Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG - Prose

 

Author: I_love_Ryo

Status: Completed

Series: City Hunter

 

Total: 5 chapters

Published: 19-04-05

Last update: 20-04-05

 

Comments: 2 reviews

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ActionRomance

 

Disclaimer: Les personnages de "Il ritorno della sweeper" sont la propriété exclusive de Tsukasa Hojo.

 

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   Fanfiction :: Il ritorno della sweeper

 

Chapter 2 :: Capitolo 2

Published: 19-04-05 - Last update: 19-04-05

 


Chapter: 1 2 3 4 5


 

Kaori fu svegliata da una dolce risata di bambino. Aprì gli occhi e vide Yuki che giocava con Lex in mezzo al letto.  

 

“Buongiorno” disse e il bambino corse subito ad abbracciarla.  

 

“Ciao mamma” rispose il piccolo.  

 

“Ciao, hai dormito bene?” le chiese Lex baciandole la fronte.  

 

“Si, grazie. Ma lui che ci fa già alzato alle 7 del mattino?” disse indicando Yuki che stava scendendo dal letto.  

 

“Veramente è già un’ora che è sveglio. E’ entrato ed è saltato sul letto” rispose Lex alzandosi e indossando la sua vestaglia nera.  

 

“Non mi sono accorta di niente” disse Kaori stiracchiandosi e mettendo i piedi fuori dal letto.  

 

Dopo la colazione Kaori aiutò Lex a preparare il necessario per il viaggio.  

 

“Kaori, starò via solo due giorni, non ti sembra di esagerare?” disse l’uomo divertito nell’osservare la valigia stracolma di roba.  

 

“Meglio troppo che poco” rispose lei tentando di chiuderla.  

 

Lex la aiutò e poi scesero nell’ingresso. In quel momento suonò il campanello e il maggiordomo fece entrare un assonnato Ryo.  

 

“Buongiorno signor Saeba” lo salutò Lex uscendo dal salotto.  

 

“Buongiorno signor Luthor” rispose.  

 

“Tra un quarto d’ora me ne dovrò andare quindi mi sbrigo a spiegarle come funziona il sistema d’allarme della casa” aggiunse Lex e condusse Ryo sul retro.  

 

Appena tornati incontrarono Kaori.  

 

“Amore, io devo andare” le disse Lex prendendo giacca e valigetta.  

 

“Ok, ti accompagno alla macchina” e uscirono in giardino.  

 

La limousine era parcheggiata davanti all’ingresso e gli uomini del servizio di sicurezza erano in attesa di partire.  

 

“Signor Saeba, io dovrò assentarmi per almeno un paio di giorni, se vuole può rimanere qui a dormire, lo spazio non manca, e poi mi sentirei più sicuro” propose Lex prima di salire sull’auto.  

 

“Come lei desidera, signor Luthor” rispose Ryo.  

 

“Bene. Kaori ti chiamo appena arrivo, salutami Yuki” disse e dopo averla baciata salì in auto e partì.  

 

Kaori e Ryo rimasero ad osservare la limousine che usciva dal cancello e poi entrarono in casa. Dopo alcuni attimi di silenzio Ryo disse:  

 

“Allora, devi fare qualcosa in particolare? Devi andare da qualche parte?”  

 

“Per il momento no, anche se devo andare a vedere cosa sta combinando Yuki, le urla della cameriera promettono male” rispose Kaori guardando una porta da cui provenivano le risate di un bambino e la voce alterata di una donna.  

 

Kaori entrò e vide Yuki che stava saltando con le scarpe indosso su un preziosissimo divanetto dell’Ottocento.  

 

“Yuki! Scendi subito da lì, lo sai che non puoi saltare sul divano!” lo rimproverò Kaori.  

 

“Scusa mamma” disse il bambino un po’ afflitto e corse giù per le scale ma andò a sbattere contro le gambe di Ryo.  

 

“Ahi!” esclamò cadendo all’indietro ma Ryo prontamente lo prese per evitare che sbattesse nel gradino di marmo.  

 

“Ehi, piccolo, ti sei fatto male?” gli chiese poi rimettendolo in piedi.  

 

“No, ma la mamma mi ha sgridato” rispose Yuki.  

 

Kaori aveva assistito alla scena, stupita della confidenza che il bambino aveva dimostrato con un estraneo.  

 

“Yuki, non disturbare il signor Saeba” gli disse poi raggiungendoli.  

 

“Ok. Mamma, posso andare a giocare in giardino con i cani?” le chiese il bambino.  

 

“Si, ma fatti accompagnare da Mariko. Vai a chiamarla” rispose Kaori accarezzandogli la testa e il bambino corse in cucina a chiamare la cameriera.  

 

Ryo aveva osservato madre e figlio con insolita tenerezza.  

 

“E’ davvero un bel bambino, ti somiglia” disse a Kaori.  

 

“Già ma è anche un diavoletto” disse lei.  

 

“Senti Kaori, ti va se ci sediamo e parliamo un po’?” le chiese lui.  

 

“Con piacere, andiamo su in terrazza così posso tenere d’occhio Yuki” e salirono al piano superiore.  

 

Per un po’ osservarono il bambino che giocava con i due Labrador e poi si sedettero.  

 

“Quanti anni ha Yuki?” chiese Ryo.  

 

“Tre” rispose secca Kaori.  

 

“E da quanto tempo siete fidanzati tu e Lex?”  

 

“Tre” rispose di nuovo.  

 

“Cavolo, non avete perso tempo!” disse Ryo sorridendo.  

 

“No, ti sbagli, Hideyuki non è figlio suo” disse Kaori.  

 

“Ah… Ma da quello che ho capito è come se lo fosse”  

 

“Già, gli vuole un mondo di bene. Sono stata fortunata ad incontrare Lex, lui non si è tirato indietro e lo ha accettato. Altri al suo posto forse non l’avrebbero fatto”  

 

“Ma il padre chi è?” “Il padre? Beh… io volevo dirtelo ma…” balbettò Kaori e lo guardò negli occhi.  

 

“Non mi starai mica dicendo che… no, non può essere…”  

 

“Perché ti stupisci? Non hai visto che ti somiglia da morire?” disse Kaori guardando il bambino disteso sul prato.  

 

“Ma Kaori… perché non me lo hai mai detto?”  

 

“Credi che per me sia stato facile? Quando l’ho scoperto ero già negli Stati Uniti e in quel periodo l’ultima cosa che volevo fare era parlare con te” disse lei.  

 

“Allora perché non lo hai fatto dopo?”  

 

“Perché non sapevo se sarebbe stato giusto o no, sia per lui che per te, soprattutto dopo quello che mi hai fatto” rispose Kaori e i suoi occhi si inumidirono di lacrime.  

 

“Quindi è stata una specie di vendetta” sentenziò Ryo.  

 

“No, Ryo, ti giuro che non l’ho fatto per vendicarmi. Ho solo pensato che anche se te lo avessi detto non sarei tornata comunque. Dopo quel giorno non ci siamo più sentiti né visti e io non mi sono mai congratulata con te per come riuscisti ad illudermi e poi a spezzarmi definitivamente il cuore. Sei stato davvero bravo, volevi sbarazzarti di me e ci sei riuscito” disse lei scoppiando a piangere.  

 

Ryo rimase in silenzio, fu Kaori a continuare dopo che si fu calmata.  

 

“In questi tre anni ho fatto di tutto per dimenticarti e grazie a Lex ci sto riuscendo ma non potrò mai scordarti del tutto perché ci sarà sempre il volto di Yuki che mi farà pensare a te. Ti prego Ryo, non rendermi le cose ancora più difficili, smettiamo di parlare del passato”  

 

“Voglio solo dirti un’ultima cosa, credimi io quel giorno non ti tradii di proposito e quando mi resi conto di cosa stavo facendo era ormai troppo tardi perché tu eri lì, a fissarmi impietrita sulla porta, e seppi subito che non mi avresti mai perdonato. E comunque anch’io non ti ho ancora dimenticata” e detto questo rientrò in casa lasciando Kaori da sola con il suo dolore e le sue lacrime.  

 

Ryo scese in giardino e si sedette su un gradino, osservando il piccolo Yuki che giocava. Non poteva ancora credere che fosse suo figlio, quel pensiero lo rendeva felice ma anche triste. Il bambino lo vide e gli si avvicinò.  

 

“Ciao, come ti chiami?” gli chiese il piccolo.  

 

“Ryo, Ryo Saeba” rispose.  

 

“Sei un amico della mamma?”  

 

“Si, e tu ti chiami Hideyuki” e il bambino annuì con la testa.  

 

“E’ bella la mia mamma, vero?”  

 

“Certo, è bellissima” rispose Ryo.  

 

“Anche più bella di prima” pensò.  

 

“Mamma mamma! Ryo ha detto che sei bella!” gridò il bambino vedendo arrivare Kaori.  

 

“Davvero? Mi fa piacere” gli disse.  

 

“Yuki, go in the living room, the dinner is ready” aggiunse poi in inglese.  

 

“Yes, mum” rispose il bambino e corse subito in casa.  

 

“Perché gli hai parlato in inglese?” chiese Ryo.  

 

“Perché Lex vuole che impari tutte e due le lingue” spiegò Kaori.  

 

“Kaori… ma Lex sa chi sono io?” le chiese poi a bruciapelo.  

 

“Certo che lo sa, sa tutto di te e me e credo sia per questo che ti ha ingaggiato come guardia del corpo” rispose lei.  

 

“Andiamo, il pranzo è pronto” aggiunse poi rientrando.  

 

 


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