Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG - Prose

 

Author: I_love_Ryo

Status: Completed

Series: City Hunter

 

Total: 5 chapters

Published: 19-04-05

Last update: 20-04-05

 

Comments: 2 reviews

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ActionRomance

 

Disclaimer: Les personnages de "Il ritorno della sweeper" sont la propriété exclusive de Tsukasa Hojo.

 

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   Fanfiction :: Il ritorno della sweeper

 

Chapter 4 :: Capitolo 4

Published: 20-04-05 - Last update: 20-04-05

 


Chapter: 1 2 3 4 5


 

Arrivarono in un attimo al Cat’s Eye dove Miki e Umi li accolsero con del caffè e del latte per Yuki. Ryo spiegò la situazione agli amici che non sembrarono molto convinti del loro piano.  

 

“Secondo me è una follia” disse Miki.  

 

“Non abbiamo altra scelta” dichiarò Kaori.  

 

“Hai detto che il tuo fidanzato è stato rapito ad Osaka, giusto?” chiese Umi e Kaori annuì.  

 

“Allora so dove lo hanno portato” affermò.  

 

“Cosa? Come fai a saperlo?” domandò Kaori balzando in piedi.  

 

“Ieri pomeriggio mi trovavo lì per un lavoro, ero al porto e stavo tenendo d’occhio alcuni trafficanti di armi quando ho visto un’auto ferma di fronte al magazzino 23. Dall’auto sono usciti tre uomini che ne trascinavano un altro incappucciato. Ho pensato che si doveva trattare di yakuza ma ora che ho sentito la vostra storia credo proprio che si tratti di Lex” spiegò Umi.  

 

“Ryo dobbiamo subito andare ad Osaka!” esclamò Kaori.  

 

“Ma non possiamo essere sicuri che si tratti di Lex” disse Ryo.  

 

“Quanti rapimenti credi che avvengano ad Osaka?! E’ sicuramente lui, dobbiamo partire subito!” dichiarò Kaori.  

 

“Ok, faremo un sopralluogo e se è lui allora agiremo stasera. Non è prudente muoversi alla luce del sole” disse Ryo.  

 

Kaori fu d’accordo e dopo aver salutato Yuki, Miki e Umi tornarono alla villa.  

 

 

Kaori era sempre più nervosa e Ryo le consigliò di dormire per qualche ora. Lei accettò il consiglio e si svegliò solo all’ora di pranzo. Quando scese in sala trovò Ryo intento a pulire la sua Phyton.  

 

“Ciao, come stai?” la salutò lui.  

 

“Adesso un po’ meglio, grazie. Ancora con la Phyton?” gli chiese lei.  

 

“Certo, non la cambierei con niente al mondo” rispose “Già, sembra che lei sia l’unica donna della tua vita” lo punzecchiò Kaori.  

 

“Ehi, non credere che in questi anni io non mi sia dato da fare” esclamò lui spazientito.  

 

“Oh, non lo metto in dubbio! In fondo sarai sempre lo stallone di Shinjuku anche se con qualche hanno in più!” continuò lei divertita.  

 

“Dov’è finita la tua preoccupazione?” le domandò.  

 

“Stavo solo cercando di sdrammatizzare. Piuttosto, la mia pistola è a posto, l’ho pulita prima di partire” gli rispose.  

 

“Non mi dirai che in questi anni hai continuato a usarla” disse Ryo stupito.  

 

“Certo che sì, nel giardino della villa di Los Angeles abbiamo un piccolo poligono” affermò Kaori.  

 

“Sei piena di sorprese, credevo che tu non volessi più avere nulla a che fare con questo mondo” le disse Ryo.  

 

“Sparare mi aiuta a scaricare la tensione, quando stavo con te c’erano i martelli ma da tre anni non li uso più e in qualche modo mi devo sfogare” dichiarò lei ironica.  

 

“Aaaah, ancora con queste frecciatine, basta!” esclamò Ryo.  

 

“Ok, la smetto! Quando si parte?” tagliò corto lei.  

 

“Subito dopo aver pranzato. Sei d’accordo?” le domandò.  

 

“Va benissimo. Vado subito a dire alla cuoca di prepararci qualcosa di veloce” rispose Kaori e si avviò verso la cucina.  

 

 

Erano circa le due del pomeriggio quando uscirono di casa e salirono in auto. Questa volta Kaori si rassegnò a salire sul vecchio macinino di Ryo perché avrebbero dato meno nell’occhio. Dopo quasi due ore arrivarono ad Osaka (NdA: in realtà non lo so quanto tempo ci si impieghi… facciamo finta che sia vero!!) . Trovare il magazzino fu un gioco da ragazzi ma tentare di non farsi vedere fu più complicato perché il molo era deserto. Decisero di appostarsi dal lato opposto e di aspettare. Il tempo passava lentamente e nessuno entrava o usciva dal magazzino.  

 

“Ryo non ce la faccio più ad aspettare!” esclamò Kaori.  

 

“Ok, proviamo ad andare sul retro, forse riusciremo a guardare dentro da una delle finestre” disse Ryo.  

 

Sul retro del magazzino c’erano due finestre ma erano troppo distanti da terra.  

 

“Prendimi sulle spalle così ci arrivo” disse Kaori.  

 

“Sei sicura? Mi sembra sempre troppo alto” le disse Ryo osservando scettico la finestra.  

 

“Non è così alto, fa’ come ti dico” gli ordinò Kaori.  

 

Ryo era poco convinto ma era l’unico modo per guardare all’interno.  

 

“Allora? Cosa vedi?” le chiese dopo averla issata sulle sue spalle.  

 

“Mi sembra che ci siano almeno cinque uomini. Tre sono seduti ad un tavolo e gli altri due stanno parlando ma non riesco a sentire” riferì lei.  

 

“E Lex?” chiese ancora Ryo.  

 

“Da qui non vedo bene però mi pare che sulla sinistra ci sia qualcuno seduto su una sedia” disse sporgendosi in avanti.  

 

“Spostiamoci all’altra finestra, forse avremo più fortuna. Però abbassa la testa!” disse Ryo muovendosi verso sinistra.  

 

“Fermo! Ora lo vedo! E’ incappucciato ma deve essere per forza Lex!” esclamò Kaori.  

 

“Kaori non urlare! Vuoi che ci scoprano?” le intimò Ryo.  

 

“Ehm… troppo tardi! Uno mi ha appena visto!” disse lei.  

 

“Porca miseria! E lo dici così?! Forza, scendi!” le disse e la scaraventò quasi per terra.  

 

Si misero a correre in direzione del molo e i due uomini che uscirono iniziarono a sparare. Avevano quasi raggiunto l’auto quando un proiettile colpì di striscio Kaori alla gamba destra facendola cadere.  

 

“Kaori!” gridò Ryo.  

 

“Ryo scappa! Non pensare a me!” gridò lei.  

 

Ryo estrasse la pistola ma i due uomini puntarono le loro contro Kaori.  

 

“Bene bene, così adesso abbiamo anche la fidanzata del nostro Lex. Tu, se vuoi rivederli vivi vedi di portare i soldi qui stanotte all’una” ordinò uno dei due a Ryo.  

 

“Ryo fa’ come ti dice, ti prego!” lo scongiurò Kaori.  

 

Ryo avrebbe voluto agire ma non voleva mettere in pericolo né Kaori né Lex così risalì in auto e partì.  

 

I due uomini portarono Kaori all’interno del magazzino e la legarono ad una sedia accanto a Lex.  

 

“Kaori! Cosa ci fai qui?” le chiese lui stupefatto.  

 

“E’ una storia lunga. Piuttosto, stai bene?” domandò lei.  

 

“Si, sto bene ma Saeba dov’è?” continuò lui.  

 

“Era con me solo che come al solito io mi sono fatta prendere. Comunque non devi preoccuparti, vedrai che troverà il modo di tirarci fuori di qui” disse un po’ sconsolata.  

 

“Ehi, state zitti! Altrimenti vi imbavaglio!” ordinò loro uno degli uomini.  

 

“Cominciate a pregare perché quando City Hunter tornerà non avrete il tempo di fare nulla!” esclamò Kaori risoluta.  

 

“City Hunter?! Quel tipo di prima era City Hunter? Allora ci sarà da divertirsi!” disse l’uomo ridendo.  

 

 

 

Intanto Ryo si era allontanato dal porto in cerca di una cabina telefonica. Appena ne trovò una chiamò Umi e gli spiegò la situazione. L’amico non si rifiutò di aiutarlo e si mise subito in viaggio. Quando Umi arrivò erano quasi le sei del pomeriggio. I due sweeper si misero d’accordo su come agire e tornarono al magazzino. Intorno regnava il silenzio, a volte infranto dal grido acuto e lamentoso dei gabbiani. Ryo aveva con sé una ventiquattrore con all’interno dei soldi falsi. Alle sei in punto bussò alla porta del magazzino.  

 

“Fammi entrare, ho portato i soldi” disse all’uomo che gli aveva aperto.  

 

“Prima getta la pistola” gli ordinò.  

 

Ryo ubbidì e l’uomo lo fece passare. Al centro della stanza stavano Kaori e Lex, la ragazza appena lo vide tentò di dirgli qualcosa ma uno dei rapitori la fermò puntandole la pistola alla tempia.  

 

“Allora, City Hunter, sei pronto a morire?” disse poi a Ryo.  

 

“Io non credo che morirò tanto presto, voi piuttosto dovreste fare più attenzione” dichiarò Ryo spavaldo.  

 

“Non mi sembri nella condizione di poter scherzare, caro Saeba, sei disarmato” ribattè l’uomo.  

 

“Credi che senza pistola io non possa uccidervi?” chiese Ryo.  

 

“So che saresti capace di farlo ma non con quattro pistole puntate contro” rispose.  

 

“Allora vediamo chi ha ragione” disse Ryo e con uno scatto felino si gettò a terra facendo cadere l’uomo più vicino a lui.  

 

Gli altri tre uomini iniziarono a sparare ma un boato fece tremare le pareti.  

 

“Che cazzo succede?!” esclamò il capo ma Ryo non gli fece terminare la frase e gli puntò una pistola alla tempia.  

 

“Bene, adesso vediamo cosa fai” gli disse “Hai fatto un grosso errore a metterti contro di me e adesso ne pagherai le conseguenze” aggiunse con occhi di ghiaccio.  

 

“Ehi, no, aspetta, non volevamo mica ammazzarti, volevamo spaventarti un po’, tutto qui…” balbettò l’uomo.  

 

“Ah si? Allora adesso tocca a me! Forza Umi, inizia lo spettacolo!” gridò Ryo e uno squarcio si aprì nella parete di fronte a loro.  

 

Umi entrò sparando colpi di bazooka e rincorrendo divertito gli uomini che scappavano terrorizzati. Intanto Ryo liberò Kaori e Lex e li portò in fretta fuori dal magazzino.  

 

“State bene?” chiese loro quando furono al riparo.  

 

“Si, grazie signor Saeba” rispose Lex.  

 

“Vedo che Umi non è per niente cambiato” disse Kaori osservando il magazzino in fiamme.  

 

“Che ci vuoi fare? Uno scimmione rimane per sempre uno scimmione” disse Ryo ridendo.  

 

Poco dopo Umi uscì soddisfatto dalle macerie e tutti insieme presero la strada per Tokyo.  

 

Ryo accompagnò Kaori e Lex prima al Cat’s Eye per riprendere Yuki e poi alla villa.  

 

“Ryo, rimani a cena” lo invitò Kaori.  

 

“Si, signor Saeba, mi sembra il minimo che possiamo fare per lei” aggiunse Lex.  

 

“Accetto volentieri” disse Ryo guardando il piccolo Yuki che gli sorrideva.  

 

La cena fu davvero rilassante per tutti e la serata fu una delle migliori che Ryo trascorse dopo tanto tempo. Anche Kaori era felice, soprattutto perché si era accorta che tra Yuki e Ryo si era instaurato un certo feeling. Mezzanotte arrivò presto e i tre decisero di darsi appuntamento per il mattino seguente.  

 

 

 


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