Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Author(s): Sophie

Translator(s): marziachan

Status: Completed

Series: City Hunter

Original story:

Un Noël décisif

 

Total: 48 chapters

Published: 15-06-08

Last update: 30-03-09

 

Comments: 435 reviews

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RomanceGeneral

 

Summary: Attenzione! Preferisco avvertirvi subito, ancora prima che ci clicchiate (se ne avete voglia)... C'è poca azione nel senso di "nessun caso"... ma questo non vuol dire che non succederà STRETTAMENTE niente... Il capitolo 1 tenta di spiegare un po' meglio...

 

Disclaimer: I personaggi di "Un Natale decisivo" sono di esclusiva proprietà di Tsukasa Hojo.

 

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   Translation :: Un Natale decisivo

 

Chapter 32 :: Quello che ho nel cuore [2/2] - Una questione... di vittoria

Published: 17-02-09 - Last update: 17-02-09

 


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Il silenzio s’installò tra di loro. Ma la donna sentiva l’urgenza di non lasciarlo andare per le lunghe.  

 

Prese quindi un profondo respiro, cercando, nel più profondo di sé stessa, abbastanza coraggio per continuare... per raggiungere Ryo...  

 

»Io ti accetto come sei Ryo... I tuoi pregi e i tuoi difetti. I tuoi silenzi, le tue menzogne compensate dai tuoi sorrisi, le tue azioni, la tua aura... Ma un giorno riuscirai ad allontanarmi da te... definitivamente...  

Hai talmente l’aria... di avere paura di me. Ho l’impressione di stancarti... Un giorno, mi arrenderò. Non si può lottare contro dei mulini a vento... Ci si sfinisce inevitabilmente.  

E’ necessario che tu faccia una scelta... o perderemo, entrambi... e molto più che un semplice partner...«  

 

»Hai finito il tuo bel discorsetto? E’ lo champagne che ti fa questo effetto?«  

 

»Ma...«  

 

»Hai voluto cambiarmi? E’ cosi?«  

 

»Per niente!!! Lo sai che è falso! Ho creduto di poter far uscire quella parte che nascondi dentro di te, cancellare un istante quel dolore che si cela sempre dietro il tuo sguardo!«  

 

»E cosa hai scoperto? Che non ti avevo mai mentito? Che sono solo un festaiolo fannullone che si trasforma in predatore? Che utilizzo il mio unico dono per assicurarmi il pasto? Che la mia python è la mia sola vera compagna? E’ questo quello che hai scoperto? Sono questi i tuoi mulini a vento Kaori?«  

 

»...«  

 

»Allora stai tranquilla, non sono illusioni! E’ la verità... Benvenuta nel mondo reale Kaori!«  

 

»Perché mi dici questo?«  

 

Lei aveva ritrovato la sua calma per contrastare quella di lui. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di farla arrabbiare, non questa volta!  

 

Forse perché non ne aveva più la forza?  

 

Ciò nonostante, dentro di lei c’era una vera tempesta, un esplosione di sentimenti contradditori... ed un timore sempre più opprimente, che minacciava di devastare ogni cosa al suo passaggio.  

 

Comprese che qualsiasi cosa lei avesse detto, qualsiasi cosa lei avesse confessato, lui non l’avrebbe ascoltata.  

 

»Perché mi fa innervosire questo tuo idealizzarmi...«  

 

Il sangue le salì alla testa. Lei stava cercando di raggiungerlo e lui osava risponderle così? Non era un giocattolo!  

 

»Perché io ti idealizzo? Tu, un pervertito senza scrupoli? Un satiro degli spogliatoi femminili? Il cui l’unico neurone connesso pensa solo a rubare biancheria?«  

 

»Lo vedi che mi idealizzi...«  

 

»Ma cosa vuoi, insomma!? Che me ne vada o che rimanga? Che mi inchini davanti alla sua scelta? Quale scelta d’altronde? Sei patetico nella tua incapacità ad assumerti...«  

 

»Assumermi cosa? E tu allora?«  

 

»Io... non sparo sulle foto!!!«  

 

Lui ignorò questa affermazione ben giustificata. Sembrava infastidito dalla sua presenza stessa, dal suo modo di ritornare sempre sullo stesso argomento.  

 

»Quando capirai che ho scelto io stesso la mia vita? Che non ho affatto bisogno di un cerbero per controllarmi? Di una coscienza del bene e del male! Che non c’è niente da salvare in me! Che sono felice!«  

 

Lei spazzò via con una mano queste affermazioni comuni.  

 

»Felice? Quando ti svegli il mattino con l’unico obbiettivo di soddisfare i tuoi desideri?  

Felice? Quando ogni giorno assomiglia a quello precedente?  

Quando flirti con la morte per dimenticare quello che sei?«  

 

»Felice già! Lo adoro! Adoro le avventure di una notte, senza seccature, il piacere effimero... Prendere, assaporare e andarmene... Felice, si! Ad ogni modo, molto più di te! Molto più di una donna incapace di riconoscere i suoi sentimenti! Che crede, alla sua età, che un uomo possa amare unicamente una sola volta, che l’amore con la A maiuscola esiste. Che stupidaggini! Che fesserie!! Si tratta solo di ormoni! Istinto di riproduzione! Di sopravvivenza! E in questo, io sono il maestro!«  

 

La sua voce aveva un tono rauco, leggermente contrariato... Ma si riprese subito e le disse con uno sguardo colmo di un profondo disprezzo:  

 

»Del resto vuoi che te l’ho dimostri? Vuoi che ti mandi al settimo cielo, alle porte della felicità. Vuoi conoscere il vero piacere? Andiamo, vieni Kaori, troviamoci un angolo al caldo che ti mostro che cos’è uno stallone! Questo sarà il tuo regalo, qui e ora! Almeno l’avrai conosciuto una volta nella tua vita! E sforzandomi un po’, potrei anche trovarlo piacevole...«  

 

Le rivolse uno sguardo disincantato, senza anima, per niente interessato. Come se la sua proposta fosse solo un sacrificio da parte sua. E nello stesso momento, lui allungò la mano per afferrarle il braccio, ma lei si sottrasse con un movimento brusco lanciandogli uno sguardo d’incomprensione e di dolore.  

 

Che cosa le aveva proposto? Una notte di sesso? Nient’altro? L’appagamento del loro desiderio? Aveva sentito bene?  

 

Questo era lo stesso uomo che la prendeva tra le braccia per confortarla? Sul quale aveva sempre potuto contare?  

 

Questo era lo stesso allegro buontempone sempre con la battuta pronta e dalla facile ironia?  

 

Com’era potuto cambiare così velocemente?  

 

Lei si trovava al di la’ di ogni tentativo di spiegazione. Lui le aveva proposto di... “scopare”... E lei stava male. Non vedeva altro che un bastardo... un infame bastardo, per di più...  

 

»Sei solo un pietoso vigliacco!«  

 

»Quando ti propongo ciò che tu desideri?« Sembrava sorpreso... »Non è quello che hai sempre ardentemente voluto?« Fingeva quella stupida innocenza. »Non sogni che la nostra relazione evolva finalmente? E’ questo quello che ti ho proposto. Molto semplicemente... Perché fare tante storie per così poco?«  

 

Perché la umiliava in questo modo? Se aveva deciso di essere chiaro con lei perché aveva scelto degli argomenti così vili, così offensivi?  

 

Quel tono arrogante era in armonia con i propositi disprezzanti che lui stava tenendo! Mai, avrebbe creduto che lui potesse prendessi gioco apertamente dei sentimenti che lei provava così profondamente da così tanto tempo, che lui li dirottasse per farla soffrire. Era ignobile!  

 

Lui non vide lo schiaffo partire, ma sentì il violento scontro tra la sua guancia e il palmo di Kaori. Abbastanza potente da fargli voltare la testa di lato. Lui posò la mano sulla guancia, nascondendo un leggero sorriso che si trasformò in un ghigno animale quando si rivoltò verso di lei e la sua socia poté vederlo.  

 

»Finalmente hai reagito. Anche se pensavo a dei preliminari un po’ diversi tra te e me. Due schiaffi in meno di un’ora? Un po’ masochista, bella mia? Hai deciso di lasciar perdere i martelli?«  

 

Kaori rifiutava di lasciarlo prendere vantaggio. Rifiutava che la facesse soffrire e soprattutto rifiutava di mostrargli a che punto il suo dolore morale stava diventando fisico. Ma lui non si rese conto di niente e continuò nel suo slancio...  

 

»In fin dei conti, in quando ai nostri sentimenti, solitamente tu non hai mai fatto niente... Tutti sostengono che tra di noi sono forti, ma io non ti ho mai visto venirmi a dire in faccia quello che provi! Resti lì! E’ più facile maledirmi, vero?«  

 

Lei indietreggiò sotto l’impatto di quelle parole. Allora erano arrivati a quel punto! Lui aveva deciso di parlare di questo così! E di fustigare il suo comportamento come se fosse una delle innumerevoli cause delle loro liti, come ragione dell’immobilità della loro relazione e persino come motivo delle loro diversità!  

 

»Dirti cosa? Che ti voglio? Che ti amo? Amare te? Che mi tratti come una volgare assistente, come una misera segretaria che serve solo a prendere contatto con i clienti. Tu che salti addosso a tutto quello si muove! Tu che mi proponi di venire a letto con te per degnazione... No, per carità! Come se fossi solo la ragazza di una notte? Non farmi ridere!«  

 

Sapeva che lui la stava portando dove lui voleva arrivare! Ma le era impossibile non replicare! Come le era impossibile rivelargli quello che provava per lui... soprattutto se la respingeva. Specialmente in questo modo!  

 

»Per l’appunto io non ti vedo ridere spesso, da quanto sei con me! Diventi triste, spenta...«  

 

»Sei davvero così cieco?«  

 

Aveva lanciato questa replica con un ultimo appello. La voce di Kaori non era più che un semplice sussurro.  

 

Stava parlando a sé stessa?... Maledicendo la sua incapacità di vedere Ryo sotto la sua vera luce, a forza di amarlo? O rimproverandolo di screditarsi così facilmente, con tanta disinvoltura.  

 

»E tu, troppo stupida per capire che non ci sarà mai niente di serio tra di noi... Che io sono incapace di legarmi davvero a chiunque sia!«  

 

»E allora?«  

 

»E allora, se capisci che tra me e te, non ci sarà mai niente, nemmeno un accenno di sentimento. Se la tua scelta è quella di restare lì a ristagnare tutta la tua vita, a fantasticare come una donnicciola che non ne ha più l’età, allora va bene... ma lascia che ti dica che non è in questo modo che io intendo continuare, io...«  

 

»...«  

 

»Ci siamo?! Hai capito?«  

 

»Tu vuoi che...« Impossibile, non riusciva a dirlo.  

 

Lui rimase in silenzio.  

 

»Tu vuoi che ci separiamo?«  

 

»Beh separarsi è una parola grossa per noi due, non credi?« Sogghignò con un tono amaro come per rispondere ad una barzelletta per nulla divertente. »Dovremmo se non altro stare assieme! Quello che voglio Kaori è che tu...«  

 

Lei concluse la frase per lui, in un soffio. Dal principio, sentiva che la conversazione sarebbe arrivata a quel punto, che tutto, dal duello fino a quest’ultimo secondo era legato. Lui aveva condotto la conversazione dall’inizio alla fine, per arrivare al punto che fosse lei a pronunciare quelle cinque parole...  

 

»Che io me ne vada...«  

 

Tutto era detto. Tutto era confessato...  

 

L’incomprensione più totale invase la donna. Mai... mai... avrebbe creduto di dover pronunciare quella frase... La separazione possibile tra lei e Ryo aveva sempre albergato nel suo spirito, certo, ma come un’ombra, presente e lontana allo stesso tempo, che si defilava sempre... Immaginarla le dava una consistenza che la spaventava... come l’uomo nero della sua infanzia.  

 

Ed ora...  

 

»Che io me ne vada...«  

 

Nessuna parola poteva descrivere questa impressione di uno specchio che va in frantumi, questo rumore così particolare, per un istante assordante seguito da un silenzio così vuoto, così esasperante... E il tempo che non voleva fermarsi ed anestetizzare il dolore...  

 

Quello che faceva cosi male era comunque questa comprensione, che, malgrado tutto, bisognava andare avanti, che doveva continuare, qualunque fosse il prezzo...  

 

Restava solo il vuoto tra di loro. Un abisso che non smetteva di allargarsi. Ogni secondo, ogni loro respiro gli separava sempre un po’ di più... Come lo fa il tempo, malgrado la volontà di mantenere dei contatti...  

 

Poteva sbraitare? Ancora e ancora? Farlo ritornare sulla sua decisione? A cosa sarebbe servito? Tutto nel suo atteggiamento denotava la sua decisione. Irrevocabilmente...  

 

Tirargli un pugno? Una borsettata? Questo non le avrebbe dato sollievo questo volta... L’indifferenza che lui mostrava ora nello sguardo che posava su di lei, era più eloquente di qualunque frase o di qualunque gesto... e la risposta ad un tale disprezzo non poteva essere un gesto...  

 

Ribellarsi ad ogni speranza?  

 

Non c’era più niente da fare...  

 

 

 

 

 


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