Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prosa

 

Autore: princessfrog

Status: In corso

Serie: City Hunter

 

Total: 15 capitoli

Pubblicato: 01-10-07

Ultimo aggiornamento: 05-03-08

 

Commenti: 2 reviews

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RomanceDrame

 

Riassunto: La vita del nostro eroe preferito sta per essere sconvolta: qualcuno piomberà nella sua vita dal passato affidandogli ciò che ha di più prezioso. Suo malgrado anche Kaori sarà coinvolta e si troverà davanti a scelte non facili.

 

Disclaimer: I personaggi di "Qui tra il cielo e il cuore" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Fanfiction :: Qui tra il cielo e il cuore

 

Capitolo 14 :: La lista

Pubblicato: 23-02-08 - Ultimo aggiornamento: 23-02-08

Commenti: Rose pensa al suo passato e alla sua vita. Non vi è via d'uscita se non quella di aiutare Mick a scappare, sperando nella buona sorte. Kazue, recatasi dai suoi amici, viene rassicurata circa la sorte di Mick. Ma un anonimo foglio, dall'innoqua apparenza, la mette in allarme.

 


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La verità era che neppure lei sapeva cosa fare. Come avrebbe potuto aiutare quell’uomo? Come avrebbe potuto aiutare se stessa. Forse, era stata proprio l’angoscia a spingerla a comportarsi così e sfidare il destino. Rose ne era convinta e non ne era convinta allo stesso tempo. Desiderava aiutarlo e aiutarsi ma aveva paura di quello che stava facendo. Lui sarebbe potuto arrivare lì un momento all’altro. Poteva sorprenderla nel suo tradimento. Sarebbe stata la sua condanna a morte. E la condanna a morte di suo figlio. Quel bambino che aveva cresciuto con tanto amore e trasporto come se fosse stato davvero figlio suo. Quel bambino strappato dalle braccia della vera madre. Era sicura che la verità fosse questa e non quella che lui le aveva raccontato… Lui le aveva detto solo che la madre del bambino era morta. All’inizio ci aveva creduto. Ma poi i suoi modi, le sue parole fredde e piene di odio e rancore le avevano fatto venire il sospetto che la verità fosse un’altra. Aveva creduto alle sue parole, un tempo… ma ora non più. Non credeva più ad una singola parola di quello che lui le diceva. Tranne le minacce. A quelle credeva, non avrebbe mai dubitato della sua volontà di mettere in pratica le sue parole. Lo aveva visto più di una volta all’azione e alle parole seguivano sempre i fatti. Quante persone erano entrate e non erano più uscite da quella stanza? Non osava neppure per un attimo pensare al loro numero. Preferiva chiudere gli occhi dell’anima e non vedere. Si era odiata ferocemente per questa sua vile vigliaccheria. Ormai non le importava più e sopravviveva solo per quel bambino innocente. Dove aveva trovato tutto l’enorme coraggio che aveva usato per aprire quella porta e varcarne la soglia? Forse l’accento americano dell’uomo le aveva fatto ricordare la sua vita, prima di adesso. Adesso…. Passato, presente e futuro erano “adesso”…. Sempre uguali a se stessi… mai nulla cambiava. Eppure c’era stato un prima. E quell’uomo dai capelli biondi le aveva ricordato quel prima. Quel prima sognante, leggero, dolce e… vero. Quel prima così felice, quando lui la trattava da principessa... Quando lui non la faceva mai soffrire... Quando lei accettò la sua proposta di vivere la loro vita insieme… Quando lui le portò quel fagottino…  

Chiuse violentemente l’album di fotografie che aveva aperto davanti a sè. Adesso era il momento di agire. Quell’uomo poteva essere la sua salvezza. Doveva aiutarlo. Forse così facendo avrebbe potuto aiutare il piccolo Shin. Poco le importava se questa sarebbe stata la sua ultima azione. Il mondo avrebbe continuato a girare anche senza di lei. Ma il suo bambino avrebbe continuato la sua vita.  

 

 

-“Quel bastardo sa qualcosa. Perché era al magazzino? Forse dovrei farlo fuori subito. E chiudere la questione. Conoscendolo è molto probabile che nulla riesca a convincerlo a parlare. Questa storia rischia di far fallire l’intero progetto”- l’uomo, seduto su una nera poltrona di pelle, gettò la cenere della sigaretta sul pavimento. La stanza era densa di fumo ed era avvolta nella semioscurità.  

-“Capo se vuoi me ne occupo io. Posso fare un lavoro pulito. Non si accorgeranno nemmeno che quest’uomo sia mai esistito. Crederanno di averlo sognato o di aver confuso la fantasia con la realtà.”- disse di rimando l’atro, in piedi, con il tono di chi è sicuro di se.  

-“Si hai ragione. Non voglio che tutti i nostri sforzi vengano buttati all’aria. Mio padre ha dedicato la sua vita a questi progetti ed io intendo portarli a termine. Nulla potrà fermarmi.”- l’uomo spense il mozzicone e lo gettò in terra.  

-“Posso divertirmi un po’, prima?”- domandò viscido, pregustando il piacere della tortura.  

-“Naturalmente. Ti lascerò campo libero, cosi che tu non debba preoccuparti di far troppo rumore. Non è morto su quel dannato aereo. E’ scampato alla morte certa su quella maledetta nave. Avrà quello che si merita.”- e con un cenno del capo congedò l’uomo.  

 

Tutto deve filare liscio. O non sarò mai degno figlio di mio padre.  

 

 

-“Non preoccuparti Kazue, Mick ha sette vite come i gatti.”- Miki cercava di incoraggiare Kazue -“Umibozu e Ryo riusciranno a tirarlo fuori dai guai. Anche Saeko ha incaricato alcuni suoi uomini di fare delle ricerche”-  

-“Chissà cosa si è inventata per far restare tutto anonimo… cosa avrà detto ai suoi uomini?”- si chiedeva Ryo, in un pensiero ad alta voce.  

-“Non mi sono inventata niente! Un uomo è scomparso, mentre faceva delle ricerche per mio conto su possibili traffici di droga.”- disse Saeko entrando nel locale. -“Accipicchia ragazzi ma qui non c’è mai uno straccio di cliente!- continuò.  

-“Eheh tutta colpa di Lucciolone… i clienti li terrorizza…”- disse Ryo in tono canzonatorio cercando di trattenere uno starnuto. Sembrava un semplice raffreddore, ma era davvero fastidioso.  

-“Ryo fai meno il sarcastico”- lo minacciò Umibozu.  

-“Allora ragazzi novità? In centrale, nessuno dei miei uomini è riuscito a cavare un ragno dal buco. Sembra che Mick sia sparito nel vuoto”- Saeko prese posto accanto a Kazue. –“Ma non preoccuparti Kazue, lo ritroveremo. Stanno giocando col gatto e col topo. Sono ben mimetizzati. Ma commetteranno un errore e si tradiranno. Stiamo monitorando tutti i movimenti strani. Internet, strade, mercati, locali pubblici. A Tokyo non si muove nulla senza che io ne venga a conoscenza.”-  

-“Stai quindi dicendo, che secondo te sono fermi da qualche parte e ben nascosti?”- chiese Kaori.  

-“Si è così. Stiamo facendo anche dei controlli a tappeto nelle residenze ufficiali e non, di tutta la mala di Tokyo. Stiamo valutando tutte le variabili. Ho fornito a Mick un’identità da agente speciale. Così possiamo fare tutte le ricerche alla luce del sole e non dobbiamo nasconderci.”- spiegò Saeko.  

-“Sembra una caccia alle streghe…”-  

Un pesante silenzio calò nel bar.  

-“Kazue, vieni con me, così potrai dare un’occhiata a Shinji e se tu ci dai il via libera torniamo a casa e lasciamo liberi Miki e Umibozu”- disse infine Kaori per spezzare quel lungo silenzio. Kazue la seguì senza dire una parola.  

Shinji aveva avuto l’eccezionale permesso di giocare con i videogiochi pur restando a letto. Kaori non gli dava mai il permesso di giocare per troppo tempo e così lui era tutto concentrato a scoprire tutti i giochi che il papà gli aveva comprato come incoraggiamento per guarire presto.  

Lungo il corridoio che conduceva alla sua stanzetta provvisoria, erano stati sistemati gli scatoloni che Umibozu aveva portato dalla casa di Emi. Alcuni di questi erano aperti.  

-“Kaori, avrei bisogno di dare un’occhiata anche al libretto delle vaccinazioni di Shinji. Ed eventualmente anche al quaderno del suo medico, chissà che non ci siano alcune annotazioni che possano essermi utili, come allergie o cure fatte in passato.”- disse Kazue.  

-“Certo Kazue, li ho visti qui in giro. Devono essere qui dentro, in una di queste scatole che Umi ha portato.”- Kaori era già passata dalle parole all’azione e rovistava energicamente nella scatola più in alto. Senza volerlo, nella foga, rovesciò la scatola che cadde a terra.  

-“Sono davvero un’imbranata senza speranza!”-  

-“Ma no Kaori, può succedere. Ti aiuto a raccogliere tutto!”- e anche Kazue si chinò a raccogliere il contenuto della scatola.  

Raccolse dei quaderni, dei fogli, floppy disk e cd. Una boccetta attirò la sua attenzione. Ce n’erano diverse, ma questa le sembrò strana. Kazue la raccolse e lesse il contenuto. Non aveva mai sentito il nome di quella specialità medicinale. Cercò la composizione chimica, ma non era riportata.  

-“Kaori, sai cos’è questa boccetta?”-  

-“No Kazue, ma fa parte delle medicine che prendeva Emi. Guarda qui, è riportata su questo foglio.”-  

Kazue prese il foglio che Kaori le porgeva. Sembrava un elenco. Corrugò la fronte.  

-“C’è qualcosa che non va Kazue?”-  

-“Beh… ci sono indicate delle specialità medicinali e strani composti chimici… alcune medicine devono essere sperimentali perché non le conosco. Ma mi chiedo perché non ci sia la loro formulazione da nessuna parte.”- le rispose perplessa continuando a leggere. –“In verità alcuni composti non mi sembrano…. Oh cielo!”- Kazue si bloccò di colpo leggendo in fondo alla lista.  

-“Cosa c’è? Kazue, cosa hai letto?”-  

Kazue non rispose. I suoi occhi erano fissi su quella lista.  

-“Kazue?”-  

-“Kaori, non mi piace per niente. Per niente. Posso portare via tutto e parlarne col Doc?”- la sua voce tremava. Così come la mano che reggeva il foglio.  

-“Sì certo….”-  

Kazue raccolse tutto ciò che le serviva in gran fretta. E con la stessa fretta andò via, lasciando Kaori perplessa.  

 

 


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