Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated R - Prosa

 

Autore: fire

Status: In corso

Serie: City Hunter

 

Total: 10 capitoli

Pubblicato: 27-08-07

Ultimo aggiornamento: 02-09-07

 

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ActionRomance

 

Riassunto: Storia AU - OOC

 

Disclaimer: I personaggi

 

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   Fanfiction :: moris

 

Capitolo 1 :: Hayato Ijuin

Pubblicato: 27-08-07 - Ultimo aggiornamento: 27-08-07

Commenti: In questo primo capitolo capiamo il ruolo dei personaggi principali della storia, come Umibozu, Ryo, Kaori e Mick.

 


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Si accostò al muro riprendendo fiato. Anf, anf. I suoi polmoni ora richiedevano un po' di tregua. Lontani i tempi in cui era ancora giovanissimo e poteva permettersi di correre a perdifiato tra i vicoli bui cercando di sfuggire ad una scintillante pioggia di proiettili.  

 

Poi c'era stata Rose Mary ed il suo intelletto aveva cominciato a perdere colpi. Un sicario del suo calibro con il cuore spezzato era arrivato ad essere ad un passo dalla fossa. Così aveva preso con sè tutti i suoi averi, che consistevano in un enorme borsone verde militare con dentro un fucile smontato, alcuni abiti logori, una agendina di pelle nera e la inseparabile Python, e si era diretto a Manhattan in cerca di fortuna.  

 

Aveva così cercato di farsi strada e di farsi conoscere nell'Ambiente ed alla fine ci era riuscito. Il trampolino di lancio della sua carriera come sicario, sweeper e killer professionista si era materializzato quando un certo suo aggancio gli aveva presentato un uomo alto e pelato, coi baffi e con lo sguardo serio e minaccioso allo stesso momento. Uno di quelli su cui scommetteresti cento verdoni che, per vivere, sicuramente arrotonda facendo il butta-fuori in qualche localino un po' movimentato. La stazza sicuramente c'era, lo sguardo truce, la tuta militare, gli scarponi neri sporchi di polvere e sangue essicato - non sicuramente di qualche cervo o grizzly del Montana - facevano il resto. Era impossibile non provare un brivido freddo quando lo si aveva difronte.  

 

Nonostante lui, Ryo Saeba, fosse uno che alla sua età, ne aveva visto di tutti i colori - dalle guerre di indipendenza in Centro America, alla galera, allo spaccio di droga, alla ricettazione, al furto su commissione fino ad approdare al suo ultimo divertimento di "uccido per chi mi offre di più" - non avrebbe potuto negare che quell'uomo gli metteva un po' di soggezione.  

 

Anche la sua voce si abbinava perfettamente e si coordinava adeguatamente con la cornice esterna: roca e profonda, ma mai alterata, sempre calma e compunta - quell'uomo non aveva bisogno di alzare la voce per minacciare di morte qualcuno, il suo sguardo e le sue espressioni del volto erano già abbastanza eloquenti - seria ed a volte imbarazzata.  

 

Il suo nome era Hayato Ijuin. Ed il suo scopo era stato quello di cercare un terzo uomo, oltre al suo fratellastro Mick Angel, che fosse in grado di svolgere bene quel mestiere. Fare gli sweeper in una città come Manhattan era piuttosto difficile, non tanto per il lavoro in sè, ma quanto per i mille occhi che uno avrebbe dovuto avere stampati sulle due fossette sopra il sedere. I nemici erano tanti, gli amici pochi e non potevano mai essere considerati davvero come veri amici. Per soldi, si arrivava a fare di tutto. Falcon, così si faceva chiamare nell'Ambiente, aveva bisogno di qualcuno che potesse essere leale e sincero. In teoria, questa poteva essere una vera utopia considerando il posto in cui sguazzavano, ma lui riusciva a vedere oltre la fisicità delle persone. Il suo fiuto da segugio non aveva mai sbagliato nel giudicare gli individui che lo circondavano, sia in bene che in male. Ed, al primo colloquio, Ryo Saeba si era dimostrato all'altezza di quel compito. Prima ovviamente si era informato sul suo conto e sulla sua vita precedente al suo arrivo nella Grande Mela e, a parte il suo viziuccio di avere il cuore tenero con lo donne, per il resto, poteva essere un ottimo pretendente per la società - ovviamente solo nominale - che Falcon aveva in mente di mettere in piedi: il nome «City Hunter» gli piaceva. In fondo, era quello che loro facevano. Erano cacciatori della città. Un po' in tutti i sensi.  

 

Dopo aver seminato i suoi inseguitori, alcuni uomini mandati dai commercianti di Little Italy e Soho a cui doveva del denaro ed alcune ragazze del Sinty Sold Night Club che si era dimenticato di pagare dopo le classiche prestazioni del fine settimana, raggiunse l'appartamento di Falcon che fungeva anche da headquarter per la loro "cooperativa City Hunter".  

 

Salì le scale antincendio di quel palazzo fatiscente situato in una traversa di Delancey Street, uno di quei condomini popolari che molte volte si vedevano rappresentati nel film di quartiere, ed entrò all'Interno 109. La porta era socchiusa. E nè Falcon nè Angel si scordavano mai di chiuderla per bene dopo essere usciti. Quella porta si sarebbe potuta aprire con una bella spallata poderosa di un ipotetico gemello di Hayato, ma i suoi proprietari volevano trincerarsi dietro all'illusione che una volta inserita la chiave e fatti due giri, la loro fortezza sarebbe stata inespugnabile. Ryo sorrise tra sè ripensando alla blanda spiegazione fornitagli da Mick in una sera come tante. Comunque, in quell'appartamento, che era poi il luogo in cui effettivamente vivevano Falcon ed Angel, non c'era niente di compromettente o di prezioso che riguardasse l'Agenzia. C'erano fogli, scartoffie ma niente che li avrebbe potuti mettere nei guai o essere soggetto di ricatti o altre cose di questo tipo. Entrambi sapevano quello che facevano e dagli errori della vita avevano imparato a farlo al meglio.  

 

Diede una spinta leggera alla porta facendo entrare prima la canna della sua Python come "benvenuto agli ospiti". Poi entrò. Gli era sembrato di sentire dei rumori all'interno dell'appartamento e sapeva che in quel momento gli altri due erano fuori città per un lavoro piuttosto redditizio. E nessuno aveva assoldato una donna delle pulizie senza renderlo partecipe. Sapeva che qualcosa sarebbe accaduto di lì a pochi minuti, ma non sapeva che cosa. La risposta l'ebbe subito dopo quando l'odore acre del gas soporifero gli solleticò le narici fino ad invaderle tutte quante.  

 

Prima di chiudere gli occhi si chiese come mai si era fatto prendere così alla sprovvista come un dilettante... eppure nonostante sapesse che di lì a poco la situazione si sarebbe sbloccata, non avvertiva nessun pericolo per sè. Forse colpa di quella fragranza all'arancia e vaniglia che aveva sentito espandersi nel piccolo bilocale. Tipicamente femminile. 

 


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