Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prosa

 

Autore/i: Kairi

Traduttore/i: marziachan

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Tranche de vie

 

Total: 17 capitoli

Pubblicato: 31-08-07

Ultimo aggiornamento: 12-11-07

 

Commenti: 56 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di City Hunter sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Tranche De Vie

 

Capitolo 13 :: Pressione mediatica

Pubblicato: 03-11-07 - Ultimo aggiornamento: 03-11-07

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17


 

Quartiere degli affari  

Martedì 3 luglio, 11.15  

 

 

Il quartiere degli affari era circondato su un largo perimetro ed ora era quasi impossibile per un semplice civile penetrarci. La notizia si era diffusa in un baleno e i poliziotti, travolti dagli eventi, cercavano bene o male di respingere la marea di curiosi che si stavano ammassando in tempo record attorno allo stabilimento Kaidi. Un centinaio di persone aspettavano passivamente, dietro alcune decine di barriere montate in fretta e furia e si scambiavano appassionatamente le loro impressioni su questo strano caso, come se il crollo dell’impero Kaidi le toccasse personalmente.  

 

Immersa in questo incessante frastuono, una donna si lisciò istintivamente la sua superba camicetta bianca, riaggiustò una volta ancora la giacca del suo tailleur e controllò, con un gesto divenuto automatico, la sua acconciatura impeccabile. Sicura di lei e del suo aspetto, fece se rapido gesto con la mano all’uomo che le stava di fronte ed emise energicamente un sospirò prima di lanciarsi.  

 

- Buongiorno. Qui è Akane Tendo in diretta del quartiere degli affari. Sono esattamente le 11.15 ed in questo momento mi trovo davanti lo stabilimento Kaidi dove sarebbero depositate migliaia di armi in partenza per i paesi sottosviluppati. Il rispettato industriale Kuto Kaidi...  

 

Microfono alla mano e faccia alla telecamera, la giovane giornalista del “Tokyo news” registrava con un evidente savoir-faire il suo comunicato sulla decadenza irreversibile di Kuto Kaidi. Uomo d’affari rispettato e di un’influenza senza nome sulla città di Tokyo, l’arresto di questo industriale aveva fatto tremare di rabbia e di collera – delle leggere scosse erano già giunte fino allo stabilimento – i più grandi industriali del Giappone.  

 

Tutti sospettavano che Kuto Kaidi non sarebbe stato risparmiato e che sarebbe stato in prima pagina di tutti i media durante quelle interminabili settimane. Del resto, il suo crollo aveva già fatto scorrere molto inchiostro e macchiava in modo brutale il mondo dell’industria giapponese. Per la sua mancanza di prudenza e il legame troppo stretto con sua figlia, Kaidi non aveva solamente perso il suo impero e la sua integrità ma aveva, senza davvero saperlo, gettato discredito su questo mondo fino ad ora sinonimo di brama e d’ammirazione. In qualche secondo, Kaidi aveva perso le sue credenziali di nobiltà. E questo, anche i suoi più vicini collaboratori e amici non gli avrebbero mai perdonato.  

 

- ... La polizia giapponese ha lasciato intendere che Kira Kaidi, l’unica figlia di Kuto Kaidi, si troverebbe in questo momento in una delle stanze. In effetti la sua auto, un cabriolet rossa decappottabile, è stata vista...  

 

Decine di reporter solcavano il luogo, filmando ed intervistando tutto ciò che aveva la sfortuna di portare un uniforme. Nemmeno loro avevano accesso allo stabilimento, l’entrata al parcheggio era vietata alle persone che non facevano parte della polizia o che non avevano ricevuto un’autorizzazione speciale. Ma tutti persistevano rigorosamente. Gli orecchi tesi e gli occhi bene aperti, ognuno cercava avidamente la più piccola faglia a questo sbarramento di poliziotti, la più piccola occasione per intrufolarsi alla chetichella verso il grande edificio in cemento e sorprendere Kaidi nel suo smarrimento. L’evento era troppo allettante, troppo grande. Era l’opportunità che ogni giornalista degno di questo nome sperava. L’occasione di dimostrare il suo valore e la sua professionalità una buona volta per tutte. L’ occasione di elevare la sua carriera.  

 

- Aiutata da una buona ventina di poliziotti, l’ispettore Saeko Nogami sta procedendo in questo stesso momento alla perquisizione di questo enorme stabilimento. Il numero d’armi...  

 

Akane Tendo faceva parte di quei giornalisti “dalle grosse ambizioni”. Lei stessa si descriveva come una donna ambiziosa e non ne faceva segreto, al contrario. Senza porsi domande, era accorsa non appena il suo cameraman l’aveva messa al corrente della voce, sentendosi pronta a sfidare il proprio destino ed a mostrare di cosa era realmente capace.  

 

Allora faccia alla telecamera, la donna offrì il meglio del suo talento e strinse i denti per non strangolare un collega che girava il suo servizio a solamente qualche metro da lei.  

 

Le riprese non durarono che alcuni minuti. Minuti durante i quali Akane descrisse, in poche parole traboccanti di verità, il percorso professionale di Kuto Kaidi prima di annunciare, con moderazione ma efficacemente, come quest’uomo d’affari cosi ammirevole avesse patteggiato con la mafia per erigere il suo impero. E professionale fino all’orlo delle sue unghie impeccabilmente smaltate, questa vivace brunetta non si privò di fornire alcuni dettagli che era riuscita a strappare, alcuni minuti prima, ad uno o due poliziotti troppo sensibili a due battiti di ciglia ed un sorriso seducente.  

 

- Akane Tendo, in diretta dallo stabilimento Kaidi, per Tokyo News.  

 

Un sorriso un po’ stereotipato sulle labbra, la giornalista attese che la luce della telecamera si spense per lasciare campo libero alla sua frustrazione. Borbottando e battendo i piedi, manifestò fisicamente la sua insoddisfazione.  

 

Lo sguardo a caccia di un dettaglio che le fosse sfuggito, si decise tuttavia a seguire Toji, suo cameraman nonché migliore amico, verso il furgone prestato dalla rete televisiva “Tokyo News”.  

 

 

Quartiere degli affari, furgone “Tokyo News”  

Martedì 3 luglio, 11.21  

 

 

La porta del furgoncino si richiuse violentemente nel brusio della folla. L’interno del veicolo, che Akane trovava ovviamente troppo piccolo per lavorare efficacemente, era molto confortevole e conteneva l’ultimo grido in materia di attrezzature audiovisive. Ma alla giovane giornalista non gliene importava niente. Tutto quello che voleva, era vedere la sua performance e giudicare l’impatto che avrebbe avuto sulla sua carriera.  

 

Tesa al massimo, Miss Tendo infilò rapidamente la cassetta nel videoregistratore prima di sprofondare confortevolmente sulla sua sedia blu.  

 

Toji, a conoscenza del malessere della sua amica, attese diversi minuti prima di lanciare il filmato.  

 

- Dai calmati, Akane! Non dimenticare che sei la migliore giornalista della tua generazione... Quindi rilassati!  

 

La voce di Toji era leggera e distesa. Colpita da questo segno di fiducia, Akane gli rivolse un grazioso sorriso e gli fece segno di far partire la cassetta con un segno della mano. Toji eseguì.  

 

Man mano che la visionava, gli occhi della donna si corrugarono pericolosamente, le sue labbra si socchiusero irregolarmente per lasciar uscire dei brontolii e altre esclamazioni poco professionali, segno evidente che non era contenta di quello che vedeva e sentiva.  

 

Irritata, Akane ora tamburellava le dita sulla console. La sua prestazione era buona. Solamente buona. Le mancava qualcosa. Le mancava LO SCOOP. Quella notizia interplanetaria, o nel suo caso più modestamente giapponese, che le avrebbe permesso di elevarsi dal grado di semplice giornalista al grado di presentatrice del tg delle 20.00. Quel posto, lei lo sognava da anni e, senza sapere veramente perché, avvertiva che questo caso racchiudeva molto di più che un semplice caso di contrabbando d’armi.  

 

In qualche secondo, le sue labbra si storsero in una smorfia poco affascinante, mentre i suoi occhi cercarono freneticamente l’informazione che le avrebbe permesso di portarsi a casa il Pulitzer. E in quel momento li vide.  

 

- FERMA! Toji! FERMA!  

 

Come scossa da una corrente elettrica, Akane fece un balzo sulla sedia conficcando senza rendersene conto le sue lunghe unghie nel braccio del suo collega. Cosa che le valse uno sguardo furibondo da parte di quest’ultimo.  

 

- Guarda Toji! Guarda bene questi uomini! Sono sicura di averli già visti da qualche parte!  

 

Un sorriso malizioso alle labbra, la giornalista indicò con il dito lo schermo del computer allo scopo di attirare l’attenzione di Toji sui due uomini bruni fermi sull’immagine. Uno dei due, ripreso di fronte, era facilmente riconoscibile mentre l’altro rivelava solamente un superbo profilo atletico.  

 

Intrigato, il cameraman spinse il pulsante per ingrandire l’immagine aggrottando le sopraciglia, come se quel gesto migliorasse immancabilmente la sua vista.  

 

- Ma si, hai ragione... La faccia di quel tipo non mi è sconosciuta! – minuto di silenzio – Dio mio, si! Quel uomo! Non sarà Jack Lemon, per caso?  

 

Akane approvò con un segno della testa.  

 

- Esattamente! E vedi quell’uomo alla sua destra? Ebbene, è il famoso City Hunter!  

 

Sapendo di aver pronunciato il NOME tanto temuto, Akane si dilettò già dell’effetto che avrebbe prodotto sul suo socio.  

 

- City che?  

 

La giornalista si trattenne per un pelo dal cadere dalla sedia, aggrappandosi disperatamente al braccio destro del suo collega e gli urlò contro.  

 

- CITY HUNTER!!! Il sweeper numero uno del Giappone! Il killer professionista più temuto e più rispettato fra tutti! Non mi dire che non hai mai sentito parlare di Ryo Saeba?... Accidenti Toji, è ora forse che tu esca dalla campagna e che cominci ad interessarti un po’ più al mondo reale e un po’ meno alla borsa ed all’economia!!!  

 

Abituato a vedere la sua amica andare su tutte le furie, Toji alzò con nonchalance le spalle focalizzandosi sul suo computer.  

 

- Scusa se non mi interesso agli angeli sterminatori della tua amata città, ma ti informo che tu sei una giornalista specializzata in economia e in finanza! Perciò concentrati tu sugli affari di nostro interesse: le cause e le conseguenze del crollo dell’impero Kaidi... E poi, non ti arrabbiare così Akane, lo sai che non fa ti bene alla pressione!!  

 

Il viso rosso di collera, Akane gli diede una gomitata sulle costole.  

 

- Piantala di parlarmi come ad una vecchia! Non sono ancora da buttare! Ti segnalo, che non ho neanche trent’anni!!  

 

Di fronte all’aria oltraggiata della sua collega, Toji si trattene difficilmente dal ridere ma preferì mitigare le cose, alzando le mani in segno di pace.  

 

- Scusa Akane! Sono il primo a riconoscere che non sei ancora da gettare nella spazzatura... Andiamo, invece di brontolare, spiegami come conosci questo famoso City Bunker?... Frequenti gli assassini a pagamento adesso?  

 

Di fronte a tanta stupidità, la donna preferì fare come se non avesse sentito niente. Con un movimento rapido, si girò sulla sedia ed afferrò le due foto che stavano uscendo dalla stampante. Gli occhi fissi sul bel profilo di Ryo, Akane tacque qualche istante.  

 

- Ieri sera, navigavo in internet alla ricerca di informazioni sul evoluzione della mortalità e della criminalità nel nostro bel paese e sono finita sul sito di City HUNTER. Ho trovato diverse foto e diverse informazioni su quest’uomo che vive nell’ombra... Hum... Quel Ryo Saeba ha un tale carisma ed una tale bellezza che darei qualsiasi cosa per intervistarlo!!!  

 

Toji fece una piccola risatina che irritò fortemente la giovane giornalista.  

 

- Kitty Hunter, vero?... Ti prendi gioco di me, Akane?  

 

Akane replicò vivamente.  

 

- Certo che no! Che interesse avrei a mentirti?  

 

Velocemente, Toji fece girare la sedia della sua collega così da poterle parlare faccia a faccia.  

 

- Non so... Ma francamente Akane, hai sentito quello che hai detto? Hai mai visto un assassino professionista vantarsi dei suoi talenti di killer su un sito internet mentre è costantemente ricercato dalla polizia? Lo trovo un tantino pretenzioso e suicida da parte di questo sweeper, non credi?... No, se c’è sul serio, si tratta ancora di uno di quei siti fasulli creati per gioco!  

 

Infastidita da quello sguardo beffardo posato su di lei, Akane inclinò la testa concentrandosi sulla foto di Ryo.  

 

- Dopo tutto, pensa quello che vuoi... Ma è incredibile vedere come quest’uomo assomigli a Ryo Saeba!  

 

Akane aveva pronunciato le parole con una voce molto dolce come se stesse parlando soltanto a se stessa. Toji sprofondò più confortevolmente sulla sua sedia e, le braccia incrociate sul petto, guardò duramente la sua collega.  

 

- Come puoi dirlo, Akane? A causa di quella foto?... Dio mio, quella foto è talmente venuta bene che qualsiasi uomo un minimo bruno e atletico potrebbe corrispondere alla tua descrizione!... Non avrai ceduto al fascino di questo killer, vero?  

 

Sentendo quelle parole, Akane spalancò gli occhi mancando di ridere.  

 

- Ma dove vuoi arrivare?  

 

Un bagliore malizioso negli occhi, Toji non smetteva di guardarla.  

 

- Rassicurami Akane e dimmi, che da professionista, hai coscienziosamente verificato l’esattezza di ogni informazione fornita da quel sito prima di proclamare ai quattro venti che quest’uomo è un killer professionista?  

 

Colta in fallo e offesa nel suo orgoglio di giornalista, Akane volse rapidamente la testa abbassando gli occhi. Un debole suono uscì dalla sua bocca mentre cercava di trovare delle scuse.  

 

- In effetti, non ne ho davvero avuto il tempo... Ho scoperto quel sito ieri sera tardi e non ho avuto tempo di spingere oltre le mie ricerche... Ma ti assicuro che...  

 

Vedendo che la sua socia era sul punto di ricominciare, Toji alzò la mano intimandole di tacere e di ascoltarlo. La donna fissò il pavimento del furgone con un lungo sospiro.  

 

- No Akane! Devi dimenticare questo City Center e concentrarti su Jack Lemon. TI ricordo che quell’uomo è sensato che sia morto nell’incendio della sua ditta e invece, oggi lo troviamo in piena forma. E questo, ti assicuro che è molto più reale che la tua storia inverosimile del killer professionista... Cerchi uno scoop, Akane? Allora, muoviti e svela al mondo intero che Jack Lemon, potente uomo d’affari nel campo informatico, è ancora vivo ed intrattiene delle relazioni più che sospettose con la società Kaidi!  

 

Lo sguardo colmo di perplessità, la giovane giornalista non rispose niente sul momento, si alzò ed aprì la portiera del furgone. Il brusio della folla le giunse immediatamente alle orecchie infondendole l’energia che l’aveva abbandonata qualche minuto prima.  

 

Traendo un respiro profondo, si girò un’ultima volta facendo un occhiolino a Toji.  

 

- Fai in modo che il pezzo passi per il tg delle 11.30... Vado a condurre la mia piccola indagine su Jack Lemon!... Hum... Sono sicura che l’ispettore Nogami ha molte cose da raccontare!  

 

Tranquillizzata e nuovamente pronta a combattere, Akane mise in mostra un sorriso colmo di fiducia.  

 

 

Quartiere degli affari,  

Accesso al parcheggio dello stabilimento Kaidi,  

Martedì 3 luglio, 11.30  

 

 

Il vecchio camioncino aveva delle difficoltà ad aprirsi un passaggio tra le centinaia di curiosi, i veicoli della polizia e dei media che erano appostati nei posti più strategici di quell’enorme posto. Vedendo che non riusciva ad andare oltre senza rischiare di avere la morte di qualcuno sulla sua coscienza già troppo carica secondo lui, l’americano pigiò il freno per fermare il veicolo.  

 

- Accidenti, ma si credono all’uscita di un concerto dei Rolling Stone!?!... E’ incredibile!  

 

Emettendo un fischio d’ammirazione, Mick si accasciò sul volante, un po’ stupito dal numero di persone presenti sul posto. Non se lo aspettava davvero. Ed osservando quella folla rumorosa, lo sweeper ripassò mentalmente la telefonata piuttosto autoritaria di Saeko che gli chiedeva di raggiungere il più rapidamente possibile lo stabilimento e portare, se possibile, altre tre divise da derattizzatore. Ryo e Kaori avevano, apparentemente, un bisogno urgente del suo camioncino per fuggire da quel posto brulicante di poliziotti e di giornalisti affamati d’esclusive. Fedele a se stesso, Mick inizialmente aveva brontolato una buona decina di minuti contro Ryo e la sua evidente mancanza di professionalità, prima di accettare pensando alla sua dolce Kaori. E tra le direttive di Saeko, lui aveva fatto chiaramente capire che ne aveva abbastanza di fare la ruota di scorta e che era tempo che gli venisse riconosciuto il suo giusto valore. Lui non era uno qualsiasi! Lui era il celebre Mick Angel, sweeper numero uno negli Stati Uniti e dintorni. Insomma, ex-sweeper numero uno perché dopo il combattimento con Kaibara, non era più in così grande forma. A causa di questo. A causa delle sue mani.  

 

Perso nella contemplazione dei suoi guanti in stoffa, Mick ritornò sulla terra quando il suo furgone oscillò pericolosamente e riprese coscienza del posto in cui si trovava.  

 

- Non è il momento di sognare Mick, Ryo e Kaori hanno bisogno del tuo aiuto!  

 

La mente nuovamente operativa, Mick si lanciò, per ogni evenienza, alla ricerca di quella cara ispettrice dei capelli semi-lunghi ed il fascino devastatore. Non che gli mancasse molto ma aveva bisogno di lei per accedere al parcheggio.  

 

Il suo sguardo penetrante incontrò molti uomini d’affari, venuti per lo più dalle ditte affianco o dei quartieri vicini. C’erano così tante persone anziane che non avevano sicuramente nient’altro di più interessante da fare che fare i curiosi, così da avere un argomento di pettegolezzo per i giorni a venire. Mick notò la presenza di qualche studente, che passavano di lì per caso e di madri di famiglia, che rientravano da compere o da una passeggiata con i loro bambini. Il suo lato farfallone riprese il sopravento, e l’Americano fu un po’ deluso di non vedere belle donne in quella massa rumorosa ma represse una smorfia di disgusto quando una nonna, lunghi dal essere indifferente al suo charme occidentale, gli fece un occhiolino carico di sottointesi.  

 

Mick ridacchiava tutto solo quando un poliziotto s’avvicinò e picchiò contro il finestrino.  

 

- Signore, non potete restare qui! Vi chiedo di girarvi e fare marcia indietro!  

 

Tutti i finestrini erano chiusi e Mick non sentiva niente di quello che il poliziotto gli stava dicendo.  

 

Calcando al massimo il caschetto sul cranio, l’Americano rimise velocemente i suoi occhiali da sole e si guardò nello specchietto retrovisore del veicolo per assicurarsi che il suo travestimento fosse perfetto e che nessuno potesse riconoscerlo.  

 

Un sorriso ironico alle labbra, Mick si allungò poi verso il vano portaoggetti, lo aprì con un gesto secco e prese il suo cellulare.  

 

- Ispettore Saeko Nogami, ti ascolto!  

 

(La linea gracchiava e l’agente di polizia colpì ancora una volta il vetro.)  

 

- Ciao bellezza, come stai dall’ultima volta?  

 

(Mick sentì un profondo sospiro di stanchezza.)  

 

- Mick? Che cavolo stai facendo, è un quarto d’ora che ti aspettiamo!  

 

(Toc! Toc! Toc! Toc!.... Toc!)  

 

- Sempre così incantevole a quanto vedo!!! Dimmi, Saeko, è la polizia che ti rende così aggressiva o è il tuo stato naturale?  

 

(Mick si decise a girarsi a guardare l’agente quando quest’ultimo tentò di aprire la portiera.)  

 

-...  

 

(Disinvolto, l’americano salutò l’agente con la mano e gli indicò il suo cellulare alzano le spalle.)  

 

- Nessuna risposta pungente, cara ispettrice? Ohh là là, sono deluso!!  

 

(Toc! Toc! Toc! Il poliziotto cominciava seriamente ad innervosirsi e fece segno ad alcuni colleghi di avvicinarsi.)  

 

- Perché mi hai chiamato, Mick? Ti informo che tutti ti stanno aspettando! Non potrò nascondere Kaori e Ryo in eterno!  

 

(Mick aggrottò le sopraciglia e comprese che non era più il momento di scherzare quando quattro poliziotti circondarono il suo veicolo.)  

 

- Diciamo che ho bisogno del tuo aiuto, sto avendo qualche difficoltà a passare lo sbarramento che i tuoi colleghi hanno eretto con così tanta cura!... Del resto, la cosa migliore sarebbe che gli parlassi tu stessa, ok?  

 

- Cosa?!!! Ma...  

 

Abbassando manualmente il vetro, Mick rivolse il suo sorriso più franco al poliziotto e gli presentò immediatamente il telefono.  

 

- E’ per voi, signor agente. L’ispettore Nogami desidera parlarvi. E’ importante, credo.  

 

Completamente sbalordito dall’aplomb di quest’uomo con il caschetto, il poliziotto guardò il cellulare con gli occhi spalancati ed allungò timidamente la mano per prendere la comunicazione. Lo sweeper dovette farsi forza per non lasciar scoppiare alla luce del sole la sua ilarità quando l’uomo in uniforme si allontanò, così stressato quando uno studente alla ricerca del suo nome sulla lista dei promossi alla maturità, emettendo un timido “Pronto”.  

 

Due minuti più tardi, il poliziotto tornò verso Mick, un sorriso un po’ contrito sulle sue labbra increspate dal sole e gli tese il cellulare. Con voce imbarazzata, richiamò all’ordine i suoi altri tre colleghi e, con il suo walkie-talkie, chiese agli agenti che si occupavano della sicurezza di sollevare la barriera che si trovava ad un centinaio di metri per lasciare accedere il furgone al parcheggio ed al deposito. Ordini di un superiore, precisò.  

 

Soddisfatto della sua interpretazione, Mick salutò il poliziotto con un gesto della mano, abbassò il freno a mano, mise la prima e partì veloce quanto una lumaca malata. Il piede appoggiato regolarmente sull’acceleratore, il conducente controllava difficilmente i sussulti di quel rottame che gli fungeva da veicolo. Il motore sembrava sul punto di mollare. E l’americano imprecò violentemente quando gli ci vollero diversi minuti per passare alla seconda. Evidentemente, questo furgone non aveva più voglia di funzionare e aspirava ad una ben meritata pensione in uno di quei musei per vecchie auto.  

 

Concentrato sulla guida e sul comportamento di quelli che sembravano molto a dei fan e dei detrattori di Kaidi, Mick sfiorò l’arresto cardiaco quando una donna si gettò sul suo cofano. Frenò di colpo, schiacciando allo stesso tempo il freno ed il suo naso sul volante che giudicò troppo duro per l’occasione. Un dolore acuto gli fece apparire una piccola lacrima all’angolo degli occhi. Delicatamente, Mick tolse gli occhiali che posò maldestramente sul cruscotto e cominciò a tastare con le sue mani avvolte dai guanti il suo naso rosso per il colpo con lo scopo di verificare se non ci fosse niente di rotto. E una volta rassicurato su questo punto, lo sweeper urlò, per proforma ovviamente, sul questa macchina della morte prima di mettersi a ridere stupidamente.  

 

- Ahahahahaha... Cosa credevi mio povero Mick? Che questa carretta fosse equipaggiata di un airbag e di tutti quei sistemi di sicurezza all’avanguardia?!!!  

 

L’aspetto imbronciato, Mick diede un colpo al volante e sussultò quando una voce femminile gli rispose in tono malizioso:  

 

- Hum... Scusate se mi immischio in questa conversazione non meno appassionante che state avendo con voi stesso, ma dovete sapere che anche se questa carretta possedesse un airbag, non sarebbe mai partito vista la velocità con la quale avanzavate!!!  

 

Sorpreso da questa apparizione improvvisa, l’americano fissò con incredulità questa graziosa brunetta dagli occhi maliziosi che si era sistemata nel sedile vicino. Lui che non si lasciava mai sorprendere da nessuno – non c’era killer professionista che tenesse – si stupì enormemente di non averla sentita salire sul veicolo. La ragione era semplice. O stava diventando vecchio e sordo o questa ragazza era davvero troppo brava!!! A lui la scelta.  

 

Deciso a sapere con chi aveva a che fare, Mick fece scivolare uno sguardo estimatore verso la sua vicina e riconoscendola immediatamente, gli agitò un dito accusatore sotto il naso.  

 

- Voi!!!... Specie di piccola pazza, ho rischiato di rimanere sfigurato a causa della vostra incoscienza!!! Io l’essere più bello, più carismatico, più intelligente, più...  

 

Sentendo un sbadiglio provenire dalla sua destra, Mick smise la sua valanga di complementi verso se stesso e tentò di indossare la sua maschera di uomo saggio e riflessivo.  

 

- Va bene, va bene, sto zitto...!!! Allora bella mia, in cosa posso esserti utile?  

 

Donnaiolo incallito, Mick aveva deliberatamente preso una voce alla Cary Grant per porre la sua domanda. Il suo sorriso svelava i suoi denti bianchi tipo pubblicità della “Mentadent”, e la donna si credete davanti ad un attore del cinema. Ma lungi dall’essere impressionata da questo tecnica di seduzione da due soldi, spalancò semplicemente gli occhi e calcò la mano mettendosi a ridere.  

 

- Voi? A niente!!!... Voglio solo usare il vostro furgone per accedere allo stabilimento! Cosa vi siete immaginato?  

 

Depresso di non essere al centro dell’interesse di questa ragazza, Mick posò la testa sul volante e, disperato, rimuginò contro le ingiustizie della vita. Come un buon Ryo avrebbe fatto, si chiese perché il destino gli faceva incrociare così tante belle donne, se poi non poteva condividere dei piacevoli momenti con loro!  

 

Un silenzio imbarazzante s’installò nel veicolo, interrotto dalle lamentele di Mick.  

 

- Signore, siete sicuro di sentirvi bene?... Posso guidare io se lo desiderate. Non avete davvero l’aria di avere il controllo sul vostro veicolo!  

 

Se quella donna bruna voleva offendere Mick nel suo orgoglio di maschio, ci era riuscita. Punto sul vivo, lo sweeper americano si radrizzò di colpo, ritrovando sorriso, energia e, colmo della gioia, un briciolo della sua intelligenza.  

 

- Desiderate recarvi allo stabilimento?... Hum... Sarei indiscreto se vi chiedessi perché?... – la donna si irrigidì all’istante cosa che non sfuggì a Mick – Aspettate! Non ditemi che siete una di quei giornalisti ossessionati dai scoop e dalle foto inedite?  

 

A quelle parole, gettò un sguardo elettrico verso quell’uomo decisamente diverso dagli altri. Come per guadagnarsi la simpatia del suo conducente, abbassò gli occhi mordendosi il labbro inferiore in un gesto di tristezza.  

 

- Certo che no.... Kira è la mia migliore amica e sento che ha bisogno di me. Ma i poliziotti se ne infischiano. Kira ha soltanto suo padre al mondo e ci tengo a sostenerla in questa prova.  

 

Mick aggrottò le sopraciglia. Il suo istinto di professionista gli dettava di non fidarsi di questa donna. Era tutto (bella, affascinante, intelligente...) eccetto che onesta. Ma non aveva davvero il tempo né la voglia di insistere troppo sull’argomento. Dopo tutto, una volta raggiungo lo stabilimento, l’avrebbe lasciata attendere alle proprie faccende e lui, non avrebbe mai più sentito parlare di lei.  

 

 

Continua...  

 

 

 


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