Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Auteur: Lapy

Status: Complète

Série: Angel Heart

 

Total: 7 chapitres

Publiée: 06-01-08

Mise à jour: 06-01-08

 

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DrameAction

 

Résumé: Questo è il finale di Angel Heart che vorrei vedere...

 

Disclaimer: I personaggi di "Titolo da cambiare" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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Quand vous rajoutez des chapitres à une histoire et que vous avez plusieurs histoires en cours, il peut arriver que vous rajoutiez un chapitre d'une histoire à une autre histoire. Dans ce cas, ne rajoutez pas ces chapitres mal placés. Contactez-moi en m'indiquant les chapitres mal placés et l'histoire à laquelle ils devraient être associés. Je ferai les changements moi-même. C'est une question de gestion.

 

 

   Fanfiction :: Welcome Back Home, Ryo

 

Chapitre 2 :: Il Fratello Dimenticato

Publiée: 06-01-08 - Mise à jour: 06-01-08

 


Chapitre: 1 2 3 4 5 6 7


 

CAPITOLO 2 Il Fratello Dimenticato  

 

 

Durante tutti questi problemi da risolvere Saeko,e questo dimostrava quanto fosse dura la vita di un poliziotto,non aveva smesso di occuparsi delle altre indagini riguardanti la malavita dei quartieri più disastrati,e venne a scoprire quasi per caso che un trafficante di droghe,arrestato da poco,raccontava ad un compagno di cella la storia della vita di un uomo che viveva in Centroamerica,paese dal quale proveniva anche lui. Quella storia coincideva stranamente con un’altra che aveva già sentito da qualche parte…  

Saeko ne fu subito turbata,e iniziò una serie di lunghe ricerche che la portarono a scoprire una verità molto particolare.  

Da ciò che aveva scoperto esaminando dei vecchi documenti esistenti da molto tempo nei computer del dipartimento di polizia,Ryo aveva in realtà un fratello che non aveva mai conosciuto,proprio come Kaori aveva avuto una sorella della quale aveva sempre ignorato l’esistenza. Di lui era presente solo il nome,ma non fotografie. La notizia la sconvolse parecchio,perché in fondo non se lo sarebbe mai aspettata,ma non la disse subito a Ryo,sapendo che egli aveva vissuto un passato così doloroso che era molto difficile,dopo tanti anni,provare a parlarne ancora. Comunque,decise di non lasciarlo all’oscuro di tutto: la sera del concerto lo avrebbe preso in disparte e gli avrebbe parlato.  

Entrambi Ryo e il fratello,da bambini,stavano viaggiando con i genitori sull’aereo che precipitò nella giungla sudamericana,ma essendo troppo piccoli,nessuno dei due si ricordava dell’altro. (Ryo aveva tre anni,il fratello due).  

Accadde quindi che siccome gli aerei che precipitavano abbattuti dai guerriglieri erano parecchi e non si aveva una lista dei passeggeri,i due bimbi furono dimenticati,e considerati morti.  

In realtà essi sopravvissero miracolosamente :Ryo arrivò in un villaggio dove fu cresciuto e addestrato ai combattimenti,mentre suo fratello Takao fu trovato da uno squadrone di guerriglieri rivale di quello che aveva adottato Ryo.  

Il piccolo Takao crebbe tra i guerriglieri che gli insegnarono a combattere,naturalmente ignaro di avere un fratello che stava subendo la sua stessa sorte. Ma un giorno di qualche anno dopo,un giovane guerrigliero sui venticinque anni di un altro schieramento sempre rivale a quello di Takao,commosso dal vedere sempre il ragazzino crescere in quella situazione,riuscì a farlo fuggire durante un combattimento; E nonostante le ricerche e le minacce dei capi,non si seppe mai chi aiutò Takao a scappare,per cui,la sentenza di morte che era sempre stata prevista in casi di tradimento come quello,non potè mai essere eseguita.  

Il ragazzo riuscì apparentemente a rifarsi una vita abbastanza normale,e recuperò gli anni che aveva perduto in guerra; Non diventò uno sweeper,sebbene fosse stato addestrato duramente per sopportare situazioni e combattimenti difficili;  

Invece si sposò e mise su famiglia: suo figlio si chiamò Yodo.  

A distanza di parecchi anni però,coloro che erano stati gli schiavizzatori del battaglione di cui aveva fatto parte Takao,scoprirono che il ragazzo era ancora vivo e abitava ancora in Centroamerica. La guerra civile era finita da molto,ma essi non rinunciarono a vendicarsi:avevano avuto una vita in meno da sacrificare e due braccia in meno per combattere quella vecchia battaglia,e siccome le speranze di potersi vendicare di chi lo aveva fatto fuggire erano più che nulle,se la presero con Yodo,figlio di Takao e quindi nipote di Ryo.  

Il bimbo fu rapito e venne a sua volta cresciuto in un’organizzazione criminale che reclutava qualsiasi persona,bambini compresi,per farne degli addestrati assassini. Questo fatto rivela come esistessero molte affinità tra le vite di Ryo,Yodo e Shan In.  

Così,dopo anni di addestramento,l’ormai adolescente Yodo si era trasformato in un  

perfetto guerriero…  

Non conosceva di persona il suo capo,ma sapeva quali missioni lo attendevano: egli era incaricato di contrabbandare droga nelle coste e negli interni centroamericani; Doveva stare attento a non farsi mai sorprendere da occhi indiscreti,e all’occorrenza eliminare chiunque fosse stato d’intralcio.  

Questo fino al giorno in cui non gli venne detto che avrebbe dovuto affrontare una missione molto importante. Quando gli dicevano che avrebbe dovuto compiere una missione importante,significava sempre che doveva eliminare qualcuno.  

 

***  

Ma durante uno dei numerosi processi a Satoru, narcotrafficante pentito arrestato decenni prima,la cui vicenda giudiziaria si protrasse ben oltre i termini previsti,emersero nuovi particolari che contrastavano con quelli precedentemente resi noti dall’uomo.  

Egli infatti non aveva mai avuto l’intenzione seria di collaborare con la giustizia,e alla fine fu costretto a confessare: chi aveva incendiato e fatto esplodere il palazzo della sede dell’organizzazione fu lui stesso,per invidia del suo capo. Si salvò rifugiandosi nei cunicoli,che,resistenti ai bombardamenti,gli permisero di far saltare in aria il palazzo premendo il bottone di un telecomando.  

Egli infatti era uno dei vertici dell’organizzazione affiliata alla Teope,ed era il “Segreto” del capo XXX. La parola “Segreto” significava nel loro codice l’uomo che assumeva l’importante incarico di vice-capo. La sua identità era conosciuta solamente al capo vero e proprio,mentre con gli altri affiliati egli comunicava principalmente prima che venisse loro affidata una missione,attraverso comandi vocali e a voce opportunamente modificata. Nei rarissimi casi in cui era obbligato ad apparire,lo faceva lasciando vedere di sé solo la testa coperta da un passamontagna nero,e parlando sempre con voce modificata. Occupando un posto così importante,egli era anche l’unico a conoscere,oltre al viso del capo,talune informazioni personali che lo riguardavano;era un uomo molto riservato,che parlava di sé raramente e soltanto con i suoi fedelissimi.  

Il capo XXX infatti non era un assassino di professione,ma sapeva sparare con una perfezione tale che solo pochi individui al mondo avrebbero potuto eguagliarlo; Uccideva solo coloro che erano d’intralcio per le missioni dell’organizzazione,e lo faceva sparando un solo proiettile al cuore di chi aveva trasgredito. Ma quell’unico proiettile era diventato la sua firma inconfondibile : era completamente d’oro purissimo. L’oro infatti,nel codice dell’organizzazione,significava morte; L’argento solo il ferimento nelle parti non vitali,e il piombo minaccia.  

Ma Satoru era stato così geloso del suo capo che era arrivato ad ucciderlo,scatenando l’esplosione e l’incendio della sede segreta. Era diventato di un carattere molto difficile,spiegò durante il processo; Solitamente era molto intransigente,ma nell’ultimo periodo sembrava incattivito,molto probabilmente a causa di un problema legato alla sua famiglia…sembrava stesse cercando delle persone a lui molto care e vicine,ma di ciò non parlava mai. L’ultima frase del pentito fu detta a voce bassa,e coperta dal rumore e dal brusio che proveniva dall’aula; Quindi pochi la udirono perfettamente.  

Dopo l’esplosione,tutti i suoi compagni erano morti,egli solo era rimasto vivo grazie al fatto che si era rifugiato in quelli che da sempre avevano rappresentato la via principale di emergenza per i membri e gli affiliati: i sotterranei del palazzo,un insieme tortuoso e intricato di cunicoli,che sbucavano nei vicoli più malfamati di Shinjuku. Ma il suo successivo arresto gli aveva impedito qualsiasi sogno di essere il capo supremo dell’organizzazione .  

A quel punto in aula irruppe un individuo che nessuno si aspettava di vedere. Arrivò sostenuto e sorvegliato da delle guardie carcerarie,alle quali aveva insistentemente chiesto di poter assistere all’interrogatorio. L’uomo,sulla sessantina,camminava a volto basso,e quando alzò il viso il suo sguardo glaciale si posò per primo su Satoru ,il pentito.  

Questi,a giudicare dalla sua espressione, sembrò aver visto un fantasma;  

Impallidì e non riuscì a muoversi e a fiatare per una manciata di minuti che parvero interminabili.  

“ Ma se ti ho ucciso con le mie stesse mani! Tu eri li dentro,quel giorno! “ gridò poi all’altro,che continuava a fissarlo imperturbabile con un’espressione poco gradevole.  

Poi,lentamente come se facesse fatica, rispose:” Hai ucciso il mio sosia,non me.”  

Infatti gli avvenimenti erano proprio andati in quel modo: Satoru,che con l’esplosione credeva di eliminare tutti gli affiliati all’organizzazione,non si accorse che quel giorno nel covo era presente il sosia del capo,che rimase ucciso; Il vero capo,avendo saputo l’accaduto,era fuggito all’estero,dove aveva intenzione di sbrigare delle faccende personali e non molto tempo dopo era stato arrestato,scontando la sua pena fino al giorno in cui il Giappone chiese l’estradizione di alcuni criminali,tra i quali c’era egli stesso. Era tornato in patria da poco,per scontare gli ultimi anni di carcere; e quando aveva saputo della sete di potere del suo ex “Segreto”,aveva deciso di contrastarlo,rivelando tutto ciò che prima era affare riservato dell’organizzazione,di cui lui era stato il capo.  

Saeko non presenziò nell’ aula dove il processo ebbe luogo,ma le venne fatta vedere una registrazione,perché lei era stata presente il giorno dell’arresto del pentito;  

E come udì la frase circa presunti problemi familiari,fece tornare indietro il nastro per poter ascoltarla meglio; Allora,dei sospetti cominciarono a farsi strada nella sua mente. Era la notte di Natale,e lei era nel suo ufficio. I concerto stava per avere luogo. Numerose pattuglie erano state inviate al museo,e non molto più tardi vi si sarebbe dovuta recare anche lei. Guardò l’orologio. Erano le venti in punto,e il suo turno di lavoro era finito. Mentre i pensieri le scorrevano veloci nella mente,raccattò in fretta le sue cose e salì in macchina. Non aveva intenzione di riposare,quella sera. Si recò al carcere,situato poco fuori dalla città,e chiese di parlare con l’uomo che era intervenuto al processo. Questi stava scontando la sua ultima notte di pena,e dal giorno successivo sarebbe stato un uomo libero.  

A Saeko,dato che era il commissario, fu permesso di entrare nella cella e parlargli;  

L’uomo le spiegò meglio ciò che aveva sostenuto il giorno del processo,ma quando le disse il suo nome,la vide impallidire violentemente. Si chiamava Takao Yoshi.  

Cercò di riprendersi e di mantenere la lucidità,e qualche ora dopo,lei e Takao sfrecciavano sulla porsche rossa di Saeko,diretti al museo nazionale.  

Era già tardi,e i chilometri da fare ancora parecchi.  

Saeko si era ricordata che Ryo aveva ricevuto una lettera minatoria contenente un proiettile d’oro. Se Takao era stato il vero capo dell’organizzazione e Satoru era in carcere,qualcun altro aveva recuperato il loro stesso metodo e lo stava ora utilizzando.  

La donna aveva ottenuto il permesso dai suoi superiori di scarcerare Takao e di condurlo con sé; Stava rischiando grosso,e stava facendo rischiare anche ai suoi amici,primo fra tutti Ryo,che in segreto stavano sorvegliando la situazione: se si fosse saputo il motivo vero di quella scarcerazione anticipata,oltre al fatto che non aveva detto nulla ai suoi superiori riguardo ai cunicoli esistenti sotto il museo,l’avrebbero licenziata in tronco e arrestata. Ma d’altronde,non poteva fare nient’altro,e doveva assolutamente parlare con Ryo,quella notte.  

 

***  

Nel frattempo,nelle vicinanze dei sotterranei e all’interno di questi ultimi,Umibozu aveva già preparato numerose trappole,mentre qualche piano più su,Miki,travestita da hostess addetta al rinfresco,aveva l’occasione di sorvegliare ciò che stava accadendo nel salone e allo stesso tempo si sentiva più a suo agio tra stoviglie e bicchieri. Ryo assisteva in platea,nella prima fila,vestito elegantemente e perfettamente mimetizzato tra la folla. Accanto a lui,Rumiko,che cercava di mantenere la calma. Shan In non era ancora arrivata,e già la tensione cominciava a salire. Poi,un applauso,e tutti i musicisti comparvero sulla scena. La prima nota si sparse per l’aria.  

Il concerto era cominciato.  

 

***  

All’interno della porsche,Saeko poteva udire solo i battiti del proprio cuore. Stava andando ad una velocità ben oltre il limite massimo consentito,ma non aveva intenzione di rallentare. Anche Takao era silenzioso come lei.  

Poi,all’improvviso, Saeko fece una frenata bruschissima,inchiodando violentemente poco prima di un semaforo. Ma non aveva frenato perché era rosso,bensì perché un ostacolo in movimento era comparso apparentemente dal nulla sulla carreggiata.  

L’urto fu pesante,ed entrambi Saeko e Takao stettero una manciata di secondi immobili per il dolore. Avevano sbattuto contro lo schienale del sedile,ma per fortuna le cinture li avevano trattenuti. Saeko fu la prima a riaprire gli occhi.Le venne quasi voglia di urlare per sfogare la rabbia e la tensione che aveva in corpo,ma non appena vide ciò che le si presentò davanti,il grido le si strozzò in gola. In mezzo alla strada c’erano due persone,che correvano da un marciapiede all’altro. Due persone…  

Si fermarono non appena la macchina si spense davanti a loro,e si voltarono.  

Saeko provò una strana sensazione di freddo,poi un torpore,come se si stesse risvegliando da un sogno. Le due persone erano Kaori e Hideyuki,che correvano all’impazzata verso i vicoli più bui e remoti di Shinjuku,verso la periferia,verso…il museo nazionale. Si fermarono una frazione di secondo,come per accertarsi di essere stati riconosciuti,e Kaori mormorò qualcosa che Saeko non riuscì a capire.  

Poi entrambi ripresero la corsa,e si dissolsero nella nebbiolina notturna che si infittiva. Saeko rimase senza fiato per un attimo infinitamente lungo. No,non aveva sognato. I corpi che aveva visto sembravano di carne ed ossa,sembravano pulsare ed essere vivi…ma davanti a lei c’era solo nebbia.  

Riaccese il motore e partì sgommando,inseguendo le due figure nel buio. Cercò di controllare il tremore alle mani. Perché erano tornati a Shinjuku? Che cosa li aveva richiamati laggiù? O meglio,chi? Il cuore di Saeko batteva convulsamente,e al di sopra di quel rumore che aveva la potenza di essere tanto piccolo quanto assordante,si scandiva con mute parole un nome. Ryo…Ryo…Ryo…  

 

Ed ecco,il segnale. Il primo assolo di violino.  

Ryo scivolò lentamente fuori dalla sua poltroncina e facendo finta di nulla si avviò verso l’uscita. Il violino suonava in assolo,una melodia veloce e a tratti struggente.  

Miki seguì Ryo con lo sguardo,sapendo che dopo non molto tempo anche lei sarebbe andata in quella direzione. Aveva nascosto le armi nel minuscolo camerino che le era stato dato. Kasumi era pronta a sostituirla.  

Non si udiva nessun rumore dalle altre sale,nemmeno dalle più lontane,dove riposavano i gioielli più preziosi,e questo la tranquillizzò un poco.  

Ma accadde che,inspiegabilmente,dopo due ore Ryo non aveva ancora fatto ritorno. Mancava poco meno di mezz’ ora alla conclusione del concerto,e Rumiko,che avrebbe dovuto restare ferma al suo posto per non correre rischi,si alzò e pacatamente si diresse verso l’uscita. La pericolosità e l’esperienza del suo lavoro avevano insegnato a Miki che una punta di sospetto bisognava averla sempre,nella vita.  

C’era qualcosa che non andava.  

Guardò bene,e vide che la donna non stava entrando nella toilette,ma aveva proprio deviato per l’uscita.  

Miki raggiunse di corsa il camerino,e strappandosi gli abiti formali rimase con la solita tuta da combattimento. Afferrò le armi e oltrepassò i magnifici alberi di Natale addobbati per l’occasione,e scese giù,giù,nel buio dei sotterranei.  

Un attacco,come previsto,era già iniziato. Le trappole di Umi avevano funzionato come sempre alla perfezione,e già molti nemici giacevano a terra.  

Miki lo raggiunse e lo aiutò nei combattimenti. “ Sono della Teope!” le disse Umi.  

“Hanno messo una bomba ai piani di sopra,nell’ala dedicata alle pietre preziose…è l’ala centrale,attigua alla sala sostenuta da un pilastro…se esplodesse il pilastro ne risentirebbe e di conseguenza il palazzo crollerebbe interamente e nessuno uscirebbe di qui vivo!” Miki allora gli raccontò del comportamento sospetto di Rumiko,e gli chiese dove fosse Ryo. “ Stava inseguendo un gruppo di uomini “ rispose lui,e indicò l’imboccatura di un cunicolo che procedeva tortuoso per diverse centinaia di metri e si collegava ad una botola proprio sotto il pavimento della sala in cui la bomba era stata collocata. Umi e Miki non raggiunsero subito Ryo,perché ebbero da fare con gli uomini dell’organizzazione che accorrevano in numero sempre maggiore,agguerriti quanto loro. Ma sapevano bene come comportarsi in presenza di una bomba da disinnescare.  

 

***  

Nel frattempo Ryo,che aveva già intuito la verità su Rumiko,aveva concluso uno scontro a fuoco con alcuni nemici,quand’ecco che la donna,accompagnata da alcune guardie personali,gli si parò davanti. “La tua corsa finisce qui,City Hunter”. Disse,e gli puntò contro una pistola.  

Ma Ryo,che si aspettava una simile mossa,con un fulmineo colpo di pistola fece volare via l’arma alla donna. “Strappartela dalle mani sarebbe stato poco elegante,cara vice coordinatrice”,le disse,poi,immediatamente dopo,con un paio di colpi ben assestati mise fuori gioco le guardie. Rumiko,che non attendeva una simile velocità di comportamento da parte di Ryo,vacillò per un istante,e cadde qualche metro più sotto dall’alto dei gradini sui quali si era fermata. Con un balzo Ryo la raggiunse e le fu sopra,bloccandola a terra. “Per essere un’assassina professionista,non sei stata molto veloce…” e le dette un bacio,facendole scivolare tra le labbra un potente sonnifero. Per qualche minuto la donna si dimenò,poi si portò una mano al petto e perse i sensi.  

Rumiko infatti era un’affiliata della Teope,che si era presentata a Saeko con documenti falsi e in realtà mirava ad impossessarsi dei gioielli per finanziare una nuova missione dell’organizzazione. Sapeva perfettamente che City Hunter sarebbe intervenuto per salvare la situazione,e sapeva altrettanto bene che,avendo una fama da inguaribile donnaiolo,non avrebbe saputo rifiutare di proteggere una donna come lei.  

Quale occasione migliore per eliminare un elemento che aveva sempre interferito con l’Unione e causato loro tanti danni? Il nuovo capo della Teope ed erede di Kaibara era diventato Satoru,che accortosi dell’impossibilità di gareggiare con un’organizzazione tanto importante,era diventato loro associato,scalando le gerarchie e arrivando ai ranghi più alti,quelli dei capi e coordinatori. Fingendosi pentito,aveva avuto modo di comunicare ai suoi seguaci,sia in Giappone che in centroamerica,anche dal carcere,da dove era evaso poco dopo il processo.  

Ed era stato lui a inviare Rumiko per spiare le mosse di Ryo e a far si che fosse presente la sera del concerto per farlo cadere in trappola. Finalmente anche lui poteva essere un capo,cosa che lo esaltava,dopo tanti anni di servilismo. Quella che un tempo era stata una cellula quasi rivale della Teope era quindi divenuta a tutti gli effetti parte integrante dell’Organizzazione.  

Ryo si rialzò in tutta fretta,ma cominciava ad accusare i primi segni di stanchezza,tanto che dovette fermarsi per qualche secondo a riposare. Affannava. Appoggiò la testa ad un pilastro e sentì il suo ormai solito dolore alla schiena salire velocemente fino a pulsargli nelle tempie,insieme al battito frenetico del cuore. Anche la testa gli doleva,ma non poteva permettersi di rilassarsi. Doveva assolutamente raggiungere la bomba prima che altri affiliati dell’unione la attivassero.  

Allora corse su e giù per i cunicoli fino a trovare l’imboccatura giusta,che dava proprio…nella sala cosiddetta “Del Diamante”. Era la sala più bella di tutte,isolata acusticamente come le altre ma priva di finestre,dato che era proprio la centrale e poggiava sul grande e robusto pilastro che sorreggeva l’edificio. Come si poteva dedurre dal suo nome,ospitava il pezzo più pregiato dell’intera collezione,che era appositamente sistemato in quell’ala così protetta per ridurre al minimo i rischi di furto o danneggiamenti.  

La bomba era collocata all’interno della teca del diamante,opportunamente modificata,proprio sotto il prezioso gioiello,in un doppiofondo segreto,che durante l’esposizione diurna scompariva.  

Ma ad attendere Ryo c’era una nuova sorpresa. Stavolta si trovò davanti un ragazzo,forse nemmeno di vent’anni,che lo aspettava con l’aria trionfante di chi ha appena catturato una preda. Grazie alla prontezza di Rumiko nello schiacciare il pulsante di emergenza,aveva localizzato la posizione della donna su un piccolo computer portatile che aveva appresso,e così si era potuto muovere senza intoppi e raggiungere la sala per posizionare la bomba dopo aver disattivato ogni sistema d’allarme. In quell’istante premette un telecomando,e il conto alla rovescia iniziò.  

In poco meno di un quarto d’ora il palazzo sarebbe esploso.  

Non c’è che dire,un lavoro perfetto per un ragazzino.  

A Ryo bastò uno sguardo,e intravide il congegno della bomba dentro la teca del diamante,che risplendeva di magnifici giochi di luce.  

Il combattimento col ragazzo iniziò immediatamente,e fu da subito violento. Non si dissero nulla,ma bastò un attimo per studiarsi e capire che tipo di persone fossero entrambi.  

 

Intanto,Saeko e Takao erano appena giunti sotto l’entrata del museo. Saeko si lanciò come un fulmine dentro la sala,dove il concerto si avviava pacificamente alla conclusione senza che nessuno si fosse accorto di nulla. L’ultimo assolo di violino era appena cominciato. Cercando di mantenere la calma e di non dare troppo nell’occhio, Saeko,che era in abiti borghesi,fece per avviarsi verso la lunga discesa per i  

sotterranei,dei quali Takao le aveva dato una dettagliata descrizione,ma intravide Shan In che correva verso di lei per raggiungerla.  

Quest’ultima aveva scoperto con certezza che,Rumiko aveva intrattenuto rapporti anche con l’organizzazione militare cinese Suzaku,della quale lei aveva fatto parte da bambina. Non l’aveva mai conosciuta di persona,ma come da tempo sospettava,quella donna era stata,seppur molto giovane,colei che dava le istruzioni agli affiliati su come raggiungere i luoghi per procurarsi i vestiti e le armi che sarebbero servite per compiere il “lavoro” di omicidio. Solo dopo si era associata alla Teope e alle sue nuove basi giapponesi. E anche Shan In,da bambina,aveva ricevuto ordini da Rumiko,il cui comportamento e modo di fare le erano rimasti così impressi da farle nascere dei sospetti che si trattasse della stessa persona della sua infanzia.  

Per Saeko fu una doccia fredda,ma questo le fece accelerare ancora di più le azioni che stava compiendo. Trovarono i cunicoli deserti,ma semplicemente perché essi potevano essere manovrati,chiusi e aperti a piacimento come delle porte scorrevoli grazie a dei sensori collegati a un telecomando. Chi stava manovrando questa sorta di labirinto a scomparsa era una guardia dei rinforzi chiamati da Rumiko,che un attimo prima di svenire aveva schiacciato un piccolissimo bottone della microspia che aveva nascosto sotto il vestito. Quando Ryo se ne era accorto era ormai troppo tardi per fermarla,e non gli restò che distruggere la microspia e allontanarsi il più velocemente possibile da quel luogo.  

Saeko,Takao e Shan In si sentivano in trappola. I tunnel si aprivano e chiudevano davanti a loro senza che essi potessero fare niente. Finalmente,Shan In riuscì a colpi di pistola ad aprire una breccia in uno di essi,e in quel modo incontrarono Miki e Umibozu,anche loro alle prese con lo stesso problema.  

Ma quando gli occhi di Takao incontrarono il volto imponente di Umibozu,per un attimo il silenzio tornò a regnare su tutto. Non poteva essere…  

Quel volto lo riportò immediatamente alla sua gioventù,alla guerra civile combattuta nella giungla,alle sofferenze e alla morte che aveva dovuto vedere e sopportare…fino al giorno in cui un guerrigliero che avrebbe dovuto essere suo nemico,lo aiutò facendolo fuggire e coprendogli le spalle. Quel guerrigliero era un po’ più grande di lui,ed aveva un aspetto molto imponente,terribile in battaglia. Non aveva mai saputo il suo nome,aveva appena fatto in tempo a ringraziarlo prima di scomparire nella giungla…ma in quel momento si era ritrovato quel volto davanti,e gli era sembrato di ritornare a più di trent’anni prima.  

Per un poco allora,e forse per una delle prime volte della sua vita,ripensò a tutto ciò che aveva fatto. Gli era stata donata la libertà e lui l’aveva usata per diventare un assassino…  

Dopo la comprensibile emozione,dovettero comunque pensare ad uscire da quella assurda trappola. Con il restante della armi di Umi e tanta fatica,vennero aperti molti passaggi,e il che permise a Shan In di uscire ad affrontare un altro gruppo di nemici e a Saeko di ritrovare la strada e correre a chiamare i rinforzi.  

La polizia fu sul luogo nel giro di pochi minuti,e Saeko,con la morte nel cuore,si mise a capo di una pattuglia anziché tornare nei sotterranei a cercare Ryo.  

 

Frattanto,nella Sala del Diamante,i bossoli sparsi sul pavimento erano ormai tanti. Approfittando dell’attimo in cui il suo rivale si era fermato per ricaricare la pistola,Ryo mirò al vetro della teca del diamante e sparò una,due volte. Se fosse riuscito a colpire i fili metallici della bomba avrebbe impedito immediatamente la detonazione. Ma mentre il primo vetro si frantumò,il secondo rimase perfettamente intatto,poiché era antiproiettile.  

 

 

 


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