Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prosa

 

Autore: fire

Status: In corso

Serie: City Hunter

 

Total: 18 capitoli

Pubblicato: 06-09-08

Ultimo aggiornamento: 09-09-08

 

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RomanceSongfic

 

Riassunto: Kaori lo guardò negli occhi incredula. Gli stessi fotogrammi passavano veloci nella sua mente, ripetendosi all'infinito. Dopo di che si girò ed abbandonò correndo la chiesa con l'enorme stupore di tutti mentre salate lacrime solcavano il suo viso e nell'andarsene perse pure il velo col diadema. Mentre ripensava alla notte in cui lei e Ryo avevano fatto l'amore per la prima volta. Alle emozioni che aveva provato. Quella stessa notte in cui lui le aveva dichiarato il suo amore e le aveva chiesto di sposarla. Ora, tutti quei ricordi offuscati dagli attimi di dolore più intensi che avesse mai provato in vita sua. Come se il suo cuore si fosse atrofizzato. In un'unica strettissima e lacerante morsa di gelo.

 

Disclaimer: I personaggi di "Morsa di gelo" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo, quelli appartenti al manga. Mentre quelli inventanti frutto della mia fantasia, sono di mia proprietà. Così come le locations fuori dal Manga originale.

 

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   Fanfiction :: Morsa di gelo

 

Capitolo 14 :: 14. Il padre di Rose Mary

Pubblicato: 09-09-08 - Ultimo aggiornamento: 09-09-08

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18


 

Santa Ana Maya, 22 Luglio 1985  

 

- 14 - IL PADRE DI ROSE MARY  

 

Dal posto in cui sarebbero stati al sicuro. E se in quella circostanza lui si fosse opposto con tutte le sue forze ed avesse mandato lei avanti a guidare il gruppo? Forse a quest'ora sarebbe stata ancora viva? Era questa la domanda a cui non avrebbe mai trovato una risposta. Era questa la cosa che l'avrebbe sempre tormentato fino alla fine dei suoi giorni. Guardò la ragazzina davanti a lui e decise di darle udienza.  

 

- Il mio nome è Ryo, piacere Rose Mary Hyndman! - La ragazzina allora gli sorrise e gli disse:  

 

- Questa non era la mia vera famiglia. Erano alcuni amici di papà... quella che poi è diventata la mia famiglia adottiva. E io, come vedi, non sono messicana... - Un sorriso mesto ed una smorfia da adolescente accompagnarono queste parole.  

 

- L'avevo capito... ma quanti anni hai? Dove è tuo padre ora? Sei rimasta sola? - Chiese Ryo mentre le faceva strada per uscire da quella catapecchia in cui l'odore dei corpi delle persone morte stava cominciando a farsi sentire.  

 

- Ne ho dodici. E mio padre Carlos fa il commerciante di cose che luccicano... di pietre, a quanto mi ha detto. Lui è sempre via per lavoro allora, visto che la mia mamma è morta tanti anni fa per darmi alla luce, ha chiesto a questi suoi amici di tenermi con sè fintanto che fosse impegnato col suo lavoro. Poi mi sarebbe venuto a riprendere, appena poteva. - E Ryo intanto pensava... pietre? Pietre o diamanti??? Commerciante o contrabbandiere??? Ma evitò di dirlo ad alta voce poichè non sapeva se la ragazzina sapesse il vero lavoro di suo padre.  

Era uno spacciatore abbastanza famoso, soprattutto a Morelia, una delle città principali di quella regione.  

 

Che fosse la PCP tagliata con qualcos'altro? Si chiese Ryo. Magari tagliata con polvere di diamanti? A qualsiasi modo, quell'uomo vendeva droga, diamanti e chissà quant'altro e la sua bambina pensava che vendesse pietre luccicose. Avrebbe, per caso, dovuto rivelarle la vera natura ed il vero mestiere di suo padre? Si chiese Ryo.  

 

Poi si disse che forse no, non avrebbe dovuto.  

 

Se questo Carlos con la sua bambina si comportava bene, perchè infrangere i suoi sogni e farla diventare così simile a lui (a Ryo), così sola, così triste... così.  

 

Da quando se ne era andata sua sorella, la sua vita non aveva più un senso.  

 

Suo padre era disperso chissà dove con gli altri e non si era curato minimamente di loro. Nè se stessero bene, nè se fosse tutto a posto. Perchè Shin non aveva chiesto, non aveva voluto sapere, se i suoi figli stessero bene? E se questa ragazzina aveva così tanta considerazione di suo padre... aveva visto Ryo il luccichìo dei suoi occhi quando ne parlava... perchè lui (Ryo) avrebbe dovuto mostrarle il vero volto di suo padre? Lui non lo conosceva per niente, questo Carlos. Poteva anche essere un contrabbandiere ed un buon padre contemporanemente. Una cosa non escludeva l'altra. Invece Shin era un buon soldato e un ottimo guerriero ma non era un buon padre. Riflettè Ryo fra sè. E poi di nuovo uno scorcio di una conversazione con sua sorella avvenuta proprio poche ore prima dell'attacco a tradimento dell'Esercito Governativo.  

L'ultima conversazione lunga che ebbero prima che lei lo lasciasse per sempre. L'ultima confidenza. L'ultima chiacchierata.  

 

"Ryo, non so se te ne sei accorto, ma papà ci odia da quando è morta la mamma." Gli aveva detto con rabbia e con rammarico.  

 

"Ma cosa dici, Zoe?!"  

 

"Dai, togliti quei paraocchi, Ryo! Le cose sono andate bene, finchè mamma era ancora in vita!!! Quando si è sacrificata per proteggerci, allora tutto è cambiato. Da quel momento in poi, Kaibara ci ha affidato alle cure di Hannah e degli altri e se ne è andato con Tod e gli altri solo per non averci ancora fra i piedi. Ti dico che ce l'ha con noi! Lui pensa che se non ci fossimo stati noi, mamma non sarebbe morta! E' stata lei che ci ha protetto dai colpi col suo corpo. Se non ci fossimo stati noi, lei non sarebbe morta!"  

 

"Non dire sciocchezze, Zoe! Papà ci vuole bene, è solo ancora sconvolto. Sono passati cinque anni, ma si vede che non se ne ancora fatto una ragione." Aveva cercato di difenderlo dalle accuse di sua sorella.  

 

"Kaibara, Ryo, Kaibara. Quando comincerai anche tu a trattarlo per quello che è, per quello che è diventato. Uno come tanti."  

 

Si ricordò di quelle parole e si ricordò che poi sua sorella si era alzata ed era andata a farsi un giro per i cazzi suoi. Cercando che la solitudine attenuasse la sua rabbia nei confronti di quella vita di merda che stavano vivendo ed anche nei confronti di suo padre che ora non chiamava più - papà - ma solo Kaibara. Ma ora avrebbe dovuto smetterla.  

 

Così, si sarebbe fatto solo del male.  

 

Ryo la guardò con compassione. Hyndman non era ritornato per riprendersi sua figlia. E il motivo, era quello uscito dalle parole di Rose Mary oppure era stata solo una scusa per abbandonarla poichè per lui costituiva un peso?  

 

Se davvero Zoe avesse avuto ragione sul conto di Kaibara?  

 

Se davvero lui li avesse abbandonati per vendetta come se li considerasse gli assassini della sua compagna?  

 

In qualunque caso, li aveva abbandonati.  

 

Per cui, alla fin fin dei conti, lui e la piccola Rose Mary erano molto più simili di quanto potesse immaginare. Per fare lo spacciatore di droga, il contrabbandiere di diamanti e chissà quante altre zozzerie... non sarebbe stato il massimo portarsi una bamboccia dietro... ne convenì, lui.  

 

Così la guardò, le diede la mano e decise di portarla all'accampamento dagli altri. Almeno le avrebbero dato qualcosa di caldo da mangiare e Hannah sicuramente le avrebbe fatto un bel bagno ristoratore. Guardò ancora gli occhi della bambina. Erano felici. Aveva capito che lui le voleva bene. Ryo sorrise tra sè.  

 

Anche Zoe, da lassù, sarebbe stata orgogliosa di lui.  

 

 

 


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