Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated R - Prose

 

Author(s): Maraya

Translator(s): Esus

Status: Completed

Series: City Hunter

Original story:

Je ne peux pas vivre sans toi

 

Total: 4 chapters

Published: 12-05-04

Last update: 17-05-04

 

Comments: 19 reviews

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RomanceDrame

 

Disclaimer: City Hunter ©Tsukasa Hojo, Sueisha, Sunrise, Jump Comics, Star Comics e degli aventi diritto.

 

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It's the name of the web site. HFC = Hojo Fan City.

 

 

   Translation :: Non posso vivere senza di te

 

Chapter 3 :: Tempo di rimpianti

Published: 17-05-04 - Last update: 06-07-04

 


Chapter: 1 2 3 4


 

- Mille grazie… signor Hamura… è veramente gentile da parte sua ospitarmi… vi prometto che non la disturberò a lungo…-
 

Il viso di Kaori arrossì leggermente sotto lo sguardo intenerito del fratello dell’uomo che aveva salvato qualche ora prima.  

- Ma non mi disturbate affatto signorina… ve l’assicuro… restate per tutto il tempo che volete… è come se foste a casa vostra…-
 

L’uomo abbassò gli occhi qualche istante, prima di tornare a fissarla.
 

- E’ il minimo che posso fare per ringraziarla di aver salvato mio fratello… sa, è la mia sola famiglia…-
 

- Si, capisco quello che provate… lo capisco perfettamente… ma mi sento comunque un po’ imbarazzata…-
 

- Non dovete assolutamente, signorina Makimura-
 

L’uomo tornò a fissarla.  

- Posso chiamarvi Kaori?-  

Kaori, spiazzata e sorpresa, spalancò gli occhi. Come sapeva il suo nome? Lei non si era ancora presentata…
 

Intuendo la causa del suo stupore, l’uomo sorrise e le spiegò che l’aveva scoperto per caso leggendo il registro dell’ospedale.
 

Nel sentire la spiegazione, Kaori si sentì sollevata e ricambiò il sorriso.
 

- E va bene… potete chiamarmi per nome-
 

- Grazie, è un grande onore per me, sapete…-
 

Mentre pronunciava queste parole, l’uomo prese la mano di Kaori tra le sue e vi depose un bacio. Quindi sollevò la testa nella sua direzione per scrutarne la reazione. Le guance della donna erano di un bel rosso scarlatto. Soddisfatto, l’uomo lasciò la mano e si allontanò un po’ da lei.
 

Il cuore di Kaori batteva molto forte. Ma perché un gesto tanto semplice la faceva sentire così? E cercò di ricordare… Ryô si era già comportato così con lei ? No, mai… Ryô era sempre stato così distante e distaccato con lei… salvo poche rare occasioni… ma quel tempo era ormai lontano.  

- Voi dovete essere stanca morta, Kaori. Se volete seguirmi, vi mostro la vostra camera-
 

- Si… grazie mille, signor Hamura…-
 

- Chiamatemi Toshi, per favore…-
 

- Euh… si… Toshi…-
 

Nuovamente imbarazzata per le parole del suo ospite, Kaori gli sorrise timidamente e sparì rapidamente nella sua stanza.
 

Un sorriso soddisfatto apparve sul viso di Toshi. Kaori reagiva esattamente come sperava. Sarebbe stato facile raggiungere il proprio scopo! A quel pensiero, Toshi avvertì l’eccitazione espandersi dentro di lui. Mosso da un desiderio improvviso, Toshi aprì con molte precauzioni la porta della camera di Kaori e diede un’occhiata all’interno. Kaori aveva tolto i pantaloni e stava per entrare nel letto. Immediatamente il suo sguardo si puntò sulle gambe nude della giovane donna. Un brivido di piacere gli corse lungo la schiena. Già s’immaginava, sdraiato accanto a lei, mentre accarezzava voluttuosamente le sue cosce delicate e godeva del contatto della sua pelle contro la propria. Arrh… quanto avrebbe potuto resistere ancora? Ormai era un mese che la seguiva discretamente senza poter sfogare il proprio desiderio. Un mese. L’attesa stava diventando intollerabile. Ancora un po’ di pazienza, Toshi, si disse. Almeno si era sbarazzata di quell’uomo che non la meritava affatto… ancora qualche giorno e Kaori gli sarebbe appartenuta, corpo e anima…  

 

***
 

 

Da quando si era messa coricata, Kaori non aveva smesso di rigirarsi nel letto. Ma perché aveva accettato la proposta di quell’uomo? Avrebbe potuto chiedere a Miki di ospitarla… e invece , Kaori si ritrovava nell’appartamento di un uomo che conosceva appena… e che, in fondo, non la faceva sentire a proprio agio… ma, d’altro canto, se Miki avesse accettato di tenerla per qualche giorno al Cat’s eye, avrebbe finito per rivedere Ryô… e Kaori non si sentiva assolutamente pronta per questo. Che gli avrebbe detto? Fingere indifferenza sarebbe stata la migliore della soluzioni, se non altro per fargli credere, per puro orgoglio, che lei se la cavava anche senza di lui. Ma ci sarebbe riuscita? Kaori ne dubitava. Presto o tardi, avrebbe finito per cedere. E Ryô avrebbe avuto un ulteriore motivo per considerarla inadatta a fare quel mestiere. In fondo poteva avere ragione… dopo aver passato sette anni al suo fianco, dando la caccia ai criminali, Kaori avrebbe dovuto essere abituata al sangue, alla violenza… alla morte. Eppure, ogni volta che doveva confrontarsi con questo genere di situazioni, la giovane donna sentiva il suo cuore venir meno. Non fosse stato per Ryô, Kaori non avrebbe certamente mai avuto il coraggio di continuare un lavoro così penoso e traumatizzante. Tuttavia, Kaori non si pentiva di niente. Dopo aver sostenuto Ryô per tutti quegli anni in quel lavoro sporco, la giovane donna aveva finalmente capito le ragioni che la portavano a rischiare la propria vita tutti i giorni. Vedere la felicità sul volto di una ragazzina che ritrovava suo padre dopo lunghi anni di separazione. Poter sentire di nuovo ridere una giovane donna che si era chiusa in sé stessa dopo la morte di una persona cara. Assistere al riabbracciarsi di una ragazza con sua nonna. Mettere fino all’incubo di una giovane madre che non viveva più da quando il suo unico figlio era stato minacciato da un killer. Tutte queste cose che vi scaldano il cuore e che vi danno la voglia di restare in vita. Ecco ciò che era importante per Ryô… ciò che lo spingeva a sopportare vari pericoli senza mai preoccuparsi per sé stesso… Kaori comprendeva e condivideva le sue motivazioni. Questo lavoro era tutta la sua vita… lontana da Ryô e dalle gioie che le procurava quel mestiere, che ne sarebbe stato di lei? Un’immensa disperazione s’impadronì di lei e Kaori si mise a piangere silenziosamente sotto le coperte.  

 

***
 

 

Il giorno dopo al Cat’s eye.  

 

Il campanello della porta tintinnò. Miki sollevò la testa e vide Ryô che avanzava lentamente verso il bancone con uno sguardo tetro. Non appena si fu seduto di fronte a lei, Miki non poté fare a meno di chiedergli per quale motivo avesse un’aria tanto preoccupata.
 

- Mancanza di sonno… niente di più- rispose Ryô, gli occhi rivolti verso la tazza di caffé che gli aveva servito.
 

- Sei sicuro?- insistette lei – A vedere la tua espressione, è chiaro che non è l’unica ragione-
 

- …-
 

Ryô sollevò la tazza e si bagnò le labbra.
 

- Kaori sta bene ?-
 

- perché me lo chiedi ? Dovrei essere io, piuttosto, a chiedertelo, no? E’ ormai una settimana che tu e Kaori non mettete piede qui al bar…-
 

Ryô la guardò qualche istante senza capire.
 

- Intendi forse dire che Kaori non è venuta qui ?-
 

- No… perché ?-
 

Il viso di Ryô divenne bianco come un panno lavato.
 

- Che c’è Ryô? Sei diventato così pallido, improvvisamente…-
 

- …-
 

- Ryô! Ma, santo cielo, rispondi!-
 

Ma Ryô rimase in silenzio. Milioni di pensieri vorticavano nella sua testa. Se Kaori non era lì, dove altro poteva essere? Arrh… ma perché non l’aveva seguita quando se n’era andata dall’appartamento? Perché? Ryô imprecò contro sé stesso. Era così sicuro che sarebbe corsa a rifugiarsi da Falcon e Miki dopo la loro separazione, che l’idea di assicurarsene non gli era passata neanche per l’anticamera del cervello. Che idiota! Il panico si impadronì di lui. Quando mai Kaori aveva passato la notte fuori? Oh, no! Kaori…
 

- RYÔÔÔÔ!-
 

La voce stridula di Miki lo riportò bruscamente alla realtà.
 

- E non urlare così forte! Non sono ancora sordo…-
 

- Ah, finalmente hai risposto… anche se ce ne hai messo di tempo…-
 

Miki cominciava seriamente a perdere la pazienza.
 

- Mi vuoi dire che è successo o no?!-
 

- Veramente non sai dov’è Kaori?-
 

Ryô aveva ripreso la solita aria scanzonata ed indifferente, ma Miki non si era fatta ingannare.
 

- Ryô! Se non mi dici più che subito che è successo con Kaori, io…-
 

Ma Ryô non le lasciò finire la frase.
 

- Grazie per il caffé, Miki… come al solito, mi sono divertito… certo, avrei voluto stare ancora po’ di tempo con te per avere qualcosa di più… ma, sfortunatamente, il dovere mi chiama… ciao!-
 

Ryô era sul punto di varcare la soglia del bar, quando Miki lo afferrò per un braccio, obbligandolo a guardarla in faccia. Lo sguardo della giovane donna era supplichevole. Conciliante, Ryô accettò di fornirle una breve spiegazione.
 

- Ho chiesto a Kaori di rinunciare ad essere la mia partner-
 

- Co… cosa ?-
 

- Esatto, hai capito… però, ora, lasciamo andare… è necessario che la ritrovi…-
 

Sapendo che sarebbe stato inutile cercare di trattenerlo ancora, Miki lasciò il suo braccio e Ryô ne approfittò per lasciare definitivamente il caffé.  

 

***
 

 

Tornato a casa, Ryô si precipitò al telefono e chiamò, in successione, Mick, Eriko, Reika, Saeko ed il vecchio professore. Sfortunatamente per lui, nessuno aveva visto Kaori da più di una settimana. Insomma, era punto e a capo! Il solo pensiero che qualcun altro avesse potuto posare anche solo un dito su di lei lo terrorizzava. Che avrebbe dovuto fare ora? Andare a cercarla? Ryô rifletté un istante. Ora che Aïka ers tornata a casa sua, non aveva più nessuno di cui occuparsi e si ritrovava solo. Per quale motivo avrebbe dovuto stare a casa se non c’era Kaori con cui condividere quei momenti di tranquillità? Ryô percorse in lungo ed in largo la stanza e dopo qualche minuto gettò un’occhiata all’orologio a pendolo. 20:00. Senza trattenersi oltre, Ryô indossò l’impermeabili e lasciò velocemente l’appartamento. Era fuori questione che Kaori passasse un’altra notte lontana da casa sua… e, soprattutto, lontana da lui…  

 

***
 

 

Toshi si arrabbiò con sé stesso. Sedurre Kaori sarebbe stato molto più difficile del previsto. Sempre estremamente gentile con lui, a prima vista Kaori sembrava la preda ideale per i suoi progetti di conquista. Eppure, ogni volta che la guardava, la giovane donna sembrava altrove, persa nei sui pensieri e Toshi intuiva giustamente che non era lui l’oggetto delle sue preoccupazioni. E questo aveva il dono di farlo infuriare enormemente. Ma a chi poteva continuare a pensare per tutto quel tempo? Non a quell’uomo, vero? No, non poteva esser possibile… se un uomo avesse dovuto occupare i pensieri della giovane donna, non poteva che trattarsi di lui e solo di lui…
 

La prima volta che Toshi aveva visto Kaori, lei stava facendo la sua solita visita alla stazione dei Shinjuku. Vestita con un paio di jeans ed un maglione che sottolineavano perfettamente le curve del suo corpo, Kaori aveva subito attirato il suo sguardo. Toshi fu sopraffatto dalla sua bellezza. Kaori non aveva niente a che spartire con quelle donna provocanti che non esitavano a mostrare le proprie grazie per mezzo di vestiti succinti, eppure non per questo era meno desiderabile. Anzi, al contrario. Il fascino e l’innocenza che emanava rendevano le forme delicate della sua silhouette più invitanti ed attiranti che mai.
 

Toshi sentì un brivido di piacere attraversargli il corpo. La sua anima era inaccessibile e, senza dubbio, non avrebbe potuto fare niente per cambiare quello stato di cose. Ma il suo corpo non aspettava che di essere posseduto da lui. Toshi ne aveva l’assoluta certezza. Nel cuore della notte, l’uomo si introdusse silenziosamente nella sua camera e si avvicinò lentamente alla giovane donna, ignara di tutto. Dolcemente, Toshi posò le mani sulle spalle nude della giovane donna e spostò delicatamente le spalline della sua canottiera, prima di posare le sue labbra sulla pelle setosa. Sorpresa per il tocco inatteso, Kaori si girò bruscamente e lo affrontò faccia a faccia.
 

- Ma che… che state facendo?- balbettò la giovane donna, interdetta.
 

- Lasciami fare, amore mio… vedrai, tutto andrà bene…- mormorò Toshi prima di baciarle il collo.
 

Realizzando le intenzioni dell’uomo, Kaori si scostò rapidamente, rimettendo a posto le spalline. La paura si leggeva chiara nei suoi occhi. Che sperava di ottenere da lei?
 

Ferito per essere stato respinto così bruscamente dalla giovane donna, Toshi l’attirò forzatamente e pigiò la propria bocca sulla sua. Stupefatta, Kaori cercò di liberarsi dalla stretta, ma inutilmente. L’uomo strinse ancora di più la sua stretta e, vedendo che continuava a dibattersi, la gettò violentemente sul letto prima di montare a cavalcioni sul suo corpo tremante. Con un colpo deciso, Toshi strappò la canottiera e posò la testa sul suo seno nudo. Kaori era pietrificata. L’uomo continuava a bloccarla con forza, tanto che non riusciva a fare il benché minimo movimento.
 

- Ryô!- urlò la giovane donna, al colmo della disperazione.
 

Sentendo quel nome, Toshi fu accecato dal furore. Ecco il nome di colui che dominava i suoi pensieri! Gli occhi iniettati di sangue, l’uomo strinse ancora più forte le braccia della giovane donna e nascose la testa nell’incavo della sua spalla.
 

- La prego… non mi faccia del male… - singultò Kaori, prima di sciogliersi in lacrime.
 

Ma, non appena avvertì le sue mani percorrere la parte alta del suo corpo e premere con forza sul suo petto, Kaori, non poté trattenere un urlo di dolore. Toshi non ci prestò minimamente attenzione e continuò ad esplorare selvaggiamente il corpo esile della giovane donna. Le sue mani arrivarono presto all’altezza delle anche. Bruciante di desiderio, l’uomo sbottonò i propri pantaloni e quelli della sua vittima. Presa dal panico, Kaori si dibatté più violentemente che poté. L’uomo perse la presa e Kaori ne approfittò per scaraventarlo a terra. E prima che lui avesse potuto fare qualsiasi cosa per fermarla, Kaori attraversò la soglia della porta e sparì nel corridoio.  

 

***
 

 

- SAEKOOOOOO! Mia adorata! Sono venuto a riscuotere tuuuutto quello che mi devi! Non osare muoverti… arrivoooo!-
 

E, BOOM! Ryô si ritrovò spalmato come una crêpe sul pavimento piastrellato del commissariato. Tre corvi fecero la loro apparizione e si misero a volteggiare intorno alla sua testa dolorante. Nonostante il suo umore fosse dei peggiori, non aveva potuto fare a meno di gettarsi a pesce sulla bella poliziotta. Che volete farci, è più forte di lui! Non appena vedeva Saeko, perdeva completamente il controllo! La sua reazione era completamente diversa da quella adottata in presenza di Kaori, ma non era altro che una testimonianza del suo affetto per lei. Saeko lo sapeva e si adeguava. Che si trattasse d’amore o d’amicizia, Ryô non era mai stato molto bravo a mostrare i propri sentimenti.
 

- A cosa devo l’onore di questa visita?- domandò sarcasticamente Saeko, mentre si sedeva alla propria scrivania.
 

Ryô si massaggiò per qualche istante la nuca, prima di prendere posto di fronte a lei con espressione grave. Il più celebre sweeper del Giappone si rivolse alla poliziotta con voce lenta e monotona.
 

- Ti sei informata come ti ho chiesto al telefono?-
 

- Si-
 

- E.. ?-
 

- Sfortunatamente, Kaori non è stata vista da nessuna parte. Mi dispiace…-
 

Lo sguardo di Ryô scomparve dietro al ciuffo di capelli che coprivano la sua fronte. Se almeno avesse tenuto addosso la microspia…
 

- Ryô?-
 

- Hmm?-
 

- Perché hai deciso di separarti da lei ?-
 

- Non lo so… per rispettare la mia promessa, senza dubbio…-
 

- E, in questo caso, perché solo ora?-
 

- …-
 

- Avresti dovuto prendere questa decisione molto prima, no?-
 

- Già…-
 

- E allora perché non l’hai fatto?-
 

- Io… io non lo so proprio…-
 

- Lo sai fin troppo bene, Ryô. Allora, per l’amor del cielo, smettila di mentire a te stesso e ammettilo una volta per tutte!- lo redarguì severamente Saeko.
 

- Che devo ammetere, Saeko? Che sono stato egoista ed indifferente alla felicità di Kaori per tutti questi anni?-
 

Ryô si era alzato, fuori di lui e fulminando Saeko con lo sguardo.
 

- No, più semplicemente, che l’ami e che hai bisogno di lei per vivere- rispose, calma, Saeko, gli occhi puntati nei suoi ed attenta anche alla sua più piccola reazione.
 

Preso alla sprovvista dalle parole dell’amica, Ryô non poté sostenere a lungo il suo sguardo e rimase in silenzio, la testa lievemente inclinata su un lato.
 

- Aver bisogno di qualcuno non è una prova di debolezza, Ryô… E, se non sbaglio, Kaori ha scelto da sola di diventare la tua partner. Tu non l’hai obbligata. Non devi sentirti responsabile, ma, piuttosto, devi continuare ad amarla e sostenerla come hai fatto fino ad ora. Anche Kaori ha bisogno di te… voi non siete niente senza l’altro… io l’ho capito il giorno che Sayuri è partita per l’America… “ Se avessi rivelato a Kaori chi ero, li avrei forzati a separarsi dal momento che non valgo tanto il loro legame”. Queste sono le sue esatte parole, Ryô… anche se la faceva soffrire, Sayuri sapeva perfettamente in fondo al suo animo che Kaori sarebbe stata felice solo accanto a te…-
 

Il telefono squillò, interrompendo Saeko nella sua filippica. Dopo essersi scusata con Ryô, la giovane poliziotta sganciò la cornetta.
 

- Ispettore Saeko Nogami, mi dica… cosa? Ne siete sicuro?... euh… si… no, non ne vale la pena… ci penserò io, grazie-
 

Saeko riappese ed informò immediatamente Ryô di quello che aveva appena saputo.
 

- Pare che Kaori sia stata qualche ora all’ospedale di Shinjuku un paio di giorni fa.
 

Ryô sgranò gli occhi. Non sapeva se doveva essere felice o preoccupato.
 

- Vado-
 

Senza esitare un altro secondo, Ryô si alzò dalla sedia e si diresse verso l’uscita.
 

- Aspetta! Vengo con te…-
 

- No ! Non volermene, Saeko, ma preferisco andare senza di te… Tocca solo a me sistemare questa questione…-
 

Saeko non insistette oltre e lo lasciò andare, sperando che il destino finisse per accordargli quella felicità che meritava.  

 

 

 


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