Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG - Prose

 

Auteur: Sayako

Status: Complète

Série: City Hunter

 

Total: 19 chapitres

Publiée: 29-05-06

Mise à jour: 29-05-06

 

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ActionRomance

 

Résumé: Un caso da risolvere da sola per Kaori. Un drammatico equivoco. Qualcuno che giunge dal passato..

 

Disclaimer: Tutti i personaggi sono, come al solito degli aventi diritto(Tsukasa Hojo ecc..). Nathan e gli altri che incontrerete (e non avete mai sentito nominare) sono invece un parto della mia povera mente contorta.. La mia prima ff pubblicata è “Pensieri”, ma questa l’avevo iniziata prima ..spero che vi piaccia!Chiedo perdono per tutte le eventuali imprecisioni ed obbrobri che posso aver scritto, sia volontariamente(ai fini dell’intreccio) che non. Accetto volentieri critiche (garbate, mi raccomando!) e/o suggerimenti..Ma non mi offenderò, se scriverete anche solo per dirmi che non vi è dispiaciuta..(così il mio ego si gonfia..poco, non temete..). E’ proibito qualunque uso di questa ff senza autorizzazione! La mia e-mail è : Sayako_81@yahoo.it ;mi raccomando, fatene uso! Potete collocare questa ff dove volete, più o meno..comunque prima della fine. Come al solito è venuta diversamente da come avevo pensato all’inizio..e decisamente più lunga..Spero che non vi addormenterete.Al massimo, potrete sempre usarla come rimedio contro l’insonnia! Scusate il titolo non molto originale, ma non ne avevo in mente di migliori.. Ed ora..buona lettura!!!!(E speriamo bene..)

 

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   Fanfiction :: "Fino all'ultimo respiro".

 

Chapitre 14 :: Parte 14.

Publiée: 29-05-06 - Mise à jour: 29-05-06

 


Chapitre: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19


 

PARTE 14.  

Kaori e Nathan avevano fatto un ottimo viaggio ed erano sbarcati a Osaka il lunedì, come da programma. L’aria era pungente, ma il sole cancellava almeno parzialmente la sensazione di gelo che attanagliava Kaori. Sapeva che non era dovuto solo al clima..Le sembrava così strano essere tanto lontana da casa..e da Ryo..Aveva la sensazione di essere sola e questo la faceva sentire un’estranea in quel luogo, anche se al suo fianco c’era il suo..nuovo collega. Sperò che il lavoro l’avrebbe tenuta lontana da quei tristi pensieri. Osservò l’anello che teneva attaccato ad una sottile catenina, al collo. Da lì avrebbe dovuto trarre forza. Ma si sentiva lontana persino da Hideyuki, in quel momento..senza nemmeno un posto dove poter andare a parlargli..Si sistemarono in un hotel che Nathan trovò senza difficoltà. Lui era già stato lì, sapeva dove andare, come muoversi. A Kaori bastò poco per rendersene conto.  

-Tu sei stato già qui, vero? Ti muovi come se conoscessi bene questa città..-gli disse, mentre pranzavano nella sala, oltre il corridoio vicino all’ingresso. Era un albergo piccolo, senza grandi pretese, ma i proprietari erano molto gentili ed il cibo non male. Le stanze erano piccole anch’esse, ma pulite ed abbastanza accoglienti.  

-Beh, ti dirò..-disse lui, dando fondo alla seconda porzione di riso-..non è che conosca Osaka poi benissimo..Sono stato qui qualche volta, ma sono anni che non ci metto piede..-  

-Queste persone, però, si ricordano di te..-gli fece notare lei sorridendo, alludendo ai proprietari, due signori sulla sessantina, sorridenti e discreti.  

-A suo tempo diedi loro una mano a causa di alcuni problemucci..credo si sentano in debito con me..A proposito, se non hai niente in contrario direi di iniziare le ricerche già da domani mattina. Avevo alcuni contatti che dovrebbero ancora resistere, nonostante il tempo che è passato..Ci divideremo i giri, domani sera ci ritroveremo per vedere cosa abbiamo ottenuto..e chi di noi avrà avuto fortuna offrirà da bere..per festeggiare! Ti va?-le domandò, sorridendo.  

-Mmm..direi che ci sto..guarda che non me la cavo male, sai? Trema..-scherzò Kaori.  

 

 

Giunto in camera, Nathan sedette sul letto, pensieroso. In realtà sapeva già chi era il probabile colpevole, ma Kaori non doveva avere sospetti, quindi..forse era il caso di mandare lei dalla persona che, probabilmente, sapeva bene chi aveva commesso il furto. Quel contatto era il migliore di tutti, non lo aveva mai deluso. Sapeva sempre tutto..anche se non sapeva se era davvero il caso di mandarci lei..Alcuni ricordi fecero capolino dalla memoria, ma lui li accantonò. Comunque non avrebbe detto nulla a nessuno: nemmeno quella persona doveva sapere quali erano le vere ragioni che lo avevano spinto lì, non ancora. Era sufficiente far girare qualche voce..Tutti dovevano credere che il suo lavoro fosse ritrovare la merce rubata. Kaori avrebbe dovuto avere le informazioni strettamente necessarie. La avrebbe fatta passare come una sua collega a tutti gli effetti..sarebbe bastato a tenere a freno la curiosità che il suo ritorno avrebbe suscitato.Si distese sul letto. Kaori..il volto della fanciulla si affacciò prepotentemente nella sua mente, con tutta l’allegria e la bellezza che poteva esprimere..ma anche con tutta la tristezza e la disperazione che poteva emanare. Che ragazza, quella! Se l’era ripetuto spesso, anche suo malgrado in quei mesi. Si era reso subito conto che non era esattamente una professionista..ma non poteva fare a meno di pensare che Saeba non avrebbe potuto avere una fortuna maggiore. Quella era una degna assistente..Aveva coraggio e forza, ma anche dolcezza e sensibilità. Nathan non era uno stupido, aveva capito che Kaori teneva molto a Ryo. Probabilmente ne era innamorata..altrimenti il loro piano non avrebbe funzionato. E pensare che lui era stato scettico..ma evidentemente, loro sapevano quel che facevano..lui stesso non ci aveva messo troppo a capirlo. Gli dispiaceva che fosse proprio una ragazza come lei ad essere incappata in quella situazione..ad un tratto gli venne quasi voglia di ribellarsi a ciò..ma ormai era fatta. Il gioco doveva continuare..aveva aspettato troppo ed ora era così vicino..Chissà se anche Ryo la amava? Nathan ne dubitava fortemente. Non era possibile che uno come lui potesse innamorarsi sul serio, che potesse superare la mera passione fisica momentanea per una donna. Probabilmente Kaori avrebbe sofferto sempre..chissà, forse era meglio così..Si domandò se il suo non fosse un ragionamento un po’ egoistico..Dopotutto le persone cambiano, no? “Certo..ma non Saeba. non tu Ryo. Tu non sei cambiato, ci scommetto. Anzi, lo spero proprio..”pensò il ragazzo, torvo. Immagini del passato gli tornarono in mente, facendo riemergere in lui una rabbia ben nota. Kaori gli ricordava qualcuno..che non era sicuro di aver dimenticato.. Cercò di scacciarle, ma non ci riuscì..e ci sprofondò dentro, preda di un sonno agitato.  

 

 

Quando Ryo aveva visto la scritta “Chiuso per ferie”, con l’annuncio che il negozio sarebbe stato chiuso per un periodo non definito, lo aveva preso una rabbia tremenda.  

“Possibile che non me ne vada bene una? Sono sicuro che quel tizio, quel Nathan, è invischiato in questa faccenda..”pensò lo sweeper, tornando indietro. Ed ora? Mettendo insieme le informazioni che aveva, la via d’uscita era solo una: Osaka. Era l’unico nome che aveva, l’unica pista che sembrava avere un senso..Ma c’entrava qualcosa con Kaori? L’istinto gli diceva di sì. Ci aveva pensato quasi subito. Sentiva che la donna era il tassello di un mosaico molto più grande..ma ancora la figura non emergeva. Che la chiave fosse proprio Osaka? Forse era lì che anche la ragazza era diretta? Forse era andata con..Ryo sentì ribollire il sangue nelle vene al solo pensiero. Kaori era arrabbiata, probabilmente si sentiva confusa, tradita..E se quell’amico..fosse diventato qualcosa di più per lei..se davvero avesse deciso di uscire per sempre dalla sua vita e di iniziarne una nuova? Gli passarono immagini dal contenuto vietato ai minori, in testa. Preda di un attacco masochistico, Ryo immaginò Kaori fra le braccia di quell’uomo..Era lui, che la baciava, lui, che accarezzava la sua pelle così profumata, lui che poteva vedere il suo corpo perfetto..E forse, Kaori avrebbe corrisposto..Quei pensieri gli risultarono insopportabili. Egoista o no, Kaori doveva sapere, prima di prendere una decisione. Sapere la verità, cioè che lui non era andato a letto con quella traditrice di Kazue..ma soprattutto..sapere che lui l’amava, che la desiderava da morire e che se avesse deciso di andarsene sarebbe stata libera di farlo..ma lui ne sarebbe morto..Al diavolo la sdolcinatezza, lui lo pensava davvero! Iniziò a preparare il bagaglio. Sarebbe partito per Osaka al più presto.  

 

 

Detto fatto. Il giorno dopo era all’aeroporto. Si rese conto solo allora che non aveva fatto i conti con un particolare..lui odiava gli aerei! Iniziò a sudare freddo, mentre si avvicinava al banco.  

-V-vorrei..un..b-biglietto..p-per..Osaka..-riuscì a dire. L’hostess lo guardò con compassione, mentre gli comunicava l’ora e gli consegnava il biglietto.  

-Paura di volare? Guardi che non è nulla di drammatico, deve solo rilassarsi..-disse, incoraggiante.  

-P-paura io? M-ma lo sa..con c-chi sta p-parlando? E c-comunque, per sua informazione..io s-sono t-tranquillissimo..!-le disse, cercando di controllare il tremore delle gambe.  

-Sarà..-gli rispose la donna, poco convinta.  

-A-anzi, se vuoi te lo dimostro! Vieni qui, amore miooooo..ma cos??-Ryo era perplesso. Si era già tolto maglia e pantaloni, i suoi migliori boxer, quelli con le libellule nere su sfondo rosa, facevano mostra di sé..ma allora, perché rimaneva sospeso in aria? Notò l’espressione scioccata della hostess. E notò che tutto sembrava più buio..allora capì.  

-Sapevo che eri un pivello, senti qui come sei sudato..possibile che hai ancora paura di un semplice, innocuo aeroplano? Tzè!-esclamò una voce alle sue spalle.  

-Lasciami andare, scimmione! Io sto beniss..aargh!Ahia!-sbottò lo sweeper. Umibozu l’aveva lasciato andare e lui era caduto lungo e disteso per terra, a faccia in giù. Ma non si diede per vinto. Sollevò di scatto la testa.  

-Miao!!-esclamò(Ryo con faccia da gatto, completo di baffi e coda..) Umibozu divenne color papavero e, terrorizzato, saltò in braccio a Miki, che era vicino a lui(di bene in meglio..e questi sono i due imbattibili ed impavidi sweeper..?!NdA) Entrambi recuperarono il contegno con velocità, però.  

-Che cosa ci fate qui?-domandò Ryo, serio.  

-Cosa vuoi che ci facciamo? Andiamo ad Osaka! Ma non illuderti, non è certo per dare una mano a te..Kaori è anche nostra amica..e comunque, non mi piace questa storia. Voglio dare un’occhiata -rispose il gigante, imperturbabile.  

-D’accordo, se proprio ci tenete..allora possiamo anche andare insieme, no?-disse Ryo, con noncuranza.  

Miki lo prese sottobraccio, mentre salivano a bordo, nonostante le balbettanti ma insistenti proteste dello sweeper.  

 

 

Ma che razza di contatti aveva Nathan? Si domandava Kaori. Era tutto il giorno che girava per la città..ormai iniziava ad orientarsi, ma era rimasta quasi sconcertata, anche se, forse, lievemente divertita. Mentre beveva una cioccolata in una caffetteria, pensava alle persone con cui aveva parlato. Nell’ordine: un fruttivendolo, un barista, un sarto, un assicuratore ed un barbone, o almeno, così le era parso.  

Nessuno di loro le aveva dato informazioni rilevanti, ma lei aveva sfruttato la situazione per provare a sapere qualcosa di più sul conto dell’amico. Erano stati bravi ad eludere le sue domande, aveva saputo solo che Nathan non si faceva vedere da due anni. Neanche tanto..e sapevano che lavorava per qualcuno, ora. Questo sembrava una novità..evidentemente, aveva operato da solo, in passato. Il sarto si era dimostrato il più disposto a parlare, specialmente dopo che lei aveva accettato di fargli da manichino per un paio di vestiti. Aveva ammirato il suo fisico, si era persino offerto di fargliene uno su misura, a patto che lei lo sfoggiasse in certe occasioni..e gli facesse pubblicità. Ma lei aveva gentilmente declinato l’offerta. Aveva scoperto,però, che Nathan era stato lì in passato, alla ricerca di qualcuno, perché il sarto le aveva domandato: “Nat ha poi trovato la persona che cercava?”, visto che la credeva una collega, probabilmente pensava che sapesse..Le era venuta in mente una carta e l’aveva giocata, osando rischiare.  

“A dire il vero..” gli aveva detto abbassando il tono”sta ancora cercando il fratello..non è facile, dopo tutti questi anni..”  

“Già...Chissà cosa accadrà, quando s’incontreranno..”  

Era stato tutto lì, ma era già qualcosa. Era il fratello, che Nathan aveva cercato. Le aveva detto di non averlo trovato, ma di esserci vicino..Le venne in mente la foto ingiallita..forse era proprio il fratello, il bambino accanto a lui? Ma..le armi? Dov’erano? Non si attentò a domandare di più, per non insospettirlo, ma la sua curiosità era desta più che mai, ora.. Finì la cioccolata. Erano le sei e mezza, aveva giusto il tempo di controllare l’ultimo contatto. Il nome l’aveva incuriosita, perché non era giapponese, ma americano: Charlie. Chissà come sarebbe stato il tipo con cui doveva parlare..Quando vide il tipo di locale, le si gelò il sangue nelle vene. Era un club, uno di quelli dove ci sono le ‘spogliarelliste’..deglutì vigorosamente..beh..a quell’ora..non era aperto, no?..Si fece coraggio ed entrò. Altroché se era aperto! C’era un caldo soffocante, la luce era rossa, ci si vedeva a malapena. C’erano soprattutto uomini, seduti ai tavoli ed intrattenuti da avvenenti donne. Si sentì terribilmente fuori posto..  

-Ehi, sei sicura di essere nel posto giusto?-le domandò una voce. Era una ragazza prosperosa, indossava un costume verde molto succinto.  

-Io..ecco..dove posso trovare Charlie?-  

-Chi la vuole? Non sei mica una sbirra? Guarda che qui è tutto in ordine..-la assalì la ragazza.  

-No, no..vorrei solo parlarle..per favore..-balbettò Kaori, a disagio. Allora.. Charlie..era una ragazza?  

L’altra la squadrò, ma non dovette trovarla pericolosa, perché la condusse in un corridoio e le indicò un camerino. Kaori bussò piano, ma con decisione.  

-Avanti!-le rispose una voce dall’interno.  

Si fece coraggio ed entrò. Davanti allo specchio era seduta una ragazza che si stava truccando. Le dava le spalle, ma la ragazza poté intuirne subito la grande bellezza. I capelli erano dorati, gli occhi molto chiari. Doveva essere abbastanza alta e piuttosto snella ma, al pari delle altre, prosperosa al punto giusto. La osservava con sguardo interrogativo.  

-Beh? Tu chi sei? Che vuoi?-  

-Io..ecco..lavoro con Nathan..- il nome fu sufficiente ad innescare una qualche reazione nella ragazza. Di che natura fosse la reazione, Kaori non riuscì a capirlo. Rimpianto? Gioia? Rabbia? Emozione? Curiosità?  

-Ma guarda..dopo tutto questo tempo..e si può sapere che cosa vuole da me?-  

“Rabbia”concluse Kaori, osservando gli occhi chiari che mandavano fulmini.  

-Qualche informazione..-  

-Oh, scusami. Siediti pure..-  

-Kaori. Sono una nuova..ehm..collega-  

-Capisco. Come sta, Nathan?-le domandò.  

“Emozione..gioia?”si domandò Kaori dubbiosa, notando il cambiamento di tono e di espressione di Charlie. Il suo sguardo si era addolcito.  

-Sta bene..se non fosse..-  

-..per suo fratello, lo so, non c’è bisogno che me lo dici..Non l’ha ancora trovato? O l’ha trovato? Ha compiuto la sua vendetta? E’ soddisfatto, ora? -domandò la donna, seccamente.  

“Vendetta??”si chiese Kaori, allarmata. Allora era per vendicarsi, che lo stava cercando..ma..perché? Notò che gli occhi della donna erano diventati due fessure.  

-Tu non sai nulla, vero? Chi sei, in realtà? Non sei la sua donna?-le domandò a bruciapelo.  

-La sua..oh, no, no, ti assicuro..Siamo solo colleghi..E comunque..in effetti non mi ha detto molto su questa storia, solo che sta ancora cercando il fratello. Immagino che domandarti qualcosa in più sia inutile, vero?-aveva deciso di essere il più aperta e diretta possibile, visto che non era brava a fingere.  

-Credo che tu debba chiederlo a lui..-disse Charlie, lentamente. Stava cercando di valutare Kaori, che l’aveva quasi spiazzata. E non era facile spiazzare lei! Ma era così stranamente diretta e schietta..non si comportava come una del giro..le aveva parlato quasi come con un’amica e non come ad un informatore..stavano discutendo della vita di Nathan..e la cosa peggiore, era che a lei, quella ragazza con lo sguardo così limpido, stava simpatica.  

-Hai ragione, suppongo. Bene, allora, il punto è questo..-  

Le raccontò la situazione a grandi linee.  

-Ho sentito qualcosa..-confermò –C’è un tizio, un certo Tamuki, che pare stia cercando di smerciare una certa nuova sostanza..e sembra che abbia fretta..-  

-Sai dove lo posso trovare?-  

-Beh, le informazioni costano..-  

Alcune banconote cambiarono proprietario. La ragazza le mise nel corsetto, poi riprese a parlare.  

-Lo trovate nel quartiere Miraji. Ci sono molte case vecchie..c’è anche un bar, “Da Naguro”, dove si reca spesso. E’ un tipo magro, ha una grossa cicatrice su una guancia.Non ti consiglio di andarci da sola, non è un gran posto. E’ molto peggio di questo -disse. Poi, riprese a spazzolarsi i capelli –Bene, è tutto. Salutami Nathan..-  

-Bene. Ciao, e grazie. Comunque..davvero, noi siamo solo colleghi, fra noi non c’è niente-disse piano, quando era già in piedi.  

-E perché mi dovrebbe interessare? La cosa non mi riguarda-le rispose, con indifferenza.  

-Beh, perché tu sei innamorata di lui-affermò Kaori, stupita di sé.  

Charlie si fermò bruscamente e si alzò in piedi. Si guardarono negli occhi. Quando guardò in quelli di Kaori, la ragazza vi lesse determinazione, sicurezza. Capì che sarebbe stato inutile negare. Era stupita, parecchio.  

-Come hai fatto a..te l’ha detto lui?-  

-Nathan non mi ha detto niente. Ho solo visto nei tuoi occhi un’espressione che conosco bene..La tristezza di un amore non corrisposto..-disse mestamente lei-..credimi, la conosco molto, molto bene..-  

Charlie era sconvolta. Ma chi era quella? Da dove veniva? Era forse un angelo del cielo? O era un demone mandato dall’inferno a riportarla al passato che aveva cercato di seppellire? Era come..un’ipnosi..si sentiva attratta da quella ragazza dai capelli rossi..sentiva che c’era qualcosa che le avvicinava, era come se fossero sulla stessa lunghezza d’onda..sentiva il bisogno di parlarle, spiegarle, sfogarsi..Una lacrima colò lungo la sua guancia. Aveva perso il controllo. Non ricordava nemmeno più l’ultima volta in cui era successo.  

-Io..io..è stato molto tempo fa..Ci siamo conosciuti in America, anche Nathan è americano..E’ stato circa sette anni fa..stavamo insieme, ci volevamo bene, ma poi.. lui è partito per cercare suo fratello..Quel maledetto incubo non l’aveva mai abbandonato..era come un’ossessione..Quando ci siamo rivisti, due anni fa, qui ad Osaka..non potevo crederci, ma lui..se n’è andato ancora..sempre alla ricerca della sua vendetta..-  

-Ma per cosa? Perché vuole vendicarsi di suo fratello?-  

-Perché dice che l’ha tradito e lui vuole fargliela pagare..E’ colpa sua, tutto quello che ha passato..Ora ti prego, lasciami sola..io..io non so cosa mi hai fatto..per favore, vai via!..-urlò Charlie, quasi isterica, piangendo.  

-Come vuoi. Mi dispiace, ma..sappi che io non ho fatto niente..ne avevi semplicemente bisogno. E comunque Nathan non ha una donna e fra noi non potrà esserci mai niente più che amicizia, non solo perché per lui sono solo un’amica, ma anche perché..non è lui, il mio amore..-disse Kaori, commossa a sua volta. Charlie la fissò.  

-Vuoi dire che anche tu..-  

-Già..ma non disperiamo. Siamo forti, tutto si aggiusterà, prima o poi..Ora vado. Ovviamente non dirò nessuno di questi..ehm..particolari al mio collega.. A presto!-la salutò, richiudendo piano la porta alle sue spalle. Aveva saputo più di quanto avesse osato sperare. Molto bene..  

Rientrò giusto per l’ora di cena. Riferì a Nathan le informazioni avute e lui si dichiarò soddisfatto. Quella sarebbe stata la loro pista. Forse avrebbero fatto più in fretta del previsto..  

-Sai, Charlie è simpatica..ed è anche una ragazza davvero bellissima..-buttò lì lei, con noncuranza.  

-Eh, già..-sospirò lui, riprendendo quasi immediatamente, però, la sua espressione allegra. Bene, domani devo finire i miei giri..tu avrai giornata libera..poi, fra qualche giorno, andremo a fare visita a questo Tamuki. Prima lo troviamo, prima ritorneremo. Ovviamente, prima dovremo trovare la merce e riconsegnarla al proprietario!  

-Allora brindiamo al nostro successo!-esclamò Kaori.  

I bicchieri s’incontrarono. Kaori si domandò se non fosse il caso di dare un’occhiata alla valigetta nera che il collega aveva portato con sé. Dopotutto..non c’era niente di male ad informarsi, no? Era meglio non avere nessuna sorpresa..Avrebbe atteso l’indomani.  

 

 


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