Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prose

 

Author: newxyz

Status: Completed

Series: City Hunter

 

Total: 3 chapters

Published: 28-06-07

Last update: 06-07-07

 

Comments: 11 reviews

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General

 

Summary: " Sono passati ormai otto anni dal giorno in cui incontrai l'uomo della mia vita, il mio amore più importante, che è durato tre ore, più un'estate, più il resto della mia vita..."

 

Disclaimer: I personaggi di "Titolo da cambiare" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

Tricks & Tips

Some pieces of advices to authors

 

- Check the grammar and spelling of your stories. - Read your story at least once. - Try to write chapters of at least 2 pages and of a maximum of 6-7 pages. - Try to update your story regularly.

 

 

   Fanfiction :: Un incrocio di sguardi, una scintilla

 

Chapter 1 :: Capitolo uno

Published: 28-06-07 - Last update: 28-06-07

Comments: //

 


Chapter: 1 2 3


 

Capitolo 1  

 

Sono passati ormai otto anni dal giorno in cui incontrai l’uomo della mai vita, il mio amore più importante, che è durato tre ore, più un’estate, più il resto della mia vita.  

Era il maggio del 1986.  

Da qualche anno mi ero trasferita dal Giappone a Los Angeles insieme ai miei. Mio padre, infatti, era stato trasferito lì per lavoro e così io avevo dovuto lasciare Shinjuku e seguire loro.  

Quel giorno ero a casa di Matt, un mio compagno di università, per festeggiare il suo compleanno. Ci trovavamo nella sua villa in campagna.  

Eravamo circa un centinaio e io ne conoscevo circa un terzo. Alcuni erano immersi nella piscina a schizzarsi come bambini, altri giocavano a pallavolo, altri ancora si erano appartati all’interno della casa per divertirsi in due o più.  

Io avevo 20 anni e frequentavo la facoltà di medicina. Ero timida, romantica, insicura e molto ingenua.  

A quei tempi stavo con Mick, un ragazzo alto, biondo, con gli occhi azzurri. Aveva tre anni in più di me e lavorava nella gioielleria dei suoi. Lui mi voleva bene, mi amava, però mi annoiava. Era molto dolce e premuroso, ma io sentivo che la fiamma che bruciava per lui si stava pian piano spegnendo.  

In quel momento stava giocando a calcio insieme ad alcuni suoi amici, mentre io mi ero seduta sotto un ombrellone a leggere un libro. Era “Le spie non devono amare” di Scerbanenco. Ho sempre adorato quel romanzo. La storia d’amore tra Ornella e Falk mi toccava il cuore. A mick queste cose non piacevano. Preferiva cose più da “duri”, come le definiva lui. Si dimostrava romantico solo quando eravamo soli e nessuno poteva vederci.  

Comunque io ero lì, tranquilla, talmente immersa nella lettura da non vederlo neanche arrivare, il mio destino. Il destino mi dice  

–Ehi!-  

Mi volto di scatto ed il cuore mi fa una capriola nel petto: due occhi di velluto nero mi stavano fissando. La festa ed il rumore scompare, svanisce. Loro, invece, sono perfettamente visibili. Gli occhi, voglio dire. E, intorno a quelle due pozze scure, vedo la pelle abbronzata, le labbra distese in un sorriso sexy, i capelli corvini ribelli. Quando si avvicina, quasi mi sfiora. Mi dice in un orecchio  

-Vieni via con me-  

sento il suo fiato caldo solleticarmi il collo. Resto imbambolata, muta. Inspiro e gli sorrido.  

-Sei bellissima. Che ci fai qui?- mi prende per la mano –Andiamo-  

Me lo dice in un modo proprio disarmante: così virile e così diretto che non posso dirgli di no. Mi gira la testa e mentre mi gira la casa si dissolve, spariscono tutti i miei amici; senti i nostri passi che riecheggiano nella sala e poi, aperta la porta, ce ne andiamo.  

Indossa un paio di pantaloni neri ed un maglietta rossa. Io ho un vestito rosa incrociato sulla schiena e dei sandali dello stesso colore.  

Mentre camminiamo, lui mi tiene per mano e mi parla. Anche lui, come me, è giapponese. Si chiama Ryo, ha 24 anni, suona la batteria e adora strafogarsi di dolci. Sua madre è inglese, per questo parla così bene questa lingua.  

Senza accorgercene, attraversiamo mezza città, ridendo e scherzando, guardandoci sempre negli occhi. Passiamo per il parco, vicino ad un laghetto. Poi, ad un certo punto, fa un cosa che non ho mai dimenticato: mi solleva per la vita e mi fa girare, sorridendomi dolcemente. Io rido per il solletico ed intanto la gente ci guarda. Sembriamo due ragazzini in fuga dalla scuola.  

Ci compriamo due tranci di pizza, io ai wurstel, lui prosciutto e funghi e due lattine di coca-cola.  

Mi racconta del suo viaggio iniziato a Tokyo, di suo fratello avvocato, di suo padre commercialista.  

Io, invece, gli parlo del mio sogno di diventare una veterinaria, desiderio che avevo fina da quando ero piccola, del mio amore per la musica, della mia nostalgia di Shinluku.  

E poi, quando mi dice –Kaori, finiti gli esami, ce ne andiamo in Giappone- scoppio a ridere e gli dico –Certo, partiamo-  

Sono così felice che lo bacio lì, in mezzo alla strada e quando riapriamo gli occhi, c’è un autobus fermo ad una spanna da noi, con l’autista che ci guarda e scuote la testa. E io, che dovrei sentirmi sprofondare perché sono timidissima, invece mi senti bene, guardo Ryo, guardo l’autista e mi sembra di volare.  

Ma non volo per niente, resto lì, lo prendo per mano. All’improvviso mi viene in mente una cosa pazzesca e lui la capisce al volo. Entriamo in un bar che sta dall’altra parte della strada, c’è ressa, nessuno si accorge di noi,ci infiliamo nel bagno delle donne. Io lo spogli lentamente e lui spoglia me. Quello che basta. Mi arrampico sul lavandino, lui i tiene, mi aggrappo a lui. Gridiamo, ci baciamo e gridiamo ancora. A ripensarci mi tremano ancora le gambe. Il cuore ci esplode insieme, aiuto…Come prima volta è stato bellissimo. Certo, quando si è giovani, si pensa che la prima volta che si farà l’amore, sarà in un letto comodo, con petali di rosa e candele…ma quell’episodio frenetico nel bagno era stato meraviglioso. Mi bastava essere con Ryo, non desideravo altro.  

Poi, quando usciamo, sembriamo reduci da un bagno turco e da un’apnea.  

Quando passa l’apnea, passa anche la vecchia vita. Quella con Mick, intendo. Restano solo queste ultime tre ore, questa passeggiata, i baci ed un orgasmo da pazzi.  

È una costatazione che mi riempie, all’improvviso, di sgomento e, all’improvviso, mi svuota. Così mi stacco da Ryo. Lo guardo, lo amo. Gli dico  

-Non sono pronta, lasciami scomparire per un po’; però aspettami, chiudi gli occhi-  

E salgo sul primo autobus che passa.  

Addio.  

 

 


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