Capitolo 5 :: Capitolo V Pubblicato: 15-07-05 - Ultimo aggiornamento: 15-07-05 Commenti: My immortal
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All about loving you
Disclaimer: I personaggi di City Hunter sono di proprietà di Tsukasa Hojo e degli aventi diritto.
Gli altri personaggi sono di proprietà dell’autrice.
La canzone “All about loving you” è dei Bon Jovi. Tutte le altre canzoni citate sono di proprietà dei rispettivi autori.
Maggio 2005
Questo è un capitolo abbastanza particolare, interlocutorio se vogliamo. Non so se piacerà a tutti, a me personalmente è piaciuto molto scriverlo, voi fatemi sapere cosa ne pensate!
Grazie a Nisi, che mi ha incoraggiato a pubblicare questo capitolo.
A presto con il cap.6! Mi raccomando, non perdetevelo perché sarà molto importante!
Kisses to all!
Mistral
***
Capitolo V
Buio, intorno è tutto buio… non so dove sono… mi sembra di essere galleggiare nel niente… non c’è niente attorno a me…
Musica. Note di pianoforte. Da dove vengono?
Non abbiamo un pianoforte in casa… non c’è nessuno che lo suoni…
Mani di donna, di una donna vestita di bianco…
I'm so tired of being here
Suppressed by all my childish fears…
Una donna che canta… chi è?
Ma io questa voce la conosco… Kaori… sei tu?
Kaori… io… non sapevo che suonassi, non sapevo che cantassi… non sapevo che soffrissi…
O forse non lo volevo sapere. Te ne vuoi andare mio piccolo Sugar Boy? Perché?
And if you have to leave
I wish that you would just leave
'Cause your presence still lingers here
And it won't leave me alone…
È la mia presenza a farti soffrire? Sono io che ti faccio star male, Kaori?
È per questo che te ne sei andata? Avresti voluto che me ne andassi io?
Non ti capisco Sugar Boy, davvero, non riesco a capire cosa stai cercando di dirmi… parlami, Kaori, smettila di nasconderti facendo danzare le dita su quella tastiera e parlami…
Certo però che anch’io, cosa pretendo? Sono anni che invece di essere sincero con te mi nascondo e ora voglio che tu con me ti comporti diversamente…
Hai ragione, socia, non posso. Continua a cantare, piccola… canti bene sai?
These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase…
Lo so, ti ho ferito, ti ho ferito chissà quante volte… scusa Kaori…
Dicono che il tempo cura tutte le ferite, ma io so che non è vero. L’ho provato sulla mia pelle. Il tempo può solo aiutarti a riporre il tuo dolore in un angolo della tua anima, ma niente potrà mai cancellare la sofferenza…
Perdonami Kaori, non avrei mai voluto, non avrei mai DOVUTO farti soffrire… tu non lo meriti…
When you’d cried I
Wiped away all your tears
When you’d screamed I
Fought away all your fears…
Tu mi sei sempre stata vicina, in ogni situazione, anche quando io facevo di tutto per allontanarti.
Ci sei stata quando il mio passato è tornato a perseguitarmi, ci sei stata quando le tante domande a cui non ho mai risposto non hanno più potuto essere ignorate, ci sei stata quando avresti potuto andare via, ci sei stata in ogni momento…
E ci sei stata anche nel momento più difficile: quando Kaibara è tornato dall’inferno per portarmi all’inferno con lui…
Tu non mi hai mai lasciato. Hai asciugato le mie lacrime mai versate e hai combattuto le mie paure mai ammesse… mi hai salvato da me stesso…
I held your hand through all these years
But you still have
All of me…
Mi hai tenuto per mano e mi hai riportato alla vita donandomi la tua, senza chiedere niente in cambio e io…
Sei stata accanto a me con una dedizione infinita per tutti questi anni e io…
Perdonami Kaori!
I tried so hard to tell myself that you'd gone
But though you're still with me
I've been alone all along…
Kaori, ti prego, non piangere…
Io non me ne sono andato… sono qui…
Non sei sola piccola!
Aspetta!
“Kaori!”
Ryo si tirò a sedere di scatto e si guardò attorno: la stanza era immersa nel buio più totale.
Non c’era nessuna donna che cantava suonando una melodia tristissima, non c’era nessun pianoforte… non c’era Kaori…
“Allora è stato tutto un sogno… eppure… così vero…”
Le immagini della socia che cantava piangendo, seduta al pianoforte erano ancora davanti ai suoi occhi, come se le stesse guardando in quel preciso istante. Era confuso: di solito non gli capitava mai di ricordare un sogno, anzi spesso si era chiesto se, oltre all’infanzia, la guerra non gli avesse rubato anche i sogni… ma soprattutto non capiva perché avesse sognato lei, perché l’avesse sognata così…
Lo sweeper strinse forte le mani, arricciando il lenzuolo, le note e le parole di quella canzone che non conosceva ancora marchiate a fuoco nella mente e la tristezza profonda che trasmettevano a trapassargli l’anima.
Buttò via le coperte di scatto e si alzò dal letto. Per quella notte non sarebbe più riuscito a prendere sonno.
***
Allora, cosa ve ne pare? Lo so, è un capitolo abbastanza strano. Però credo che la cosa si giustifichi da sola: in fondo è un sogno, e nei sogni quasi mai i pensieri seguono una sequenza logica, no? Spero mi perdonerete questa digressione onirica, anche se comunque vi preannuncio che dal prossimo capitolo torneremo nel vivo della storia!
A presto!
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