Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prosa

 

Autore/i: Kairi

Traduttore/i: marziachan

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Tranche de vie

 

Total: 17 capitoli

Pubblicato: 31-08-07

Ultimo aggiornamento: 12-11-07

 

Commenti: 56 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di City Hunter sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Tranche De Vie

 

Capitolo 14 :: Una impresa selvaggia

Pubblicato: 07-11-07 - Ultimo aggiornamento: 07-11-07

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17


 

Stabilimento Kaidi, quartiere degli affari  

Martedì 3 luglio, 11.28  

 

 

Saeko alzò gli occhi al cielo, quando il furgoncino tutto fracassato di Mick entrò tristemente nel suo campo visivo. L'espressione perplessa, si chiese come quel energumeno fosse riuscito ad arrivare fin lì con quel razza di rottame e, la mano poggiata sulla fronte, pregò silenziosamente perché riuscisse a portare via Ryo e Kaori senza troppi ingombri.  

 

In un tossire che perdeva colpi, il furgone si fermò penosamente dietro il camion di spedizione più vicino alla porta in acciaio che dava sull'ala Ovest dello stabilimento. Sempre vestito con la sua uniforme, Mick uscì velocemente dal suo veicolo, aprendo violentemente le porte posteriori e recuperando un borsone sportivo prima si raggiungere Saeko.  

 

L'ispettrice fece qualche osservazione pungente sul suo mezzo di trasporto prima di indicargli dove si trovavano i suoi compari. D'umore malizioso, l'americano le fece prima un'ultima lode ed entrò senza aspettare nel grande edificio in cemento.  

 

- Ispettore Saeko Nogami?  

 

Sul punto di recarsi nel ala Est per rendere una visitina a Kuto Kaidi e sua figlia, Saeko fermò di colpo la sua corsa girandosi per scoprire chi era la persona che l’aveva chiamata. Diffidente, vide una giovane brunetta, vestita con un tailleur, avanzare verso di lei, un sorriso arrogante sulle labbra.  

 

Una sola domanda le attraversò la mente. Chi era dunque quella donna?  

 

- Ispettore Saeko Nogami? – Saeko alzò un sopracciglio perplessa – Mi presento. Akane Tendo del rete nazionale “Tokyo News”. Potete concedermi un istante? Avrei qualche domanda da farvi sul caso Kaidi.  

 

Saeko ringhiò in silenzio. Quella donna era una giornalista. Le mancava solo quello. Come se le cose non fossero già abbastanza complicate senza che un reporter da due soldi le si mettesse in mezzo ai piedi.  

 

Il volto contrariato, Saeko non si fece scrupolo di dettagliare con disprezzo questa giovane donna che simboleggiava da sola una professione che detestava sopra ogni cosa. Due aggettivi le venivano automaticamente in mente quando incontrava dei giornalisti. Ipocriti e subdoli. Niente di più. Niente di meno.  

 

Saeko si sentì a disagio. Non le piaceva quello che provava. Ma benché fosse cosciente che questo era soprattutto dovuto a una brutta esperienza di gioventù e che era, in questo caso, lungi dall’essere legittima, non riusciva più a fidarsi di questi individui. Era al di sopra delle sue forze e dei suoi principi. Del resto quale persona degna di questo nome, darebbe fiducia a una professione che non ha esitato a manipolare e gettare nel fango una giovane diplomata della Scuola di Polizia per ottenere delle informazioni confidenziali su un traffico di droga?  

 

Il volto di un uomo s’impose bruscamente nella sua mente, strappandole un sorriso pieno di rancore. C’era cascata una volta. D’accordo. Ma ora era finita. Saeko era una donna matura e riflessiva, sicura di sé e combattiva, ed era ben decisa a non lasciarsi fregare da questa giornalista inopportuna.  

 

- Spiacente, signorina Tendo. Non ho alcun commento da fare su questo caso. Perciò vogliate scusarmi, ho molto lavoro che mi aspetta.  

 

Il tono era fermo e non ammetteva repliche. Ma questo senza tener conto dell’impertinenza di questa Akane Tendo.  

 

Lungi dal lasciarsi intimidire, estrasse un registratore dalla tasca della sua giacca e lo azionò sotto lo sguardo esasperato dell’ispettrice. Sicura di lei, proseguì:  

 

- Ispettore Nogami, sembra che la signorina Kira sia personalmente implicata nel crollo di suo padre. Confermate questa affermazione?  

 

Gli occhi corrugati, Saeko strinse i pugni e ispirò una grande boccata d’ossigeno per non lasciarsi sommergere dalla rabbia difronte a questa sfrontata.  

 

Il tempo scorreva rapidamente e se voleva parlare con Kaidi prima dell’arrivo del suo avvocato, doveva sbrigarsi un minimo e sbarazzarsi di questa piattola.  

 

- Signorina Tendo, non conosco il modo in cui avete agito per passare le barrire della polizia ma sappiate che non otterete alcuna informazione da me… Non siete molto fortunata, siete capitata sul solo ispettore che non sopporta di parlare coi giornalisti… Perciò toglietemi dal viso questo affare e lasciatemi fare il mio lavoro in pace.  

 

Gli occhi pieni di disprezzo, Saeko articolò un arrivederci appena udibile e si girò sui tacchi in un rumore secco. Ma Akane, per niente demotivata, tornò di nuovo alla carica con degli argomenti molto, ma davvero molto più di grande effetto.  

 

- Ispettore Nogami, come spiegate la riapparizione di Jack Lemon? Non era morto nel incendio della sua ditta?  

 

A quelle parole, Saeko si irrigidì sul posto.  

 

La giornalista sorrise melliflua. La sua piccola bomba, sapientemente usata, aveva avuto l’effetto che sperava. E sempre così arrogante, continuò nel suo slancio, sperando di destabilizzare il più possibile questa ispettrice, un po’ troppo presuntuosa per i suoi gusti.  

 

- Ditemi, Ispettore Nogami, come giustificate la presenza di Jack Lemon e quella di City Hunter in questo stabilimento il giorno stesso in cui Kuto Kaidi è stato finalmente mascherato? Hanno un legame con l’arresto di Kaidi?...  

 

City Hunter?!! Aveva sentito bene? Quella donna le aveva appena parlato di City Hunter!!! Come ne era al corrente? Come lo aveva scoperto? Saeko sentì il suolo aprirsi violentemente sotto i piedi. Se un solo giornalista lasciasse intendere che intratteneva dei legami oltre che professionali con lo sweeper numero uno del Giappone, poteva dire addio alla sua carriera. Senza contare che Ryo, disturbato, non avrebbe potuto più vivere nella sua relativa clandestinità e sarebbe stato forse costretto a lasciare il paese.  

 

Sarebbe stata una vera catastrofe.  

 

Istintivamente, Saeko alzò gli occhi, sperando di trovare una qualche soluzione tra le dense nuvole bianche che ricoprivano a poco a poco il cielo.  

 

Il suo cervello lavorava a tutta velocità, ripassando ogni frase detta e sentita. Doveva trovare qualcosa. Doveva nascondere il suo turbamento. Ne andava la sopravvivenza di tutti quanti.  

 

- Ma di cosa state parlando?  

 

Una frase stupida per guadagnare tempo.  

 

Nervosa, Saeko osservò la donna che si avvicinava a lei con lentezza calcolata, provocandola con un sorriso orgoglioso.  

 

Saeko ebbe un flash dei più sgradevoli. Quella ragazza era carrierista. Trasudava ambizione. Proprio come lei del resto. Intelligente, usava le sue armi e i suoi atout per ottenere quello che più desiderava. Come lei. Confusa, aveva l’impressione di vedersi allo specchio ed era una sensazione delle più inquietanti.  

 

Irritata, Saeko posò istintivamente la mano sulla sua coscia destra, immaginandosi di inchiodare quella ficcanaso, con un magistrale lancio di coltelli, su una delle pareti dello stabilimento.  

 

- Voglio semplicemente che mi spiegate la presenza di questi due uomini e i loro ruoli in tutta questa faccenda.  

 

Ma come ne era al corrente?  

 

Saeko non dovette aspettare molto per avere la risposta. Akane le tese una foto che aveva appena estratto dalla tasca della sua giacca e Saeko osservò attentamente quella prova schiacciante.  

 

Si, erano proprio Ryo e Jack. In effetti, i due sweeper erano usciti soltanto qualche minuto, giusto il tempo di valutare la situazione. Nel momento in cui Saeko aveva avuto l’idea di chiamare Mick in soccorso.  

 

Maledizione, come ne sarebbero usciti?  

 

Passarono dei lunghi secondi duranti i quali l’ispettore poteva sentire lo sguardo pesante della giornalista posato su di lei. Doveva trovare qualcosa ed alla svelta.  

 

Un dettaglio le saltò alla mente immediatamente quando Saeko avvicinò l’immagine agli occhi. Un leggero sorriso prese forma sulle sue labbra. La soluzione era lì. Sotto i suoi occhi. Lemon era facilmente riconoscibile, mentre Ryo mostrava solo il suo profilo, molto sfuocato inoltre, al obbiettivo della telecamera.  

 

- Sono completamene d’accordo con voi, signorina Tendo. Quest’uomo è proprio Jack Lemon… Ma come potete dire che quest’altro uomo al suo fianco sia davvero City Hunter? L’avete già incontrato?  

 

Per la prima volta dall’inizio del loro colloquio, Akane non seppe cosa rispondere. Non si aspettava che quest’ispettrice ammettesse così facilmente che Lemon era ancora vivo. Al punto che perse la sua “risposta pronta” leggendaria.  

 

- Certo che no… hum… Ispettore Nogami, non avete mai sentito parlare del sito www.cityhunter.com? Un enorme database che raggruppa centinaia di informazioni e di foto su City Hunter?  

 

Nel momento in cui meno se lo aspettava, il sito di Lemon le tornò in mente. Saeko avrebbe sudato freddo se Eiji non l’avesse chiamata, quella mattina sul presto, per informarla che era sulla buona strada per distruggere il sito. In due o tre ore, quel sito non avrebbe messo in pericolo più nessuno. Due o tre piccole orette e tutti gli archivi su City Hunter si sarebbero autodistrutti per sempre.  

 

Improvvisamente interessata dalla svolta che stava prendendo questa conversazione, Saeko incurvò un sopracciglio stile Dana Scully di fronte ad un Fox Molder tutto eccitato per un x-files e rispose con una voce che voleva candida.  

 

- Un sito su City Hunter, dite?... Bè, devo proprio riconoscere che mi incuriosite, signorina Tendo… City Hunter è uno dei criminali più ricercati del Giappone e, nonostante tutti i nostri sforzi, è ancora, al momento impossibile per chiunque descrivere un profilo preciso di questo fuggitivo… Perciò un sito con delle foto… Lo trovo curioso…  

 

Saeko seppe di essere riuscita a far vacillare le convinzioni di Akane quando quest’ultima si rimise a fissare intensamente la foto come se si aspettasse che le parlasse e le rivelasse il suo segreto.  

 

Saeko ne approfittò per gettare una rapida occhiata al suo orologio e si sconvolse quando vide l’ora. Fine dei giochi. Era tempo di agire e di concludere questo affare una volta per tutte.  

 

- Ryo, dopo questo, non potrai più reclamarmi niente!!! Ho pagato tutti i miei debiti!!!  

 

Saeko pensò a voce alta, tanto che Akane uscì immediatamente della sue riflessioni. Fortunatamente per lei, non aveva sentito niente. Tornata seria, Saeko incrociò le braccia al petto e indicò il registratore. Era tempo di finirla.  

 

- D’accordo signorina Tendo. Volete parlare di Jack Lemon?... Allora parliamo di lui. In effetti…  

 

 

Stabilimento Kaidi, Ala Ovest  

Sala di riposo  

Martedì 3 luglio, 11.36  

 

 

Seduta sul bordo di un divano che faceva la felicità degli acari e di altri insetti divoratori di tessuto, Kaori perlustrò con sguardo perso quella stanza che serviva da sala di riposo per gli impiegati dello stabilimento Kaidi.  

 

Improvvisamente si sentiva d’umore strano, oscillava tra momenti di pura euforia ed attimi d’irritazione irreversibile. In effetti la mattinata che aveva appena passato era stata più sfiancante del previsto e faceva ancora fatica a credere a tutto quello che era successo. Tra il suo rapimento, la resurrezione di Jack, la nevrosi apparentemente contagiosa della famiglia Kaidi e il comportamento allo stesso tempo forviante ed affascinante di Ryo, ne aveva di cose per cui sentirsi persa e completamente senza forze. Ed ora, si sentiva così energica quando un mollusco appena svegliato.  

 

Sprofondando nel divano, Kaori chiuse gli occhi e lasciò vagabondare la mente secondo le sue voglie.  

 

Con un sospiro d’estasi, ricordò quello sguardo caldo posato su di lei. Quei gesti teneri ed affettuosi. Quelle parole così belle da sentire.  

 

Le labbra della donna si allargarono allora in un magnifico sorriso.  

 

Per la prima volta dopo tutti quegli anni, Ryo l’aveva guardata passionalmente, parlandole come ad una vera donna. Con il suo comportamento e le sue parole scelte, le aveva fatto chiaramente comprendere che desiderava fare un passo avanti nella loro relazione. Che desiderava che lei diventasse la sua partner totalmente. E Kaori era ancora completamene scossa. Cosi emozionata che non sentì subito il dolore nel fondoschiena.  

 

- Aia! Ma cosa….?  

 

Riportata bruscamente alla realtà, Kaori si alzò di colpo e scoprì, per metà nascosto da un cuscino macchiato di ketchup e Nutella, un lungo telecomando nero. Lo osservò attentamente prima di spingere il bottone che serviva per accendere il piccolo televisore che troneggiava su una vecchia cassa di legno, in un angolo della stanza. Erano circa le 11.30 ed era l’ora in cui veniva trasmesso il programma preferito dai bambini e dagli adulti giapponesi: il leggendario Yu-Gi-Ho e i suoi duelli di Monstres.  

 

Agendo da professionista, Kaori non mancò di togliere il volume per essere sicura di sentire se mai una guardia o un poliziotto avesse avuto la buona idea di passare per di lì per perquisire la stanza.  

 

Passò qualche minuto.  

 

Nuovamente seduta sul divano, Kaori si passò le mani tra i capelli prima di stiracchiarsi lungamente. Dio, come desiderava tornare a casa! Ne aveva abbastanza di quel posto freddo ed austero. Ryo e Jack si erano assentati da quasi un quarto d’ora ormai e lei cominciava a perdere la speranza di vederli tornare prima di mezzogiorno.  

 

Zapping dipendente, la donna lasciò il compito a Tea, Joey e gli altri di incoraggiare Yu-Gi-Ho nel suo duello contro Seto Kaiba e fece un rapido giro tra i differenti programmi proposti dalle reti.  

 

Le sopracciglia aggrottate, notò che molte di loro avevano interrotto i loro programmi e diffondevano dei flash d’informazione in modo regolare. Kaori alzò il volume. Il grande edificio che passava instancabilmente nello schermo era lungi dall’esserle sconosciuto. Le ci volle solo qualche secondo per comprendere che l’arresto di Kuto Kaidi era evidentemente sulla bocca di tutti cosi come su tutti gli schermi.  

 

- Buongiorno. Qui è Akane Tendo in diretta dal quartiere degli affari. Sono esattamente le 11.05 e in questo momento mi trovo davanti lo stabilimento Kaidi dove sarebbero depositate migliaia di armi in partenza per i paesi sottosviluppati. Il rispettato industriale Kuto Kaidi…  

 

Il suono era debole ma Kaori non poteva permettersi di alzare senza rischiare di farsi sentire. Si avvicinò allora al televisore.  

 

- … La polizia giapponese ha lasciato intendere che Kira Kaidi, l’unica figlia di Kuto Kaidi, si troverebbe in questo momento in una delle stanze. In effetti la sua auto, una cabriolet rossa decappottabile, è stata vista…  

 

Intrigata dal modo in cui la stampa si stava appropriando della storia di Kaidi, Kaori si sistemò di fronte al televisore, seduta per terra e fissò con particolare attenzione le immagini che scorrevano sotto i suoi occhi. Era allo stesso tempo sbalordita e spaventata dalla rapidità con la quale i media avevano fatto la cronaca sull’avvenimento. Senza parlare della folla che circondava l’edificio. Era semplicemente stupefacente.  

 

Kaori si sentì male improvvisamente. Come schiacciata sotto il peso di questo caso. Il cuore iniziò a batterle più velocemente, lo stomaco le pesava delle tonnellate. Prese brutalmente coscienza che City Hunter aveva veramente rischiato grosso questa volta e che se erano ancora in vita, era forse anche grazie alla buona stella che brillava sopra le loro teste da circa otto anni ormai.  

 

- Aiut... da una buona v...tina di .....ziotti, l'ispettore Saeko No.... sta procedendo in questo st... momento alla per....zione di questo enor... stabilimento. Il numero d'ar....  

 

Con diversi crepitii, l'immagine iniziò a vibrare violentemente finendo per sparire definitivamente in uno schermo nero.  

 

Mugugnando tra i denti, Kaori si rimise dolcemente in piedi (non voleva sforzare troppo la sua caviglia dolorante) e curiosa di conoscere il seguito del reportage, cominciò a colpire con dei pugni sulla parte superiore del televisore per rifarlo funzionare. Rendendosi conto che si faceva male inutilmente, la donna estrasse un piccolo martellino di taglia media (ndK: un piccolo 250 kg, vi va bene?) e ricominciò a colpire, senza misurare la sua forza.  

 

Bizzarramente, lo stress e la fatica evaporavano mano a mano che colpiva. Si sentiva di bene in meglio. E quello che doveva succedere, successe.  

 

Sotto gli occhi stupefatti di Ryo e Jack che avevano scelto proprio quel momento per ritornare dalla loro escursione, il televisore si spaccò in due, diversi pezzi caderono sulla sottile moquette grigia.  

 

- Mick non dovrebbe tardare ancora molto. Noi… Kaori!??... Posso sapere cosa stai combinando?  

 

Rossa come una poenia, la donna lasciò bruscamente il martello girandosi rapidamente verso i due uomini.  

 

Inizialmente mise in mostra un sorriso stereotipato poi, rendendosi conto dell’espressione che sfoggiava il suo affascinante socio, abbassò velocemente gli occhi. Pff… Come faceva a mettersi sempre in delle situazioni così imbarazzanti? Come? Doveva avere un dono per queste cose. Un vero talento nascosto.  

 

Imbarazzata, si posizionò timidamente davanti il televisore per tentare di nasconderlo. Comportamento che divertì enormemente Ryo.  

 

- Ehm… Niente di appassionante, sai… Guardavo semplicemente la tv aspettando il vostro ritorno… - Kaori si schiarì la voce – ehm… Voi… Voi avete trovato un mezzo per lasciare questo posto?  

 

La fronte leggermente corrugata, Lemon si avvicinò in silenzio ai resti mentre Ryo, sempre fedele a sé stesso, prese un maligno piacere a dettagliare la sua socia con uno sguardo dei più canzonatori. Non poteva impedirsi di sorridere alla vista di quella deliziosa signorina che preferiva fissarsi i piedi piuttosto che guardarlo.  

 

- Come fai, Kaori?  

 

Le parole erano uscite da sole e Kaori e Ryo fecero scivolare uno sguardo interrogativo verso Lemon. La donna si mise di fronte a Lemon e restò leggermente disorientata dal comportamento del ex-sweeper americano. Sembrava catturato dal martello che giaceva in mezzo al televisore.  

 

- Come fai a far apparire questi enormi martelli?  

 

La domanda era talmente fuori luogo che la donna stava quasi per cadere sulla schiena. Ritrovando per un pelo il suo equilibrio, Kaori si grattò istintivamente la nuca e si mise a ridacchiare scioccamente fino a che la voce profonda e birichina di Ryo la fece smettere strappandole una smorfia.  

 

- Ve lo dico io!... Hehehe… Kaori è, in realtà… una strega!!!  

 

Ryo, che era scivolato silenziosamente dietro la sua socia, prese un maligno piacere ad indicare con il dito la graziosa faccina della signorina. Comportamento che Kaori non apprezzò molto.  

 

- Ascoltatemi bene, Lemon. Kaori è una strega malefica, venuta dal remoto passato per farmi dei sortilegi… La prova, è che prima che lei diventasse la mia socia, avevo talmente tanti appuntamenti che avrei dovuto ingaggiare una splendida segretaria per aiutarmi a gestire l’impiego dei mio tempo libero e soddisfare al meglio le mie centinaia d’ammirat…  

 

Ryo fermò di colpo il suo ridicolo discorso quando sentì un calore foriero di una punizione immediata. Kaori non aveva affatto apprezzato questo discorso demenziale. Un sorriso contrito sulle labbra, alzò negligentemente le spalle, con l’aria di dire “ lo vedete”.  

 

- Se io sono una strega malefica allora tu, tu non sei che un demone perverso!!! E l’inferno non è niente in confronto a quello che ti farò passare! Questo, te lo assicuro!  

 

BOUUM! Ryo non ebbe il tempo di riprendere fiato che un enorme martello di 10.000t con scritto “Magia delle sorelle Halliwell” lo inchiodò letteralmente sulla sola parete in cemento della stanza. Con un rumore pesante, l’oggetto si schiantò sulla moquette lasciando apparire un Ryo Saeba, il volto pietosamente schiacciato con due o tre denti in meno. E sul punto di replicare che a Kaori mancava un po’ troppo senso dell’umorismo per i suoi gusti, Ryo deglutì quando il suo sguardo incrociò degli occhi così neri come le tenebre.  

 

- Una sola parola in più e mi supplicherai di spedirti direttamente all’inferno!!!  

 

Di fronte alla collera della sua socia, Ryo tacque iniziando a lamentarsi come un bambino. Ma questa scena non intenerì per niente la sua socia. Al contrario. Sfregandosi le mani in segno di soddisfazione, la donna prese una grande boccata d’aria, mostrando un sorriso che voleva disinvolto e si girò verso Jack, sempre così sbalordito dalle reazioni di questa coppia stonata ma non meno talmente affascinante.  

 

- Ohhhhhhhh. Come fa a farmi innervosire così quello lì! Credo che finirò per massacrarlo per bene!  

 

Esasperata per il comportamento al limite del comprensibile del suo socio, Kaori preferì dargli la schiena, il tempo di ritrovare la calma. Non voleva che vedesse la tristezza e l’esasperazione nel suo sguardo. Ma perché doveva rovinare sempre tutto? Perché sentiva sempre questo bisogno di punzecchiarla e prenderla in giro? Poteva essere talmente adorabile ed affascinante quando voleva. Perché…? Kaori non ebbe il tempo di interrogarsi oltre che la mano di Lemon si posò dolcemente sulla sua spalla.  

 

- Dovreste smetterla di porvi cosi tante domande, Kaori… Quando si ha la fortuna di essere così vicini e complici come siete tu e Ryo, il resto non deve contare… L’importante, è che voi siate assieme, non credete?  

 

Kaori ascoltò attentamente, serrando i pugni qualche istante prima di darsi dell’idiota. Lemon aveva ragione. Il suoi discorsi erano talmente giusti. Perché si poneva sempre così tante domande? Perché si torturava sempre inutilmente? Era forse il tempo che la smettesse di analizzare ed esaminare ogni gesto ed ogni parola del suo socio. Non le aveva detto che l’amava?... O meglio, fatto capire che l’amava? Non era quello che più di ogni altra cosa desiderava dopo tutti questi anni? Kaori fece scivolare lo sguardo verso Ryo e non poté impedirsi di sorridere alla vista di quest’uomo in piena seduta di ginnastica improvvisata. Ryo era Ryo e lei amava quest’uomo da quando aveva sedici anni, con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti. Lo amava così com’era e sapeva perfettamente che se glielo avessero proposto, non voleva un altro Ryo.  

 

Rinvigorita da questi pensieri positivi e dalle parole confortanti di Lemon, Kaori s’illuminò di gioia di vivere quando Mick Angel fece la sua apparizione, un sorriso radioso sulle labbra.  

 

 

Stabilimento Kaidi, quartiere degli affari  

Martedì 3 luglio, 11.38  

 

 

Con un gesto della mano, Saeko chiese ad uno dei suoi uomini di riaccompagnare Akane Tendo all’esterno dello stabilimento. Soddisfatta di aver trovato un terreno d’intesa con quella giornalista malgrado la loro visibile antipatia, l’ispettore Nogami andò a ringraziarla con una stretta di mano prima che quest’ultima entrasse nell’auto della polizia.  

 

Ricordandosi che Kuto Kaidi l’aspettava nel suo ufficio, Saeko chiamò due dei suoi uomini e penetrò con loro nell’edificio.  

 

 

Stabilimento Kaidi, Ala Ovest  

Sala di riposo  

Martedì 3 luglio, 11.40  

 

 

Mick chiuse rapidamente la porta dietro di lui, dopo aver verificato nuovamente di non essere seguito. Era vero che non passava inosservato con quel abbigliamento singolare ma, in fin dei conti, il suo travestimento si era rivelato molto efficace e anche oltre le sue aspettative. Coperto da Saeko, lo sweeper americano aveva attraversato le migliaia di metri quadrati su cui poggiava l’edificio senza alcun problema, spiegando semplicemente ai più curiosi che un invasione di ratti era prevista nei prossimi giorni e che lui era lì per prevenire prima di curare. E tutti quegli imbecilli l’avevano bevuta senza scomporsi!  

 

- Allora mia cara, stai bene?... Sono venuto il prima possibile ma con la folla che c’è la fuori, ci ho messo più tempo del previsto.  

 

Non prestando alcuna attenzione a Ryo e Lemon, fu un Mick tutto mieloso che avanzò verso Kaori. Le prese teneramente le mani sotto lo sguardo omicida di Ryo. Ma divertita dal comportamento protettore dell’americano e volendo ripagare con la stessa moneta il suo socio ( ebbene si, anche Kaori ha il diritto di provocarlo!!!), la donna non fece alcun gesto per ritirare le mani, ed al contrario gli rivolse uno sorriso dei più dolci.  

 

- Bene, finalmente posso stare tranquillo! Non ero sicuro che Ryo fosse capac…  

 

BANG! Il telecomando del televisore colpì violentemente Mick prima di cadere per terra, con un piccolo tonfo. Le labbra tese in un ghigno di dolore, l’americano si tolse il caschetto per massaggiarsi la testa, imprecando contro questa giornata decisamente schifosa.  

 

- Guarda un po’, Ryo! Non ti avevo visto!... Pensavo che questo edificio fosse stato ripulito di tutta la feccia!  

 

Punto sul vivo, Ryo strinse gli occhi e si avvicinò pericolosamente al suo migliore nemico. Le mani sui fianchi, lo squadrò con cattiveria ed emise una piccola risata sarcastica.  

 

- Molto divertente, Mick!... Ma da parte di un scroccone come te, lo prendo come un complimento.  

 

Imbarazzata dal comportamento dei due uomini, Kaori abbassò la testa con un profondo sospiro. Lemon lui, non diceva niente, completamente sbalordito dalla scena che si svolgeva sotto i suoi occhi.  

 

- Scroccone, io?!!!... Ma è il mondo alla rovescia! Devo ricordarti che tu mangi gratis praticamente tutti i giorni da Miki e Falcon?  

 

Gli occhi chiusi e retta come la giustizia, Kaori strinse rabbiosamente i pugni, cercando disperatamente di arrestare il flusso di collera che minacciava di esplodere da un momento all’altro. Ma Ryo e Mick, troppo occupati a lanciarsi parole avvelenate, non videro niente. E lungi dal sentirsi colpevole, lo sweeper giapponese puntò astiosamente il dito sul petto di Mick guardandolo dritto negli occhi.  

 

- Chi è che viene a cena nel mio appartamento quando Kazue si assenta per due o tre giorni? He, Mick?... Hai già dimenticato la settimana che hai passato da me quando la tua fidanzata è partita per il seminario?... E soprattutto non ti azzardare a dirmi che è per la cucina di Kaori!!! Non ci credo!!!  

 

Mick gli rivolse un sorriso che la diceva lunga.  

 

- Guarda un po'! Lo sweeper numero uno del Giappone è geloso!!!  

 

Offeso, Ryo gli lanciò uno sguardo dei più assassini e si apprestava a replicare quando la voce di Kaori gli immobilizzò letteralmente sul posto.  

 

- Bastaaaaaaa!... Accidenti, ma quanti anni avete?... Credete che sia il momento di litigare?... Vi informo che questo edificio brulica di poliziotti e di giornalisti che sarebbero felicissimi di arrestarvi e mettervi in prigione!!!... Perciò smettetela di comportarvi come dei bambini di otto anni!  

 

Le spalle di Ryo e Mick si accasciarono con lo stesso movimento, dandogli l’aria di due bambini presi in fallo. Completamente pietrificati dalla rabbia della donna, non osavano neanche guardarla per paura di restare bruciati vivi da quegli occhi ardenti.  

 

Osservatore, Lemon sembrava dilettarsi di questa piccola scenetta davvero simpatica.  

 

- Scusa!!!  

 

Le teste sempre abbassate, Ryo e Mick si scusarono nello stesso momento. Kaori ne aveva abbastanza. Ma veramente abbastanza! Tutto quello che voleva, era tornare a casa! Chiedeva troppo? Emise un sospirò di stanchezza.  

 

- Siete davvero estenuanti, lo sapete? Quando siete insieme, devo fare davvero il doppio del lavoro!  

 

Con un sussurro, Mick e Ryo si scusarono ancora una volta. Quindi decidendo che l'inconveniente era concluso e che era davvero tempo di filarsela da lì, Kaori recuperò il borsone che l'americano aveva portato con lui posandolo ai suoi piedi. Ryo non le aveva detto niente ma era abbastanza sveglia da capire che Mick era venuto per aiutarli.  

 

- Suppongo che questa borsa faccia parte del tuo piano per farci uscire da qui!  

 

Il bel biondo aveva ancora il caschetto tra le mani e, felice di vedere che Kaori era calma e pronta a riparlargli, se lo rimise automaticamente sulla testa. In un silenzio benefattore, Mick estrasse altre tre uniformi dal suo borsone stendendole rapidamente sul divano. Il colore era veramente brutto e strappò delle smorfie di disgusto agli altri tre professionisti. Non molto contento della reazione dei suoi amici, Mick scosse la testa in segno di stizza.  

 

- Tss – tss... Cosa vi aspettavate? L'ultima creazione di Giorgio Armani forse?  

 

Ryo era sul punto di lanciare una critica al suo ex-socio quando lo sguardo nero della suo socia lo dissuase dal farlo. Mick, divertito dalla titubanza di Kaori, le spiegò con la voce più dolce che riusciva ad avere.  

 

- Non preoccuparti Kaori! Sono riuscito a trovare una uniforme della tua taglia!... Un 36 perfetto, giusto?  

 

Mick non si privò di dettagliare la sua vita sottile facendole un piccolo occhiolino malizioso. La donna arrossì alla grande prima di trattenere Ryo che cominciava veramente ad averne abbastanza dell'atteggiamento scherzoso dell'americano. Era pronto a fargli passare la voglia di adocchiare la sua preziosa Kaori.  

 

- Calmati Ryo!! Mick lo fa per scherzare e basta!  

 

In disparte da una buona decina di minuti, Jack Lemon, vestito del suo abito da lavoro, posò una mano calorosa sulla spalla di Mick che si girò prontamente.  

 

- Mick Angel, giusto?... Jack Lemon.  

 

Lo sguardo pieno di simpatia per il suo compatriota americano, Lemon gli tese la mano, visibilmente pronto a suggellare una nuova amicizia.  

 

- Kaori mi ha detto che siete originario degli Stati Uniti!!!... Io vengo dallo stato di Washington e voi?  

 

Mick, contento di poter finalmente parlare della sua terra natale, rispose con una soddisfazione per niente fasulla. Anche se Angel amava il Giappone, provava un affetto particolare per l'America. Trovava gli americani molto meno complicati dei giapponesi e molto più estroversi.  

 

Davanti gli occhi stupefatti di Ryo e Kaori, i due uomini cominciarono a chiacchierare di tutto e di niente, criticando d'impulso il comportamento del nuovo Presidente, la nuova acconciatura (hem... non volevano offendere Kaori!) di Pamela Anderson e l'ultimo concerto dei Rolling Stone. Nel giro di qualche minuto, decisero inoltre di raggiungere per primi il furgone per verificare che fosse sempre al suo posto, lasciando Ryo e Kaori tutti soli in quella stanza austera.  

 

 

Quartiere degli affari, furgone “Tokyo News”  

Martedì 3 luglio, 11.51  

 

 

Akane spense il suo registratore, lasciando il tempo a Toji di assimilare quello che aveva appena sentito.  

 

Un vago sorriso di trionfo fluttuò sulle labbra della donna mentre cercava lo sguardo del suo partner. Sembrava dubbioso ma il bagliore che gli brillava in fondo agli occhi la rassicurò immediatamente. Lui era come lei. Aveva capito che quel nastro rappresentava il loro biglietto per una carriera completamente nuova. Avevano finalmente lo scoop della loro vita.  

 

Felice come mai prima, la donna si trattenne dell'esplodere dalla gioia. Silenziosamente, si lasciò andare contro lo schienale della sua sedia ringraziando in silenzio Jack Lemon per averle dato il reportage della sua vita!  

 

 

Stabilimento Kaidi, Ala Ovest  

Sala di riposo,  

Martedì 3 luglio, 11.50  

 

 

La porta si richiuse dolcemente. Erano finalmente soli. Nient'altro che loro due. Il volto stranamente sereno, Ryo contemplò la sua socia con un'insistenza sconcertante. Quasi sconvolgente. Amava quella donna. Era tutto per lui. Anche se aveva cercato di staccare lo sguardo da quegli occhi splendenti, da quelle labbra brillanti e da quelle guance arrossate da quel timido sentimento di passione che anche lei sentiva, non c'era riuscito. Era più legato a lei che a qualsiasi altro essere umano in questo misero mondo.  

 

Lentamente, sentì montare in lui un desiderio incontenibile. Aveva voglia di baciarla. Accarezzarla. Sentirla fremere tra le sue braccia. Dio come adorava quella donna! Un leggero sorriso accarezzò le sue labbra carnose mentre pronunciava con una voce conturbante il nome della donna che rappresentava tanto per lui.  

 

- Kaori?  

 

La donna si sentiva a disagio. Occupata energicamente a far scomparire le più minime pieghe sull'abito che doveva infilare, Kaori faceva di tutto per evitare lo sguardo febbrile del suo socio. Non era abituata a queste cose. Non era abituata a vedere reagire Ryo così. Era inesperta in materia d'amore e la sua inesperienza in questo campo la paralizzava completamene, rafforzando instancabilmente la sua mancanza di fiducia in sè stessa. Amava Ryo ma non sapeva come mostrarglielo. Come dirglielo. Un “ti amo” poteva essere talmente spaventoso qualche volta.  

 

- Kaori, sei ancora arrabbiata con me?  

 

Kaori non rispose subito. Il silenzio che regnava in quella stanza era colmo di desiderio inconfessato. Le parole non uscivano. La donna aveva l'impressione che se avesse aperto la bocca, si sarebbe persa in penose frasi sdolcinate, degne delle telenovela alle quali era tanto affezionata.  

 

La donna fece scivolare la chiusura lampo della sua “tuta da lavoro” con la rigidità di un robot pregando perché il suo spirito si calmasse velocemente.  

 

- Se è a causa di Mick... Sai bene che è un giochetto tra di noi...  

 

Kaori era una donna di una sensualità conturbante. E la sua innocenza non faceva che accentuare questo lato nascosto della sua personalità. Si stupiva ancora della facilità con la quale il Ryo burlone e dispettoso spariva per lasciare spazio ad un uomo il cui charme e la cui seduzione le facevano girare la testa.  

 

Il fiato corto, Kaori non si muoveva. Respirò più forte, chiudendo gli occhi per cercare di calmare i battiti impazziti del suo cuore. Batteva così forte da immaginarsi che Ryo potesse sentirlo. E Kaori sentiva le sue emozioni diventare sempre più forti mano a mano che i secondi passano. Doveva dire qualcosa. Qualsiasi cosa. Quel silenzio diventava insopportabile.  

 

- Tu... dovresti cambiarti, Ryo... Mick...  

 

L'uomo le lanciò un sorriso che la fece fondere letteralmente. Restò a bocca aperta, senza poter articolare due parole in fila. Ryo era di una sensualità a fior di pelle e il carisma che si liberava dalla sua persona le toglieva il respiro.  

 

Allo stesso tempo spaventata ed inebriata dal effetto che le faceva quest'uomo, Kaori s'immerse nel suo sguardo scuro ed ardente nel quale si perse con delizia. Il corpo scosso da leggeri brividi, lo vide avanzare dolcemente verso si lei, tremando sotto la mano di quest'uomo che le accarezzava sensualmente il braccio. Facendosi forza per non sprofondare in questo dolce torpore, articolò con voce bassa.  

 

- Ryo. Jack e Mick ci stanno aspettando e...  

 

Ryo posò un dito sulle labbra della donna esibendo il sorriso più sensuale che lei aveva mai visto.  

 

- Shhh... Non dire niente.  

 

Con leggerezza, Ryo cinse la sua vita sottile posando teneramente le sue labbra sulle sue. Il bacio era dolce e pieno di affetto e quando diventò più passionale ed infiammato, fu del tutto naturalmente che Kaori rispose. La donna senti una scarica elettrica attraversale tutto il corpo quando le mani di Ryo cominciarono ad accarezzarle la schiena. Innamorata da morire, la donna si strinse passionalmente tra le braccia possenti del suo socio, le mani perse tra i suoi capelli neri come il carbone. Piccoli baci febbrili sulle guance, sul naso, sulla fronte, sul collo, Ryo e Kaori si abbracciavano con foga e, felici di essere assieme, dimenticarono per qualche minuto il luogo in cui si trovavano. E' fu soltanto sentendo le sirene della polizia che la donna riprese il controllo ed allontanò dolcemente Ryo.  

 

- Ryo... io... credo sinceramente che dovremmo pensare a sbrigarci!  

 

Ma Ryo non riusciva a staccare gli occhi dalla donna che gli stava difronte. Gli occhi brillanti, le guance arrossate, i capelli un po' spettinati, un sorriso schiocco sulle labbra, Kaori focalizzò ancora una volta lo sguardo sui piedi non immaginando per niente al mondo fino a che punto era bella e desiderabile in quel preciso momento. Ryo sorrise e le soffiò all'orecchio:  

 

- Hai ragione, Sugar Boy... Aspettiamo di essere a casa per gustarci il piacere di una notte d'amore indimenticabile.  

 

Già cremisi, le guance della donna assunsero una tinta ancora più sostenuta. Felice dell'effetto della sua frase, Ryo prese la sua uniforme e si allontanò leggermente per indossare più facilmente il vestito. Un bagliore malizioso negli occhi, osservò con avidità la donna scivolare nel suo completo da derattizzatore apprezzando le sue rotondità sorprendentemente messe in risalto dal taglio del vestito.  

 

- Allora Ryo, sbrigati un po'... Andiamo.  

 

Sotto lo sguardo insistente del suo socio, Kaori batté un po' il piede per controllare che la sua caviglia tenesse bene. Il giaccio che aveva trovato nel piccolo frigorifero della sala di riposo le aveva fatto davvero un gran bene. Zoppicava ancora ma non le faceva quasi più male. Si diresse verso la porta, ma Ryo la afferrò per il polso attirandola contro di lui. Lo sguardo dolce, la baciò delicatamente sul naso, tirando fuori un caschetto da dietro la schiena e mettendolo, con aria divertita, sulla testa della sua socia.  

 

- Sapete signorina, che voi siete il più bel agente di derattizzazione che abbia mai visto?  

 

Emozionata da questa confessione inattesa, Kaori immerse i suoi occhi in quelli di Ryo e mormorò dolcemente “grazie”. Quindi più complici che mai, Ryo prese la mano della sua socia e promettendosi di non lasciarla andare mai più, la condusse fuori da quel posto che gli aveva quasi separati per sempre.  

 

 

Continua...  

 

 

 


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