Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prosa

 

Autore/i: Kairi

Traduttore/i: marziachan

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Tranche de vie

 

Total: 17 capitoli

Pubblicato: 31-08-07

Ultimo aggiornamento: 12-11-07

 

Commenti: 56 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di City Hunter sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Tranche De Vie

 

Capitolo 5 :: Una partner seducente!

Pubblicato: 27-10-07 - Ultimo aggiornamento: 27-10-07

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17


 

Immobile di Ryo Saeba, quartiere di Shinjuku  

Salotto, venerdì 8 giugno, 23.31  

 

 

Kaori sparecchiò con una certa irritazione i piatti sporchi e i bicchieri vuoti che erano sparsi sul tavolo della cucina. Aveva i nervi a fior di pelle e non capiva ancora come la serata, che era iniziata così piacevolmente, fosse diventata così pesante per lei.  

 

Gli ospiti se n’erano andati da quasi dieci minuti ormai e Ryo non era ancora risalito. Doveva essere ancora una volta in collera con lei e, a dirla tutta, per lei valeva lo stesso! Che il signore facesse il testone, con lei non aveva più niente a che fare!  

 

Più ci ripensava, più cominciava seriamente a chiedersi se c’era un qualche altro avvenire oltre che professionale per lei e Ryo. Emise un respiro di scoraggiamento. Aveva ancora i piatti da lavare prima di andare a dormire e, come al solito, non poteva contare sull’aiuto del suo socio.  

 

Il suo sguardo si posò in successione sulla parte di dolce avanzata e sulla bottiglia di champagne per metà vuota che si trovavano ancora sul tavolo. Sembravano lanciarle degli appelli di soccorso. Con un gesto rapido, Kaori recuperò il suo bicchiere che era posato sul piatto e si sistemò confortevolmente su una sedia. Pigramente, si servì una nuova coppa di champagne ed attaccò con voracità il suo dolce. Se Ryo l’avesse vista così, le avrebbe detto sicuramente che sarebbe assomigliata ad un elefante prima di avere trent’anni e che non avrebbe avuto, di conseguenza, più alcuna chance di trovarsi un fidanzato. E come se questo potesse farla arrabbiare ancora di più, avrebbe calcato la mano spiegandole che il suo modo di mangiare non aveva niente di sexi e che lei si comportava più da uomo che da donna.  

 

Irritata, posò rumorosamente il suo cucchiaino e si pulì la bocca con un tovagliolo. Doveva essere seriamente malata per restare con un uomo come lui.  

 

“L’amore rende ciechi”, dicevano. Nel suo caso, era oltraggiosamente e incredibilmente vero.  

 

Kaori sentì le sue guance ed il suo corpo riscaldarsi man mano che beveva la sua coppa di champagne. 28 anni. Celibe. Al verde. Vivente con il più grande maniaco di tutti i tempi. E sola un venerdì sera con, come unica compagnia, un dolce e una bottiglia di champagne. Di che deprimersi per il resto della sua vita!  

 

Malinconica, la giovane donna si versò un altro bicchiere e s’imbatté sul suo riflesso nel vetro della porta-finestra. Con i suoi capelli dal taglio maschile e i suoi grandi occhi brillanti, il vestito che metteva in risalto il suo corpo perfetto, era lungi dall’essere ripugnante. Era invece molto attraente. Allora perché? Non le venne in mente alcuna risposta coerente. Ad ogni modo, non aveva voglia di riflettere. Non questa sera.  

 

Stupidamente, Kaori si mise a ridere. L’alcool cominciava ad agire e lei si sentì improvvisamente d’umore euforico. Si ammirò ancora una volta ed incrociò lo sguardo del suo socio nel riflesso del vetro. Il cuore le balzò nel petto. Aveva uno sguardo strano. Come la sera in cui stava per baciarla. Si diede della sciocca. E per non mostrare all’idiota del suo socio che lo stava aspettando, prese un boccone di dolce.  

 

Con passo tranquillo e le mani nelle tasche, Ryo si avvicinò al tavolo, un leggero sorriso alle labbra.  

 

- Di questo passo, sembrerai una balena ancora prima di aver avuto un solo fidanzato!  

 

Mettendo le mani sopra il viso per proteggersi dalla martellata, Ryo quasi caddè all’indietro quando sentì la risata di Kaori risuonargli alle orecchie. Sgranò gli occhi e fissò la donna come se la vedesse per la prima volta.  

 

- Kaori, sei sicura di star bene?  

 

La donna si calmò dopo qualche secondo ed immerse i suoi occhi più brillanti del solito in quelli del suo partner.  

 

- Avevo scommesso che mi avresti dato dell’elefante e non della balena!!!... Benché sia molto meno lusinghiero per me... essendo la balena molto... ma molto più grossa di un elefante!!!  

 

Sconcertato Ryo non rispose niente ma notò, con un piccolo sorriso di sbieco, le guance rosse della sua socia, gli occhi brillanti, il sorriso euforico che esibiva da poco e il bicchiere di champagne che stringeva più del necessario nella mano. Visibilmente, aveva bevuto un po’ troppo.  

 

- Kaori, sei ubriaca!!!  

 

A disagio sotto lo sguardo inquisitore del suo socio, Kaori si mise a dondolare nella sedia e, dopo aver lasciato il bicchiere, si torturò maldestramente le mani.  

 

- Non sono ubriaca, Ryooo!!...io... io ho solo bevuto un po’ più del solito, questo è tutto!!!  

 

Ryo si sedette di fronte alla giovane donna e si versò anche lui una coppa di champagne. Si divertiva a vedere la sua socia così retta, così seria, così responsabile lasciarsi andare al dolce calore dell’alcool. Era semplicemente bellissima con gli occhi febbricitanti e le guance deliziosamente colorate. E inoltre, quell’abito che si sposava con grazia alle sue forme perfette non rovinava niente a quel affascinante quadro. Ryo volse la testa intensamente, quando prese coscienza della direzione che stavano prendendo i suoi pensieri. Terreno minato.  

 

Stupito, vide Kaori servirsi un altro bicchiere di champagne, ma le tolse la bottiglia dalle mani prima che avesse il tempo di riempirlo.  

 

- Credo che sia più saggio che tu vada a dormire... Ti informo che non sei abituata a bere e il risveglio rischia di essere duro domattina.  

 

Irritata da quel tono paterno, Kaori sbattè i pugni sul tavolo e strappò il bicchiere di Ryo dalle sue mani svuotandoglielo in un sorso.  

 

- Non sono più una bambina, Ryo!!!... Sono abbastanza grande per sapere se devo andare a dormire o no!!  

 

Il volto bordeaux, Kaori si lasciò andare contro la sedia ed incrociò le braccia sul petto. Guardava Ryo con una luce di sfida in fondo agli occhi, cosa che divertiva ancora di più lo sweeper più temuto del Giappone.  

 

- Spiacente di deluderti Kaori, ma la tua reazione è degna di una ragazzina di otto anni!!!  

 

Kaori lo fucilò letteralmente con lo sguardo, ma non aveva abbastanza forza per schiantargli un martello “povero demente!!!” sulla testa.  

 

- Vedrai se assomiglio ad una ragazzina di otto anni!!!  

 

Offesa dalle parole di Ryo, Kaori si alzò con un movimento brusco e sentì la testa girarle un pochino. Stava in piedi ma doveva prendere appoggio sul bordo della tavola per non finire a terra.  

 

Notò l’aria beffarda e il sorriso ironico che il suo partner cercava di reprimere. Il suo orgoglio di donna di 28 anni accusò il colpo e quest’ultima attinse da quel che gli restava del suo orgoglio per stare retta come la giustizia in mezzo al salone.  

 

Un sorriso provocante che illuminava il suo viso, si mise sensualmente a girare su se stessa. Avrebbe visto se lei era ancora una ragazzina! Si sentiva di umore passionale questa sera. Sapeva per certo di essere molto attraente ed anche seducente quando si dava da fare.  

 

Cominciò a ridere mentre ancheggiava e di muoveva lascivamente davanti un Ryo Saeba completamente sbalordito.  

 

- Allora Ryo, trovi sempre che assomigli ad una bambina?  

 

Ryo deglutì faticosamente. Non riusciva a staccare lo sguardo dalla sua socia e si chiese se sarebbe riuscito a resistere alla tentazione. Era diventata una donna pericolosamente seducente anche per un uomo come lui.  

 

Gli fece un occhiolino ed un gesto evasivo con la mano. Ryo si passò una mano tra i capelli.  

 

Intuiva che fosse l’alcool a rendere Kaori di umore, diciamo, affettuoso e che da uomo degno e rispettabile, doveva lasciare il salotto e lasciarla giocare da sola con il suo piccolo delirio. Non era davvero in sè. Sarebbe stata una cosa detestabile se ne avesse approfittato un pochino.  

 

Allora per darsi coraggio, Ryo fece un gran respiro e deviò lo sguardo dalla bella creatura che la sua partner era diventata:  

 

- E’ tardi, vado a dormire.  

 

Mentre di preparava ad alzarsi, Kaori si avvicinò a lui, gli prese la mano e lo portò in mezzo al salotto.  

 

Aveva una luce maliziosa in fondo agli occhi e Ryo non avrebbe resistito ancora a lungo.  

 

Impertinente, si incollò a lui e cominciò a danzare un leggero lento. Completamente pietrificato dall’audacia così improvvisa della sua socia, Ryo non ebbe altra scelta che seguire il suo ritmo e strinse, senza veramente rendersene conto, la sua stretta.  

 

Amava tenerla tra le braccia e sentire il profumo leggero della sua pelle. Kaori metteva raramente del profumo, lei preferiva i suoi gel doccia profumati alla vaniglia e Ryo non se ne lamentava. I loro due corpi si sposavano a meraviglia.  

 

Spontaneamente, nascose la testa contro il suo collo, baciandola leggermente. Estasiato, la sentì fremere tra le sue braccia e provò un sentimento di soddisfazione.  

 

Continuarono a danzare per qualche minuto quando Kaori si irrigidì stranamente tra le sue braccia. Sorpreso, Ryo cercò i suoi occhi ed incontrò uno sguardo pieno di tristezza e di domande. Sapeva quello che desiderava perché lui aveva voglia della stessa cosa.  

 

Il suo sguardo scese fino alle sue labbra e, spinto dal desiderio, Ryo la bacio con passione. Kaori rispose ardentemente a quel bacio, stringendosi ancora più intensamente a lui come per non lasciarlo andare mai più. Ryo si rese conto che dietro quelle sue arie da donna fredda si nascondeva una giovane donna passionale.  

 

Kaori gemette tra le sue braccia e gli sussurrò all’orecchio:  

 

- Puoi fare di me quello che vuoi...  

 

Questa frase gli fece l’effetto di una doccia fredda. Mio dio cosa stava facendo? Cosa stava per fare alla sua dolce Kaori? La risposta era limpida. Approfittava dell’innocenza della sua partner, inebriata dall’alcool, per appagare i suoi bassi istinti. Represse una bestemmia.  

 

Per la prima volta dopo anni, Ryo si disgustò di essere incapace di controllarsi davanti ad una bella donna. Si sentiva male. Immerse i suoi occhi in quelli della sua socia. Erano brillanti, troppo brillanti. Erano inebriati dall’alcool. Ryo ritrovò allora il suo sangue freddo e ruppe delicatamente ma fermamente la loro stretta. La donna brontolò ed emise un sospiro di delusione.  

 

Prendendo il visto della donna tra le mani, le sussurrò:  

 

- E’ ora di andare a letto, Cenerentola.  

 

Gentilmente, le prese la mano e l’accompagnò fino alla sua camera. Sembrava lottare contro il sonno. Era adorabile. Con un gesto dolce, aprì la porta della camera della giovane donna, la spinse gentilmente all’interno della stanza e prima di chiuderla le sorrise un’ultima volta:  

 

- Buona notte, Kaori.  

 

 

Magazzino Kaidi, quartiere degli affari  

Sabato 9 giugno, 8.31  

 

 

Jack Lemon uscì dalla sua berlina sbattendo violentemente la portiera. Era d’umore massacrante quella mattina ed era davvero deciso a portare a termine rapidamente questa transazione.  

 

Accendendo una sigaretta, entrò nel magazzino Kaidi dove erano depositati centinaia di mobili in stile asiatico destinati all’esportazione e si diresse nervosamente verso il piccolo ufficio in fondo alla costruzione.  

 

Imprecò quando si accorse di essere il primo arrivato e che, di conseguenza, avrebbe perso del tempo. Come ogni killer professionista che si rispetti, considerava il suo tempo inestimabile e, in questo caso, detestava perderlo a causa di persone che non conoscevano il significato della parola “puntualità”.  

 

Furioso, si sedette sulla scrivania, accendendosi una seconda sigaretta e gettò una busta nella sedia che gli stava di fronte. Aspettò. Alcuni minuti più tardi, distinse dei rumori di passi e il fischiettare di un uomo. Rimettendosi in piedi, Jack estrasse il suo revolver dalla giacca, preso con sé nel caso le cose avessero girato male.  

 

Un uomo sulla trentina apparse allora dalla cornice della porta e alzò le mani in segno di pace, un sorriso ironico sulle labbra. Lemon rimise a posto la sua arma e dettagliò da testa a piedi l’uomo che gli stava ora di fronte.  

 

- Siete in ritardo! Ho altre cose da fare che aspettarvi!  

 

Il sorriso dell’uomo intensificò d’intensità ma questa volta ci si poteva distinguere una certa crudeltà ed una certa perversità. Lemon provò una sensazione di disagio.  

 

- Desolato, ho perso l’autobus... allora avete bisogno dei miei servizi?  

 

Lemon recuperò la busta e ne estrasse la foto di una donna in costume da bagno su una spiaggia e quella di un uomo che riceveva una borsettata da una graziosa giovane donna.  

 

- Organizzatevi perché questo tizio lasci il quartiere di Shinjuku martedì nel pomeriggio. Fate attenzione, è un professionista.  

 

L’uomo prese le foto tra le mani e guardò con avidità e perversità la donna. Lemon si irrigidì alla vista della sua espressione sadica e si chiese se veramente fosse una buona cosa fare appello a lui.  

 

- Per la ragazza, ti avverto subito: devi solo metterla alla prova, farle paura. In nessun caso, devi ferirla seriamente. Abbiamo bisogno di lei per il seguito.  

 

L’uomo cacciò le due foto nella tasca della sua vecchia giacca di cuoio e fece una risata diabolica:  

 

- E’ molto carina. Credo che sarà difficile!  

 

Con un gesto rapido, Lemon tirò fuori la sua pistola e la puntò, non senza una certa soddisfazione, sulla tempia dell’uomo:  

 

- Tu farai quello che ti abbiamo detto altrimenti non avrai ancora l’occasione di fantasticare su questa graziosa foto. Mi hai capito? Ficcatelo nel cranio!!!!!!!  

 

Lemon scrisse una data, dei nomi e un indirizzo sulla busta che conteneva le due foto e la tese all’altro killer:  

 

- Ci rivedremo martedì nel primo pomeriggio. Tutte le indicazioni sono in questa busta... E ora, smamma!  

 

L’uomo non si fece pregare e lasciò l’ufficio fischiettando.  

 

Lemon non sapeva ancora perché, ma il suo istinto di professionista gli suggeriva che avrebbe avuto solo problemi con quest’individuo e che non avrebbe mai dovuto fare appello ai suoi servizi.  

 

 

Immobile di Ryo Saeba, quartiere di Shinjuku  

Sabato 9 giugno, 11.26  

 

 

Trascinando il passo, Kaori entrò silenziosamente nella cucina e si diresse direttamente verso la caffettiera per prepararsi un caffè molto forte. Posò la scatola dell’aspirina, che aveva cercato nella credenza delle medicine, sul lavello e si stupì di vedere che il caffè era già pronto. Gli occhi ancora pieni di sonno, si servì una bella tazza di caffè, ingoiò con una smorfia due compresse d’aspirina e si sistemò al tavolo.  

 

Stranamente, non si era accorta della presenza di Ryo che, nascosto dietro un giornale, esibiva un sorriso beffardo e pieno di sottointesi.  

 

Senza staccare lo sguardo della pagina dei risultati sportivi, spinse verso la sua socia un bicchiere contenente una sostanza dal colore verdastro più che dubbia. Ma prima che Kaori potesse dire qualcosa, sollevò la mano per impedirle di parlare:  

 

- Bevila e vedrai che il tuo mal di testa sparirà come per incanto.  

 

Le mani a massaggiare le tempie doloranti, Kaori non si fece pregare e bevve la mistura magica in un sol sorso. Il sapore era disgustoso e la donna si precipitò sul suo caffé per far passare il gusto.  

 

- Che schifo!!... Bleah!! Ma cosa mi hai fatto prendere? Spero per lo meno che tu non abbia cercato di avvelenarmi?  

 

Ryo non rispose. Sembrava assorto dal suo giornale. Kaori si servì un'altra tazza di caffè ma represse un conato di vomito quando volle prendere un croissant.  

 

- Quanti bicchieri ho bevuto ieri sera?... Ho l’impressione di avere un tamburo nella testa!!  

 

Per la prima volta dopo che Kaori si era alzata, Ryo osò posare gli occhi sulla sua socia.  

 

Stranamente, non aveva alcuna occhiaia sotto gli occhi e il suo colorito non era per niente pallido. Se non si fosse lamentata per il suo mal di testa, Ryo non si sarebbe mai accorto che aveva alzato il gomito.  

 

Aggrottò le sopraciglia, prese un croissant e lo addentò:  

 

- Non ti ricordi?  

 

Kaori fece una smorfia di disgusto quando Ryo morse un'altra volta il suo croissant.  

 

- Dopo che Mick e gli altri se ne sono andati, ricordo vagamente di aver mangiato un dolce al cioccolato e poi... un buco nero!  

 

Ryo non nascose il suo sollievo di sapere che Kaori non ricordava il bacio e l’abbraccio passionale della notte scorsa. Non aveva praticamente dormito durante la notte e aveva aspettato con ansia di rivederla a colazione.  

 

Kaori colpì con la mano destra il giornale per attirare la sua attenzione.  

 

- Allora?  

 

Ryo si sentiva in vena di stuzzicarla. Dopo tutto, visto che non ricordava niente, poteva proprio prenderla un po’ in giro.  

 

- Eri talmente ubriaca che hai voluto farmi uno striptease! Mio Dio pietà per i miei poveri occhi, sono riuscito a calmarti prima che ti togliessi tutti i vestiti ed a chiuderti in camera.  

 

Il cervello un po’ offuscato, Kaori ci mise qualche istante per assimilare le parole di Ryo. Lo guardò con i suoi grandi occhi pieni d’innocenza e sentì le guance imporporarsi quando comprese il senso delle parole del socio.  

 

- Cosa!?!!!... Non ti credo! Io... io... non posso averlo fatto! Tu menti!  

 

Ryo sfoggiava un sorriso che la diceva lunga.  

 

Lei? Fare uno striptease? Davanti a Ryo per di più? E non se ne ricordava? Che umiliazione!!!  

 

Mentre Kaori girava la testa per non subire lo sguardo beffardo del suo socio, un’idea le attraverso la mente. No! Non avrebbe osato!!! Kaori si gettò letteralmente su Ryo e lo tenne fermamente per il collo della maglietta. Immerse i suoi occhi in quelli di lui e gli chiese con tono secco:  

 

- Spero, per la tua vita, che tu non ne abbia approfittato per farmi delle cose strane?  

 

Inizialmente interdetto dalla reazione della sua socia, Ryo si mise a gesticolare con la testa e con le mani.  

 

- Ti assicuro che non ti ho toccato!!... D’altronde come pretendi che tocchi una ragazza così ripugnante come te, eh?  

 

BANG!!! Con un sorriso sadico, Kaori schiantò su Ryo un enorme martello di 10.000t. A lavoro finito, si sfregò tranquillamente le mani e lanciò a Ryo prima di lasciare la stanza:  

 

- Mi scuserai ma ho un appuntamento con Akari per pranzo. Capisci quindi che non ci sarò per prepararti da mangiare!... A proposito, grazie per l’intruglio, è maledettamente efficace.  

 

Appiattito sotto il martello, Ryo si mise a ridacchiare stupidamente e si promise che, la prossima volta che la sua socia avrebbe alzato il gomito, l’avrebbe lasciata sola con il suo mal di testa ed il suo brutto carattere come sola compagnia.  

 

 

Cat’s Eye, quartiere di Shinjuku  

Sabato 9 giugno, 17.31  

 

 

Questo sabato era un giorno relativamente calmo al cafè di Miki e Falcon che ne avevano approfittato per fare un po’ di pulizie.  

 

Il bar perfettamente pulito, i due coniugi aiutarono Ryo ad uscire dal muro nel quale era stato incontrastato da una buona mezz’ora. Mick aveva scelto esattamente quel momento per passare a trovarli e scoppiò a ridere alla vista di Miki e Falcon che cercavano disperatamente di far uscire Ryo dalla sua postazione. L’elefante c’era andato pesante questa volta e il povero Ryo aveva l’impressione di essere passato sotto un rullo compressore.  

 

Era vero che, più per abitudine che per desiderio, Ryo aveva la spiacevole tendenza a saltare su Miki appena posava gli occhi su di lei e questo innervosiva enormemente Falcon. E questo sabato non era un’eccezione alla regola.  

 

Una volta sistematosi confortevolmente al bancone e davanti un buon caffè, Ryo sbadigliò rumorosamente per districarsi la mandibola. Non aveva dormito molto quella notte e la mancanza di sonno cominciava a farsi sentire.  

 

Miki, le mani sui fianchi, posò uno sguardo furibondo su Ryo.  

 

- Sono sicura che hai passato ancora tutta la notte ad ubriacarti ed a divertirti con quelle ragazze dei locali!... Francamente, dovresti pensare un po’ più spesso a Kaori e passare un po’ più di tempo con lei! Mah... non ti capisco proprio!!!  

 

Ryo rise forzatamente. Se Miki sapesse fino a che punto si era occupato di Kaori quella notte, non ci avrebbe creduto certamente. Ryo allora iniziò a ridacchiare, dandosi poi del povero imbecille.  

 

- Smettila si sghignazzare Ryo e guarda un po’ chi sta per arrivare!  

 

Mick diede una gomitata al suo compare e con un sorriso ammirato sulle labbra, guardò verso la porta del bar. Ryo fece la stessa cosa e restò sconcertato dalla scena che si svolgeva sotto i suoi occhi.  

 

Dopo aver rapidamente salutato Akari, Kaori ed Eriko si erano precipitate nel bar e, addossate contro la porta, cercavano disperatamente di bloccare l’accesso ad alcuni uomini un po’ troppo intraprendenti per i loro gusti.  

 

Passata la sorpresa, Falcon si decise ad agire e, con tutta la sottigliezza e la delicatezza che lo contraddistinguono così bene, si occupò efficacemente dei perversi ammassati in questo momento sulle vetrine del suo locale. Ryo, Mick e Miki erano a bocca spalancata e guardavano Kaori come se la vedessero per la prima volta.  

 

Eriko ridacchiò vedendo le facce stupite dei suoi amici e, facendo l’occhiolino alla sua amica, disse:  

 

- Che sia stato un pochino eccessivo questa volta, Kaori!  

 

Le due donne si misero a ridere con gioia, non facendo per niente attenzione agli sguardi interrogativi dei loro amici.  

 

Le braccia a ciondoloni e la bocca aperta, Ryo non riusciva a staccare lo sguardo da Kaori. Un sorriso magico alle labbra e gli occhi scintillanti di vitalità, la donna alzò dolcemente le spalle.  

 

Indossava un corpetto bianco con le spalline, che metteva in risalto le sue belle spalle abbronzate, su una gonna bianca svasata che arrivava sopra le ginocchia. Ad ogni passo, gli spacchi sui lati lasciavano intravedere, in modo elegante, un po’ della sua coscia affusolata e dorata. I graziosi sandali bianchi con il tacco sottolineavano la linea perfetta dei suoi polpacci e Ryo fu, una volta ancora, attirato dal braccialetto che scintillava alla sua caviglia. Qualche ciocca dei suoi capelli castani le scendeva lungo il collo e con un gesto naturale, rimise apposto una ciocca ribelle dietro l’orecchio. I suoi gesti erano graziosi ed eleganti. Niente a che vedere con il maschiaccio che era fino a qualche tempo prima.  

 

Ryo aveva l’impressione che in solo mese, lei fosse diventata una vera donna. Si sprigionava da tutto il suo essere una tale femminilità che si fece forza per non prenderla tra le braccia e baciarla davanti a tutti. Ma cosa era successo alla sua piccola Kaori?  

 

Venne distratto dalla sua contemplazione dal rumore di un martello che si schiantava al suolo.  

 

- Mick, te lo già detto che non amo che tu mi faccia delle cose strane!!!  

 

Miki fece segno a Kaori di avvicinarsi e, con un sorriso malizioso alle labbra, la dettagliò da testa ai piedi.  

 

- Credo bene che in questa tenuta, mia cara Kaori, tu abbia fatto girare la testa a numerosi uomini. Sei semplicemente magnifica, non è vero, Ryo?  

 

Ryo era affascinato dei riflessi dorati che giocavano sulle spalle della sua socia.  

 

Eriko non gli lasciò il tempo di rispondere.  

 

- Ha decisamente provocato una sommossa. Avresti dovuto vedere Ryo, Kaori non aveva che l’imbarazzo della scelta!  

 

Kaori si sentiva a disagio ora. Tutti quegli sguardi, troppo spesso avidi e perversi, la turbavano molto. Non avrebbe dovuto accettare di uscire vestita così. Non era da lei. Ma sotto l’insistenza delle sue amiche, aveva ceduto. Ancora una volta.  

 

Timidamente, lanciò uno sguardo verso il suo socio. La guardava con insistenza, una piccola fiamma di desiderio in fondo agli occhi. Ne fu intimidita.  

 

- Allora Ryo, trovi ancora che Kaori assomigli ad un maschiaccio?  

 

Ryo continuava a guardare la sua socia, bevendo un sorso di caffè.  

 

- Potete anche truccarla, pettinarla e metterle dei vestiti costosi, ma Kaori sarà sempre Kaori!  

 

Per una volta, Miki si infuriò al posto di Kaori che cercava difficilmente, sotto lo sguardo insistente del suo socio, di nascondere il suo turbamento.  

 

- Razza di cafone!!!... O hai davvero bisogno di un buon paio di occhiali o di un cervello completamente nuovo, non lo so ancora!!!... Non preoccuparti Kaori, io sono...  

 

Miki non ebbe il tempo di finire la sua frase che Mick Angel, di nuovo operativo dopo un po’ di ginnastica, si lanciò con tutta la sua foga su Kaori. Questa volta però, fu fermato di netto da uno sgabello lanciato da Ryo che lo fece schiantare al suolo come un volgare insetto.  

 

Ryo si accovacciò e lo guardò severamente negli occhi.  

 

- Al tuo posto, io non lo farei...  

 

Felice di non essere più al centro dell’attenzione, Kaori si sistemò al bancone, e con un’aria falsamente allegra, cominciò a raccontare la sua ora di shopping con Akari. Eriko, quanto a lei, prese piacere nell’esporre nei minimi dettagli un magnifico vestito di raso rosso che le aveva trovato.  

 

Improvvisamente, Kaori sentì una mano posarsi delicatamente sulla sua spalla.  

 

- Mia dolce Kaori, mi dicevo che siccome Kazue non è in città in questo momento, potremmo cenare insieme e divertirci un po’...  

 

Mick non nascondeva il suo entusiasmo per la giovane donna, cosa che innervosiva profondamente Ryo. Mick era anche il suo migliore amico, ma era fuori questione che lo lasciasse sbavare su di lei in quella maniera. Conosceva quello sguardo lubrico e sapeva esattamente a cosa pensava il suo amico. La gelosia lo sommerse e Ryo strinse forte i pugni per cercare di contenere quel sentimento così brutale. Doveva trovare un pretesto per riportare Kaori a casa senza destare sospetti.  

 

La suoneria del cellulare di Kaori impedì a quest’ultima di rispondere e mentre si allontanava per rispondere tranquillamente, Saeko fece la sua entrata al bar. Fedele a se stessa, si diresse direttamente verso i due uomini e, vista la sua espressione omicida, Ryo indovinò che non era una visita di cortesia.  

 

- Dì Ryo, ascolti mai la segreteria o cosa!!!... Ti ho lasciato una buon decina di messaggi da questa mattina e tu non ti sei neanche preso il tempo di richiamarmi!!... Io ha un lavoro e ho altre cose da fare che correrti dietro!!  

 

Ryo, ascoltando con orecchio distratto i rimproveri dell’ispettrice, era più interessato alla scena che si svolgeva sotto i suoi occhi.  

 

Kaori, visibilmente innervosita ed infastidita dal suo interlocutore, gesticolava in tutti i versi e con un movimento brusco chiuse la comunicazione. Per qualche secondo, si tenne una mano sulla fronte per tentare di ritrovare la calma. Miki ed Eriko raggiunsero la loro amica e tutte e tre si sistemarono ad un tavolo. In qualche minuto, Kaori ritrovò il suo buon umore e ridendo prese parte alla conversazione.  

 

Da parte sua, Ryo restò intrigato dal suo comportamento così insolito. Mai prima, l’aveva vista arrabbiarsi con qualcuno, salvo lui naturalmente.  

 

- Ryooooooooooo!!!!!!!!!!!! Potresti ascoltarmi quando ti parlo!!  

 

Ryo girò la testa verso Saeko che aveva preso posto tra i due uomini. Indossava uno dei suoi abiti sexi ma, strano a dirsi, Ryo non provò la solita eccitazione. Tuttavia Saeko era seduta in maniera tale che le sue cosce non avessero più segreti per lui e Mick.  

 

Sbadigliò ancora una volta, bevve un sorso di caffè, ma fece una smorfia quando il liquido freddo gli scese lungo la gola.  

 

- Ti ascolto Saeko.  

 

- La migliore amica di Amy Tikada è venuta a trovarmi ieri sera. Lei mi ha affermato che Amy aveva un appuntamento, il giorno dell’omicidio, con uno straniero che era di passaggio in Giappone. Non mi ha fornito molti dettagli ma almeno ora abbiamo una parvenza di pista.  

 

Ryo sembrava dubbioso ed incrociando le braccia dietro al collo guardò Saeko.  

 

- Lascia che ti dica che come indizio è scarso. Lo sai meglio di me che solo nel quartiere degli affari, ci sono stranieri che sbarcano e ripartono tutti i giorni.  

 

Saeko scosse la testa.  

 

- Si, ma il primo omicidio risale a più di un mese fa, l’assassino deve essere in Giappone già da un certo tempo. Qualcuno può averlo notato.  

 

Ryo era lontano dall’essere convinto e Mick era del suo stesso avviso. Ma visto che non avevano alcun’ altra pista, bisognava tentare.  

 

- Mah... vale la pena provare!  

 

Saeko incrociò le braccia al petto.  

 

- Allora cosa stai aspettando a fare girare l’informazione!! Datevi un po’ una mossa!!  

 

Ryo si alzò in piedi per protestare. Non aveva alcuna voglia di correre per la città in cerca di un assassino del quale non sapevano praticamente niente. Voleva semplicemente tornare a casa con Kaori e... e cosa? Cosa avrebbe fatto? Parlarle? Ma di cosa?  

 

Ryo si massaggiò le tempie. Era tutta colpa di Eriko! E di Miki! E di Akari! E di Saeko! E... Voleva indietro la sua vecchia Kaori.  

 

Notò che Saeko cominciava ad innervosirsi.  

 

Per riflesso, avvicinò il suo viso a quello dell’ispettrice e borbottò abbastanza forte:  

 

- Vengo ad una sola condizione, che tu mi dia un acconto di quello che mi devi! Sono sicuro che Falcon è d’accordo a prestarci la camera!!!!!  

 

Con grande stupore di Ryo, Saeko pubblicò un sorriso trionfante e gli soffiò all’orecchio:  

 

- Ryo, ti ho detto che ti pagherò quello che ti devo quando avremmo preso quel criminale... E se... lei ce ne lascerà l’occasione!!  

 

Kaori, la cui rabbia si emanava da tutto il suo corpo, era ora così vicina a Ryo che le era sufficiente allungare il braccio per assestargli una sberla monumentale. Ma a gran danno di Ryo, lei non fece niente.  

 

Il vaso era traboccato. Lei era stanca, ferita, consumata. Ne aveva abbastanza di tutta questa commedia. Gli occhi freddi e pieni d’indifferenza, fece segno ad Eriko di raggiungerla e disse con tono che voleva lieve:  

 

- E se andassimo a fare un giro, Eriko? Come certe persone qui presenti, anche io ho voglia di distrarmi e di divertirmi un po’... Ci vediamo gente.  

 

Ryo sentì ancora più male che se Kaori gli avesse assestato una martellata. Si rese conto che se continuava così, rischiava di perderla definitivamente. Doveva parlarle, sì ma per dirle cosa? E poi, vestita così, rischiava di sedurne più di uno! Doveva seguirla a tutti i costi ed impedire a quei perversi di posare i loro occhi e le loro mani ambulanti su di lei.  

 

Più rapido di un lampo, si ritrovò vicino alla porta del bar.  

 

- Devo andare... ho un appuntamento importante!!  

 

Ma prima che superasse la soglia, Mick lo afferrò per il collo della sua giacca, toccandogli amichevolmente la spalla.  

 

- Eh no Ryo... Le belle donne di Tokyo hanno bisogno di te... dobbiamo trovare quell’assassino... Andiamo vieni, ti accompagno!!  

 

E per coronare il tutto, Saeko afferrò uno dei bracci di Ryo ed aiutò Mick a trascinarlo fuori, le risate di Miki e Falcon coprivano le urla di rabbia del povero stallone di Shinjuku.  

 

 

Quartiere di Shinjuku  

Sabato 9 giugno, 18.26  

 

 

Borbottando e parlando da sola, Kaori camminava talmente rapidamente che Eriko aveva difficoltà a seguirla. E il suo viso rifletteva talmente tanta collera e rabbia che i passanti deviavano bruscamente la sua strada, guardandola come se avessero a che fare con una pazza.  

 

Eriko, avendo il fiatone, si fermò di netto in mezzo alla strada, chiamando la sua amica che, a quanto pare, non si era resa conto che lei si era fermata.  

 

- Eriko?  

 

Con passo rapido, Eriko la raggiunse posando una mano affettuosa sul suo braccio. Vedeva perfettamente che Kaori era infelice e che malgrado tutti gli sforzi che aveva fatto per piacere a Ryo, lui restava sempre indifferente.  

 

- Mi dispiace Kaori. Mi... mi piacerebbe dirti che Ryo aprirà gli occhi un giorno o l’altro ma... dopo aver visto tutto quello che hai fatto per piacergli e dopo aver visto il suo comportamento... pensò sinceramente che tu debba... che tu debba lasciarlo perdere...  

 

Kaori si morse il labbro inferiore per impedirsi di piangere. Dopo tutto, Eriko forse aveva ragione. Non poteva continuare a battersi per una chimera. Non ne voleva sapere di lei. La tollerava solo come socia. E così sia! Avrebbe imparato ad accettarlo. Avrebbe imparato a conviverci. Avrebbe imparato a vivere per se stessa. E anche se questo le spezzava il cuore.  

 

Preoccupata, Eriko vide il viso della sua amica scomporsi progressivamente.  

 

- Kaori! Sei sicura di star bene?  

 

Kaori conosceva troppo bene quel dolore che le serrava il cuore. Ci conviveva da quasi otto anni ormai. Ma non sarebbe crollata davanti alla sua amica. No! Avrebbe aspettato di essere sola nella sua camera per lasciare libero sfogo al dolore. Ancora una volta, avrebbe interpretato il ruolo della donna forte. Quindi, prendendo un respiro profondo, la donna fece uno sforzo per sorridere alla sua amica:  

 

- Credo che tu abbia ragione Eriko... Devo smetterla di farmi del male... Andiamo vieni, credevo che avessimo deciso di passare una serata tra ragazze.  

 

Rassicurata nel vedere la sua amica sorridere di nuovo, Eriko la prese a braccetto e cominciò a parlarle degli ultimi locali alla moda dove molti uomini belli e ricchi passavano le loro serate con lo scopo di trovare la loro futura moglie.  

 

Concentrate sulla loro conversazione, nessuna delle due notò l’uomo, ben nascosto in una piccola viuzza, che le seguiva scrupolosamente dalla loro uscita dal bar.  

 

 

Continua...  

 

 

 


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