Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prosa

 

Autore/i: Kairi

Traduttore/i: marziachan

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Tranche de vie

 

Total: 17 capitoli

Pubblicato: 31-08-07

Ultimo aggiornamento: 12-11-07

 

Commenti: 56 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di City Hunter sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

Tricks & Tips

What does HFC mean?

 

It's the name of the web site. HFC = Hojo Fan City.

 

 

   Traduzione :: Tranche De Vie

 

Capitolo 7 :: www.cityhunter.com

Pubblicato: 27-10-07 - Ultimo aggiornamento: 27-10-07

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17


 

 

Immobile di Ryo Saeba, quartiere di Shinjuku  

Lunedì 2 luglio, 13.31  

 

 

Vestita con un completo color crema, senza maniche e con una leggera scollatura a V, Kaori entrò nel salotto con un sorriso sulle labbra, controllando un’ultima volta che la sua cintura fosse ben a posto.  

 

Si sentiva estremamente bene quella mattina. Si era svegliata tranquilla, serena come purificata di tutti i mali e di tutti i dubbi che la tormentavano un po’ troppo spesso in questi ultimi tempi.  

 

Il sole brillava, gli uccellini cantavano e lei, lei aveva una voglia irresistibile di godersi il dolce calore di questo mese di luglio. Era vero che durante queste ultime tre settimane, oltre che a restare a casa a riposarsi, aveva viaggiato tra risa e lacrime, non sempre comprendendo quelle sue reazioni così estreme ed quel suo comportamento così contenuto, e questo anche con i suoi amici più vicini.  

 

Forse era un po’ depressa? No... Non era questo, ma piuttosto quello che i medici chiamavano “uno choc post-traumatico”. Quale donna non si sentirebbe sconvolta e scioccata di essere stata aggredita nella propria casa da una specie di mostro? Anche se lei era la socia di City Hunter e perciò doveva affrontare tutte le situazioni con coraggio e stoicismo, alla fine non era che una donna, dolce e fragile sotto quella corazza che si era forgiata.  

 

Il medico che l’aveva seguita, del resto, le aveva prescritto qualche tranquillante per diminuire gli incubi che faceva le prime notti ma, nel giro di qualche giorno, Kaori si era resa conto che la sua propria volontà e il sostegno del suo socio e dei suoi amici erano un rimedio molto più efficace.  

 

Felice di vivere, Kaori lanciò un “Ciao” entusiastico per attirare l’attenzione del suo partner.  

 

- Ryo, ho un appuntamento con Eriko... Sarò di ritorno verso le 17.30  

 

Seduto a gambe incrociate sul divano, Ryo abbandonò il giornale alzando tranquillamente la testa verso la donna.  

 

Un sorriso di soddisfazione prese forma sul suo viso quando dettagliò il grazioso abito che indossava e sentì la dolce serenità che si emanava da tutto il suo essere. Era semplicemente magnifica. E lui era talmente fiero di lei. Fiero del coraggio di cui aveva dato prova e della sua volontà ineguagliabile.  

 

Perso nella sua contemplazione, Ryo si prese qualche istante prima di posare il giornale sul tavolino ed alzare le braccia al cielo per stiracchiarsi. Si alzò poi in piedi e prendendo le chiavi dell’appartamento, raggiunse la sua socia nel corridoio.  

 

- Ok... ti seguo.  

 

Gli occhi spalancati, Kaori lo fissò sorpresa.  

 

- Come sarebbe “ti seguo”? Non pensi mica di venire con me?  

 

Ryo la guardò con attenzione. Si era leggermente truccata gli occhi ed aveva messo un po’ di fondo tinta per nascondere il colorito bluastro del suo zigomo destro dopo quel famoso giorno. Non aveva alcuna occhiaia sotto gli occhi, i suoi tratti erano riposati. Fu rassicurato nel vedere che aveva passato una notte tranquilla.  

 

Timidamente, lei gli sorrise.  

 

E lui provò allora la voglia incontenibile di prenderla tra le braccia ed affondare il viso nel suo collo delicatamente profumato. Aveva un tale bisogno di lei. E lei aveva un tale bisogno di lui. Questa verità gli era parsa come un’evidenza una sera, in cui Kaori cercava di trovare disperatamente un sonno senza incubi e lui tentava di rassicurarla restandole vicino. Sapeva di doverglielo dire. Ma questo non era davvero il momento.  

 

Kaori arrossì sotto l’ispezione minuziosa del suo socio ma non abbassò per nulla lo sguardo. Aspettava semplicemente una risposta da parte sua.  

 

- Allora?  

 

Ryo, appoggiato alla cornice della porta, strinse gli occhi.  

 

- Ebbene... anch’io ho voglia di uscire. E poi ti ricordo che la tua caviglia è appena guarita... Hai bisogno di un uomo forte per portare i pacchetti!  

 

Kaori posò la borsa per terra, incrociando le braccia al petto. Lo squadrò da testa ai piedi, con il suo piccolo sorriso ironico che la diceva lunga.  

 

- Da quand’è che ti piace fare compere? Oh... lasciami indovinare... E’ per Eriko, vero?  

 

Ryo percepì un pizzico di gelosia. La sua Kaori era di ritorno e lui n’esultava interiormente.  

 

- Kaori, dopo tutto il tempo che vivi con me, dovresti saperlo che adoro sbirciare le belle donne nei camerini di prova... e soprattutto se si trovano nel reparto biancheria intima...  

 

Kaori non battè ciglio ma miracolosamente le apparse un martello tra le mani. In un gesto naturale, si mise a giocherellare con il suo martellone.  

 

- Mi prendi per stupida?... Non ho alcuna voglia di farti da cane da guardia per la mia prima uscita dopo quel... incidente... Perciò le tue voglie libidinose e perverse, tientele per te!  

 

Un sorriso immenso sulle labbra, Ryo continuò a guardarla. Tutto questo gli era talmente mancato!  

 

- E ti prego, risparmiami quel sorriso da perfetto cretino che hai sulla faccia... altrimenti, credo che...  

 

Ryo alzò una mano in segno di pace.  

 

- Ehi Kaori, non ti arrabbiare così... Ti fai sempre delle idee... Più seriamente, non voglio che tu esca da sola.  

 

Il tono di Ryo era diventato improvvisamente così paternalistico.  

 

Oh! Kaori lo detestava. Così fastidioso. Irritante. Imbarazzante anche.  

 

Questa maniera che aveva Ryo di trattarla come una bambina la offendeva immensamente.  

 

In queste ultime settimane, era stato adorabile con lei. Non poteva negarlo. Ma un po’ come un papà lo sarebbe stato con sua figlia. Ogni mattina, le portava la colazione a letto. Le aveva preparato anche tutti i pasti. E non poteva dimenticare i libri e le riviste che le aveva offerto perché non si annoiasse troppo. E come ciliegina sulla torta, aveva anche smesso di uscire la notte per restare accanto a lei se mai avesse fatto un incubo. In breve, avrebbe dovuto essere al settimo cielo, ma qualcosa in tutto questo la disturbava.  

 

Al di là di tutti i suoi gesti pieni di attenzione ed affetto, sentiva bene che restava sulla difensiva e che faceva in modo di tenere una certa distanza con lei.  

 

Non aveva ancora capito niente.  

 

Lei avrebbe semplicemente voluto che lui la prendesse tra le braccia, mormorandole delle parole dolci e rassicuranti. Aveva bisogno della sua forza e della sua presenza. E se aveva risalito la china cosi velocemente, era stato grazie a lui e soprattutto per lui.  

 

Ma, invece che evolvere, erano più o meno ricaduti nella loro relazione vecchia di otto anni dove silenzi e segreti erano di norma. E’ questo faceva fatica ad accettarlo.  

 

Frustata, Kaori passò davanti al suo socio mettendosi in mezzo al salotto.  

 

- Ma come puoi vedere, sto molto meglio e sono pronta a riprendere il corso della mia vita...  

 

Ryo, sempre appoggiato alla cornice della porta, si girò per far fronte alla donna.  

 

- Il corso della tua vita? E questo cosa implica?  

 

Kaori comprese immediatamente i sottointesi.  

 

Era vero che lei aveva fatto in modo che le cose tra di loro cambiassero e che, malgrado tutti i suoi sforzi e la sua volontà, non c’era riuscita. E più in là riuscisse ad andare con la memoria, la loro relazione era, in questi ultimi tempi, ben lontana dall’essere chiara.  

 

- Io... io non lo so ancora... Ma... ma non cambiare argomento per favore! E’ fuori questione che tu venga con me! Ho bisogno di vedere Eriko da sola... per fare e parlare di argomenti da donne... Questo genere di cose, capisci?  

 

Ryo continuava a guardarla, le mani incrociate al petto.  

 

- Ascolta Kaori, sono felice di vedere che ti senti bene ma non uscirai da sola. Ti ricordo che appena tre settimane fa, sei stata aggredita in casa tua e che devi la vita a...  

 

Kaori fece un gesto con la mano per tagliare corto all’intervento di Ryo.  

 

- Ti fermo subito, Ryo... Ho avuto a che fare con un serial killer. Uno psicopatico. Un uomo talmente soffocato da una madre possessiva e da delle sorelle tiranniche da fargli detestare tutte le donne... Era ossessionato dalla vendetta, la sofferenza e la morte. D’accordo, ha avuto la sfortuna di essere una delle donne che ha scelto per appagare i suoi morbosi fantasmi. Ma quest’uomo ora è morto, ed io sono viva... e ho voglia di dimenticare questa storia il più velocemente possibile concentrandomi su altre cose, riesci a capire oppure no?  

 

Visibilmente perplesso, Ryo si avvicinò alla sua compagna immergendo i suoi occhi in quelli di lei.  

 

- Capisco molto bene, Kaori... Ma sai bene quanto me che ci sono troppo domande che restano senza risposta in questo caso... Non trovi strano che uno uomo, venuto dal nulla, si trovasse esattamente nel nostro appartamento quando è piombato Pfaster? E armato inoltre?... E la tua foto? Come spieghi che Donnie Pfaster l’avesse in suo possesso? Chi gliel’ha data?... Non voglio spaventarti, Kaori, ma preferisco restare in guardia e non assumermi rischi inutili.  

 

Kaori abbassò gli occhi.  

 

Visto sotto questo aspetto, era vero che questo caso era lontano dall’essere risolto e che forse lei era ancora in pericolo. Ryo non aveva torto a diffidare, ma da questo, a diventare paranoici, ne passava di acqua sotto i ponti.  

 

Il suo morale prese un colpo. Se l’indagine continuava a procedere così lentamente, avrebbe dovuto vivere con questo sentimento d’insicurezza permanente e la sensazione di essere costantemente sorvegliata da Ryo. E questo poteva durare delle settimane, forse dei mesi.  

 

Lei che non aveva che un desiderio; dimenticare questa brutta faccenda, c’era rimasta fregata! Era deprimente.  

 

- Ryo, è solo un giro in città... Faremmo delle compere e ti prometto di fare molta attenzione!  

 

Ryo improvvisamente assunse un’aria seria. Lentamente, mosse la testa da sinistra a destra in segno di negazione. Kaori sospirò.  

 

- Quindi non ho scelta... o resto a casa con te, o esco con Eriko e dovrei sopportare le tue pagliacciate e i tuoi tentativi di saltare addosso a tutto quello che porta una gonna, giusto?... E per quando tempo?  

 

Ryo posò dolcemente un dito sulla fronte della sua socia.  

 

- Il tempo di capire cosa è realmente successo quel martedì 12 giugno.  

 

Contrariata, Kaori fece una piccola smorfia.  

 

Ovviamente era felice e lusingata di vedere fino a che punto Ryo si preoccupava per lei, ma da questo a sacrificare la sua indipendenza e la sua libertà, c’era un limite.  

 

- Ryo, sei pronto a rinunciare a rimorchiare in città, ad andare nei tuoi locali e a noleggiare i tuoi filmini spinti per restare con me?... Sei completamente svitato, finiremo con l’ucciderci a vicenda!!!!  

 

Stranamente, Ryo iniziò a ridere grattandosi la testa.  

 

- Non è un problema Kaori, non ti resta che venire con me!!!!!  

 

BANG!!! Infastidita di vedere che Ryo non riusciva mai ad essere serio, Kaori gli diede una martellata sulla testa lasciandolo solo nel salotto, schiacciato sotto il martellone.  

 

- Non prendere i tuoi sogni per la realtà, razza di perverso!!!... pff!!! Non si può mai avere una conversazione seria con te!  

 

Prima di chiudere la porta, si girò un’ultima volta verso il suo socio e, un sorriso pieno di malizia, annunciò:  

 

- Mi sbrigò altrimenti farò tardi... Ma soprattutto non preoccuparti troppo... Farò attenzione... A questa sera!  

 

Ryo si rialzò dolcemente facendo qualche movimento di ginnastica per ritrovare una parvenza di forma umana. Fermo davanti la finestra, aveva uno strano sorriso sulle labbra.  

 

Inizio a contare ad alta voce. Uno, due, tre...  

 

La porta si riaprì brutalmente lasciando posto ad una Kaori in preda ad una collera nera. In due o tre passi, la donna afferrò violentemente la spalla del suo partner mettendosi di fronte.  

 

- Ryoooooooo!!!!!!!!... Non lo trovo per niente divertente!!!!... Dove sono?  

 

Ryo alzò negligentemente le spalle. Contrariata, Kaori gli diede un calcio nella tibia.  

 

- Aia!!! Ma sei pazza, fa male!!  

 

Un altro calcio.  

 

- Dove sono? Dove hai nascosto le mie chiavi?  

 

Ryo tentò di prendere la sua aria distaccata ed alzò negligentemente le spalle.  

 

- Non so niente... se tu riordinassi un po’ meglio le tue cose, ora non saresti in questa situazione!  

 

Kaori emise un grugnito ed iniziò a frugare nelle tasche del suo socio. Cominciò a cercare nelle tasche anteriori dei pantaloni, poi nelle tasche posteriori e poi terminò con quelle della sua giacca.  

 

Le guance arrossate, trovò una vecchia carta di chewing-gum e una foto un po’ rovinata sui bordi. Nessuna traccia del suo mazzo di chiavi.  

 

Sbalordita dalla sua scoperta, Kaori piazzò la foto davanti agli occhi del suo socio e gli chiese:  

 

- Puoi spiegarmi?  

 

Ryo sgranò gli occhi dallo stupore.  

 

Che imbecille! Si era completamente dimenticato di quella foto!  

 

C’era da dire che non aveva più rimesso quella giacca dopo la cena e di conseguenza, non aveva pensato a recuperare la foto di Kaori. Imbarazzato, ridacchiò cercando una spiegazione nel suo piccolo cervello che era un po’ lento a mettersi in moto al momento.  

 

- Volevo mostrare a Mick e Falcon che non sei affatto fotogenica...  

 

Kaori spalancò gli occhi. Non gli credeva. Ad ogni modo, Mick aveva già visto delle sue foto e se ricordava bene la sua reazione, lui le aveva apprezzate molto.  

 

- Devo ricordarti che Falcon non ci vede più e che Mick sarebbe ben felice di avere una mia foto in costume da bagno... Perciò, non c’è che una spiegazione possibile...  

 

Tutt’a un tratto, Kaori era raggiante. Aveva un sorriso magnifico sulle labbra e le guance assunsero un colore un po’ più sostenuto.  

 

- Volevi tenerla per te, non è vero?  

 

Gli occhi di Kaori brillavano stranamente e Ryo era affascinato da quello che poteva leggerci. Dell’amore. Della speranza. Dell’ammirazione. Della passione.  

 

Vederla così raggiante e felice, Ryo non aveva più voglia di mentirle. Perché non dirle la verità per una volta?  

 

Prese la foto tra le mani osservandola attentamente.  

 

- E’ vero... Tu sei meravigliosamente bella in questa foto, Sugar Boy... Una vera dea uscita dalle acque...  

 

Kaori arrossì alla grande sotto quel complimento.  

 

- Ryo?  

 

In tutta risposta, Ryo le tese una mano. Il viso di Kaori s’illumino di un meraviglioso sorriso.  

 

Con un gesto timido, vi posò la sua e Kaori non potè impedirsi di ammirare le mani così robuste e così mascoline dell’uomo. Si ritrovò placcata contro il suo petto possente. La guardò dritta negli occhi sorridendole teneramente:  

 

- Kaori... io...  

 

DRING!!! Lo squillo del telefono risuonò per tutto l’appartamento facendo sussultare i due piccioncini.  

 

Borbottando delle cose incomprensibili, Ryo alzò la cornetta rispondendo con tono brusco al suo interlocutore. Persa nelle sue fantasie, Kaori non sentì che qualche imprecazione, “brutta mocciosa” e “d’accordo, arrivo subito”.  

 

Sentì poi le mani del suo socio posarsi sulle sue spalle.  

 

- Kaori, bisogna che vada... ma non ne avrò per molto... Promettimi di restare qui e di non uscire sola... Conto su di te.  

 

Prima di andarsene, Ryo afferrò la mano di Kaori portandosela alle labbra. Vi depose un bacio leggero sul palmo e lo strinse contro il suo cuore.  

 

La sua socia, inizialmente stupita, sorrise diventando sempre più rossa.  

 

Ancora sbalordita per il comportamento del suo socio, Kaori si lascio cadere sul divano sempre accarezzandosi delicatamente la mano come per non cancellare dalla sua memoria quel momento magico.  

 

Quel bacio rappresentava molto per lei. Forse la promessa di un nuovo avvenire.  

 

 

Cat’s Eye, quartiere di Shinjuku  

Lunedì 2 giugno, 14.15  

 

 

Estremamente contrariato, Ryo esamino la sua tazza di caffè come se la vedesse per la prima volta.  

 

Proprio nel momento in cui aveva finalmente trovato il coraggio di esprimere i suoi sentimenti, ecco che il destino gli un giocava ancora uno brutto tiro...  

 

Si sentiva terribilmente frustato...  

 

Durante le settimane passate, aveva fatto degli sforzi sovraumani per restare padrone dei suoi sentimenti e del suo desiderio. Avrebbe dato tutto per poter prendere Kaori tra le sue braccia e dimostrarle fino a che punto l’amava. Ma per paura di spaventarla e di abusare della sua fragilità, aveva frenato i suoi ardori. Ancora e sempre...  

 

Ryo sospirò.  

 

Questa storia gli aveva fatto prendere coscienza della forza dei suoi sentimenti e del posto fondamentale che Kaori aveva nella sua vita. Nessuna donna poteva eguagliarla e nessuna donna poteva rimpiazzarla. Del resto, non poteva vivere senza di lei. Ora non più. Aveva troppa paura di perderla. Ed era deciso di dirglielo.  

 

Assorto nei suoi pensieri, Ryo non sentì che Mick lo chiamava già da qualche minuto.  

 

- Allora Ryo, come sta la mia dolce Kaori?  

 

Istintivamente, Ryo soffiò sul suo caffé per raffreddarlo e ne bevette un sorso. Ovviamente, era gelato visto che Flacon glielo aveva servito ormai da venti minuti.  

 

- E’ in piena forma... Ahhh!! Non capirò mai le persone che si dannano per un caffè freddo. E’ semplicemente disgustoso!  

 

Falcon, le mani nel lavello, sfregava con forza controllata le stoviglie sporche della giornata.  

 

La calma regnava nel caffè. Tutti erano più o meno persi nel loro pensieri.  

 

Agitato sul suo sgabello, Ryo sbadigliò tamburellando freneticamente le dita sul giornale del giorno posato sul bancone.  

 

- Ma dimmi Ryo, non avrai lasciato Kaori tutta sola?... Ohhhhhh...  

 

Un’espressione da perverso sul viso, Mick scese dal suo sgabello. In punta di piedi, si preparava a lasciare il bar quando sentì la magnum 357 di Ryo puntata su di lui.  

 

- Non volevi un altro caffè, Mick?  

 

Volente o nolente, Mick fece spallucce tornando a risedersi, la schiena curvata come se avesse tutto il peso del mondo sulle sue spalle.  

 

Ma Mick Angel non disse la parola fine.  

 

Con pazienza, attese ancora una volta che Ryo fosse immerso nei suoi pensieri per sgattaiolare verso l’uscita. Ma, mentre apriva dolcemente la porta, Mick fu urtato violentemente da una giovane collegiale che entrò come un razzo nel bar.  

 

- Ryoooooooo!!!!!!  

 

La cartella in una mano e una borsa in cuoio nell’altra, la giovane Yuka si prese qualche istante per riprendere fiato, approfittandone per percorrere rapidamente con lo sguardo il caffè praticamente deserto.  

 

Un sorriso machiavellico illuminò il suo viso quando caddè sull’oggetto delle sue ricerche, in questo caso un certo Ryo Saeba che cercava ingenuamente di nascondersi dietro un giornale.  

 

Rapidamente, si avvicinò a lui piantando il suo sguardo pieno di malizia in quello dello sweeper:  

 

- Allora Ryo, non hai qualcosa da dirmi?  

 

Ryo aggrottò le sopraciglia ricordandosi brutalmente del libro che Yuka gli aveva regalato. Voleva sicuramente parlare di quello!  

 

Che iella!  

 

Primo, non aveva alcuna voglia che Mick e Falcon venissero a conoscenza di quel memorabile regalino e secondo, non aveva alcuna voglia di parlare della sua vita sentimentale con una brutta mocciosa.  

 

Allora veloce come un ladro, trascinò discretamente la giovane collegiale verso un tavolo isolato in un angolo del bar. Evidentemente intrigato, Mick si risistemò al bancone facendo finta di leggere il giornale mentre Falcon, impassibile, si riconcentrò a lavare i piatti.  

 

Ryo controllò che i suoi amici fossero troppo occupati per prestare attenzione a loro e, con un segno della mano, fece capire a Yuka di parlare a voce bassa.  

 

- Se mi hai chiesto di venire per parlarmi di questo, ti avverto subito: non ho nessun consiglio da ricevere da una mocciosa!  

 

Offesa per il modo in cui Ryo le aveva parlato, Yuka posò la cartella e la borsa sulla sedia accanto, sedendosi silenziosamente. E come se Ryo non le interessasse più, si concentrò nel menu dei dessert, mettendosi a canticchiare.  

 

Alzando gli occhi al cielo, Ryo fece una smorfia sedendosi tranquillamente di fronte alla ragazza:  

 

- Andiamo Yuka, non fare la testona e dimmi piuttosto cosa vuoi!... Ho fretta!  

 

Un bagliore goloso in fondo agli occhi, Yuka si nascose dietro il menu mettendosi a leggere a voce alta i diversi tipi di dolci che il bar Cat’s Eye proponeva ai suoi clienti. Indifferente ai borbottii di Ryo, tutt’a un tratto disse:  

 

- Ho visto delle foto molto, molto... ma veramente molto interessanti di te e Kaori.  

 

Visibilmente divertito, Ryo incrociò le braccia al petto sprofondando più confortevolmente in fondo alla sedia.  

 

L’immaginazione di questa mocciosa era incredibile e sospettava che fosse ancora un nuovo trabocchetto per sapere in che stato era la sua relazione con Kaori.  

 

- A si, delle foto di me e Kaori?... Sarei veramente curioso di vederle...  

 

Yuka indicò con il dito un punto del menù e regalandogli il suo più meraviglioso sorriso disse:  

 

- Mi offri un dolce?  

 

Ryo imprecò sottovoce.  

 

Haaa, quella piccola peste!  

 

Quella mocciosa sapeva perfettamente di aver stuzzicato la sua curiosità e ne approfittava vigliaccamente per soddisfare la sua gola. Era davvero una sorella Nogami! Che fosse Saeko, Reika o anche Yuka, tutte e tre sapevamo indubbiamente manipolarlo per ottenere da lui quello che desideravano.  

 

Sospirò, esibendo un sorriso pieno d’ironia:  

 

- Certo, piccola mocciosa...  

 

Ryo chiamò Falcon e gli chiese due semifreddi al cioccolato. Dopo tutto, non c’era alcuna ragione per privarla di un buon dessert!  

 

Qualche minuto più tardi e tra una cucchiaiata di panna montata e l’altra, Yuka si decise finalmente a rispondere:  

 

- Niente di più semplice, Ryo... Le ho viste sul tuo sito internet!  

 

Completamente stupefatto da quello che Yuka aveva detto, a Ryo andò di traverso il boccone di dolce al cioccolato che stava inghiottendo. Si colpì violentemente la cassa toracica per non soffocare:  

 

- Come sarebbe sul mio sito internet???... Ma di che parli?  

 

Yuka raschiò con gola i bordi della sua coppa di dolce per non perderne una briciola. Visibilmente, se la stava godendo, prendendo un maligno piacere a giocare con i nervi di Ryo.  

 

- Hei Yuka, gradirei che tu mi risponda se non è chiedere troppo!!!!!  

 

Ryo sbattè il pugno sulla tavola ma la ragazza non pareva per niente intimorita da quel gesto. Al contrario, si pulì tranquillamente la bocca con una salvietta posando con precauzione il cucchiaino sul tavolo.  

 

Immerse i suoi occhi maliziosi in quelli di Ryo:  

 

- Sai che sto lavorando ad un romanzo poliziesco che si ispira più o meno alla tua vita ed a quella di Kaori... Ho fatto dunque qualche ricerca sul tema “killer professionisti” su internet e sono finita su un sito che parlava di City Hunter... Ma aspetta, credo che capirai meglio se te lo mostro.  

 

Yuka spostò le due coppe di dessert per poter sistemare il portatile che trasportava nella sua borsa di cuoio. Fece segno a Ryo di sedersi vicino a lei, accese il computer e lo collegò al suo cellulare per poter connettersi sul web.  

 

- Ho messo l’indirizzo del sito tra i preferiti perciò staremmo prima... mi connetto ad internet... apro la finestra dei preferiti... ecco... cliccò sull’indirizzo del sito, in questo caso www.cityhunter.com... e voilà...  

 

Bastarono qualche secondo perché il nome di City Hunter invadesse lo schermo del computer.  

 

Ryo era completamente assorto ed intrigato da quello che vedeva. Il suo istinto di professionista gli diceva che si stava preparando qualcosa di losco. Yuka, lei, si divertiva come una piccola pazza.  

 

- Clicchi su “Benvenuti sul sito ufficiale di City Hunter” e qua, appare il menu... ma come puoi vedere, il sito è ancora in costruzione...  

 

Il sito era abbastanza banale e non c’era niente di troppo originale nella sua grafica. Ma Ryo prese immediatamente coscienza della miniera di informazioni che poteva rappresentare per i suoi nemici e per tutte le persone che volevano conoscere della sua esistenza.  

 

Sgomento, scoprì con ansia le diverse sezioni del sito: “City Hunter: una strana coppia”, “biografia di Ryo Saeba”, “biografia di Kaori Makimura”, “Le forze e le debolezze di City Hunter”, “Nella vita intima di City Hunter”, “Il posto dove vive”... La voce di Yuka distrasse Ryo dai suoi pensieri:  

 

- Guarda Ryo, per il momento possiamo accedere alla tua biografia, a quella di Kaori e alla sezione sulla tua vita intima...  

 

Parlando, Yuka cliccò sulla sezione “vita intima” poi su “foto”. Man mano che le foto apparivano sullo schermo, il ritmo cardiaco di Ryo perse il controllo.  

 

Incredulo, vide Yuka puntare il dito su una foto che lo rappresentava con Kaori intenti a baciarsi con passione. Cliccò allora una seconda volta sull’immagine per ingrandirla.  

 

Dei sudori freddi sulla schiena, Ryo ebbe improvvisamente troppa paura di comprendere. Quella situazione, quel abbracciò... Interdetto, Ryo aggrottò le sopraciglia.  

 

Evidentemente quella foto era stata fatta scattata la famosa notte dove Kaori e lui era andati un po’ oltre il solo ballare un lento. Ma fatta da chi? E come? E a che scopo? E come era arrivata su internet? Come significava? Ryo sgranò gli occhi man mano che Yuka gli faceva scoprire i vari scatti.  

 

Delle immagini della loro vita di tutti i giorni. Lui che sbavava sulle sue riviste erotiche. Lei che faceva le pulizie e che cucinava. E altro ancora. C’erano anche le foto delle vacanze di Kaori.  

 

Storse il naso quando una foto di Kaori in costume da bagno sulle spiagge delle Haway apparse sullo schermo, fungendo da collegamento alla sezione “biografia di Kaori Makimura”.  

 

Quella foto?!! Era la stessa dell’assassino.  

 

Un’idea germogliò nella mente di Ryo. Forse l’uomo che aveva aggredito Kaori era a conoscenza di quel sito e da lì, aveva scelto Kaori come sua nuova vittima... Si, il ragionamento non faceva una grinza... Gli occhi fissi sullo schermo, Yuka cliccava, ingrandiva, registrava, mostrando a Ryo come era facile oramai sapere tutto sulla vita di City Hunter.  

 

Nervoso, Ryo tentò di mantenere una parvenza di calma:  

 

- Dimmi Yuka, è possibile conoscere il creatore di questo sito?  

 

Aggrottando le sopraciglia, Yuka si mise a cliccare e ricliccare ai quattro angoli dello schermo. Visibilmente, era molto dotata in informatica e non aveva paura delle nuove tecnologie, come tutti i ragazzi della sua generazione del resto.  

 

Ryo la sentì sospirare:  

 

- Mi dispiace Ryo... il creatore di questo sito si fa chiamare Trapper e non ha un indirizzo e-mail... Fa degli aggiornamenti regolari... si, in media uno per settimana di regola....  

 

Al contrario di Kaori, Ryo non s’era mai veramente interessato all’informatica e a tutto quello che girava attorno ad internet.  

 

Questa sensazione non gli era molto famigliare ma, in questo preciso istante, Ryo si sentiva un po’ impotente.  

 

- E’ possibile conoscere gli ultimi aggiornamenti?  

 

Yuka fece si con la testa cliccando ancora una volta per tornare alla pagina principale del sito. Entrò nel menu “aggiornamenti” e, la fronte aggrottata, disse a Ryo che l’ultimo aggiornamento risaliva ad ieri e che riguardava la sezione “vita privata” e “Le forze e le debolezze di City Hunter”.  

 

Ryo strinse i pugni quando scoprì che le ultime foto caricate su internet erano quelle prese dal suo appartamento. Yuka selezionò una delle foto scattate nel salotto e fece un commento che risvegliò l’interesse di Ryo:  

 

- E’ buffo vedere come queste foto siano state tutte prese dallo stesso angolo! Come se ci fosse un apparecchio posato su uno scafale.  

 

Ryo era perso nei suoi pensieri mentre Yuka entrava nella sezione “Le forze e le debolezze di City Hunter”. Non c’era molto da leggere ma la sola informazione accessibile riassumeva da sola la paura di Ryo.  

 

“Cari fan di City Hunter,  

È opportuno appurare che, dopo il famoso test del 12 giugno la mia sensazione non è cambiata. La partner del nostro swepper preferito, Kaori Makimura, si è rivelata incapace di essere all’altezza della reputazione del suo socio. Lei è il suo tallone d’Achille, il suo punto debole, una palla al piede, un fardello che condurrà un giorno o l’altro il nostro City Hunter preferito all’obitorio. Allora se desiderate come me che City Hunter resti lo sweeper più efficace e temuto del mondo, sapete quello che vi resta da fare.”  

 

Ryo tirò un pugno sul tavolo imprecando. Come osava parlare della sua socia in quel modo? E di che test parlava?... Ryo rilesse una seconda volta quel testo cinico e inetto, e capì.  

 

Quel Donnie Pfaster. Non aveva scelto Kaori a caso. Al contrario, qualcuno gli aveva chiesto di farlo. E il secondo uomo, era lì per recuperare le foto.  

 

- Cosa conti di fare, Ryo?... Ai tuoi occhi sono ancora una mocciosa ma so molto bene che questo sito è come una bomba a scoppio ritardato...  

 

Un’idea attraverso rapidamente la mente di Ryo. Non sapeva se avrebbe funzionato ma doveva tentare. Se lasciava perdurare questo sito, i suoi nemici non avrebbe avuto alcun problema a smascherarli, trovarli e ucciderli.  

 

E non avrebbe più permesso a nessuno di toccare Kaori. Mai.  

 

- Dimmi, ho sentito parlare di certi virus che sono talmente potenti da poter distruggere dei siti interi... Pensi che potrei mandarne uno su questo sito?  

 

Gli occhi spalancati, Yuka fissò Ryo. Un enorme sorriso illuminò il suo viso e con una certa eccitazione gli rispose:  

 

- Sei geniale Ryo!!!... Bisogna trovare il virus giusto... Ma... Aspetta un secondo!... L’ultima volta che mi sono intrufolata nell’ufficio di Saeko, ho visto che stava lavorando con uno specialista d’informatica per un caso di pirateria... Mi sono appuntata il suo recapito se mai avessi avuto bisogno di precisazioni per uno dei miei libri...  

 

Yuka estrasse il portafoglio dalla cartella svuotandolo sul tavolo. Ryo sorrise quando notò la foto di Leonardo Di Caprio a fianco di quella che ritraeva la famiglia Nogami al completo, ma fece finta di non avere visto niente.  

 

- Ecco... si chiama Eiji Kyoto ed ho anche il suo numero di telefono... ma al tuo posto contatterei piuttosto Saeko perché se ricordo bene, questo Signor Kyoto s’è preso una cotta per lei... Non potrà negarle niente...  

 

Ryo esaminò il pezzo di carta facendolo scivolare nella sua tasca. Poi chiese a Falcon di portare un secondo semifreddo al cioccolato alla sua giovane amica.  

 

Visibilmente estasiata, Yuka risistemò con cura il suo portatile nella borsa in cuoio.  

 

- Ryo... se ti ho regalato quel libro, è perché ho sentito dire da Saeko e Reika che non eravate in buoni rapporti, tu e Kaori, e che questa volta, ha davvero l’aria di aver abbassato le braccia... avevo paura che voi due vi separaste sul serio, allora ho voluto darti una mano...  

 

Yuka recuperò il suo portafoglio rimettendola nella cartella. Mentre ascoltava Ryo, cercò qualcosa sul tavolo:  

 

- Sei gentile... ma tutto quello che posso prometterti Yuka, è di essere, d’ora in avanti un po’ meno vigliacco...  

 

Stranamente Mick si era spostato verso sinistra, non lontano dal tavolo di Ryo e Yuka.  

 

Ma Ryo non era uno sciocco, e mentre Falcon serviva il dolce alla ragazza, si alzò, avvicino il viso a quello intriso d’ironia dell’uomo chiedendogli con una smorfia:  

 

- Suppongo che tu non abbia sentito niente?  

 

Mick chiuse il giornale e, il viso un po’ troppo serio per essere sincero, indicò Falcon con il dito:  

 

- Pff!!! Parlavate talmente forte che bisognava essere sordi per non sentire niente... Allora alla fine dei conti, quei tipi volevano recuperare delle foto per metterle in internet ad abbellire il tuo sito... Questo fan deve veramente adorarti per aver messo a punto un piano così ingegnoso... Ma la parte difficile ora, è scoprire chi c’è dietro a tutto questo... Invece, più seriamente Ryo, non potresti darmi l’indirizzo del tuo sito internet?... Mi piacerebbe scaricare la foto di Kaori per metterla come sfondo sul mio computer.  

 

La domanda di Mick era così ridicola quanto inaspettata, che Ryo caddè al indietro. L’aria indispettita, squadrò il suo amico con uno sguardo maligno.  

 

- Non credo che Kazue apprezzerebbe molto di vedere Kaori a decorare il tuo computer, Mick!  

 

Mick incrociò le braccia al petto, fissando il suo amico con aria ironica:  

 

- Gia, si!!!... Dì piuttosto che non hai nessuna voglia di lasciarmi approfittare della bellezza della tua socia!!  

 

Ryo alzò la voce gridando più forte a Mick:  

 

- Ti ho già detto che Kaori non ha niente di bello perciò piantala!!!  

 

Ryo sentì che qualcosa gli tirava la manica della giacca e fu contrariato di scoprire il viso di Yuka:  

 

- Non credi di avere di meglio da fare che litigare con Mick! Ti segnalo che c’è un pazzo che a messo su internet delle informazioni cruciali su City Hunter e che della gente potrebbe servirsene per uccidervi, te e Kaori... Piuttosto, dovresti rientrare... Mi occuperò io di spiegare la situazione a Saeko!  

 

Un sorriso alle labbra, Ryo scompigliò i capelli di Yuka e si diresse verso la porta dopo aver fatto un segno di saluto a Mick e Falcon.  

 

L’aria maliziosa, Mick si girò verso la ragazza:  

 

- Dimmi, Yuka, non potresti mostrarci queste famose foto?  

 

 

Immobile di Ryo Saeba, quartiere di Shinjuku  

Lunedì 5 luglio, 15.01  

 

 

Distesa sul letto, Kaori, sognante, contemplava il soffitto.  

 

Si chiedeva che se un leggero bacio di Ryo l’aveva messa in questo stato d’euforia, non osava immaginare in che stato sarebbe stata se tutti e due decidessero di spingersi oltre.  

 

Le guance arrossate, Kaori si rialzò quando senti il rumore di chiavi che si introducono in una serratura poi una porta che si apre e si chiude. Allo stesso tempo intimidita ed impaziente di rincontrare Ryo, Kaori scese come un tornado nel salotto ma resto pietrificata di vedere che non era Ryo quello seduto sul divano ma un perfetto sconosciuto.  

 

Visibilmente a proprio agio, l’uomo offrì alla donna il suo più bel sorriso e la sua voce roca si alzò nel silenzio dell’appartamento:  

 

- Buongiorno, signorina Makimura... Felice di vedere che vi siete rimessa dalla vostre ferite.  

 

 

Continua...  

 

 


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