Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated R - Prose

 

Author(s): Maraya

Translator(s): Esus

Status: Completed

Series: City Hunter

Original story:

Je ne peux pas vivre sans toi

 

Total: 4 chapters

Published: 12-05-04

Last update: 17-05-04

 

Comments: 19 reviews

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RomanceDrame

 

Disclaimer: City Hunter ©Tsukasa Hojo, Sueisha, Sunrise, Jump Comics, Star Comics e degli aventi diritto.

 

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   Translation :: Non posso vivere senza di te

 

Chapter 4 :: Ritrovarsi nel panico

Published: 17-05-04 - Last update: 17-05-04

Comments: Eccoci all’ultimo capitolo. Questa mia breve avventura si è conclusa e spero che chiunque legga possa partecipare a questa storia che, nella sua semplicità, ci presenta Ryô e Kaori proprio come siamo abituati a vederli. E la fine… è proprio in classico stile Hojo sensei, anche se i sottintesi sono molto meno evanescenti! Bene, alla prossima spero!

 


Chapter: 1 2 3 4


 

Il viso devastato dalle lacrime, Kaori attraversava precipitosamente le strade di Shinjuku, nel tentativo di scappare al proprio aggressore. La sensazione delle mani di Toshi sul suo corpo non l’abbandonava. Malgrado fosse ormai lontana, continuavano a percorrere selvaggiamente il suo corpo, premendo violentemente il suo petto, prima di scendere ad esplorare il suo bacino e le sue gambe. A quel ricordo, Kaori non poté reprimere un brivido di disgusto. La sua verginità era rimasta intatta, ma il suo cuore era morto. Kaori si sentiva sudicia, macchiata e… sola. Per la prima volta in sette anni, Ryô non era lì a proteggerla e confortarla.
 

- Ho tanto bisogno di te, Ryô…- singhiozzò Kaori, prima di lasciarsi scivolare lentamente contro un muro.
 

Mentre lottava per non cedere al panico, la giovane donna avvertì delle sottili gocce d’acqua coprire il suo corpo e fu presto bagnata fradicia. Istintivamente, Kaori cercò di stringersi addosso il poco tessuto che copriva il suo petto. Sfortunatamente, quel semplice gesto non fu sufficiente a rincuorarla e non fece che accrescere quel sentimento d’impotenza che si era insinuato in lei. Il corpo scosso da brividi, la giovane donna cercò disperatamente un angolo dove rifugiarsi. Il muro a cui era appoggiata qualche istante prima attirò la sua attenzione. Le sembrava straordinariamente familiare. E non appena la verità le fu evidente, Kaori spalancò gli occhi: era la parete del suo vecchio appartamento! Per quanto potesse sembrare incredibile, la sua folle corsa l’aveva inconsciamente condotta dall’unica persona che le avrebbe potuto dare il conforto di cui aveva bisogno…
 

Ryô... che stava facendo in quel momento ? Stava pensando a lei? Certamente no. Avrebbe accettato, malgrado tutto, di ospitarla da lui? No. Perché avrebbe dovuto farlo? Non doveva più occuparsi di lei. Avrebbe dovuto tirarsi fuori da guai con le proprie forze e non contare più sul suo aiuto. Però Kaori non ne aveva la forza… non quella sera… aveva così bisogno di lui… incapace di resistere oltre al desiderio di rivederlo e di gettarsi tra le sue braccia, Kaori avanzò con aria decisa verso l’ingresso del palazzo e si intrufolò nell’ingresso. Giunta di fronte alla porta dell’appartamento, Kaori esitò ancora e poi bussò. Una volta. Due volte. Il suo cuore batteva come impazzito. Perché non rispondeva ? Non significava veramente più nulla per lui ? I pugni della giovane donna si abbatterono sulla porta ad un ritmo via via più elevato.  

- Ryôôô ! Aprimi, per piacere… ti prego, Ryô…-
 

Sfortunatamente, non ci fu alcun rumore in risposta e lui non apparve. L’appartamento sembrava totalmente vuoto. Eppure Ryô doveva esserci per forza… la testa bassa, Kaori finì per abbandonare ogni speranza di rivederlo. Oltre tutto, la pioggia cadeva a copiosa. Kaori fece qualche passo in direzione dell’uscita e fermò la propria avanzata sul marciapiede. Le gocce si mescolavano con le sue lacrime.
 

- Addio, Ryô…- mormorò tristemente con voce inaudibile, prima di riprendere la propria strada.
 

Lo sguardo spento, Kaori sparì nella notte sotto l’occhio attento di un passante che, incuriosito dal comportamento singolare della giovane donna, aveva osservato tutta la scena.  

 

***
 

 

Ospedale di Shinjuku, 21:30.  

 

Ryô entrò senza fiato nell’edificio.
 

- Mi scusi, signora… di recente è stata qui una giovane a nome Kaori Makimura?-
 

La donna alle reception sollevò la testa verso l’uomo che le aveva perlato. Il suo viso era serio e preoccupato.
 

- Aspetti un attimo, signore… controllo… Kaori Makimura… Kaori Makimura… ah, si, eccola qui… secondo il registro, è stata ricoverata per sovraffaticamento, due giorni fa…-
 

Il volto di Ryô sembrò rompersi in mille pezzi.
 

- Sovraffaticamento ?-
 

La preoccupazione di Ryô era fuori di dubbio. La receptionist sentì il suo cuore stringersi. Questa Kaori aveva sicuramente una possibilità… lui l’amava, era più che evidente… suo marito avrebbe mai provato un sentimento simile nei suoi confronti? No… lui pensava solo a se stesso… il tono della donna si raddolcì.
 

- Non so altro, mi dispiace… se volete avere qualche dettaglio in più, chiedete all’infermiera che si è occupata di vostra moglie, quando è stata ricoverata…-
 

- Mia… moglie? No… Kaori non…-
 

- Guardate, eccola proprio che arriva… Inaka! Quest’uomo vorrebbe parlarle riguardo sia moglie… Kaori Makimura…-
 

- Arrivo subito!-
 

La donna della reception si voltò nuovamente verso Ryô.
 

- Dicevate, signore?-
 

- No… niente… nulla d’importante…-
 

La giovane infermiera gli comparve davanti, le labbra piegate in un sorriso.
 

- Mi ricordo bene di lei, sapete… vostra moglie è una donna degna di nota! Se non avesse portato quell’uomo all’ospedale così rapidamente, chissà che ne sarebbe stato di lui… ah, ma ora che ci penso… voi dovete essere Ryô, giusto?-
 

Ryô non nascose la propria sorpresa.
 

Gli occhi della giovane donna si illuminarono.
 

- La vostra compagna non ha smesso di pronunciare il vostro nome durante il sonno… deve amarvi veramente molto…-
 

- …-
 

« Kaori… »
 

- Accidenti… scusatemi… io parlo, parlo… e, alla fine, non vi ho chiesto la ragione di questa chiacchierata… è successo qualcosa a vostra moglie ? L’ultima volta che l’ho vista, era con il fratello della vittima, credo…-
 

- Il fratello della vittima?-
 

- Si… voleva ringraziarla di aver salvato suo fratello…-
 

- Se ne sono andati insieme?-
 

- Si… se ricordo bene, l’uomo le a gentilmente proposto di ospitarla… non ho sentito cosa gli ha risposto vostra moglie, ma…-
 

- Il fratello di quell’uomo è ancora qui?- domandò bruscamente Ryô, incapace di nascondere l’inquietudine che iniziava a nascere in lui.
 

- Si… sfortunatamente le sue ferite sono molto gravi… non lascerà l’ospedale tanto presto…-
 

- Posso parlargli un momento?-
 

- Con il signor Otawa? Oh, ma certo… sono certa che sarà felice di vedervi… seguitemi-
 

Ryô seguì l’infermiera fino alla camera del malato.
 

- Signor Ottawa? C’è una visita per lei…-
 

Il viso dell’uomo di illuminò.
 

- Veramente ?-
 

- Sì – rispose l’infermiera, sorridendo – Sono certa che questa vi farà piacere… vi presento Ryô Makimura, il marito della giovane donna che vi ha salvato la vita…-
 

- O, davvero? Entrate, signore, vi prego…-
 

Ryô entrò nella stanza e osservò attentamente l’uomo costretto a letto. A prima vista, quell’uomo sembrava caloroso ed onesto. Più che rassicurato da quella constatazione, Ryô non riusciva ancora a liberarsi da quel cattivo presentimento che sembrava essere nato in lui quando l’infermiera gli aveva rivelato che Kaori era uscita dall’ospedale in compagnia di un uomo che non conosceva.
 

- La vostra compagna non è con lei? Che peccato… avrei tanto voluto ringraziarla per quello che ha fatto…-
 

L’uomo sospirò tristemente.  

- Quando ho visto il suo viso… all’inizio avevo creduto di essere finito in paradiso… un angelo, avrei detto di sicuro che fosse un angelo…-
 

Il signor Ottawa sembrò improvvisamente imbarazzato.
 

- Scusatemi… non dovrei parlare così di lei… è solo che… non dimenticherò mai quell’istante…-
 

- Non dovete scusarvi, capisco perfettamente quello che intendete dire…- lo rassicurò Ryô, fissando il pavimento.
 

- Mi hanno detto che ha perso conoscenza quando è arrivata in ospedale… mi dispiace veramente…-
 

- …-
 

- Però, quando mi sono risvegliato, lei già non c’era più… se solo avessi saputo dove trovarla… credetemi, l’avrei ringraziata già da tempo…-
 

A quelle parole, il cuore di Ryô accelerò.
 

- Vostro… vostro fratello non vi ha detto nulla?-
 

- Fratello? Ma io non ho mai avuto un fratello…-
 

Ryô non gli lasciò il tempo di dire altro e si precipitò fuori dalla camera… i suoi timori si erano rivelati fondati, suscitando in lui una grande paura. Qualcuno aveva seguito coscientemente la sua partner con l’intenzione di farle del male… e Kaori non si era resa conto di niente!
 

L’infermiera cercò di fermarlo, ma inutilmente.  

- Aspettate, signore… non mi avete ancora detto che è successo alla vostra compagna… aspettate!-
 

Gli corse dietro per qualche istante, ma Ryô la distanziò rapidamente. E mentre cercava di riprendere fiato, lo vide sparire all’ingresso dell’ospedale.  

 

***
 

 

Sconvolto dalle rivelazioni del signor Ottawa, Ryô non aveva minimamente riflettuto ed aveva lasciato l’ospedale di corsa. Purtroppo, Kaori non era da nessuna parte. Da ormai più di un’ora, Ryô percorreva il quartiere di Shinjuku, sperando di vedere la sua figura all’angolo di una strada. Ma ogni volta che posava la propria mano sulla spalla di una passante, credendo che fosse la sua partner, gli appariva la faccia di un’altra persona. Affranto, Ryô si decise a tornare a casa.
 

Che le era successo? Perché non dava un segno di vita? Il suo cuore era pesante e pieno di rimorsi. Non era stato capace di prendersi cura di lei. Non la meritava. Ma perché si era comportato così? Perché aveva fatto di tutto perché se ne andasse? Voleva proteggerla… ma, alla fine dei conti, era riuscito solo a metterla in pericolo.
 

Perso nei propri pensieri, Ryô camminava senza rendersi conto di quanto accadeva intorno a lui. Ancora qualche metro e si sarebbe ritrovate in quell’appartamento vuoto e triste. Anche se avesse pregato con tutte le sue forze, non ci avrebbe trovato Kaori che attendeva il suo ritorno… la disperazione si impossessò di lui.
 

- Ouch… fate attenzione, giovanotto!- lo rimproverò gentilmente un vecchio passante che aveva colpito inavvertitamente.
 

- Mi scusi…- rispose Ryô, troppo preso ad avanzare sul marciapiede – non l’avevo vista…-
 

- Bah, niente di grave, ragazzo mio… sarebbe potuto succedere a chiunque…-
 

L’uomo si interruppe per un istante e poi riprese, stupito:
 

- Ma ditemi, giovanotto… non sarete voi il proprietario di questo palazzo, vero?-  

- Si… perché me lo chiede?- domandò Ryô, sempre più incuriosito da quello strano personaggio che aveva di fronte.
 

- Perché, in questo caso, devo dirvi che una giovane donna è venuta a trovarmi proprio un attimo fa…-
 

Ryô non gli diede il tempo di finire la frase e lo strattonò brutalmente per il collo della camicia.
 

- Una giovane donna?-
 

- Si… la poveretta sembrava stare in uno stato pietoso…-
 

- E in che direzione è andata ?-
 

- Ve lo dirò… a condizione che mi lasciate…-
 

Confuso, Ryô fece tornare l’uomo con i piedi sul pavimento e si scusò.
 

- Muovetevi a raggiungerla, ragazzo mio… ha bisogno di voi- gli assicurò il vecchio passante con tono gentile, indicandogli la via alla sua destra.
 

Senza perdere un solo istante, Ryô abbandonò l’uomo e corse nella direzione indicata.
 

- O mio Dio, Kaori… dove sei? Aspettami… sarò presto al tuo fianco… come prima…-
 

Dopo una corsa sfrenata, Ryô si fermò nei pressi di un parco e vide una giovane donna seduta su una panchina. Era Kaori, senza ombra di dubbio. Lentamente, Ryô le si avvicinò e appoggiò una mano sulla sua spalla. Kaori sussultò e riconobbe Ryô.
 

- Kaori… perdonami…-  

- Lasciami…- replicò freddamente Kaori, prima di voltare la testa.
 

Ryô era vicino a lei… lei aveva aspettato così tanto quel momento… così tanto… ma Kaori aveva vergogna… vergogna dello stato in cui si trovava… Ryô sembrava non essersene accorto… ma, non appena se ne fosse reso conto… lui… lui… Kaori chiuse gli occhi e le lacrime iniziarono a rotolarle lungo le guance. Spiazzato da quel comportamento, Ryô cercò di abbracciare Kaori per consolarla, ma lei lo scacciò violentemente. La reazione brutale della giovane donna ferì profondamente Ryô. Kaori se ne rese conto e fuggì.
 

- Kaori… aspetta !- urlò Ryô prima di gettarsi all’inseguimento.
 

Arrivato alla sua altezza, Ryô la bloccò al suolo, costringendola a voltarsi verso di lui. Ma Kaori non osava ancora affrontare il suo sguardo. E fu allora che lui si rese conto dello stato disastroso dei suoi vestiti. Alla sola idea che qualcuno avesse potuto toccarla, Ryô andò in panico ed agitò Kaori per le spalle.
 

- Kaori… che è successo ? Ora va tutto bene… Kaori, guardami, ti prego…-
 

Ma Kaori continuava a sfuggire il suo sguardo.
 

- Chi ti ha fatto del male? Kaori, rispondi!- urlò Ryô, terrorizzato dall’implacabile verità a cui doveva far fronte.
 

Per tutta risposta, gli occhi di Kaori si riempirono di lacrime. Sconvolto per la disperazione della sua partner, Ryô non insistette oltre e strinse il corpo tremante della giovane donna tra le braccia.
 

- Tutto andrà bene ora… io sono qui… nessuno ti farà più del male… ti do la mia parola- mormorò dolcemente, accarezzandole i capelli.
 

- Ryô…-
 

Rassicurata dalle sue parole, Kaori passò le braccia attorno al suo collo e affondò la testa nell’incavo della sua spalla, lasciando libero sfogo al suo dolore. Al contatto con la sua pelle, Ryô soffocò un brivido. Il corpo della giovane donna era completamente gelato. Senza riflettere, l’uomo levò lo spolverino e lo posò delicatamente sulle spalle nude della sua partner. Qui, aggiungendo che era tempo di tornare a casa, Ryô la prese tra le braccia e la riportò all’appartamento.  

 

***
 

 

Dopo aver fatto sdraiare Kaori sul suo letto, Ryô si scusò di nuovo per il suo comportamento e cercò di spiegarle se sue ragioni. Ma Kaori rimase in silenzio. Cosciente di meritare la sua rabbia, Ryô baciò delicatamente il palmo della sua mano prima di tornare nella propria camera.
 

Giunto nella stanza in penombra, Ryô si distese sul letto e fissò il soffitto. Kaori era sana e salva… SANA E SALVA! Sollevato, Ryô emise un enorme sospiro di sollievo e strinse forte le palpebre. Dalla più tenera infanzia, Ryô aveva accumulato esperienze funeste e dolorose. Il sentimento di solitudine che era cresciuto con lui negli anni aveva raggiunto il suo apice con la morte di Makimura. Se Kaori non fosse stata accanto a lui quel giorno, Dio solo sapeva che ne sarebbe stato del più grande sweeper del Giappone. La giovane donna gli aveva ridato la forza ed il desiderio di riavvicinarsi alla vita. Tutti di lei lo riempiva di gioia. Mai Ryô si era sentito così felice e vivo come quando era in sua compagnia. Se, per la più grosse delle sfortuna, Kaori fosse stata uccisa nelle ultime sessantadue ore, questa volta Ryô non si sarebbe ripreso. Anche se aveva agito per il bene, non si sarebbe mai perdonato di averla abbandonata. Qualunque cosa facesse, Ryô sentiva la morsa dei suoi sentimenti prendere potere su di lui sempre di più. Doveva ignorare l’avvertimento inviatogli dal sogno e continuare a sforzarsi di proteggerla tenendola al suo fianco? Il suo cuore lo desiderava ardentemente… ma le vecchie ferite sono dure a guarire e Ryô non riusciva ancora a liberarsi dei fantasmi della sua infanzia… tutte le persone a cui aveva voluto bene erano morte una dopo l’altra per colpa sua… non l’avrebbe sopportato… e, soprattutto, visto che diceva di amarla così tanto, doveva farla andar via dal quel posto. La sua salute e la sua sicurezza erano sicuramente più importanti della sua felicità, anche se gli sarebbe costato tantissimo… ma… che ne sarebbe stato di Kaori? Sarebbe stata in grado di cavarsela senza di lui? Era ancora così innocente… sarebbe stato facile approfittare di lei… la prova era quanto era appena accaduto con quell’uomo… questo aveva proposto a Kaori di ospitarla solo per abusare di lei e la giovane donna non aveva visto che gentilezza…
 

Al ricordo dei vestiti strappati della sua partner il viso di Ryô si contrasse. L’idea che avrebbe potuto perdere la sua verginità così brutalmente lo terrorizzava. Già non era facile immaginare Kaori tra le braccia di un altro uomo, ma sapere che avrebbe potuto essere vittima di una violenza lo faceva impazzire. Quello schifoso aveva osato toccarla! Un lampo d’odio attraversò il suo sguardo.
 

- Gli farò pagare tutto il male che ti ha fatto, Kaori. Te lo giuro- promise, stringendo il suo pugno tremante.
 

All’improvviso, un rumore proveniente dal corridoio gli fece tendere un orecchio. Il parquet scricchiolava ad un ritmo regolare. Qualcuno si stava avvicinando. Come d’abitudine, Ryô restò in guardia. Tutti i suoi sensi erano all’erta. Chi poteva volergli fare visita così tardi? La risposta non si fece attendere. Qualche secondo dopo, una figura familiare apparve nel contorno della porta.
 

- Kaori?-
 

La giovane donna sembrava terribilmente a disagio.
 

- Che c’è Kaori? Qualcosa non va ?-
 

Non appena finì di pronunciare quelle parole, Ryô si rese conto della stupidità della sua domanda. Era evidente che qualcosa non andava! Come avrebbe potuto essere altrimenti?... scusa, Kaori… non ho potuto impedire che ti facessero del male…
 

- Io… posso dormire con te?- domandò timidamente Kaori, gli occhi rivolti verso le dita dei piedi – Non vorrei che facessi dei pensieri strani, ma… vorresti… io… io non mi sento al sicuro in camera mia…-
 

Sorpreso dalle parole della giovane donna, Ryô raddrizzò la testa, gli occhi spalancati. Kaori non era, di solito, il genere di donna che riconosceva così facilmente le proprie paure. Anche se ancora le era necessario un grosso sforzo, Kaori cercava sempre di mostrarsi abbastanza forte da poter affrontare da sola tutte le sue angosce, anche le più grandi. L’aggressione di cui era stata vittima doveva averla seriamente spaventata, se arrivava ad ammettere i propri timori. E questo non rassicurava Ryô sulla natura esatta di quello che aveva subito.
 

Imbarazzata per il silenzio del partner, Kaori era sul punto di andarsene dalla camera, quando Ryô si risvegliò la proprio letargo e la invitò ad unirsi a lui. Vedendo Kaori avvicinarsi a lui con passo malsicuro, Ryô raggiunse la sponda sinistra del letto e scostò la coperta per incoraggiarla a prendere posto vicino a lui. Arrivata a qualche centimetri dal suo partner, Kaori esitò nuovamente prima di allungarsi sul materasso, tremando per il freddo. L’aria si era molto rinfrescata nelle ultime settimane. L’umidità dell’autunno aveva lasciato posto alla durezza dell’inverno. Immediatamente, Ryô rimise la coperta sopra al corpo tremante della giovane donna per riscaldarla, ma quel semplice gesto non fu sufficiente a calmare i suoi brividi. Intuendo che il freddo non poteva essere l’unica causa, Ryô posò la mano destra sulla sua fronte e sussultò al contatto con la sua pelle. Kaori bruciava per la febbre. Come aveva potuto non accorgersene prima? Rabbioso con sé stesso, Ryô uscì dal letto e sparì attraverso la porta. Kaori aveva appena avuto il tempo di accorgersi della sua assenza che Ryô era già di ritorno, con una bacinella piena d’acqua tra le mani. Senza dire una parola, posò quest’ultima accanto al letto e si inginocchiò accanto alla partner. Kaori, che non era abituata a così tante attenzioni da parte sua, l’osservò, stupefatta.
 

Mentre tamponava delicatamente il viso ed il collo di Kaori con un panno umido, Ryô non poté impedirsi di notare la curva del suo seno attraverso la camicia da notte. Kaori era stupenda, come sempre. E, come sempre, Ryô doveva imporsi di non cedere al desiderio bruciante che si accendeva in lui ogni qualvolta posava il suo sguardo su questa parte del suo corpo. Quel calvario non sarebbe mai finito? La situazione, già difficile da gestire all’inizio, si complicò ulteriormente allorché il palmo della mano di Ryô sfiorò per sbaglio la parte alta del petto della sua partner. I loro sguardi si incrociarono per un breve istante e le guance di Kaori si tinsero di rosa. Conscio della direzione che rischiavano di prendere gli eventi se avesse mantenuto quella posizione più a lungo, Ryô ritrasse la mano da Kaori e si sedette sul pavimento, appoggiandosi al comodino. Un silenzio pesante ed imbarazzante s’abbatté nella stanza. Passarono diversi minuti prima che Ryô si decise a prendere la parola.
 

- Kaori, ti posso fare una domanda?-
 

- Si…-
 

- Perché non hai chiesto a Miki di ospitarti dopo che hai lasciato l’appartamento?-
 

- Perché? Eh, bene… veramente non lo so… senza dubbio perché temevo le sue domande…-
 

- Tutto qui?-
 

- Eh… S-sì…-
 

- Allora, se ho ben capito, hai preferito dormire da uno sconosciuto piuttosto che subire l’interrogatorio di Miki?-
 

- No… in… in effetti…- tentò di spiegarsi Kaori, raddrizzandosi per guardare in faccia Ryô – questa… questa non è la sola ragione…-
 

- Ma almeno ti rendi conto della stupidità del tuo comportamento?- urlò quest’ultimo, fissandola dritta negli occhi.
 

Spiazzata per l'improvvisa aggressività di Ryô, Kaori abbassò gli occhi per evitare di sostenere il suo sguardo accusatore. Perché era di nuovo così duro con lei? Perché?
 

- Si… ma sai… non è tutto così semplice come tu vorresti credere…-
 

- Non fare mai più una cosa del genere, capito… Mai! Altrimenti io…-
 

Ryô si interruppe bruscamente nel percepire le prime lacrime nei suoi occhi.
 

- Scusa, Kaori… non volevo arrabbiarmi… è solo che… se tu fossi stata da Miki, invece che da questo tipo, non di tutto questo sarebbe successo… ma non è colpa tua, lo so bene… la sola persona da biasimare in tutta questa storia sono io… non ti avrei mai dovuto permette di lasciare il nostro appartamento da sola, nel cuore della notte… ma, che dico? Non avrei mai dovuto farti andare via!-
 

- Ryô…-
 

- E’ divertente… quando si tratta di te, non riesco mai a prendere la decisione giusta…-
 

Ryô esitò qualche istante prima di riprendere a parlare, mentre il cuore sembrava esplodergli nel petto.  

- Lui… lui ti ha violentata?-
 

- N-no…-
 

Nel sentire la risposta di Kaori, Ryô non poté trattenere un leggero sospiro di sollievo. Non l’aveva violentata… quel figlio di p… se avesse violato la sua verginità… quel tesoro di cui nessuno, men che meno lui, aveva il diritto di appropriarsi… la purezza di Kaori era senza eguali agli occhi di Ryô… nessuno la meritava abbastanza da poter essere autorizzato a gioire delle sue grazie angeliche… quel verme ancor meno che chiunque altro…
 

- Non ha fatto in tempo… io… io sono riuscita a fuggire prima che... che…-
 

Kaori non trovò la forza per finire la frase e scoppiò in singhiozzi. Alla vista delle lacrime che cadevano dai suoi occhi, Ryô sentì il suo cuore stringersi. Senza riflettere, lo sweeper imprigionò il viso della partner tra le sue mani, posò i pollici sulle sue guance e cancellò ogni traccia delle lacrime con una semplice carezza.
 

- Non sei obbligata a parlarne se non vuoi…- mormorò gentilmente Ryô.  

- Oh, Ryô…- gemette lei, prima di gettarsi tra le sue braccia – Abbracciami… abbracciami forte!-  

Molto più che sorpreso per il comportamento di Kaori, Ryô strinse le braccia intorno a lei nel momento stesso in cui il suo corpo finì contro il proprio. Era tutta contro di lui, tremante come un neonato. Il suo corpo era così debole e desideroso di conforto. Le braccia possenti di Ryô strinsero il corpo della giovane donna più forte che poterono. Finalmente e con grande sollievo di quest’ultimo, il corpo teso di Kaori si rilassò e la giovane donna posò dolcemente la testa sulla spalla dello sweeper. Ryô la sollevò tra mille precauzioni e la stese sul letto, prima di prender posto accanto a lei. E in meno tempo di quello necessario a dirlo, Kaori si trovò nuovamente stretta tra le braccia protettrici di Ryô. Finalmente tranquillizzata, la giovane donna si lasciò lentamente andare nel mondo dei sogni.  

 

 

 


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