Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Auteur: Lapy

Status: Complète

Série: Angel Heart

 

Total: 7 chapitres

Publiée: 06-01-08

Mise à jour: 06-01-08

 

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DrameAction

 

Résumé: Questo è il finale di Angel Heart che vorrei vedere...

 

Disclaimer: I personaggi di "Titolo da cambiare" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Fanfiction :: Welcome Back Home, Ryo

 

Chapitre 4 :: Il Bambino Scomparso

Publiée: 06-01-08 - Mise à jour: 06-01-08

 


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CAPITOLO 4 Il Bambino Scomparso  

 

Il corpo di Ryo fu sepolto nella tomba della famiglia Makimura; Anche se egli non portava quel cognome,ai suoi amici sembrò doveroso farlo riposare per sempre accanto alle spoglie dell’amata Kaori,nella stessa bara,fianco a fianco.  

La Colt Phyton fu messa da Umibozu nella tasca della giacca di Ryo,dove era solito tenerla. “Ora non ne avrai più bisogno,amico mio” gli disse Umi. “ Ma questa sarà tua per sempre,e nessun altro la potrà mai usare di nuovo. Laggiù le guerre non esistono…e sicuramente ti starai già divertendo come tu sai,vero?” .  

 

Shan In ebbe cura di esaudire l’ultimo desiderio che Ryo le aveva chiesto: suo padre era infatti diventato un donatore di organi proprio come mamma Kaori,e voleva semplicemente che il suo cuore fosse trapiantato in qualcun altro che ne avesse avuto bisogno,così come Kaori aveva fatto a suo tempo. In questo modo,le aveva detto,se ci fosse stata un’altra Shan In nel mondo,magari lui avrebbe contribuito a salvarle la vita. Fortunatamente,il proiettile che lo aveva ucciso era stato impreciso,e non aveva toccato in pieno l’organo: per cui il trapianto potè essere eseguito.  

E così fu: Shan In e Shin Hon,che da tempo erano sposati,non potevano avere figli,perché anche loro avevano continuato il lavoro di sweeper e ciò era troppo pericoloso per allevare un bimbo.  

Ma un giorno vennero a sapere che il cuore di Ryo era stato trapiantato in un ragazzino che aveva avuto un brutto incidente ed era stato ferito proprio al cuore:  

ed essi decisero di adottarlo,anche se non lo avevano mai conosciuto in vita loro.  

 

Takao si fermò per qualche tempo a Shinjuku. Si era molto rattristato. Aveva appena saputo da Saeko di aver ritrovato suo fratello e nel giro di pochissimo lo aveva perso senza nemmeno parlargli e dirgli la verità. Inoltre,in tutti quegli anni aveva sempre cercato di rimettere insieme la sua famiglia smembrata,ma non gli era riuscito nemmeno di ritrovare il suo amato figlio,che non vedeva da quando aveva pochi anni.  

Quando aveva smesso con la vita da assassino,periodo che coincideva anche con la fine delle indagini di Hideyuki e Saeko sul suo conto,si era dedicato completamente alla ricerca dei suoi familiari scomparsi,ma ormai aveva ben poche speranze di saperli vivi.  

 

***  

Il tempo continuava a trascorrere lentamente a Tokyo,e le stagioni si susseguivano l’una all’altra. I gioielli del museo erano stati salvati,Rumiko e le guardie arrestati,e i cunicoli murati in modo che nessuno potesse utilizzarli di nuovo.  

La morte di Ryo aveva lasciato un grande vuoto in tutti loro,ma la vita doveva continuare. La famiglia di Shan In si era arricchita di un nuovo elemento,ma quale non fu lo stupore di tutti quando,il primo giorno che arrivò nella sua nuova casa,scoprirono di aver già visto il suo volto. La memoria tornò a quella tragica notte di Natale…il ragazzo era infatti colui che aveva ucciso Ryo. Ed ora aveva il suo cuore che batteva nel petto. Egli non era stato arrestato,e Saeko gli aveva tolto le manette non appena era stato colpito dallo sparo. Era un clandestino. Di conseguenza quel ragazzo non risultava esistere né per la polizia,né per lo Stato,proprio come…Ryo.  

Lo sconcerto di Shan In e degli altri fu comprensibile,ma ben presto si accorsero che quel giovane ex assassino in fondo non aveva un animo cattivo.  

Aveva ucciso perché era stato costretto a farlo,ed era un clandestino anche lui. Spesso gli avevano fatto assumere droghe per costringerlo a portare a termine le missioni,e quando aveva fallito nel far esplodere la bomba al museo,avevano pensato di eliminarlo immediatamente senza mezzi termini,sebbene avesse ucciso colui che gli avevano ordinato di uccidere. Anche lui rimase addolorato dopo aver saputo di aver assassinato il padre di quella che ora era la sua nuova madre,ma Shan In capì perfettamente come si sentiva.  

 

Scoprire chi era suo figlio adottivo era stato terribile,ma non aveva mai dimenticato che anche lei era stata costretta ad uccidere,e il dolore che provava nello spezzare una vita altrui. Ogni volta che lo abbracciava e sentiva il cuore battere,le sembrava che fosse Ryo a ricambiare l’abbraccio,mentre mamma Kaori si faceva sentire attraverso il suo petto. Ryo l’aveva amata come una figlia,ed ora lei avrebbe amato quel ragazzo che aveva il suo cuore come suo figlio.  

 

Così il quartiere di Shinjuku riacquistò sotto diversa forma un nuovo Ryo e una nuova Kaori,fino a che,un giorno,Shan In restituì tutto il bene che le era stato dato in quella sua nascita a nuova vita.  

Pioveva, ed era di ritorno da un’uscita con Saeko.  

Giunta proprio all’incrocio in cui Kaori aveva perso la vita,vide un bambino che incoscientemente camminava in mezzo alla strada,e non si era affatto reso conto del pericolo terribile a cui andava incontro. A Shan In sembrò di aver già vissuto quella scena…e senza pensare a nulla in quel momento,lasciò cadere l’ombrello a terra e si lanciò sul bimbo,scaraventandolo sul marciapiede e salvandolo. Ma una camionetta bianca sopraggiungeva a gran velocità,e non riuscì ad evitarla…  

 

Fu così che Shan In restituì a sua madre il grande dono che le aveva fatto tanti anni prima.  

 

FINE DEL FLASHBACK  

 

***  

 

Saeko si voltò verso le tapparelle semi sollevate della finestra. L’alba era ormai sorta sul suo ultimo giorno di lavoro prima di andare in pensione.  

Fece quasi fatica a richiudere quel piccolo quaderno e a staccarsi da quella improvvisa ondata emotiva che l’aveva travolta. Le sembrò che le voci di un mondo che aveva dimenticato la richiamassero,con il loro dolce e terribile eco di malinconie e ricordi passati. Posò quell’oggetto così caro ad occhi d’altri sul tavolo accanto a sé,e distrattamente si volse verso il bagliore dell’alba che a poco a poco cominciava ad inondare la stanza. La penombra svaniva,le paure della notte si dileguavano silenziose negli ultimi angolini bui,ma il profumo e l’atmosfera di quella stanzetta ordinata erano gli stessi di sempre,quelli che venti anni non erano riusciti a cancellare. Perfino lei li conosceva,lei che forse non avrebbe avuto alcun diritto di violare un sentimento così immenso.  

Un pallido raggio di sole si posò sugli occhi blu della donna,ed essa si lasciò sfuggire un debole sorriso, quasi di compassione. Quelle pagine un po’ sbiadite che aveva letto senza alcun permesso erano state lette e saggiate chissà quante volte,coccolate,assaporate,rese come se fossero ancora una viva presenza.  

La calligrafia era quella di Kaori,ma lei non poteva aver scritto quelle righe.  

Un altro strano fatto al quale la poliziotta Saeko aveva imparato a credere,perché adesso sapeva che grazie all’amore tutto era possibile.  

Parevano forse pensieri di Ryo,ma erano talmente vivi e struggenti che sembravano essere stati scritti recentemente,da pugno sicuro e nostalgico,per giungere dritti all’anima e accarezzarla. Qua e là,sul foglio ingiallito,c’erano piccole macchie trasparenti,e l’inchiostro era lievemente sbavato in alcuni punti. Erano tracce di lacrime,pensò Saeko,e l’intuito le sussurrava che erano lacrime di Ryo.  

Ryo…pensò a lui,e le venne in mente il suo cuore,che ancora batteva nel petto del ragazzo suo assassino. E allora,dopo aver ripercorso mentalmente tutta quella vicenda,comprese un piccolo particolare che fino ad allora non si era mai riuscita a spiegare.  

Si volse,scrutò l’alba con la stessa tenacia che era propria del suo carattere dei tempi andati,e per un attimo sembrò tornare ad essere la Saeko di venti anni prima.  

Uscì dalla casa e richiuse la porta alle sue spalle.  

Quel giorno avrebbe avuto ancora una faccenda da sistemare. Dopotutto,fino alla mezzanotte era ancora il commissario di polizia del commando di Shinjuku.  

 

***  

Nel giro di una giornata aveva compiuto nuove ricerche,e in serata si presentò nell’appartamento dove Takao abitava provvisoriamente. Ancora pochi giorni e sarebbe ritornato in America. Egli la accolse cortesemente,e Saeko notò che alcune valigie erano già quasi pronte per la partenza. Era felice per ciò che doveva dirgli,ma a quella vista la malinconia tornò a farsi sentire in lei,perché in fondo quell’uomo non aveva l’aspetto di un feroce criminale,anzi,il suo sguardo,il suo aspetto e i suoi modi di fare erano molto simili a quelli di Ryo.  

“Signora Nogami” disse. “ Adesso che è quasi giunta l’ora della mia partenza,vorrei solo poter trovare delle parole per scusarmi di tutto quello che è successo per colpa mia…nella mia vita sono stato un codardo e un assassino,ma in parte sono stato  

costretto…e alla fine non riuscivo più a liberarmi. Ho smesso solo perché volevo ritrovare la mia vera famiglia,e tutto ciò che ho ottenuto è stato che qualcuno impossessatosi del mio ex simbolo di riconoscimento,l’ha utilizzato per uccidere il fratello che da tanto speravo di poter riabbracciare.  

Ma ormai ho scontato la mia pena,e sono un onesto cittadino. La mia famiglia è persa. Cercherò di rifarmi una vita,laggiù in America. La ringrazio di tutto quello che ha fatto per me. “ Saeko sorrise,e gli chiese come si chiamasse suo figlio. “Yodo “ rispose tristemente Takao.  

Il sorriso sul volto di Saeko si fece più luminoso.  

Gli ricordò che non doveva mai smettere di avere una speranza. “ Ryo era proprio come lei,quando l’ho conosciuto…non aveva speranze,e si limitava a sopravvivere,quasi come fosse un animale randagio. Ma un giorno,mentre camminava tra le fatiche quotidiane,incontrò nella folla lo sguardo di qualcuno. Era uno sguardo diverso da quelli che aveva incrociato fino ad allora. Era uno sguardo umano. E d’improvviso,anche se con gli altri non lo ammetteva mai,fu come se si fosse accostato ad un divino nascosto che gli permise di rinascere. Aveva incontrato Kaori,e pian piano,nutrendosi di quell’amore particolare,possessivo e a tratti infantile, giorno dopo giorno ritornò ad essere un essere umano. Proprio lui,l’ultimo uomo sulla terra che pensava di meritarsi l’amore o essere in grado di darlo,aveva trovato una ragione per non lasciarsi morire.  

E non servivano parole tra quei due. Non erano mai servite. Bastava uno sguardo,ed era tutto. Per questo le chiedo di non perdere mai la speranza…  

Suo figlio è ancora vivo…ho da pochissimo scoperto chi è…”  

 

Takao lasciò cadere a terra la tazzina con il caffè che stava sorseggiando,e la vide rompersi in mille pezzi. Gli sembrò che il suo cuore riproducesse lo stesso suono,allo sentir pronunciare la parola che stava in tutti i modi cercando di dimenticare.  

Poi la vista gli si annebbiò un momento. “Ha detto…mio figlio?” chiese,per essere sicuro di aver capito bene.  

Così Saeko gli raccontò di come fosse stata sciocca a non capirlo subito,perché era troppo sconvolta e addolorata per la scomparsa di Ryo. Il figlio scomparso e tanto cercato non era altri che l’assassino di Ryo,quindi suo nipote.  

Quando la notte di Natale la poliziotta l’aveva prelevato dal carcere per condurlo con sé al museo,dicendogli che aveva trovato suo fratello,Takao le aveva raccontato della sua famiglia smembrata che stava cercando di ricostruire,e di suo figlio Yodo,rapito ad appena cinque anni dai guerriglieri presso cui lui stesso era stato allevato.  

I guerriglieri volevano vendicarsi di Umibozu che gli aveva permesso di fuggire,ma non sapendo che fosse stato lui,decisero di sfruttare la situazione rapendo il bimbo.  

Essendo stato membro di quelle organizzazioni di guerriglieri per tanti anni,Takao sapeva bene come fossero strutturate le gerarchie interne: i capi erano ovviamente al di sopra di tutti,poi venivano i soldati,a seconda del loro grado di preparazione. Ai più giovani e meno esperti veniva applicato un marchio a fuoco,che indicava il loro status.  

A mano a mano che crescevano e si rafforzavano gli venivano dati degli abiti differenti;Infine,una volta raggiunto il grado massimo di esperienza,venivano nuovamente marchiati a fuoco,definitivamente,e il marchio indicava lo status più alto;  

I portatori di quel riconoscimento potevano diventare capi e essere esecutori di importanti missioni. Quindi,se l’assassino di Ryo avesse avuto impressi sulla pelle quei simboli,ci sarebbero state buone probabilità che potesse essere lui il bimbo scomparso. Anche perché i giovani con quel marchio non erano così frequenti; Quelli che avevano vissuto quella guerra avrebbero dovuto avere pressappoco l’età di Ryo,ormai. E Saeko,accompagnando in ospedale il ragazzo ferito al cuore,aveva notato che sul petto aveva proprio delle bruciature particolari,rotondeggianti e con all’interno scritto qualcosa. Dopo che Shan In e Shin Hon lo avevano adottato,egli aveva detto di chiamarsi Yodo,ma ovviamente nessuno ancora sapeva che il nome coincideva perfettamente con quello del figlio di Takao.  

Finalmente i due poterono riabbracciarsi,e ogni cosa fu chiarita. Yodo raccontò che un giorno gli era stata affidata una missione molto importante,così come veniva chiamata nel gergo dell’organizzazione : si trattava di un viaggio oltreoceano,per iniziare assieme ad una cellula dell’Unione un nuovo mercato:quello di Tokyo. Il capo supremo,Kaibara,era morto da tempo,ma l’Unione non si era dispersa,e in un brevissimo periodo si era ricostruita ed aveva eletto un nuovo capo,il cui nome doveva rimanere sconosciuto agli affiliati. Questi era Satoru,che aveva preferito sottomettersi alla Teope piuttosto che essere ucciso come loro nemico. In breve si era rivelato molto affidabile e meritevole del titolo di capo. Dal carcere aveva trovato modo di comunicare prima attraverso messaggi cifrati,poi grazie ad una guardia doppiogiochista,che faceva da intermediaria tra lui e l’esterno.  

Tra i nuovi e giovani affiliati dell’Unione scelse Yodo,per la sua fermezza.  

Yodo era sicuro di sé e determinato in ciò che stava facendo…era il suo lavoro,e l’unica possibilità che aveva per sopravvivere in quel mondo terribile e crudele,dove non c’era alcuno spazio riservato per una vita piena di sentimenti di bene verso il prossimo. Eppure,gli pareva di ricordare quasi come fosse un sogno,lui aveva conosciuto un mondo migliore di quello che stava vivendo..ma i deboli ricordi che aveva erano spezzati,irriconoscibili…così,quando il capo gli fece dire che oltre alla missione di contrabbandare droga a Tokyo,ne avrebbe avuta anche un’altra molto più importante,il ragazzo giurò di obbedire agli ordini con una freddezza d’animo impressionabile.  

D’altronde,per lui gli omicidi erano quasi una cosa naturale,se l’Unione veniva ostacolata nel suo lavoro e nella sua corsa al monopolio dello smercio. Gli venne dato il nome e le foto della persona che doveva uccidere e un buon rifornimento di armi e munizioni. Tra esse,con sorpresa del ragazzo,c’era un unico,scintillante proiettile d’oro,avvolto in un pezzo di carta e riposto al sicuro dentro una scatolina quasi fosse un gioiello. La Teope e più precisamente Satoru aveva fatto usare al ragazzo i simboli caratteristici di suo padre Takao,molto probabilmente per vendicarsi in qualche modo del fatto che lui aveva abbandonato il lavoro di capo.  

Sulla carta ricevuta da Yodo assieme al proiettile,poche righe di spiegazione,probabilmente scritte da Satoru di suo pugno.  

L’uomo che doveva morire aveva oltraggiato l’Unione uccidendone l’affiliato che aveva assassinato Hideyuki,e inoltre si era reso responsabile dell’arresto di numerosi altri loro collaboratori,tra i quali proprio lui,Satoru.  

Si chiamava Ryo Saeba.  

 

 

Takao ora si sentiva in enorme debito con Saeko; Aveva anche collaborato con lei,tempo prima,aiutandola in delle indagini,esattamente come facevano Hideyuki e Ryo. E Saeko provò l’amara sensazione che non ci fosse più nessuno a farla divertire chiedendole mokkori come ricompensa.  

Ma non voleva mai più sentire parlare di debiti. A quelle parole si era commossa,e aveva semplicemente risposto che era stato molto piacevole parlare con Takao. In fondo era come avere scambiato quattro chiacchiere con…un vecchio amico.  

Quando Takao ripartì per l’ America,lasciò Yodo con Shan In e Shin Hon.  

Il ragazzo voleva restare a Shinjuku,la città dove suo zio era ritornato alla sua condizione di essere umano. Dopo averlo ucciso senza nemmeno sapere che era un membro di quella famiglia che anche lui,come suo padre,aveva tanto desiderato di ritrovare,voleva fare qualcosa per quel quartiere. Si dichiarò nemico di ogni ingiustizia,e della prepotenza di organizzazioni,rapitori e sfruttatori. Forse merito di quel cuore che gli batteva nel petto,cominciò a poco a poco a diventare temuto tra i malfattori della zona. Aiutato dagli amici di sempre dello zio,diventò una perfetta guardia del corpo ed un esperto di one hole shot. La nuova lavagna della stazione di Shinjuku conteneva spesso dei messaggi per lui. Il codice che aveva scelto gli era stranamente caro; Il suo cuore palpitava più forte quando lo leggeva,e gli sembrava di averlo utilizzato un infinito numero di volte…era XYZ.  

In pochi mesi era diventato l’erede di Ryo Saeba,ed il nuovo City Hunter.  

Solamente,non riusciva a spiegarsi perché ogni volta che osservava una bella ragazza gli veniva un improvviso desiderio di mokkori,e soprattutto perché sua madre Shan In,le volte che lo aveva scoperto in certi atteggiamenti,sembrava quasi assumere un’altra personalità e non sapeva resistere a dargli una sonora martellata sulla testa con un terribile attrezzo di legno che le compariva tra le mani dal nulla…  

 

 

 

 

 

 

 


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