Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prosa

 

Autore/i: Ginie^^

Traduttore/i: Momoe

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Pourquoi ?

 

Total: 22 capitoli

Pubblicato: 15-09-06

Ultimo aggiornamento: 09-02-07

 

Commenti: 58 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di "Perché?" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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It’s the translation of a fanfiction that is not on HFC.

 

 

   Traduzione :: Perché?

 

Capitolo 2 :: CAPITOLO 2

Pubblicato: 23-09-06 - Ultimo aggiornamento: 23-09-06

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22


 

Le finestre vibranti per il vento glaciale del mese di marzo, Ryo non riusciva ad addormentarsi realmente.  

Sonnolento, abituato a questi dormiveglia, sussultò comunque quando il silenzio fu lacerato da un urlo terrificante.  

Kaori!  

 

Senza porsi domande, saltò giù dal letto, afferrò al passaggio la sua magnum e con una rapidità sorprendente, superò i pochi metri che separavano le loro due camere. Piroettò a terra, senza cerimonie, pronto a fare fuoco.  

 

Non sentendo alcuna tensione nemica, si decise a riporre l’arma.  

Il letto era disfatto ma vuoto e, quando posò una mano sull’impronta lasciata dal corpo di Kaori, si accorse che le lenzuola erano calde e leggermente umide. Ma cos’era successo?  

 

Ryo cominciava a perdere la calma. Un gemito soffocato lo fece riemergere dai suoi interrogativi e quando girò la testa in quella direzione, la trovò, in un angolo del muro, raggomitolata su sé stessa, atterrita, piangendo calde lacrime.  

Fece per avvicinarsi a lei ma si ricredette e posò prima di tutto la sua pistola sul comodino, temendo di turbarla maggiormente. Per lasciarla in quello stato, il suo incubo doveva essere stato spaventoso.  

Con precauzione, si fece avanti e s’inginocchiò vicino a lei, non osando toccarla, e per dirla tutta, non sapeva proprio quale comportamento adottare di fronte a una tale situazione. Kaori, così fiera, così coraggiosa, assomigliava a un piccolo animale spaventato, e ogni particella del suo corpo tremava come una foglia.  

Con un dolce mormorìo, tentò di rassicurarla:  

-“Kaori? Va tutto bene, hai avuto un incubo, è finito adesso. Non piangere più.”  

Ma lei, impressionata e traumatizzata da quelle immagini così reali, non si mosse. Ryo tese il braccio e, affettuosamente, le toccò la spalla.  

-“E’ finito.”  

Al suo contatto, lei rabbrividì, sentiva tutto il calore insinuarsi nel suo corpo tremante. Emerse dolcemente e quando sollevò il viso inondato di lacrime, incrociò il suo sguardo così tenero ma ciononostante inquieto. Ryo era ancora in vita? Trasportata da uno slancio d’amore infinito, si lanciò verso di lui.  

Preso alla sprovvista, destabilizzato, lui perse il suo equilibrio precario e si ritrovò sulla schiena, una Kaori tremante in lacrime sul suo petto. Tra due singhiozzi, lei si liberò dei suoi demoni:  

-“Sei vivo …… vivo … Scusami … Scusami, è colpa … mia. Tutto è colpa mia… Non dovrei rimanere al tuo fianco… Colpa mia!” E le sue lacrime raddoppiarono d’intensità.  

Ryo non sapeva più cosa fare. Ritrovarsi così, steso sul pavimento, una Kaori avvilita e che sembrava così fragile in quel momento. Non osava pronunciare una sola sillaba. Delicatamente, si rimise seduto e richiuse la sua stretta attorno a lei. Paura di farle del male, paura di perderla, la cullò teneramente, mormorandole qualche parola per confortarla.  

-“Shhhhhhtttttt! E’ finito. Va tutto bene. Non hai più nulla da temere. Sono qui.”  

Rimasero così qualche secondo, permettendo alla giovane donna di distendersi un po’. I suoi singhiozzi si calmarono.  

 

Non potendo sopportare di vederla in quello stato, era fuori questione per Ryo lasciarla sola per il resto della notte. Passò un braccio sotto le sue gambe nude, con il secondo l’afferrò per le spalle, e quando ebbe la certezza che fosse confortevolmente appoggiata contro di lui, la sollevò e la portò con sé, nella sua stanza.  

Lei non si mosse, tutta scombussolata com’era, la sola cosa che contava era il calore e il benessere che s’insinuavano piacevolmente nella sua carne. I suoi muscoli si rilassarono ancora un po’. Ryo ne fu cosciente e sollevato. Facendo facilmente il confronto tra le lenzuola e la sua camicia da notte, indovinò facilmente come avesse dovuto combattere i suoi demoni per buona parte della notte.  

 

Con un piede, spinse la porta della sua camera e depose il suo prezioso fardello sul suo letto. Allorché indietreggiò di un passo, lei sollevò su di lui degli occhi così spaventati che gli trafissero il cuore.  

-“Torno subito, non preoccuparti. Metti questa nel frattempo.”  

Le tese una sua camicia che si trovava su una sedia vicina e ritornò qualche minuto più tardi con un bel bicchiere di acqua fresca…che per poco non gli scivolò di mano quando vide uno spettacolo così bello che lo rimescolò fin nel più profondo delle sue viscere.  

Meccanicamente Kaori si era sbarazzata del suo pigiama e aveva infilato l’indumento che le aveva lasciato Ryo. Troppo grande, per lei, le doveva arrivare comodamente fino a metà coscia. Raggomitolata su sé stessa, tra il cuscino e le lenzuola, aveva l’aria perduta. Così innocente, così fragile e così… così attraente. Il suo istinto d’uomo non poteva non notare i riflessi della luce sulla sua spalla denudata dall’abbigliamento troppo largo, il suo respiro irregolare che faceva muovere il suo seno generoso di cui gli sembrava intravedere la nascita all’incrocio dei due lembi della camicia, le sue gambe affusolate piegate su di lei e che cercava pudicamente di coprire con le braccia.  

Deglutì con difficoltà e si rimbrottò mentalmente per non pensare che a quello in un momento simile. Ma lei era così invitante e vederla senza difese era così raro, troppo raro. Le tese maldestramente il bicchiere d’acqua e posando il suo sguardo sul suo viso angelico, ammirò i suoi occhi, brillanti per aver pianto tanto.  

Quando lei ebbe finito di bere qualche sorso, riprese il bicchiere, sfiorando al passaggio le sue dita, cosa che lo fece trasalire: la sua mano era gelata, doveva morire di freddo. Posò il recipiente sul comodino e con un movimento rapido, si sistemò sul letto, vicino a lei. Leggermente rialzato sul suo cuscino, appoggiandosi sul bordo del letto, prese Kaori per la spalla e l’attirò a sé. Ritrovando quel calore così famigliare, così rassicurante e così particolare, lei nascose la testa nell’incavo del suo collo e si lasciò andare completamente. In tranquillità, il benessere s’impadronì di lei nuovamente, e tutto il suo essere finalmente sereno, si lasciò scivolare nel sonno.  

 

Ryo, tuttavia avido di conoscere le ragioni di questo trauma, rinunciò ad interrogarla. Era fuori questione che le facesse rivivere quella prova ora che si era calmata. Posò la sua testa contro quella di lei, respirando il profumo dei suoi capelli. Assaporò quest’istante d’intima complicità, e si distese a sua volta. Chiuse gli occhi e si addormentò.  

 

 


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