Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prosa

 

Autore/i: Kairi

Traduttore/i: marziachan

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Tranche de vie

 

Total: 17 capitoli

Pubblicato: 31-08-07

Ultimo aggiornamento: 12-11-07

 

Commenti: 56 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di City Hunter sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Tranche De Vie

 

Capitolo 9 :: Soli contro tutti

Pubblicato: 30-10-07 - Ultimo aggiornamento: 30-10-07

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17


 

Tetto di “Micromania Corporation”, quartiere di Shinjuku  

Lunedì 2 luglio, 17.07  

 

 

Nascosto sul tetto dell’edificio di fronte a “Prestazioni Informatiche”, Tatsuya si lasciò sfuggire un’esclamazione soffocata quando vide, attraverso il suo paio di binocoli, Ryo Saeba nelle stanze della ditta.  

 

Cristo, ma cosa ci faceva lì?  

 

Tatsuya storse il naso. La presenza di Ryo Saeba cambiava tutto.  

 

Zumò.  

 

Lemon, Saeba e la donna erano in piena conversazione e, in base alla faccia seria di City Hunter e i gesti agitati di Jack, le rivelazioni procedevano rapidamente. E perciò, non aveva scelta. Doveva reagire.  

 

Sicuramente, Lemon stava rivelando ogni cosa e presto Saeba sarebbe venuto a conoscenza del ruolo dei Kaidi in tutta questa storia.  

 

Tutto questo non era un bene. Un bene per niente!  

 

Chiedendosi quale sarebbe stata la mossa migliore da fare, l’uomo si tastò la giacca con la mano destra alla ricerca del cellulare. Il telefono attaccato all’orecchio, attese con nervosismo che il suo interlocutore rispondesse alla chiamata.  

 

- Kuto Kaidi, ti ascolto.  

 

(La voce ferma ma affaticata denunciò l’età dell’uomo anziano.)  

 

- Sono Tatsuya... Avevate ragione, signor Kaidi... Sembra che Lemon sia passato dalla parte del nemico. Sta avendo una conversazione animata con Kaori Makimura e Ryo Saeba.  

 

(Come se potesse essere sentito, Tatsuya abbassò la voce.)  

 

- Saeba è lì?  

 

(Tatsuya zumò su Ryo, tirandosi indietro istintivamente quando con lo sguardo gli sembrò di incontrare il suo. Si diede subito dell’imbecille. Come se Saeba potesse vederlo da lì dov’era!)  

 

- Si... E’ appena arrivato. E dalla scena che si sta svolgendo sotto i miei occhi, Lemon s’è preso la gioia di raccontagli tutto... Immagino che l’operazione sia annullata?  

 

(Silenzio per alcuni secondi.)  

 

- No... Dovete uccidere quella donna e Lemon se quest’ultimo ci ha traditi. Perciò fattelo!  

 

(Sorpreso da quella risposta, Tatsuya ci mise qualche secondo prima di rispondere.)  

 

- Voi... voi ne siete sicuro?... Sapete che la signorina Kira non sarà molto contenta se dovesse succedere qualcosa a City Hunter?  

 

(Rendendosi conto di aver fatto una gaffe, Tatsuya strinse i denti.)  

 

- Non vi pago perché vi preoccupiate degli stati d’animo di mia figlia!... Perciò fate quello che vi ho detto e venite a trovarmi quando sarà tutto finito. Capito?  

 

- Certo, signor Kaori... Me ne occupo subito!  

 

Tatsuya zumò nuovamente sul piccolo gruppo, restando un po’ più a lungo sulla donna.  

 

Rimettendo il binocolo nella sua custodia, si disse che era un vero peccato dover sacrificare una donna così bella. Gli sarebbe piaciuto tenerle compagnia – il suo celibato cominciava a pesargli un po’ – ma sapeva perfettamente che non era lì per ascoltare i suoi sentimenti.  

 

Pff... Comunque, che peccato dover uccidere una donna così! Ma bè, quello era il suo lavoro e lui doveva eseguire gli ordini.  

 

Allora, lo sguardo freddo ed inespressivo, Tatsuya gettò un’ultima occhiata al suo orologio – indicava le 17.07 – e con un gesto sicuro, estrasse un telecomando con diversi bottoni sui quali era pronto a spingere.  

 

 

”Prestazioni Informatiche”, quartiere di Shinjuku  

Lunedì 2 luglio, 17.10  

 

 

Con la massima disperazione di Kaori, Ryo abbozzò ancora uno dei suoi sorrisi deboli e maliziosi di cui solo lui conosceva il segreto. Con la naturalezza di uno sfrontato, si sistemò comodamente nel divano in cuoio, emettendo dei risolini lubrici.  

 

- Allora è proprio vero?... Esiste veramente su questa terra, una donna pronta a tutto per appagare ogni mia minima fantasia ed ogni mio minimo desiderio? Una donna che di dannerebbe per me?... Ma è fantastico!  

 

Morta di vergogna di fronte al comportamento così infantile del suo socio, Kaori si nascose il viso tra le mani, facendo dei respiri profondi per tentare di calmare la collera che minacciava di sommergerla nei secondi a venire.  

 

Aveva anche vissuto più di otto anni al suo fianco, ma non riusciva ancora a capire questo bisogno, divenuto sistematico per forza di cose, di prendere in giro e deridere ogni cosa. Pregò perché tornasse serio ma, invece che quello, lui calcò ancora di più la mano.  

 

- Non avete una foto di Kira perché possa vedere com’è?... Capite Lemon, bisogna che sappia se lei può fare l’affare prima di offrile il mio corpo e la mia anima!  

 

Kaori fece scivolare le mani tra i capelli mettendosi a respirare sempre più forte. Non aveva alcuna voglia di arrabbiarsi e di dare una bella lezione a Ryo ma... lui stava superando ogni limite.  

 

Tentò un’ultima volta a ragionare.  

 

“Respira Kaori... Respira... Immagina il suono del mare... Gli uccellini che cantano e i bambini che giocano nella sabbia... AHHHHHHH... Soprattutto non immaginare Ryo che corre dietro a tutto quelle graziose ragazze!... No... Calmati e smettila di immaginare!... Bè, troppo tardi... Se l’era cercato quel imbecille!  

 

Dopo quattro settimane d’astinenza, Kaori ritrovò senza alcun problema l’uso del suo martellone e con piacere, lo schiantò su Ryo così che diventasse completamente parte del divano che lui aveva l’aria di trovare di suo gusto.  

 

- OUAHHHH!!!... No Kaori!! Non il martello!!!  

 

Un sorriso malsano a deformare le sue labbra, Kaori si piazzò davanti a lui, sussurrandogli all’orecchio:  

 

- La prossima volta che osi sbavare con così tanta adulazione per una donna che cerca in tutti i modi di uccidermi, ti giuro che non sarà solamente la tua testa che ti schiaccerò con piacere!... Spero di essere stata abbastanza chiara?  

 

Ryo che aveva l’aria di un bimbo preso sul fatto, approvò con un segno della testa e si risistemò discretamente sul divano.  

 

Affaticata da questo sforzo di cui avrebbe fatto volentieri a meno, la donna emise brutalmente un sospiro, ma si irrigidì immediatamente quando incrociò lo sguardo inquieto di Jack.  

 

- Dannazione Saeba, credete che sia il momento di fare le vostre pagliacciate!... Sembra che non abbiate afferrato la gravità della situazione... Kira mi ha dato due giorni per sbarazzarmi di Kaori e vi informo che il conto alla rovescia è largamente iniziato!  

 

Kaori non aveva mai visto Jack così nervoso. Sembrava pronto ad esplodere.  

 

La donna si lasciò cadere mollemente sul divano, cercando di comprendere. Sapeva che Kira voleva eliminarla ma non aveva pensato così presto. Dovevano fare presto.  

 

Lemon sembrò capire le preoccupazioni della donna e le prese la mano per rassicurarla, cosa che, involontariamente, innervosì Ryo che sentì un certo sentimento di gelosia rifare la sua apparizione.  

 

- Se non vi ho detto nulla Kaori, è perché non volevo spaventarvi prima del tempo... Ma la verità, e che ci restano meno di 48 ore adesso per sistemare questa storia.  

 

Infastidito dal tono paternalistico e un po’ troppo familiare dell’uomo, Ryo schioccò la lingua, incrociando con nonchalance le braccia dietro la testa.  

 

- Tss tss... Non preoccupatevi Lemon... Kaori ed io abbiamo vissuto delle situazioni ben più drammatiche e ben più pericolose di questa per lasciarci intimidire da una fan un po’ troppo ingombrante!... Fidatevi di me, Lemon!... Kaori resterà in vita e il vostro segreto sarà al sicuro, parola di City Hunter!  

 

Kaori volse la testa verso il suo socio che le fece un occhiolino di rimando pieno di complicità. Immediatamente, un sorriso prese forma sulle sue labbra. Si sentiva al sicuro, ora. Serena. Sollevata. Ryo aveva ragione. Ne sarebbe usciti. Come sempre. E con un po’ di fortuna, sarebbero usciti da questa storia più vicini e più forti che mai. Bisognava solo che Lemon gli desse fiducia e tutto sarebbe andato bene.  

 

- Sapete Jack, noi...  

 

Jack gli rivolse uno sguardo quasi glaciale. Non condivideva la sicurezza di Ryo. Al contrario. Sembrava ancora così infuriato e pronto ad alzare la voce.  

 

- Siete troppo fiducioso Saeba... E ho davvero paura che questo eccesso di fiducia ci porterà dritti spalle al muro... Devo ricordarvi fino a che punto Kira è astuta?... Molto più malvagia del vostro comandante Kreuz, del vostro Kaibara o ancora di tutti quei piccoli spacciatori o trafficanti che avete incontrato sulla vostra strada... Non dimenticate soprattutto che è riuscita ad allontanarvi dalla vostra socia senza la minima difficoltà e che, se non ci fossi stato io lì, Kaori non sarebbe più a questo mondo oggi...  

 

Ryo storse il naso. Lemon non aveva completamente torto.  

 

Dall’inizio di questa faccenda, aveva commesso diversi sbagli imperdonabili da parte di uno sweeper ed era stato lì lì per pagare caro il prezzo dei suoi spiacevoli errori.  

 

Kaori vide la mascella del suo socio contrarsi e i pugni serrarsi violentemente.  

 

Ryo sapeva di non avere un'altra alternativa. Ed anche se rimettere la vita della sua socia nelle mani di un perfetto straniero, ex-sweeper in aggiunta, gli costasse molto, Ryo si rese conto che non aveva davvero scelta.  

 

- Ok, Lemon... vi ascolto...  

 

Lemon si passò una mano nervosa tra i capelli prima di cominciare:  

 

- Non vi dirò che il modo migliore per neutralizzare un avversario, è compirlo al suo punto debole. Ma Kira ha un solo punto debole: suo padre. A parte voi ovviamente, è la sola persona che ama ed ammira...  

 

Ryo ascoltava con viva attenzione.  

 

- Cosa volete dire, Lemon?... Che sbarazzandoci del padre, ci sbarazzeremmo della figlia?  

 

Kaori guardò a turno i due uomini e prese parte alla conversazione.  

 

- No... no... Non credo che Jack volesse dire questo... Se uccidi suo padre, c’è la forte possibilità che Kira voglia poi vendicarsi e ci ritroveremmo al punto di partenza... No, credo che occorra essere più astuti...  

 

Ryo riconobbe immediatamente il piccolo bagliore che scintillava negli occhi della sua socia. Aveva un’idea per la testa. Un’idea eccellente senza dubbio.  

 

Kaori si sedette sul bordo del divano per avvicinarsi ai due uomini e spiegò loro gesticolando con le mani:  

 

- Se ricordo bene quello che mi avete detto Jack, Kuto Kaidi ha qualche legame, che noi qualificheremo d’amicizia, nella malavita di Tokyo... E questo, automaticamente, spiegherebbe abbastanza logicamente la sua influenza nella politica della città ed il suo monopolio nel settore delle esportazioni di mobili asiatici... Perciò, ecco... Se noi recuperassimo il maggior numero di documenti provanti il legame di Kuto Kaidi con la malavita, avremmo un eccellente mezzo di pressione su Kira e potremmo ottenere da lei che ci lasci in pace... o che lasci il Giappone e se ne vada altrove!  

 

Jack approvò con un segno della testa. L’idea era buona e chiedeva di essere approfondita.  

 

Ryo la ascoltava attentamente.  

 

- La vostra idea mi piace, Kaori... E’ praticamente certo che Kira lascerà la presa se c’è la prendiamo con suo padre... Ma come possiamo ottenere quei documenti in meno di 24 ore?  

 

A questa domanda un sorriso sicuro illuminò il viso di Kaori che indicò Ryo con la mano.  

 

- E’ semplice... Se ne occuperà Ryo... Non dimenticatevi che è il miglior sweeper del Giappone!  

 

Un sorriso di soddisfazione sulle labbra, Ryo restava sempre silenzioso.  

 

Jack non riusciva a capire se Ryo era fiero della sua socia o se era semplicemente fiero di se stesso. I professionisti erano più o meno narcisisti, questo era un fatto ben noto.  

 

Kaori, lei, si prendeva un evidente piacere a svelare il suo piano:  

 

- Se Ryo facesse in modo di “rincontrare” Kira Kaidi e cercasse di sedurla, non credete che ci sia la possibilità che lo inviti a casa sua o dovrei dire di suo padre?... Lei è follemente innamorata di Ryo, no?  

 

Jack non ebbe il tempo di fare delle osservazioni che dei rumori provenienti dal corridoio attirarono la sua attenzione.  

 

In quel istante, la porta si aprì bruscamente lasciando spazio ad un bambino bruno, alto una spanna, visibilmente senza fiato per aver salito le scale. Il piccolo bimbo si fermò di colpo, posò uno sguardo allo stesso tempo sorpreso e malizioso su Ryo e Kaori prima di lanciarsi, gridando il più forte possibile verso Lemon:  

 

- Papaaaaaaaaaa!... Papaaaaaaaaaaaa!... Voglio un bacio!  

 

Un sorriso immenso alle labbra, Jack abbracciò suo figlio, dandogli un bacio sulla guancia e rimettendolo gentilmente a terra.  

 

La porta dell’ufficio aperta, una bella donna bruna con i capelli lunghi fece la sua apparizione, rivolgendo un magnifico sorriso a suo marito:  

 

- Mi dispiace disturbarti tesoro ma Rei voleva assolutamente darti un bacio prima di partire per andare da mamma... Penso che sia un po’ deluso che non ci accompagnerei alla stazione...  

 

Jack si grattò la nuca, l’aria visibilmente annoiata.  

 

- Lo so bene, Asumi... Ma come puoi vedere, ho un appuntamento e non posso giustamente lasciare i miei ospiti...  

 

Asumi si avvicinò a suo marito e notò in quel istante la presenza di Ryo e Kaori. Gli rivolse un sorriso caloroso, mormorando dolcemente a suo marito:  

 

- Sei sicuro che non puoi assentarti qualche istante?... Per favore?... Pensa un po’ a Rei... E’ la prima volta che passerà le vacanze senza di te...  

 

Al suo nome, Rei pestò i piedi e tese le braccia verso suo padre. Lemon posò degli occhi di una tale dolcezza su suo figlio che Kaori si sentì colpevole di essere la ragione che lo separava da suo figlio. Se Kira non l’avesse presa come capro espiatorio, Jack sarebbe partito tranquillamente in vacanza con la sua famiglia.  

 

Si sentiva in colpa.  

 

Rei chiacchierava con suo papà con tutta l’innocenza che gli provocava la sua piccola età. La donna sentì una ventata di tenerezza invadere tutto il suo essere.  

 

Se era inimmaginabile se non anche impensabile per certe persone che un killer professionista potesse alla fine cambiare vita e ritrovare una sembianza d’umanità, Kaori, lei, ne aveva avuto ancora una volta la prova sotto gli occhi.  

 

Fece scivolare rapidamente un’occhiata su suo socio, alzando gli occhi al cielo alla vista del suo sguardo stravolto e perverso. Visibilmente, trovava “ancora” quella donna di suo gusto ma Kaori si prese un maligno piacere a mormorargli all’orecchio:  

 

- E’ Asumi, la moglie di Jack... E quel bimbo, è Rei... Il loro figlio di quattro anni.  

 

Mentre Ryo cercava di nascondere la delusione di sapere che quella bella donna era sposata, Kaori alzò la voce abbastanza forte perché Lemon potesse sentirla.  

 

- Non preoccupatevi per noi Jack e fatemi un piacere... Accompagnate vostra moglie e vostro figlio... E prendetevi il tempo che vi serve, noi non ci muoveremo da qui. Promesso.  

 

Jack posò uno sguardo allo stesso tempo intrigato e riconoscente sulla donna cosa che, naturalmente, la fece arrossire. La ringraziò con un caloroso sorriso.  

 

La mano in quella di suo figlio, si apprestò ad uscire dall’ufficio in compagnia della moglie quando si girò un ultima volta, dicendo con uno sguardo malizioso:  

 

- Kaori... Non ho ancora avuto il tempo di mostrare il sito a Saeba... Conto su di voi perché lo facciate... Non ci metterò molto... Ancora grazie.  

 

La donna si alzò in piedi bruscamente per protestare.  

 

- Che cosa???????  

 

Troppo tardi. Lemon aveva chiuso la porta.  

 

Non restavano che lei, Ryo e quelle famose foto...  

 

Kaori imprecò a voce alta. Era fuori questione che Ryo vedesse quel sito. Non c’era bisogno che vedesse quelle foto. Almeno non in quelle circostanze drammatiche. Non così. Ed anche se lei moriva dalla voglia di metterlo spalle al muro e di capire che cosa gli era realmente passato per la testa quella famosa sera.  

 

Il cuore di Kaori iniziò a battere più forte. Improvvisamente non si sentiva bene. Non aveva la forza di subirsi le spiegazioni confuse e tortuose del suo socio.  

 

Senza rendersene conto, Kaori lanciò uno sguardo spaventato al suo socio e poi al computer. Cosa che non sfuggì a Ryo.  

 

- Non agitarti in questo modo, Kaori... il sito... Lo già visto... E’ la ragione per cui Yuka mi ha chiamato questa mattina.  

 

Kaori capì subito quello che questo significava. Sapeva che lui sapeva e lui sapeva che lei sapeva.  

 

Era tutto così complicato!  

 

Il mal di testa della donna si intensificò. A meno che non fosse il sangue che le batteva sulle tempie.  

 

- Aaaaahh... Quindi sai che io so.  

 

Ryo alzò gli occhi visibilmente divertito sulla sua socia.  

 

- Si... io so che tu sai... E d’altronde ho pensato di chiedere a Lemon di togliere certe foto da quel sito...  

 

Kaori tentò di riprendere un’aria distaccata ed alzò negligentemente le spalle.  

 

- Ahhh... perché?  

 

Ryo si passò una mano tra i capelli. Sfoggiava un’espressione ambigua.  

 

- Ma insomma Kaori... alla vista di alcuni scatti, certe donne potrebbero pensare che io passò la mia vita a guardare riviste porno e a sbavare su donne bellissime... Bisogna che preservi la mia reputazione.... E tu dovresti fare altrettanto, mia cara... Vederti darmi continuamente delle martellate non ha niente di elegante e di grazioso, credimi...  

 

Kaori caddè all’indietro davanti alle assurdità che aveva appena sparato Ryo.  

 

Se continuavano con questo dialogo facendo orecchie da mercante, non avrebbero concluso niente.  

 

Ma questa volta non sarebbe stata lei a fare il primo passo! No, non sarebbe caduta così in basso. Dopo tutto, era lui che le aveva mentito e che aveva falsificato la verità a suo vantaggio. Lei, non era che la vittima! Bè, una vittima consenziente forse ma pur sempre una vittima! Era una questione di principio. Se lui aveva il suo orgoglio, anche lei aveva la sua fierezza!  

 

Stanca di dover sempre chiedergli ogni cosa, la donna gettò uno sguardo carico d’amarezza e disse con voce triste:  

 

- Oh e poi mi innervosisci!... Fai quello che vuoi!  

 

 

Tetto di “Micromania Corporation”, quartiere di Shinjuku  

Lunedì 2 luglio, 17.27  

 

 

Tatsuya imprecò. Lemon se n’era andato, doveva attendere con pazienza il suo ritorno per mettere in atto il suo piano.  

Decisamente, non era proprio la sua giornata oggi! Avrebbe dovuto restarsene a letto, come il suo oroscopo gli aveva così saggiamente consigliato.  

 

Irritato di dover restare appollaiato su quel maledetto tetto e sotto quel calore opprimente, Tatsuya si promise di cambiare mestiere e di trovarne un altro meno pericoloso e meglio pagato.  

 

 

”Prestazioni Informatiche”, quartiere di Shinjuku  

Lunedì 2 luglio, 17.33  

 

 

Kaori e Ryo erano seduti l’uno a fianco dell’altro come due imbecilli. Lo sguardo stranamente obnubilato dai suoi sandali bianchi, Kaori torturò per la centesima volta nella giornata le sue dita, cercando di respirare con la più calma possibile.  

 

Doveva gestire il suo stress e la sua collera.  

 

Il silenzio, che si era installato tra di loro, era diventato pesante. Opprimente. E’ carico di sottointesi. Ciascuno sapeva perfettamente di cosa l’altro voleva parlare ma nessuno dei due aveva deciso di fare il primo passo.  

 

Kaori aveva semplicemente paura di essere respinta ancora una volta. Sapeva che nello stato attuale delle cose, non l’avrebbe sopportato. Ryo, lui, si sentiva incapace di parlare di quelle cose. Tutti i buoni propositi che aveva preso quella mattina stessa erano andati in fumo.  

 

Non riusciva ad esprimersi.  

 

Era drammaticamente ridicolo!  

 

Gli sarebbe stato sufficiente dirle tre piccole parole e l’avrebbe resa la donna più felice del mondo. Ma le parole gli restavano bloccate in gola. Dolorosamente.  

 

Il silenzio perdurò ancora qualche minuto. Sempre così psicologicamente estenuante.  

 

Silenziosamente, Ryo ammirò ancora una volta la bellezza perfetta della donna. Dai suoi graziosi piedi ai suoi occhi brillanti, l’uomo non potè che constatare la perfezione del suo corpo e dei suoi lineamenti.  

 

Stranamente, il suo sguardo si posò nuovamente sul polso ancora un po’ arrossato di Kaori. Ryo borbottò contro se stesso. Le aveva fatto male. E questo non gli piaceva.  

 

Allora, con un gesto tenero, le riprese la mano ricominciando a massaggiargliela dolcemente. Sospesa, la donna sussultò.  

 

- Non mi rendo sempre conto del male che ti faccio, Kaori...  

 

Kaori arrossì violentemente sotto quello sguardo insistente. Il cuore le batteva freneticamente. Ma non per la stessa ragione di poco fa. C’era qualcosa nella voce di Ryo che la toccava profondamente. Non osava guardarlo in faccia. Ma era talmente vicino a lei ora, che poteva sentire l’odore del suo dopobarba.  

 

Ipnotizzata dalle sue mani così robuste e virili, gli rispose senza rendersene conto:  

 

- Non mi hai mai fatto del male, Ryo... Al contrario, ci sei sempre stato per aiutarmi e proteggermi...  

 

Gli occhi di Ryo era pieni di domande. Con sensualità, accarezzò il braccio nudo della donna che fremette sotto quel gesto. La sua voce roca e mascolina risuonò nel silenzio dell’ufficio.  

 

- Non parlo di dolori fisici, Kaori...  

 

Kaori lo guardò stranamente.  

 

L’atmosfera era diventata elettrica.  

 

Gli occhi del suo socio brillavano di uno strano bagliore. C’era una piccola fiamma in fondo ai suoi occhi. Quella stessa fiammella che aveva scortò la sera in cui stava per baciarla.  

 

Un desiderio folle le serrò il cuore. E se lei avesse osato?  

 

- Ryo... io  

 

Ma le parole non uscivano. Se esisteva il premio per il più grosso imbranato del pianeta, senza dubbio avrebbe vinto il primo premio!  

 

Pff... era difficile!  

 

E Ryo non l’aiutava. Al contrario. Poteva sentire il suo sguardo scivolare sul suo corpo per poi andare a posarsi ancora e sempre sulle sue labbra. Era sull’orlo di una crisi di nervi. Aveva l’impressione che il suo cuore stesse per esplodere.  

 

Ma lui a cosa stava pensando?  

 

- Ryo... io  

 

Ryo fissava intensamente il viso arrossato e gli occhi brillanti della donna.  

 

Sentiva il bisogno irrefrenabile di baciarla. Non aveva mai sentito un sentimento così forte in tutta la sua vita. Un desiderio talmente violento che aveva l’impressione di morire se non l’avesse soddisfatto.  

 

Non riusciva a dirle tutto quello che rappresentava per lui.  

 

E sia.  

 

Glielo avrebbe mostrato. Con tutta la passione e l’amore che lei gli ispirava.  

 

Istintivamente, Ryo afferrò l’altra mano di Kaori e se la portò alle labbra. Depose un leggero bacio sul palmo e lo strinse contro il suo cuore. Ryo approfittò della confusione della donna per stringerla tra le sue braccia.  

 

Fremente, sentì il respiro caldo di Ryo sul collo e chiuse gli occhi per assaporare quell’istante magico.  

 

- Hai notato a che punto siamo fotogenici, tu ed io?... Mick sarà gelosissimo quando vedrà quelle foto!  

 

Kaori rise dolcemente.  

 

Per niente al mondo avrebbe voluto lasciare quelle braccia così forti e vigorose. Perciò quando Ryo si staccò delicatamente da lei per vedere meglio il suo viso, la donna emise un piccolo lamento di protesta.  

 

Prendendo quel gesto per un invito, Ryo immerse i suoi occhi febbrili in quelli della donna, impadronendosi con passione delle sue labbra.  

 

 

Tetto di “Micromania Corporation”, quartiere di Shinjuku  

Lunedì 2 luglio, 17.50  

 

 

Tatsuya emise un sospiro di sollievo quando vide Lemon parcheggiare rapidamente nel parcheggio addetto al personale. Tutta questa storia stava per finire ed avrebbe potuto finalmente tornarsene a casa.  

 

 

”Prestazioni Informatiche”, quartiere di Shinjuku  

Lunedì 2 luglio, 17.50  

 

 

Lemon salì i gradini delle scale quattro a quattro. Si sentiva rassicurato di sapere suo figlio e sua moglie in partenza per Osaka. Se non altro, Kaidi non avrebbe potuto far loro del male. Era già qualcosa.  

 

Mentre si apprestava ad aprire la porta, Lemon fermò di netto il suo gesto. Il silenzio che regnava nel edificio attirò la sua attenzione. Curioso, tese l’orecchio e credete di sentire dei piccoli gemiti e delle piccole risa provenire dall’ufficio.  

 

Un sorriso malizioso prese forma sul suo viso.  

 

Bingo! Il suo piano aveva funzionato.  

 

Se Kaori e Ryo fino ad un’ora fa erano ancora dei semplici socio di lavoro, ora ci avrebbe scommesso che la loro relazione fosse nettamente evoluta, prendendendo una svolta molto più interessante!  

 

Jack fu felice per la donna. A forza di lavorare su City Hunter, aveva indovinato i sentimenti che legavano quei due.  

 

Trattenendosi dal ridere, Jack ridiscese al piano terra e fece in modo di fare il massimo rumore sulle scale per segnalare il suo ritorno. Bussò alla porta (ndK: lo so che è il suo ufficio ma le buone maniere non si perdono mai) ed entrò come se niente fosse.  

 

- Kaori!!! Saeba!!!  

 

Kaori e Ryo erano ognuno a ciascun lato del divano.  

 

I capelli un po’ in disordine, le guance a fuoco e gli occhi brillanti, Kaori rimetteva in ordine il più discretamente possibile i suoi abiti. Quanto a Ryo, si grattava negligentemente la testa, e ridacchiò stupidamente:  

 

- Avete fatto presto, Lemon!  

 

Ironico, Jack strinse gli occhi continuando a guardare la donna.  

 

- Rapido... Efficace... queste sono le qualità primarie di uno sweeper, vero Saeba?  

 

A quelle parole, un sorriso franco si disegnò sulle labbra di Ryo. In fin dei conti, Lemon gli piaceva. Avrebbero risolto quel caso senza problemi. Ryo ne era definitivamente persuaso.  

 

Mentre era sul punto di ribattere, il rumore di un piccolo clic attirò la sua attenzione.  

 

Il suo viso riprese improvvisamente la serietà e l’impassibilità leggendaria dello sweeper. Kaori si mise in guardia. Ryo aveva un brutto presentimento.  

 

Sotto gli occhi increduli di Jack e Kaori, Ryo si alzò con un salto, dirigendosi verso la finestra per gettare un’occhiata fuori. La sua voce si fece dura ed inquieta:  

 

- Lemon... C’è un uscita d’emergenza in questo palazzo?  

 

Kaori e Jack si scambiarono uno sguardo perplesso e lungi dal formalizzarsi, Ryo aggiunse:  

 

- Rispondete Lemon!... C’è un uscita d’emergenza in questo palazzo?  

 

Ryo ebbe giusto il tempo di finire la sua frase che un’enorme esplosione rimbombò, facendo vibrare i muri della stanza con un rumore sordo e stridente. Sotto la violenza del colpo, Ryo sbattè contro un dei scaffali ricevendo uno dei volumi de “Il genio informatico” sulla testa.  

 

- Che cosa...?  

 

I muri smisero momentaneamente di tremare mentre un calore sconosciuto invase poco a poco tutta la stanza. Kaori e Jack, accasciati sul divano in seguito al colpo, si rimisero il più rapidamente possibile sulle loro gambe. Mentre Jack si precipitava verso le finestre per cercare di capire un minimo quello che stava succedendo, la donna cercò Ryo con lo sguardo per vedere che stesse bene. Rassicurata di vederlo grattarsi la testa con aria dubbiosa, emise un sospiro di sollievo.  

 

L’uomo di avvicinò con passo rapido, afferandole vigorosamente la mano, ben deciso a non lasciarla.  

 

- Kaori... Resta vicino a me e non mi lasciare...  

 

Ryo non ebbe il tempo di finire la frase che una nuova esplosione risuonò nel edificio. I mobili oscillarono violentemente, pronti a crollare da un momento all’altro. I quadri cadevano a terra uno ad uno con un rumore sordo e soffocato.  

 

Jack sembrava totalmente travolto dagli eventi.  

 

I muri cominciarono a screpolarsi profondamente, ed il soffitto a creparsi pericolosamente. Pezzi d’intonaco cadevano poco a poco sul pavimento sollevando delle nuvole dense di polvere.  

 

Kaori cominciò a tossire. Aveva gli occhi che bruciavano e la dolorosa sensazione di avere i polmoni in fuoco. La donna aveva la sensazione di soffocare tanto il calore soffocante mischiato alla polvere dell’intonaco rendeva l’atmosfera quasi irrespirabile.  

 

L’allarme del negozio si accese. Nessun dubbio che l’incendio fosse scoppiato al piano di sotto.  

 

Jack percorse rapidamente la stanza con lo sguardo.  

 

- Saeba... Kaori... Per di qui!  

 

Il calore era insostenibile. Kaori faceva fatica a respirare tanto i polmoni la facevano soffrire.  

 

Ci fu un'altra deflagrazione. Più vicina. Più violenta. Il soffitto cedette sotto la violenza della scossa.  

 

Preso dal panico, Ryo si gettò su Kaori per proteggerla dei pezzi di soffitto che ricominciavano a cadergli sulla testa. Dovevano uscire da quel edificio al più presto.  

 

- Lemon, dobbiamo uscire da qui e veloce...  

 

Tenendo Kaori per mano, Ryo aprì la porta dell’ufficio ma la chiuse immediatamente quando delle fiamme gigantesche minacciarono di inghiottirli completamente. Il palazzo era in preda ad un enorme incendio e non se ne parlava di scappare per di lì.  

 

Erano intrappolati al primo piano e in base alla frequenza delle esplosioni, non gli restava molto tempo prima della prossima detonazione.  

 

- Non per di là, Saeba... (Lemon fece un segno a Ryo, intimandogli di seguirlo nella piccola stanza adiacente all’ufficio. C’era una piccola finestra che Lemon ruppe con un estintore.) E’ l’uscita di sicurezza... Uscite dalla finestra e aggrappatevi alla scala... Muovetevi, non abbiamo molto tempo prima che l’edificio crolli completamente...  

 

Una nuova esplosione echeggiò. Questa volta il detonatore doveva trovarsi al primo piano.  

 

Kaori si protesse istintivamente la testa con le mani, mentre Ryo seguì Jack che non potè impedirsi si andare a vedere un’ultima volta l’ampiezza dei danni.  

 

Delle travi erano cadute dappertutto. Il fuoco divorava la massiccia porta. Il superbo ufficio in quercia presto non sarebbe stato che un lontano ricordo e, il viso che rifletteva tutta la sua rabbia e la sua collera, Lemon vide la sua impresa svanire in fumo. Più che una perdita materiale, Lemon considerò questo disastro come un fallimento.  

 

Il fallimento della sua vita.  

 

Allora sentì la mano di Ryo posarsi sulla sua spalla per fargli comprendere che era tempo di andare.  

 

- Lemon, dobbiamo andare!  

 

Kaori scese per prima. Ryo l’aiutò ad appendersi alla scala e controllò che resistesse per tutta la distanza. Aveva visto che le faceva male la caviglia ma, come d’abitudine, lei non si era lamentata. Una volta arrivata a destinazione, Ryo si lanciò rapidamente ma ci mise molto meno tempo della sua socia a raggiungere il suolo.  

 

Kaori si era appoggiata al muro, cercando di riprendere fiato. Le faceva male dappertutto ma sapeva che non aveva ne il tempo e che non era ne il momento per lei di impietosirsi per la sua sorte.  

 

- Kaori, va tutto bene?  

 

La donna rispose con un piccolo sorriso. Si passò una mano sul viso come se quel gesto potesse cancellare la fatica e lo stress di queste ultime ore.  

 

Sul punto di rispondere, spalancò gli occhi spaventata quando Ryo le intimò di correre il più velocemente possibile senza voltarsi. La donna obbedì e si ritrovò placcata al suolo, coperta dal corpo di Ryo.  

 

Una deflagrazione due volte più forte delle altre spazzò via letteralmente la cima del palazzo.  

 

Presa dal panico, bloccò di colpo la respirazione e attese che Ryo le dicesse di muoversi. Dopo qualche minuto, l’uomo si rialzò, aiutandola a fare lo stesso.  

 

Barcollando, Kaori dovette prendere appoggio sul suo socio per mantenere l’equilibrio. Lo spettacolo di quel palazzo in fiamme era impressionante.  

 

Il piano terra era ancora in piedi ma il primo piano era stato completamente distrutto dall’esplosione. Se fossero rimasti in quel palazzo un minuto in più, probabilmente non sarebbero stati più a questo mondo. Ma era sani e salvi ancora una volta. Grazie a Ryo. Ed a Jack anche...  

 

O mio dio Jack!  

 

Sconvolta, Kaori scrutò i paraggi alla ricerca di quell’uomo che le aveva salvato la vita. Presa da un brutto presentimento, la donna cercò lo sguardo del suo socio, ponendogli la domanda della quale non era sicura di voler sentire la risposta:  

 

- Ryo... Dov’è Jack?  

 

 

Tetto di “Micromania Corporation”, quartiere di Shinjuku  

Lunedì 2 luglio, 18.01  

 

 

Tatsuya sorrise soddisfatto.  

 

Sistemò il cellulare nella tasca interna della sua giacca.  

 

Kuto Kaidi era contento del suo lavoro e gli aveva promesso un piccolo premio non trascurabile in risarcimento dei piccoli disguidi della giornata.  

 

In fin dei conti, la giornata non era stata così catastrofica. Al contrario. Con quello che aveva guadagnato, Tatsuya poteva anche pagarsi una vacanza al sole.  

 

 

Immobile di Ryo Saeba, quartiere di Shinjuku  

Lunedì 2 luglio, 18.15  

 

 

Sostenendo Kaori che aveva delle difficoltà a camminare a causa della sua caviglia dolorante, Ryo entrò rapidamente nel palazzo.  

 

I sensi sempre all’erta, aveva fatto attenzione a che nessuno li avesse seguiti dopo la loro fuga dal quartiere degli affari e, per esserne veramente certo, non aveva esitato ad imboccare tutte le piccole stradine mal conosciute della città di Tokyo.  

 

E grazie a dio, erano sani e salvi. Kaori era viva e questo era tutto quello che importata a Ryo per il momento.  

 

Di fronte alla porta del loro appartamento, Ryo si prese il tempo per osservare con la coda dell’occhio la sua socia che, testa bassa e spalle accasciate, fissava instancabilmente il pavimento. Sapeva che non stava bene. Sentiva la sua pena ed il suo malessere dal più profondo di lui e non poteva farci niente.  

 

Kaori era rimasta più che colpita dagli avvenimenti di quelle ultime dodici ore. Ricordava la maschera di tristezza che aveva coperto il suo viso quando le aveva annunciato che Lemon probabilmente era morto.  

 

In quel preciso istante, gli occhi di Kaori avevano riflesso un’immensa sofferenza. Un dispiacere al limite della disperazione. Un sentimento che non aveva mai visto cosi forte in lei. E benché gli facesse male ammetterlo, capiva il perché.  

 

- Mick!?... Falcon!?... Siamo qui...  

 

Ryo e Kaori entrarono nel salotto ed ebbero la sgradevole sorpresa di trovarlo vuoto. Apparentemente, Mick e Falcon erano tornati a casa e Chambers se l’era data a gambe.  

 

La donna, al limite dell’esaurimento, si liberò delicatamente dalla stretta del suo socio dirigendosi, zoppicando, verso il divano. Si sedette silenziosamente nascondendosi il viso con le mani.  

 

Ryo si sentì inquieto a vederla in quello stato e stinse convulsamente i pugni. Aveva l’interesse a porre termine a quella folle storia il più velocemente possibile, se non altro per il benessere di Kaori.  

 

Senza fare il minimo rumore, Ryo si diresse in cucina e contattò Mick sul suo cellulare “riservato alle più belle donne del Giappone e del mondo intero”. Gli spiegò rapidamente la situazione e fu più o meno sorpreso di scoprire che, secondo le parole di Dave Chambers, Kuto Kaidi non aveva solamente deciso di eliminare Lemon e Kaori ma desiderava vedere morto anche lui.  

 

- A dire il vero Mick, tutto questo non mi stupisce più di tanto... Per Kaidi, è un modo come un altro di guarire la follia di sua figlia... Se non esistessi più, l’ossessione di Kira sparirebbe.  

 

(Mick, dall’altro capo del filo, pareva asettico.)  

 

- Si... ma tu non sai la meglio Ryo... Il tuo famoso Dave Chambers... Bè, non ha niente del perfetto gentiluomo la cui ascesa sociale non era da eguagliare che alla dimensione del suo portafoglio... Figurati che è ricercato dal Interpol per sottrazione di fondi e truffa internazionale... Kaidi che era a conoscenza di tutta la storia, e sapeva che anche il padre di Dave era coinvolto nell’intrallazzo, ne ha approfittato per ricattarlo e l’ha obbligato ad avvicinarsi a Kaori per spillarle il maggior numero di informazioni su di te e City Hunter...  

 

(Ricordando le circostanze del loro primo incontro, Ryo si rimproverò di nuovo per non aver ascoltato, con più attenzione, il suo istinto da professionista d’abitudine impeccabile.)  

 

- E cosa è successo a questo imbroglione?  

 

(Mick iniziò a ridacchiare.)  

 

- Oooohhhh non preoccuparti per lui, Ryo... E’ con la cara Saeko... non ti dico la faccia della tua ispettrice preferita quando l’ho informata che aveva un truffatore mondialmente ricercato sotto il naso da circa due mesi e non si era accorta di niente...  

 

(Ryo sentì come dei gemiti provenire dal salotto. Inquieto, gettò un’occhiata e gli sembrò di scorgere Kaori ad asciugarsi rapidamente gli occhi con il dorso della mano. Aggrottò le sopraciglia.)  

 

- Bene Mick... Devo lasciarti e soprattutto non ti dimenticare di dire a tutti che Kaori sta bene.  

 

(Ryo sperò che la sua voce non tradisse l’inquietudine che lo invadeva poco a poco.)  

 

- Dille che le darò un grosso abbraccio non appena la vedrò!  

 

(Disgustato dall’immagine di Mick e Kaori tra le braccia uno dell’altra, Ryo fece una smorfia.)  

 

- Ok ed io farò la stessa cosa alla dolce Kazue non appena la incrocerò... Bye Mick!  

 

Ryo entrò silenziosamente nel salotto e posò delicatamente il cellulare di Kaori sul tavolino.  

 

La donna alzò gli occhi proprio in quel momento incrociando lo sguardo inquieto del suo socio. Fece un leggero sorriso, ma il tremito delle sue labbra tradiva un po’ troppo crudelmente la tristezza che cercava di nascondere con ogni mezzo.  

 

Ryo fece il gesto di posare la mano sul suo braccio ma all’ultimo momento, cambiò idea.  

 

Non era decisamente a suo agio in queste cose. Non riusciva a confortare le persone. Ad ascoltarle veramente. A comprenderle. Kaori, lei, lo faceva con una tale naturalezza, una tale generosità ed una tale sicurezza che Ryo si sentiva miserabile al suo fianco.  

 

Tuttavia, quella sera, lei aveva bisogno di lui.  

 

Allora perché questa esitazione? Appena qualche ora fa, erano stati talmente vicini...  

 

Ryo deviò lo sguardo e soffiò dolcemente come per darsi coraggio:  

 

- Kaori...  

 

Incredulo, Ryo vide la donna alzarsi ed avvicinarsi alla porta-finestra malgrado la caviglia che doveva continuare a farle male.  

 

Il silenzio, che si era insidiosamente installato tra di loro, diventò frustrante.  

 

Kaori sembrava ancora una volta persa nei suoi pensieri. Non si muoveva. Non parlava.  

 

I minuti passavano. Opprimenti.  

 

Ryo notò i pugni di Kaori stringersi involontariamente.  

 

Il viso duro e pieno d’amarezza, la donna si voltò e sembrava supplicarlo con lo sguardo.  

 

- Come spiegarglielo Ryo? Come spiegare ad un bambino di quattro anni che suo padre è morto perché ha fatto una scelta sbagliata?  

 

Delle lacrime silenziose colarono lungo le guance della donna. Lottava contro le sue emozioni ma quest’ultime erano troppo forti perchè le canalizzasse completamente.  

 

- E’ ingiusto, Ryo... Troppo ingiusto... Non meritava di morire!  

 

Con un’esclamazione soffocata, Ryo si avvicinò a lei stringendola teneramente tra le braccia.  

 

Spontaneamente, la donna appoggiò la testa contro il petto del suo socio e sentì un dolce calore irradiarsi in tutto il suo essere. Ed a quel punto, pianse tutte le lacrime del suo corpo, tutte le lacrime che aveva represso in questi ultimi mesi.  

 

Ryo strinse la sua presa, accarezzando sempre più sensualmente la schiena della sua compagna. Dolcemente, la prese tra le braccia per sistemarsi con calma sul divano.  

 

Rannicchiata contro di lui, Kaori si lasciò andare ai suoi mali, ai suoi dubbi ed alle sue paure senza il minimo riserbo.  

 

Ed allora Ryo si promise di fare di tutto perché questa donna, la cui bellezza e la cui generosità non avevano cessato di renderla fiera e di impressionarla, non conoscesse più dei dispiaceri così forti.  

 

 

Continua...  

 

 

 


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