Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prosa

 

Autore: Paola

Status: Completa

Serie: City Hunter

 

Total: 10 capitoli

Pubblicato: 03-06-05

Ultimo aggiornamento: 02-12-05

 

Commenti: 12 reviews

» Scrivere una review

 

General

 

Disclaimer: I personaggi di "Dietro l'ingannevole velo delle apparenze" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

Tricks & Tips

What do the ratings mean?

 

- G: General Audience. All ages admitted. This signifies that the fanfiction rated contains nothing most parents will consider offensive for even their youngest children to ...

Read more ...

 

 

   Fanfiction :: Dietro l'ingannevole velo delle apparenze

 

Capitolo 3 :: I fallimentari tentativi di attuare un mokkori

Pubblicato: 23-06-05 - Ultimo aggiornamento: 23-06-05

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 

“Haruko, sei veramente sicura di voler dormire da sola nella camera degli ospiti?” chiese, per la terza volta, all’ingenua ospite, una Kaori visibilmente sconcertata.  

“Certamente, Kaori” rispose ancora una volta la giovane, per nulla turbata dalle insistenti proposte della sweeper.  

“Ma… tu non conosci Ryo… è capace di tutto, si intrufolerà nella tua camera, verrà a importunarti…”  

“Vorrà dire che chiuderò a chiave la porta…”  

“Non è così semplice…” sospirò Kaori, rendendosi conto di quanto fosse difficile convincere quella ragazza della validità delle proprie ragioni.  

Possibile che non si fosse accorta delle persistenti occhiate del collega, della sua espressione bavosa mentre cercava di spogliarla con gli occhi?  

Forse sarebbe stato più facile convincerla se avesse lasciato una qualche possibilità d’azione alla mano lasciva dello sweeper, invece di infilzarla con una forchetta ogniqualvolta tentasse di raggiungere le gambe della giovane, durante la cena… Già, forse avrebbe dovuto permettere che il “coso” di Ryo si drizzasse in presenza della ragazza, invece di intimidirlo con la minaccia di mettere per sempre fine al suo alzabandiera.  

Forse sarebbe stato tutto più facile, forse la stessa Haruko avrebbe pregato per dormire in sua compagnia, invece che sola, alla mercé di quel maniaco…  

Ah… che nervoso! Ma perché era così testarda! Maledizione a lei, avrebbe dovuto permettere a Ryo di dare sfogo alle sue voglie, così si sarebbe finalmente svegliata… Uhm, no, non poteva autorizzare quel porco a fare le sue sconcezze, la sua coscienza morale glielo impediva, la sua gelosia glielo proibiva…  

“Haruko, veramente, credimi, Ryo è davvero un maniaco…”  

Gli occhi della fanciulla si riempirono di incredulità.  

“Ma che dici? Sembra una così brava persona, così simpatico, sempre sorridente, ha un’espressione così felice, anche se mi è sembrato più volte intimidito dalla tua presenza…”  

Felice? Sorridente? Una brava persona? Ma stava scherzando? Aveva proprio sentito bene? Ma che razza di idea si era fatta quella ragazza di Ryo? Per che cosa aveva scambiato quel suo sorrisetto libidinoso? Era completamente fuori strada…  

“Vedi Haruko,” si accinse a spiegare Kaori, in un ulteriore tentativo di portare la giovane cliente alla ragione, “Ryo, può SEMBRARE una brava persona, ma è solo apparenza, apparenza, capisci? Dietro il suo aspetto sorridente si nascondono secondi fini che se dico indecenti, forse è poco… Le apparenze ingannano, non te lo hanno mai insegnato?”  

“Non aggiungere altro,” la interruppe la giovane “non è necessario che tu continui, Kaori…”  

“Evviva, l’ ha capito, l’ ho convinta”, esultò per un attimo, mentalmente, la sweeper, ma fu solo un attimo, perché Haruko continuò: “Vedi Kaori, non devi preoccuparti di nulla… Io non cercherò di portarti via il ragazzo, non cercherò di portarti via Saeba, non è il mio tipo, non devi essere gelosa”.  

Gelosa? Stava scherzando, vero? Lei e Ryo fidanzati? Ma che andava pensando? Quel maledetto porco non faceva che illuderla… Ti amo, le diceva, e poi puntualmente dietro le gonnelle delle altre donne! Maniaco! Haruko non voleva dormire con lei? Bene! Padrona di fare come desiderasse! Ryo le sembrava una persona per bene? Va bene! Si sarebbe accorta presto della sua vera natura… Lei l’aveva avvertita, non poteva mica obbligarla con la forza!  

“Fa come vuoi!” esclamò, cercando di non far trapelare il nervoso che le rodeva l’anima, “Io ti ho avvertita… Comunque io e quel porco non siamo fidanzati! Vado a prepararti la stanza!” disse uscendo dalla camera.  

In quanto a Ryo, bastava la sola presenza della biondina in casa per eccitarlo. Per via delle minacce di una Kaori onnipresente, aveva dovuto trattenere per quasi tutta la giornata il suo mokkori power, ma adesso stava per scoppiare. Era proprio curioso di sapere come avrebbe fatto Kaori a fermarlo. Che cosa avrebbe escogitato? L’arrivo della ragazza era stato talmente improvviso che l’assistente non aveva avuto né il tempo né la possibilità di disseminare trappole nel corridoio che separava la sua camera da quella degli ospiti. La via era libera.  

Tutto era pronto: la casa era avvolta nel silenzio, Haruko e Kaori erano andate a dormire già da tre ore buone e a lui non restava altro che entrare in azione.  

Con un foulard in testa legato sotto il naso, una scatola di fazzoletti di carta stretta alla mano destra e un cuscino sotto il braccio, coperto solo dai propri boxer, Ryo era pronto a sferrare il suo agguato notturno.  

Con passo felpato uscì dalla propria camera e cominciò lentamente a strisciare verso quella degli ospiti. La notte rendeva il suo procedere invisibile.  

Attraversata una discreta distanza, raggiunse il suo obiettivo. Arrivò di fronte all’agognata porta con un filo di saliva che già gli colava giù dall’angolo della bocca, due occhi da cane in calore e il basso ventre pronto all’azione. Ora veniva la parte più difficile: aprire la porta senza farla cigolare.  

Una porta, soltanto una porta e poi avrebbe potuto dar sfogo alla sua potenza generatrice. Ryo fremeva per l’eccitazione, aveva appena impugnato la maniglia, quando avvertì alle proprie spalle un’oscura presenza, una sorta di potente aura maligna.  

Un brivido gli attraversò la schiena, sudò freddo. Si voltò lentamente.  

Due occhi diabolici lo fissavano intensamente, Kaori, con la torcia in mano, sbuffava rabbia da tutti i pori.  

Una martellata lo lanciò in aria e un’altra gli fece raggiungere in volo la propria camera. Lì la collega, tirandolo per un orecchio, lo avvertì con voce bassa e minacciosa: “Sottosviluppato porco schifoso, abbiamo un lavoro dopo settimane e settimane di magra e tu… tu, stupido demente indisciplinato, cerchi di mandare tutto in malora già a prima sera? Ti conviene darti una calmata se non vuoi scoprire di persona se esiste veramente una vita ultraterrena! Ci siamo capiti?”  

Ryo annuì con occhi sgranati per il terrore.  

La sweeper gli lanciò un’altra terribile occhiata, poi uscì dalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle.  

Il suo primo tentativo era dunque miserabilmente fallito. Tuttavia, non aveva alcuna intenzione di arrendersi, sebbene intimorito, non riusciva a resistere a quella sorta di richiamo delle sirene che, proveniente dalla camera di Haruko, giungeva alle orecchie dei suoi più bassi istinti.  

Convinto che il suo impegno sarebbe stato premiato Ryo, riprese le energie e avvolto da una spaventosa aura di determinazione, ben presto fu nuovamente pronto a far sua la bella cliente.  

Uscì dalla stanza e… sorpresa! Kaori si era piazzata di fronte alla camera degli ospiti, armata dalla testa ai piedi e sguardo da bulldog. Quella non era di certo la via d’accesso migliore. Sigillatosi in tutta fretta nella propria camera, lo sweeper cercò di studiare una nuova tattica.  

La collega era più determinata del solito, arrivare addirittura a fare la ronda davanti alla camera degli ospiti… Maledizione, che iella, non poteva finire così, mancavano ancora un paio d’ore all’alba, un’idea, un’idea, gli serviva subito un altro piano d’azione…Ma già, certo, perché non ci aveva pensato prima, la finestra! Quale migliore via d’accesso?  

Sfortunatamente per lui, Kaori aveva previsto anche questo. Così, mentre lo sweeper era ancora in bilico sul cornicione, l’ingegnosa assistente si preoccupò di fargli piovere sulla testa una trentina di martelli da 100 t ciascuno. Ryo finì inesorabilmente col perdere l’equilibrio e cascare di sotto.  

Qualsiasi essere con un po’ di sale in zucca, avrebbe optato per la resa e sarebbe andato a dormire, non era il caso di Ryo. Il detto “non c’è due senza tre” e la possibilità di attuare un mokkori erano per lui ragioni più che sufficienti per tentare fino allo strenuo delle forze.  

Neanche questa volta gli andò poi così bene.  

Kaori lo beccò appeso come una lucertola alla finestra della camera degli ospiti, con la faccia appiccicata al vetro, mentre cercava di intravedere all’interno le morbide curve della cliente. E poiché lei conosceva il detto “uomo avvisato, mezzo salvato” poco ci mancò che gli facesse raggiungere l’altro mondo scaraventandogli contro delle enormi palle chiodate.  

Fu così che dopo una notte in bianco, Ryo si ritrovò a salutare l’alba avvolto come un salame in cima alla terrazza.  

 

Diversamente dai due city hunter, nella quiete del mattino appena sorto, immersa nella brillante luce del sole che filtrava dalla finestra, Haruko si sentiva riposata. Aveva dormito magnificamente. Stiracchiò le braccia, pronta ad affrontare una nuova giornata; dopotutto non era successo nulla quella notte, le previsioni di Kaori non si erano verificate. Ryo non l’aveva disturbata un solo minuto, anche se non aveva dormito nella stessa camera con la sweeper.  

Si lavò, si vestì e scese in cucina dove trovò Kaori intenta a preparare il caffè.  

“Dormito bene?” domandò Haruko.  

Bastò che Kaori si voltasse verso di lei per avere la risposta: delle profonde e livide occhiaie erano esposte in bella vista sul volto stanco della donna.  

“NO!”esclamò irritata. “Ho passato tutta la notte dietro Ryo. Questa notte è stato più intraprendente del solito, ho faticato per tenere a bada il suo mokkori.”  

“Mokkori?”  

“Mokkori, mokkori…”ripeté versando la scura bevanda nelle tazze.  

 

Nonostante i bernoccoli e i lividi riportati nello scontro notturno, Ryo non si dette affatto per vinto e in tutti i modi cercò di raggiungere il suo obiettivo: farsi la bella cliente. Ci furono notti di fuoco a casa Saeba, ma non nel senso sperato dallo sweeper. Kaori mise puntualmente fine a tutti i suoi disperati e fallimentari tentativi di attuare un mokkori.  

Lo sweeper fu puntualmente martellato, picchiato, contuso, ridotto quasi ad un ologramma a forza di essere sbatacchiato contro enormi palle chiodate. Nonostante ciò, niente riusciva a demoralizzarlo, al contrario di Kaori che, tesa come una corda di violino, irascibile e nervosa per via dello stress e del sonno perduto, andava avanti solo grazie alla caffeina.  

“HARUKO!” sbraitò esasperata una bella mattina.  

La ragazza preoccupata si precipitò dalla sweeper e quando questa si voltò, non trattenne un grido di orrore.  

Kaori spaventata gridò a sua volta.  

“Che succede?” domandò la sweeper, guardandosi in giro, forse Haruko aveva avvistato uno scarafaggio.  

“Niente… niente” la tranquillizzò la ragazza, riprendendo il controllo, “ma, senza offesa, Kaori, sei orribile!”  

Orribile? Kaori cercò di trattenere la rabbia, in fondo Haruko esprimeva un’opinione che, ora come ora, non si discostava molto dalla realtà. Tre giorni di notti insonni, avevano fatto ciò che neanche una lunga malattia sarebbe stata capace di operare sul volto di Kaori: il viso affilato e pallido, gli occhi microscopici e lucidi sotto le palpebre pesanti, due occhiaie scure, le labbra completamente aride.  

“E’ di questo che ti volevo parlare”  

“Di questo?”  

“Si” disse decisa la sweeper, “tu non puoi più dormire nella camera degli ospiti!”  

“Perché?”  

“Ti prego, Haruko,” la supplicò Kaori con le lacrime agli occhi, “non ce la faccio più! Non dormo da tre notti, quel bastardo attacca senza sosta fino alle sette del mattino, per poi ricominciare durante il giorno, sono esausta! Infilarti in quella camera è stato come dare il via libera alle danze per Ryo” oramai Kaori era diventata una fontana. “Quel maniaco recupera il sonno perduto durante la mattinata, io invece non ce la faccio più! Ti prego Haruko, non costringermi a minare il corridoio che porta alla tua stanza, a disseminarlo di trappole mortali, abbiamo appena fatto ristrutturare casa!”  

Haruko assisteva allibita alla confessione della ragazza e più Kaori cercava di convincerla a dormire nella sua camera, più lei non poteva fare a meno di chiedersi in che posto fosse capitata!  

Dopo mezz’ora di sfogo, misto a singhiozzi, Haruko acconsentì a cambiar camera.  

“Perché non provi a dormire qualche ora intanto!”, propose all’esausta city hunter.  

“Dormire? Ma Ryo ne approfitterà per saltarti addosso!”  

“No, vedrai, e poi fino ad adesso non è mai successo!”  

“E grazie!” esclamò indispettita Kaori “ti sono rimasta incollata da quando sei arrivata”  

“Oh, non ti preoccupare so difendermi da sola.”  

Difendersi da sola? Kaori si stupì a quelle parole, quella creatura angelica, non aveva per niente l’aspetto di una ragazza capace di difendersi da sola.  

“Sicura?” chiese la sweeper senza nascondere la propria incredulità, “Guarda che Ryo non è un tipo che scherza, quando si mette in testa una cosa, la sua determinazione raggiunge livelli spropositati…”  

“Ma si, Kaori, non ti preoccupare…” cercò di rassicurarla Haruko. A suo avviso, Kaori ingigantiva troppo le cose, in fondo Ryo continuava a sembrarle un tipo tranquillo. “Va pure, dormi che ne hai bisogno… vedrai che non accadrà nulla, e poi, anche Ryo sta dormendo in questo momento, no?”  

“Si, ma…” Kaori non fece in tempo a terminare le raccomandazioni che già Haruko l’aveva spinta nella sua camera da letto.  

 

Haruko tirò un sospiro di sollievo mentre sprofondava mollemente dentro il divano.  

In che gabbia di matti era finita? Una donna la aggrediva perché non riusciva a dormire, l’uomo che doveva proteggerla o dormiva o era intento a leggere una rivista porno, oppure si trovava inspiegabilmente conficcato o spalmato in qualche superficie della casa.  

Senza Kaori in giro per casa a sbrigare le faccende domestiche, l’appartamento sembrava disabitato. Era tutto così noioso. Provò ad accendere la tv, ma vi trovò solo repliche di vecchi telefilm, un documentario sugli animali, pubblicità... Spense.  

Optò per un bagno caldo e rilassante.  

Si spogliò, con addosso la strana sensazione che qualcuno la stesse fissando con insistenza, ma per quanto si guardasse intorno non vedeva proprio nessuno.  

Dopo aver fatto la doccia, riempì la vasca di acqua calda, il vapore si diffuse nella stanza a formare una calda nebbia. Si immerse con la precisa intenzione di rimanere a mollo almeno mezz’ora.  

Ma mentre si rilassava, di nuovo la sensazione di essere osservata, ma in quella foschia che a poco a poco avvolgeva ogni cosa, lei era l’unico essere animato. Improvvisamente qualcosa le sfiorò il seno. Scattò in piedi, nuovamente si guardò intorno: nessuno. Pensò che si era fatta proprio impressionare dai discorsi di Kaori. Si immerse nuovamente nella calda acqua della vasca. Un’altra volta qualcosa di rigido la toccò.  

“Maledizione! Ma cosa diavolo è?” disse, mentre una serie di bolle si formavano sulla superficie dell’acqua. Uscì definitivamente dalla vasca, si avvolse in un’asciugamani e…  

AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!  

Kaori si svegliò di soprassalto, si precipitò fuori dal letto brandendo uno dei suoi martelli, corse verso il bagno e spalancò la porta.  

“Cosa succede?” gridò entrando.  

Trovò Haruko, inginocchiata a terra, con una faccia tra l’incredulo e il terrorizzato, indicare tremante la vasca da bagno, dove, vide Kaori avvicinandosi, non c’era nessuno.  

Esatto nessuno.  

“Haruko, Haruko…” disse scrollandola, cercando di rianimarla dallo shock “Che è successo? Stai bene? Tutto ok? Sei caduta? Ti sei fatta male?”  

“Kaori!” esclamò la giovane appendendosi alla ragazza “Ryo…”  

Non terminò di parlare, a Kaori bastò quel nome per capire tutto e per tramutarsi in una belva feroce.  

Dunque aveva usato il passaggio segreto… Bene, bene.  

“Non preoccuparti Haruko, ci penso io!”  

Uscì dal bagno e si diresse spedita verso la camera del collega, con un aspetto bellicoso che non prometteva nulla di buono. Giunta di fronte alla porta, l’aprì con un calcio poderoso.  

“Ryo!” lo chiamò facendo intanto scrocchiare le nocche.  

Doveva essere lì, senza dubbio. Era lì, infatti, che conduceva il passaggio segreto, che quel porco aveva costruito, tempo addietro, nel bagno, per poter spiare le ospiti.  

“Miserabile, lurido maiale, esci fuori!” la voce perentoria di Kaori risuonò nella stanza.  

“Dove diavolo sei?”  

Quel maledetto non usciva fuori… d’altro canto, sapeva benissimo che non sarebbe passato vivo da sotto le sue mani, e non voleva di certo finirci, dunque si era nascosto, pensò Kaori, ma dove?  

Si avvicinò al letto, magari si era nascosto là sotto.  

E mentre lei si chinava, Ryo, sospeso in aria, come un ragno, tra le due pareti ad angolo, ne approfittò per scappare via.  

Kaori sentì la porta sigillarsi alle sue spalle. A causa del sonno, i suoi riflessi assopiti non si erano accorti di nulla. Dannazione!  

Si alzò ancora più furente e si diresse alla porta. Maledetto! L’aveva chiusa dentro.  

“Ryo, dannato, aprimi!” gridava prendendo a pugni la porta.  

“Haruko, aiutami quel cretino mi ha chiusa dentro!”  

Haruko? Pronunciare quel nome le rammentò che Haruko era lì fuori, Ryo pure, mentre lei…  

“Oh, no! Ryo non ti azzardare ad avvicinarti nuovamente ad Haruko! Ryo provaci e sei morto! Aspetta solo che ti metta le mani addosso!” lo minacciò con quanto fiato avesse in gola.  

AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!?!  

Un grido?!? Brandì un martello e con tutte le sue forze si scaraventò contro la porta, decisa a buttarla giù.  

Sentiva Haruko correre come una disperata per casa, mentre Ryo le andava dietro, allo stesso modo e con le stesse intenzioni con le quali un satiro insegue una ninfa.  

Fu coincidenza, fu fato o solo un abile calcolo matematico? Chi può dirlo. Fatto sta che, nello stesso istante in cui, il martello di Kaori riuscì a frantumare la porta, passò lì davanti proprio Ryo, che venne travolto dall’arma lanciata dalla collega nel disperato tentativo di aprirsi un varco.  

Tenendo conto della massa del martello, che si aggirava intorno alle 789 t, della velocità con cui Kaori l’aveva scagliato furente attraverso l’aria, pur tenendo presenti le varie forze d’attrito, tra cui quella costituita dall’impatto con la porta, beh arriveremmo tutti alla conclusione che Ryo non uscì per niente indenne da quello scontro.  

 

 

 

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 

 

 

 

 

   Angelus City © 2001/2005

 

Angelus City || City Hunter || City Hunter Media City || Cat's Eye || Family Compo || Komorebi no moto de