Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prosa

 

Autore: princessfrog

Status: In corso

Serie: City Hunter

 

Total: 15 capitoli

Pubblicato: 01-10-07

Ultimo aggiornamento: 05-03-08

 

Commenti: 2 reviews

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RomanceDrame

 

Riassunto: La vita del nostro eroe preferito sta per essere sconvolta: qualcuno piomberà nella sua vita dal passato affidandogli ciò che ha di più prezioso. Suo malgrado anche Kaori sarà coinvolta e si troverà davanti a scelte non facili.

 

Disclaimer: I personaggi di "Qui tra il cielo e il cuore" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Fanfiction :: Qui tra il cielo e il cuore

 

Capitolo 4 :: Papà?!

Pubblicato: 11-10-07 - Ultimo aggiornamento: 11-10-07

Commenti: A volte la vita riserva sorprese incredibili... ma dopo un comprensibile smarimentobisogna rimettersi in piedi.

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15


 

-“PAPA’?!”-  

 

Gli sguardi dei due ragazzi si incrociarono e continuarono a guardarsi negli occhi imbarazzatissimi. Guardavano il bambino e poi tornavano ad incrociare lo sguardo. Il bambino intanto si era avvicinato a Ryo e lo aveva preso per mano.  

-“Papà!”- disse di nuovo.  

-“Che.. che…che cosa stai dicendo? Io non sono il tuo papà, ti stai confondendo…”- disse Ryo staccandosi dal bambino. Contemporaneamente alzò lo sguardo su Kaori. La quale al principio era rimasta sbigottita, poi l’assalì la paura, poi l’ansia ed infine una rabbia incontenibile.  

-“E così sei padre brutto bastardo!!! E me lo hai tenuto nascosto tutto questo tempo!!!”- urlò Kaori brandendo un enorme martello.  

-“Calmati, calmati Kaori, calmati. Ci deve essere un errore sicuramente assomiglio al padre del bambino e lui mi ha confuso. Ragiona come avrei potuto nasconderti una cosa del genere in tutti questi anni eh? Ragiona! E poi siamo in un ospedale, un po’ di contegno Kaori!”- si difese Ryo.  

-“Beh, forse non hai tutti i torti.”-arrossì per il chiasso e per il fatto che diverse persone li stavano osservando incuriositi, nascose il martello e si rivolse al piccolo –“Dimmi sei qui da solo? Dov’è la tua mamma?”-  

-“La mia mamma è in quella stanza. È molto malata e mi ha detto che oggi sarebbe venuto a trovarci il mio papà! E lui è proprio come la mamma me lo ha descritto!”- disse il bambino fra il triste, per la malattia della mamma, e l’eccitato, per l’arrivo del suo papà.  

-“Forse deve ancora arrivare. Non ti preoccupare sono sicura che arriverà presto. Però secondo me è meglio se lo aspetti accanto alla tua mamma. Sono sicura che lei ti voglia sempre vicino. Su va da lei.”-lo incitò Kaori.  

Il piccolo si convinse, fece ciao con la manina ed entrò nella stanza qualche metro più avanti. La stanza 215.  

 

A Kaori gelò il sangue nelle vene. Quella era proprio la stanza di Emi Katayama.  

Anche Ryo sperimentò la stessa sensazione, ma in cuor suo sperava di aver capito male le indicazioni dell’infermiera, troppo occupato com’era a farle la corte…  

 

-“Stanza 215?”-  

 

-“Stanza 215.”-  

 

Raccolse tutto il suo coraggio e si incamminò verso la stanza.  

Kaori invece restò immobile incapace di fare un passo. Non riusciva neppure a pensare. Immediatamente aveva fatto lo stesso pensiero di Ryo, ma subito si era resa conto che l’infermiera le aveva indicato proprio quella stanza.  

Un attimo prima di varcare la soglia Ryo la guardò interrogativo.  

-“Va avanti tu Ryo. Io devo prima andare alla toilette. Ti raggiungo subito.”- e detto questo si diresse verso i servizi.  

 

Ryo varcò la soglia.  

 

Kaori si fermò davanti allo specchio. Guardava la sua immagine riflessa. Non riusciva a muoversi.  

 

E ora che faccio? Ryo… quel bambino è veramente tuo figlio? Se lo è, io…io…io… oh mio Dio!  

 

Gli occhi le pungevano. Lo stomaco era sottosopra. Una sensazione di vuoto e inutilità si impadronirono di lei. Avrebbe voluto urlare ma un groppo le strozzava la gola. Non riusciva a respirare, un senso opprimente di peso sul petto la soffocava. Le mani le tremavano. Brividi di freddo le correvano lungo la schiena. Sentiva che presto anche la testa avrebbe preso a girare mentre cominciava a sudare freddo.  

 

Un attacco di panico in piena regola.  

 

Chiuse gli occhi. Li strinse fino a farsi male. S’impedì di pensare cercando di controllare quelle orribili sensazioni. Cercò di regolare il respiro. Le lacrime però non riuscì a fermarle: continuavano a solcare copiose le sue guance.  

 

Quando si sentì un po’ meglio aprì gli occhi. Evitò di guardarsi allo specchio. Asciugò le lacrime e cercò di darsi un contegno. E soprattutto si impose di non pensare, non saltare a conclusioni affrettate e non fasciarsi la testa prima di essersela rotta. Prese un bel respiro e uscì dirigendosi verso la stanza 215. Si fermò un passo prima della soglia. Giusto in tempo per sentire la voce di Ryo –“Così, questo bambino è mio figlio…”-  

 

A Kaori mancò il terreno sotto i piedi.  

 

 


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