8 :: Parco

Pubblicato: 10-11-08 - Ultimo aggiornamento: 10-11-08

 


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Il tempo scorreva inesorabile. Ryo sapeva di dover prendere, davvero, questa volta il cammino verso il suo appartamento. Ma qualcosa glielo impediva. Non aveva ancora preso alcuna decisione su cosa fare o cosa non fare quella sera...  

 

Doveva decidersi prima di ritrovarsi faccia a faccia con Kaori. Dopo sapeva bene che non avrebbe più avuto abbastanza tempo per riflettere obiettivamente.  

 

L’uomo alzò lo sguardo al cielo, scrutando il cielo buio e stellato. La sera della vigilia di Natale cominciava... Una serata in cui si stava in famiglia, o tra gli amici... Era usanza in questa occasione riunire attorno a sé le persone più care... Da quasi 10 anni ormai, in questa serata speciale, Ryo si ritrovava immancabilmente di fronte a Kaori. Mai avrebbe ammesso quando questo lo facesse star bene.  

 

Bene si... Ma malgrado questo, niente l’aveva convinto a cambiare le cose! Che forse quella sera...  

 

Deciso a rientrare, si lasciò dietro di lui le vie commerciali, oramai vicine alla chiusura totale...  

Solamente le vetrine restavano illuminate.  

 

 

Per quale motivo? Perché le persone infelici possano sognare davanti le vetrine sgargianti dei negozi? Perché le luci gli ricordino non solamente la loro miseria, ma allo stesso modo la loro solitudine? Per dare l’immagine di una città ricca, prospera, solidale? Mentre milioni di persone anzidetti poveri diavoli vivono sotto i ponti, mentre un’altra parte della popolazione è sotto il controllo delle bande, mentre politici corrotti mettono in atto qualsiasi cosa per soddisfare la loro sete di potere e denaro, mentre droga, sesso, alcool sono diventati le nuove divinità, mentre ognuno nasconde le proprie incrinature, chi sotto il trucco, chi sotto i tranquillanti...  

 

E io, in tutto questo? Approfitto di questa situazione... Io adoro questa situazione... Sesso, alcool, io sono l’acquirente... Allo stesso tempo, combatto per cercare di ristabilire un equilibrio. Proteggo i più deboli, offrendo loro le mie capacità singolari per permettergli di continuare. Questo mondo è marcio, ma io sono sempre vissuto in questo marciume, so come canalizzarlo, come domarlo per far uscire un barlume di luce. Senza dubbio ho l’animo e le mani sporche, ma il fiore che, qualche volta, ho aiutato a sbocciare, affrontando quelle paure e dominandole ha la purezza di una rinascita.”  

 

 

Addentrandosi nella notte, l’uomo si avviò verso casa.  

 

 

Casa! Persino utilizzare questo termine mi sembra fuori luogo... Avere una casa... un posto in cui desidero tornare... Prima non si trattava che di un luogo dove potevo dormire al riparo, relativamente al sicuro, dopo potevo ammucchiare le mie armi ed allenarmi finché colpire il bersaglio diventava un riflesso, soffocando la mia propria coscienza...  

E adesso? Ora che ci penso, io vedo il mio appartamento come un faro nella notte, un luogo dopo la sicurezza offerta non è quella del corpo ma quella dello spirito... un riposo...  

E una tortura... Un assaggio di quello che potrebbe essere se io accettassi quella mano tesa... un supplizio di Tantalo... che amo e rifiuto allo stesso tempo...  

La mia casa!  

 

 

Passò davanti il parco. Sempre aperto al pubblico, anche in questa vigilia di Natale. All’interno, le luminarie tremolavano, come se cercassero di lottare contro l’oscurità... Mentre osservava, lo sguardo perso, l’entrata aperta, una lampada abbandonò la lotta, sconfitta dal velo della notte. Si spense dopo un ultimo sussulto.  

Questa sparizione improvvisa di luce lo tirò fuori dal suo immobilismo. Lasciò la strada e entrò nel giardino.  

 

Addentrandosi nella penombra, abbandonò dietro di lui le luci e i suoni della città... Permaneva solo il lontano frastuono della tangenziale. Non restava altro che uno strano silenzio... fatto dei mormorii incessanti di Tokyo e dei trasformatori d’elettricità. Lo conosceva a memoria quel parco, ci passava quasi tutti i giorni... Per andare al Cat’s Eye o, non appena tornavano le belle giornate, per godersi la natura... Quella natura falsamente libera, ma realmente domesticata.  

 

Optò per una panchina immersa nella penombra. Lasciò che i suoi sensi prendessero le misure di quel nuovo ambiente. I suoi occhi distinsero poco a poco le forme degli alberi attorno a lui, il freddo cominciava a colpirlo, come un predatore che reclamava il dovuto... Le sue orecchie udirono più distintamente i suoni che credeva di aver abbandonato quando aveva lasciato la via principale. Ma tutto gli appariva rassicurante. Il freddo gli provava di essere ancora in vita, i suoi occhi di essere in tranquillità, le sue orecchie di trovarsi nella città che lui aveva scelto...  

 

Restò così qualche istante, senza pensare a niente, senza chiedere niente all’universo...  

 

Ma l’oggetto nella sua tasca irradiava un sordo calore. Sentiva come una pulsazione a partire dalla coscia... Come un evidente richiamo.  

 

Non era entrato in questo parco per riposarsi... C’era entrato per prendere una decisione...  

 

 

”Io che agisco solo d’istinto, eccomi qua a riflettere...”  

 

 

Sorrise alla notte.  

 

 

”Mi sono messo da solo in questa situazione. Nessuno mi ha costretto... Allora tutto sembrava così chiaro... mentre adesso, ho l’impressione di mettermi in gabbia da solo...”  

 

 

Infine, estrasse la scatolina dalla tasca.  

 

Un cofanetto nero. Semplice. Senza alcun ornamento.  

 

Lo aprì.  

 

Benché fosse notte, Ryo poté distinguere l’anello che conteneva. Ad ogni modo, l’aveva esaminato talmente a lungo che lo conosceva già alla perfezione.  

 

 

”Non avrei mai dovuto comperarti... Tu sei l’emblema del mio problema... e della sua soluzione... Tu sei come lei... sei come Kaori.”  

 

 

 


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