Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prosa

 

Autore: Paola

Status: Completa

Serie: City Hunter

 

Total: 10 capitoli

Pubblicato: 03-06-05

Ultimo aggiornamento: 02-12-05

 

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General

 

Disclaimer: I personaggi di "Dietro l'ingannevole velo delle apparenze" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Fanfiction :: Dietro l'ingannevole velo delle apparenze

 

Capitolo 10 :: Danzando nella tana del lupo

Pubblicato: 02-12-05 - Ultimo aggiornamento: 02-12-05

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 

La villa del signor Natsume era una reggia, circondata da giardini e fontane, che sembravano germogliare sotto la luce della luna e, attraversato un ampio portico colonnato, Ryo giunse all’interno di una piccola sala circolare, dove un ometto canuto li accolse con un inchino. Tanta formalità lo fece rabbrividire, tuttavia dovette ammettere che in quegli interni dalle linee dolci e sinuose, dagli stucchi e i lampadari lucenti, non vi era nulla di pacchiano o eccessivamente sfarzoso, anche l’immensa sala da ballo, interamente rivestita di legni intarsiati, era di una finezza elegante.  

In situazioni normali, lo sweeper sarebbe stato lieto di addentrarsi in quel salone, esplorare le scollature e i fondoschiena delle donne che danzavano, che chiacchieravano vicino alle finestre o fuori, appoggiate alle colonne, ma non era affatto un’occasione mondana quella che aveva di fronte né una semplice dama vestita di rosso quella che teneva sottobraccio, chissà poi dentro quella tana di lupo quanti nemici si nascondevano.  

Proseguirono a braccetto finché non giunsero vicino ad una finestra che affacciava sul giardino illuminato. Non si erano detti una parola né durante il viaggio né tanto meno arrivati alla villa. Ognuno aveva preferito lasciare l’altro in compagnia dei propri pensieri, per mettere chiarezza in essi, prima di affrontare la battaglia di quella sera.  

Angel lasciò il braccio del suo accompagnatore e, per la prima volta da quando l’aveva conosciuto, prese a studiarne l’aspetto con curiosità.  

Era attraente, anche se non se ne era mai accorta prima, quella sera dovette ammetterlo: alto e prestante, le spalle larghe, la schiena dritta, il viso impavido e sorridente, gli occhi grigi, limpidi e penetranti, capaci di scrutare qualsiasi pensiero dell’animo.  

Sembrava a disagio in abito da sera, ma si muoveva con sicurezza in quella sala piena di gente, che nella vita non aveva fatto altro che andare a balli, feste e cene galanti.  

E poi, quella sera, c’era in lui qualcosa di diverso, nulla dell'uomo screanzato e fannullone che aveva avuto sotto gli occhi per settimane, il suo sguardo concentrato sembrava adesso analizzare ogni singola persona, ogni singolo movimento, ogni possibile via d’accesso e di fuga, sembrava preoccupato.  

“Sei diventato improvvisamente serio o è impressione mia? Cosa stai cercando?”  

Lo sweeper si schiarì la voce prima di rispondere.  

“Angel, vedi quella donna in abito celeste? Quella vicino a quei due signori?”  

Angel allungò lo sguardo. Che lo sweeper avesse già notato qualcosa di sospetto?  

“Si, la vedo” affermò non appena la ebbe individuata.  

“Dimmi,” chiese il city hunter con voce ferma “secondo te, che misura porta?”  

Ma che razza di domanda era? Altro che scrupolosa indagine in cerca di sospetti, quel maniaco stava unicamente valutando le qualità delle possibili prede!  

“Ma che vuoi che ne sappia!” rispose irritata.  

“Beh, poco male, tanto penso che con il mio charm conquisterò un bel po’ di pulzelle… Non trovi anche tu che l’abito da sera mi doni un sacco…”. Ryo si pavoneggiava sistemandosi il bavero della giacca, osservando compiaciuto la sua immagine riflessa sul vetro della finestra.  

“Ti ricordo che sei qui per lavorare!” puntualizzò Angel incrociando le braccia.  

“Lo so, lo so, non preoccuparti…” la tranquillizzò Ryo, spostando furiosamente gli occhi a destra e a manca. Nel suo tono di voce Angel non riusciva a trovare nulla di rassicurante.  

“Ma si può sapere chi diavolo stai cercando?” sibilò furente. Non ne poteva più di osservare la testa dello sweeper ruotare come un periscopio.  

“Sto solo selezionando le mie dame...”  

“Ma perché non provi a vedere se Kaori è già qui? Io non l’ho ancora vista in giro, magari non è ancora arrivata…”  

“Meglio così!” esclamò Ryo stracontento, allontanandosi da Angel e dirigendosi verso la pista da ballo, pronto, a suo dire, a far girare la testa a qualche bella fanciulla.  

Angel non trattenne un sospiro colmo d’angoscia, senza la partner a tenerlo d’occhio, c’era da aspettarsi di tutto da un tipo come lui.  

 

Lo sweeper tentò diversi approcci galanti, ma il risultato fu un deludente due di picche, quelle civette si rifiutavano persino di ballare con lui.  

Sconfortato si stava dirigendo verso il buffet, quando una donna di meravigliosa bellezza, avvolta in un morbido abito di seta, era improvvisamente entrata nella sala arrestandosi accanto ad una vetrata.  

La sua figura era elegante, graziosa, flessuosa, la sua pelle abbronzata, di una morbidezza impareggiabile, gli occhi castani di una dolcezza infinita, il naso dritto, le labbra carnose, rosse come il corallo, schiuse in un sorriso che lasciava scorgere due file di denti bianchissimi.  

I capelli, corti e mossi, le ricadevano sulle spalle che il vestito lasciava scoperte.  

Non fu l’unico ad accorgersi di quell’incanto, molti uomini ne erano rimasti ammaliati e molte donne la fulminavano con invidia.  

Sembrava spaesata, si guardava intorno in cerca di qualcuno.  

Ryo andò incontro alla giovane, che voltatasi, adesso gli dava le spalle.  

Restò senza fiato nell’ammirare la profonda scollatura che le lasciava scoperta tutta la schiena.  

“Sei un bocconcino niente male” disse tra sé e sé.  

Quando fu a tre passi da lei cercò di attirarne l’attenzione rivolgendole un complimento.  

“Signorina, sa che lei è davvero splendida”  

La ragazza a quelle parole si voltò di scatto.  

Ryo rimase come un ebete, senza parlare né muoversi, incredulo, già incredulo.  

“Ryo!”  

“Kaori… sei tu…” balbettò.  

Adesso lei era lì, con il viso a venti centimetri dal suo e lui aveva appena fatto una terribile gaffe. E adesso? Che poteva fare? Da lontano non l’aveva mica riconosciuta.  

Maledizione a Eriko, l’aveva proprio trasformata; ma Kaori era sempre stata così bella?  

“Bene, finalmente sei capitolato… Sbaglio o hai appena detto che sono splendida? Ma non dicevi che ammettere la mia bellezza per un uomo equivale a dichiararsi omosessuale?”.  

La bocca di Ryo si prosciugò all’istante.  

Non riusciva a capire se a fargli quell’effetto fossero le parole della collega o la disarmante bellezza del suo viso.  

Per fortuna a toglierlo dagli impicci arrivò Angel.  

“Kaori, ma sei fantastica!” commentò osservandola.  

La sweeper arrossì.  

“Pensavo non arrivassi più… Temevo di dover tenere a bada Ryo da sola, sei stata via tutto il pomeriggio!”  

“Sai la mia amica… mi ha aiutato con il vestito e il trucco e così…”  

Mentre le donne parlavano, Ryo cercò di defilarsela, ma l’occhio di Kaori non perdeva un suo movimento. Lo sweeper non ebbe nemmeno il tempo di fare tre passi che la collega lo richiamò afferrandolo per il collo della giacca.  

“Dove credi di andare?”  

“Io?”  

“Si tu, pervertito che non sei altro!”  

“Ma se non ho fatto niente!”  

“Non ci credo.”  

“Credimi invece, Haruko, diglielo tu…”  

“Dai Kaori,” la esortò la giovane diventando dello stesso colore del vestito, rendendosi conto che quei due stavano attirando un po’ troppo l’attenzione con le loro scenate “per una volta che non mente…”  

Kaori non era molto convinta della veridicità di tale affermazione, tuttavia in mancanza di prove fu costretta a lasciare andare il collega. Per quella sera avrebbe fatto meglio a chiudere un occhio, troppa gente per andare in escandescenza. Decise di andare a sedersi su uno dei divani vuoti della sala per sbollire un po’ i nervi, abbandonando Haruko e Ryo senza troppe spiegazioni.  

Ryo la seguì con gli occhi sino a quando non prese posto in un sofà traboccante di cuscini, incantato dai suoi passi, dai suoi movimenti ammalianti.  

Sentì gli occhi di Angel studiarlo con attenzione, dunque distolse lo sguardo da Kaori e lo rivolse alla scollatura a cuore della biondina.  

La ragazza se ne accorse e lo schiaffeggiò con un’occhiataccia.  

Ryo capì l’antifona e ripreso il controllo delle sue percezioni visive. Si sforzò di apparire serio e chiese ad Angel delucidazioni sul da farsi.  

“Quando dovrei entrare in azione?”  

“Dopo il quarto valzer, per quell’ora gli uomini del clan Taira dovrebbero prepararsi per fare lo scambio”  

“Va bene, mi terrò pronto”  

“Come farai con Kaori, quando non ti vedrà più in sala si allarmerà…”  

“Non preoccuparti, a Kaori ci penso io”  

Ryo lanciò un’occhiata in direzione della collega.  

Che cosa? Un uomo le si era inginocchiato di fronte e facendole il baciamano la stava invitando a ballare? Lo sweeper non credeva ai suoi occhi.  

“A quanto pare ci sta pensando qualcun altro a tenere impegnata Kaori…” gli fece notare Angel.  

Il city hunter provò un’inspiegabile tentazione di scagliarsi contro quella specie di damerino e prenderlo a pugni, ma si placò quando si accorse che la collega, abbozzando un mezzo sorriso e inventando una qualche scusa, lo aveva fatto allontanare con la coda tra le gambe.  

Ma che cavolo gli era preso? Non poteva mica diventare geloso tutt’ad un tratto.  

Riprese ad osservare la collega. Era strano vederla con indosso quell’abito tanto elegante.  

Kaori era sempre stata seria, silenziosa, concentrata, non assomigliava alle ragazze della sua età, non si metteva in ghingheri per attirare su di sé l’attenzione degli uomini, non faceva la civetta, tuttavia ne era sempre stato irresistibilmente attratto.  

Anche adesso, mentre con occhi sognanti guardava gli invitati danzare al centro della sala.  

 

“Maledizione a Ryo, riesce sempre a farmi innervosire, che gli costa ammettere che anche io sono una bella ragazza? Uffa…  

Che bella musica, forse ho fatto male a rifiutare di ballare con quell’uomo… beh, ormai è troppo tardi, pazienza, resterò a fare la muffa tutta la serata su questo divano, oppure potrei andare a ingozzarmi al buffet… Che pensieri deprimenti, che esistenza infelice la mia, forse avrei fatto meglio a restarmene a casa, tanto più che Ryo si sta comportando degnamente e non sta importunando nessuna…Mi chiedo cosa ci faccia io qui?”  

I pensieri di Kaori si arrestarono improvvisamente quando un uomo le si avvicinò, si inchinò e le tese la mano.  

“Può concedermi questo ballo, signorina?” chiese abbozzando un inchino.  

Lei sgranò leggermente gli occhi, sorpresa, poi annuì col capo e sorrise.  

Era imbarazzata e se a porle quell’invito fosse stato un uomo qualunque, pensò, forse non sarebbe stata neanche così agitata, invece si trattava di Ryo e questo l’aveva colta alla sprovvista. Lo seguì sulla pista da ballo e presero a danzare in silenzio.  

“Stava ballando o stava sognando?” si ritrovò improvvisamente a chiedersi, Kaori quasi non credeva ai proprio occhi: Ryo non aveva mai ballato con lei. Beh, le cose non stavano proprio così, una volta aveva danzato stretta tra le braccia dello sweeper, ma non contava perché lui non sapeva che quella ragazza fosse in realtà lei, la sua assistente, truccata com’era, con quella lunga parrucca, gli abiti eleganti. L’aveva scambiata per una “Cenerentola di città”, un’altra donna, insomma. Per lo meno, era questo ciò che credeva Kaori, del tutto convinta che Ryo non l’avesse affatto riconosciuta.  

Adesso erano così vicini che poteva sentire il cuore di Ryo battere tranquillo, chissà se anche lui poteva sentire il suo che, invece, tamburellava all’impazzata. Tesa come una corda di violino e terribilmente impacciata, quasi non si rese conto che, seguendo le note di un walzer, il loro ballo aveva preso un ritmo più lento.  

“Sigh” sbuffò improvvisamente lo sweeper con aria sconsolata, rompendo l’atmosfera da sogno.  

Kaori sollevò gli occhi verso la faccia palesemente delusa del collega.  

“Avrei preferito ballare con Haruko… Se avesse ballato con me, non ci sarebbe stato bisogno di tenerla d’occhio a distanza ballando con un mezzo uomo. In questo modo mi sto rovinando la reputazione…”  

Fu in quel preciso istante che un'ondata di rabbia iniziò ad annebbiare il cervello di Kaori, che perse completamente il controllo della situazione.  

Ryo poté vedere gli occhi della sweeper infiammarsi di sdegno, contemporaneamente sentì il tacco di lei conficcarsi con violenza proprio al centro del suo piede destro. Imbestialita la donna tuonò così forte da far tremare le pareti e i vetri della villa.  

“E COSI’… IO SAREI UN MEZZO UOMO, VERO? PEZZO DI…”  

Kaori non poté finire di imprecargli contro che Ryo le sigillò la bocca con una mano.  

Delle teste si girarono nella loro direzione interrompendo il ballo.  

Kaori si rese allora conto che stavano dando spettacolo, che una coppia era rimasta bloccata nel bel mezzo di una piroetta e che Haruko li guardava con occhi di fuoco.  

La gradazione di rosso che tingeva la sua faccia mutò da rosso rabbia a rosso vergogna.  

Scostata con violenza la mano di Ryo dalla propria bocca, si voltò e, alla velocità della luce, si fece strada tra le altre coppie della pista, cercando un luogo dove eclissarsi per il resto della serata.  

 

Quel bastardo, perché ogni volta doveva umiliarla in quella maniera?  

La illudeva, ecco cosa faceva, la faceva sentire importante e poi la gettava giù da un dirupo. Senza farsi problemi diceva tutto quello che gli passava per la testa, senza pensare che le sue parole potessero farle del male.  

Uscì da una portafinestra della sala e si addentrò nel giardino che circondava la villa. Non appena avvistò una panchina, la occupò dando libero sfogo alla sua rabbia.  

“Brutto zoticone, maniaco, ignorante, buzzurro, animale, infame, miserabile ratto puzzolente, sottosviluppato porco schifoso, pomposo, squinternato, stupido, demente, lurido sterco apatico… Ma aspetta, aspetta e vedrai, lascia che ti metta le mani addosso e sarà un miracolo se ti potranno riconoscere nei giorni a venire...”  

 

Haruko si avvicinò allo sweeper fulminandolo con gli occhi.  

“C’era bisogno di creare tutta questa messa in scena per tenere lontana Kaori?”  

“Un metodo vale l’altro…”  

“Non credi di aver esagerato? Kaori è letteralmente scappata dalla sala…”  

“Kaori non doveva neanche essere qui, se è per questo… con tutta questa faccenda, lei, non c’entra niente” disse serio mettendo fine alla discussione. “E ora, sarà meglio avviarci, il walzer sta quasi per terminare…”  

 

 


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