Capitolo 5 :: 5. Urla nella notte Pubblicato: 06-09-08 - Ultimo aggiornamento: 06-09-08
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Shinjuku, 31 Marzo 1980
- 5 - URLA NELLA NOTTE
Un uomo segnato dalle vicende della vita, chiese alla cameriera del night club in cui si trovava un altro giro di Billy Cruz. La cameriera lo osservò con compassione dicendogli:
- Signore, ha bevuto abbastanza questa sera. - E, guardando la sua fede al dito, continuò: - Forse è meglio che torni a casa da sua moglie e dai suoi figli. - Ma Junichi Hisaishi con una sigaretta tra le labbra e l’alcool che gli girava vorticoso in testa, euforico e frastornato per l’ennesima dose di Killer914, prese per il braccio la cameriera con forza e gli sibilò nell’orecchio:
- Tu, adesso, brutta puttana, mi dai quello che ho ordinato. Capito?!! - La cameriera lanciò uno sguardo carico di compassione al barista e proprietario del Sun Light Cabaret, soprannominato Master, non molto distante da lei. Il quale fece cenno ai due buttafuori di andarla a soccorrere.
Il primo dei due tolse la ragazza dalle grinfie dell’uomo, mentre il secondo lo prese su da terra di peso conducendolo all’uscita di servizio del locale, dove, dopo due cazzotti perfettamente andati a segno, gli disse:
- Non farti più rivedere da queste parti, Hisaishi. Putrido sacco di merda, hai già infestato anche troppo il Sun Light in questi anni con la tua inutile presenza!!! - Poi il buttafuori si mise a braccia conserte a guardare l’uomo dalla soglia dalla porta, dall’alto in basso.
Junichi si toccò il labbro sanguinante e imprecò qualcosa contro l’uomo che aveva davanti. Ma quando questo prese una spranga di ferro agitandola in aria e dirigendosi verso di lui, Junichi battè in ritirata zoppicando barcollante verso casa.
Dopo dieci minuti raggiunse l’appartamento dove abitava facente parte di un complesso residenziale di case popolari molto vecchie e trasandate situate nel centro di Shinjuku, quasi di fronte al parco più grande della città. Il Kabukicho era zona più povera e con il maggior tasso di criminalità e delinquenza dell’intero quartiere di Shinjuku, che già di per sé era la culla della malavita, del sesso a pagamento e della droga facilmente reperibile da qualsiasi fottutissimo tizio losco appostato in qualsiasi fottutissimo angolo.
Aprì il portone d’entrata con una spallata e salì le scale. Ed arrivato al terzo piano, svoltò a destra trovandosi subito dinnanzi all’appartamento 125. Diede un calcio alla porta ed entrò. Dopo pochi istanti, la moglie in vestaglia, lo raggiunse nella cucina mentre lui in piedi davanti al frigorifero si stava sorseggiando una birra:
- Dove sei stato sino ad ora!!!! E' tardissimo! Ma non lo sai che hai famiglia!!! Invece di andare a zonzo a puttane, dovresti cercarti un lavoro per dare una vita decorosa a tua moglie ed a tua figlia! - L’uomo la guardò con rabbia, gli effetti dell’astinenza cominciarono a farsi sentire:
- Smettila di blaterare, puttana!!! Siete tutte delle troie!!! - E le lanciò nella sua direzione la bottiglia di birra che aveva appena aperto e che si andò a frantumare nella parete alle spalle della donna, mentre il suo contenuto giallastro colava sul muro raggiungendo il pavimento.
- Mi fai paura, Junichi! - Disse la donna terrorizzata.
E lui con un ghigno malefico si avvicinò verso di lei, la spinse verso la parete e cominciò a baciarle il collo con fare animalesco.
- Smettila Junichi, sei ubriaco fradicio!!! Puzzi di fumo e prendi ancora quella robaccia, quando la smetterai!!! - Disse la donna divincolandosi.
Ma il marito non ne voleva sapere e non la ascoltò nemmeno, continuando a lasciarle saliva sul petto.
- Smettila!!!! Smettila subito!!! Ringrazio il cielo che stasera Kaori dorme da mia madre!!! Pensa se fosse stata presente a questo spettacolo disgustoso!!! Ubriaco come sei saresti capace di fare del male anche a lei! - Disse con rabbia e paura la donna mentre cercava di divincolarsi dalla ferrea presa del marito e pensando alla figlia Kaori che aveva compiuto un anno proprio in quel giorno e che, per questo, la nonna aveva voluto che restasse a dormire a casa propria.
- Le donne sono state create per compiere il loro dovere! Quindi smettila di scalciare come una cavalla!!! E che me ne frega di quella mocciosa petulante! Quella è stata solo un errore! Quando sarà abbastanza grande la manderò a battere così non sarò più costretto a cercarmi un dannato lavoro per vivere! Lei guadagnerà abbastanza anche per noi, Mayuko! -
Esclamò soddisfatto aprendole la vestaglia, e strappandole a mani nude la camicia da notte che portava al di sotto.
- Smettila!!!! Basta!!!! Aiuto!!! Qualcuno mi aiuti!!!! - Gridava intanto Mayuko Tachiki ma nessuno degli abitanti del palazzo, nonostante tutti negli appartamenti circostanti avessero udito le sue urla, si decise a muovere un dito per soccorrerla.
A Shinjuku ognuno aveva la tendenza a farsi gli affari propri ed a non mettere il naso in faccende che non gli riguardavano personalmente.
L’uomo afferrò le braccia della donna e con un solo balzo la portò vicino al tavolo dove ivi la sdraiò.
- Cosa vuoi da me, porco maiale!!! Toglimi subito le tue manacce di dosso!!! - Urlò Mayuko.
Ma Junichi era ubriaco e strafatto: sentiva esplodere in sé quel delirio di onnipotenza che serpeggiava in lui tutte le volte che la Killer914 si mescolava nella sua membra infelici e frustrate con quei quattro-cinque bicchieri di Billy Cruz. Lei sdraiata sul tavolo, con lui sopra di lei, non poteva muoversi in nessun modo.
- Ti prego, smettila!!! Basta!!! Lasciami andare!!! - Ma lui sembrava ignorare le sue grida. Le strappò definitivamente le mutandine e si tirò giù la cerniera dei pantaloni logori che portava.
- Basta!!!! Smettila!!! - Gridava la donna dimenandosi.
Ma quelle urla non facevano altro che accrescere l’eccitazione del suo aguzzino.
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