Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prosa

 

Autore/i: Sophie

Traduttore/i: marziachan

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Un Noël décisif

 

Total: 48 capitoli

Pubblicato: 15-06-08

Ultimo aggiornamento: 30-03-09

 

Commenti: 435 reviews

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RomanceGeneral

 

Riassunto: Attenzione! Preferisco avvertirvi subito, ancora prima che ci clicchiate (se ne avete voglia)... C'è poca azione nel senso di "nessun caso"... ma questo non vuol dire che non succederà STRETTAMENTE niente... Il capitolo 1 tenta di spiegare un po' meglio...

 

Disclaimer: I personaggi di "Un Natale decisivo" sono di esclusiva proprietà di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Un Natale decisivo

 

Capitolo 37 :: Uno dei nodi del problema?

Pubblicato: 06-03-09 - Ultimo aggiornamento: 06-03-09

 


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Dimenticò quasi subito la disputa che si era appena svolta.  

 

Qualche anno prima, questo genere di incontri gli erano famigliari. Alcune delle sue clienti non avevano bisogno di una guardia del corpo ma di un sicario. A quell’epoca, non si riteneva responsabile di quello che faceva. Non faceva altro che “seguire gli ordini” delle sue clienti. S’interessava solo di Kenny, Sonia, e poi di Mary... e di se stesso... Gli altri? Bah, se non gli aveva uccisi lui, qualcun altro l’avrebbe sicuramente fatto.  

 

Aveva bisogno di denaro. Aveva bisogno di adrenalina... A quel tempo... Scacciava i dubbi con un manrovescio e una bottiglia di alcool. Finché Maki non l’aveva costretto a guardarli in faccia e a comprenderli.  

 

Gli sembrava che fosse passata un’eternità. Ma anche a distanza di anni luce, quel Ryo esisteva sempre. Lo sapeva perfettamente. Non era una rivelazione...  

 

Ritornò alla contemplazione del porto...  

 

Perché era ancora li?  

 

Perché, quando la sua relazione con Kaori era diventata troppo intima, quando aveva compreso che non erano dei semplici soci come gli piaceva credere, non se n’era andato?  

 

”Non è quello che ho sempre fatto? Fuggire dai miei sentimenti, fuggire da quello che potrebbe attaccarmi alla vita... Trovare un'altra città, perché no un altro continente? Mettere della distanza, dimenticare?  

 

Dopo l’episodio della polvere degli Angeli in Colombia e il mio tentativo fallito di sconfiggere Kaibara, sono scappato dall’America latina in parte anche, per non sprofondare nel mio odio. Mi sono costruito una finta indifferenza a tutto quello che non ero io... Quando c’era un rischio, anche minimo, che mi attaccava, io mi giravo dall’altra parte e me ne andavo...  

 

Allora perché sono rimasto così a lungo al tuo fianco? Ogni giorno che passava rendeva la separazione più difficile e tuttavia più inevitabile... Ho sempre saputo che saremmo andati incontro ad un sicuro fallimento eppure sono rimasto accanto a te... Perché continuare a credere quando non c’è più niente in cui sperare... Non ho mai avuto la fede. Il mondo mi ha mostrato troppo spesso che i miracoli non si realizzano... Perdiamo sempre... Ci illudiamo solo per un po’...”  

 

Ma sapeva perché era rimasto...  

 

”Perché tutti questi sentimenti che ci legano mi sono preziosi. Mi rendono umano... anche se alcuni mi disgustano di me stesso... In ogni caso, questa non è più quella vuota indifferenza che mi trascinava sempre più in basso... che mi faceva credere che l’unico scopo era quello di non soffrire, di sopravvivere senza attaccarsi a niente...”  

 

Poteva sopportare il disgusto verso sé stesso che lo impregnava... Poteva sopportare il dolore di averla persa e il modo in cui aveva raggiunto i suoi scopi... ma restava un sentimento che non accettava di provare... che voleva rifiutare interamente... ma che non riusciva ad impedirsi di sentire...  

 

”La delusione...  

 

Sono deluso di vedere che tu hai rinunciato... Anche se so di essermi spinto troppo oltre, troppo a lungo... Però mi sarebbe piaciuto che tu mi accettassi anche nella mia nefandezza più abietta, anche nei miei momenti più spregevoli...  

 

Che tu perdonassi tutti i miei trascorsi.  

 

Che tu perdonassi tutte le mie menzogne.  

 

Che tu perdonassi tutte le sofferenze inflitte.  

 

Che tu rimanessi accanto a me nonostante quello che sono...”  

 

Mick l’aveva un giorno qualificato come “ambiguo” e aveva ragione, lui era ambiguo.  

 

”Amo Kaori al punto di sacrificarmi per lei e rifiutare di trascinarla nell’oscurità del mio mondo. Dall’altro canto, io l’ho messa con le spalle al muro, fino all’esaurimento delle sue ultime forze. Per me, lei è andata al di là di quello che potevo chiedere, persino esigere, al di là di quello che poteva donare, al di là di quello che chiunque poteva offrire senza distruggersi completamente... e nonostante ciò, c’è l’ho con lei...  

 

C’è l’ho con lei d’essere più forte di me nella sua fiducia e più debole nella menzogna... Poiché io ho mentito e l’ho convinta...  

 

Cosa dimostra questo?”  

 

“Sennonché lei non ti ama abbastanza... che il vero “te” non potrà mai soddisfarla.” Mormorò una piccola vocina maligna...  

 

E questo greve pensiero gli fece ancora più male dell’idea di perderla...  

 

Perché questo era il vero Ryo Saeba. Un uomo che aveva annientato la donna che amava, con una piccola briciola di piacere, di esultanza di vittoria e, per finire, le rimproverava di aver rinunciato... Era ignobile.  

 

C’è l’aveva con lei per aver resistito e poi ceduto... c’e l’aveva con lei di essere umana quando la ringraziava di averlo umanizzato, di averlo tirato fuori dal suo cerchio di sopravivenza.  

 

La sua propria ipocrisia gli faceva paura. Si disgustava di sé stesso...  

 

Era lì, la motivazione dissimulata... La ragione nascosta della sua così lunga indecisione... Ovviamente, c’era la paura spaventosa di perderla a causa della malavita... di vederla morire o di traviare la particolare personalità che la costituiva, miscuglio di calore e di innocenza, di ingenuità e di conoscenza dell’animo umano...  

 

”Ma c’è soprattutto il mostruoso terrore che lei si renda conto della realtà... che a forza di frequentarmi, lei si accorga che non posso meritarla... Che le permetta finalmente di penetrare nel mio cuore e che lei lo disprezzi, con giusto titolo, d’altronde... Lei sarebbe la terza persona che mi scopre. E la terza che mi abbandona...”  

 

I suoi occhi si fecero duri. Senza volerlo, aveva finalmente messo il dito in uno dei nodi del suo animo... probabilmente non il solo... Come sapere quanti segreti nascondeva un uomo come lui? Con quante ferite conviveva? Persino lui lo ignorava con esattezza... Ma queste gli impedivano realmente di lasciare una possibilità a Kaori...  

 

La sua propria ipocrisia lo nauseava...  

 

Non sapeva nemmeno più chi voleva veramente proteggere... chi non voleva più far soffrire... chi voleva accontentare...  

 

”Tutti i miei segreti...  

 

Strano, io non sono niente, non sono nessuno... Un’ombra fra le ombre... e nonostante ciò, ho così tanto da nascondere...  

 

Con te, mi sono sempre accontentato di silenzi... Tutto quello che non ti ho mai detto... Su di noi ovviamente ma non solo...  

 

Sul mio passato che ti ho sempre taciuto... finché non mi ha raggiunto. E anche allora, è stato necessario che fossero Mary e Falcon a fare il primo passo, che mi spingessero e mi impedissero di sottrarmi... Era la paura che tu ti accorgessi di quanto non ti meritavo? Che per così tanto tempo io ti avevo ingannato?  

 

Ho creduto che non dire niente avrebbe fatto sparire questi ricordi... Come avevo creduto che cambiare continente mi avrebbe permesso di dimenticare chi ero.  

 

Ma ci sono anche tutti i momenti in cui fuggo. Non ti racconto le notti nei locali, l’alcool che prendere il posto della ragione, il sesso che si sostituisce all’amore...  

 

Non ti racconto nemmeno i lunghi inseguimenti, il momento in cui ridivento il predatore, in cui la mia umanità svanisce per la rabbia di uccidere. La sensazione di potenza che mi invade quando il mio bersaglio ancora ignora di essere già morto. Quando la pallottola sparata dalla mia magnum parte in linea retta verso l’obbiettivo che gli ho assegnato. Quando l’odore della polvere da sparo mi fa sentire così vivo come il sudore delle donne...  

 

Come potrei dirle questo?  

 

Non si può raccontare tutto... giustificare tutto... sopportare tutto...  

 

E’ più facile lasciare che siano i silenzi ad occupare lo spazio che ci circonda.  

 

Se alcuni sono riempiti di comunicazioni tra le persone, i miei sono dei muri che erigo davanti a me. Per proteggere te così come per proteggere me.  

 

Sono così numerosi che diventano tangibili. Immobili... tenaci... minacciosi... Sempre più... sempre un po’ meno distruttibili...  

 

E stupidamente, è stato quando ho deciso di venire verso di te, di lasciarti una possibilità di conoscermi, a te che mi hai già accettato, che ho messo il piede in fallo...  

 

Ho aperto la bocca e, consciamente, ho distrutto tutto quello che avevi impiegato così tanto tempo a costruire... tutto quello di cui io ti sono così riconoscente...  

 

E’ stato così semplice da fare, così facile...  

 

Così semplice...”  

 

 

 

 

 


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