Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prosa

 

Autore/i: Ginie^^

Traduttore/i: Momoe

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Pourquoi ?

 

Total: 22 capitoli

Pubblicato: 15-09-06

Ultimo aggiornamento: 09-02-07

 

Commenti: 58 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di "Perché?" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Perché?

 

Capitolo 22 :: CAPITOLO 22

Pubblicato: 09-02-07 - Ultimo aggiornamento: 09-02-07

Commenti: Ed eccomi arrivata alla fine di questa traduzione che mi ha dato, in questi mesi, tante soddisfazioni. Ringrazio di cuore Marzia, Alessia, Marysq92, Ambra, Elenina, Sam e Rinrei per avermi seguito in questo piacevole lavoretto, ringrazio inoltre e ringrazierò per tutta la vita Ginie per aver scritto questa fic meravigliosa (che naturalmente introduce “Tra Cielo E Terra”, il sequel di “Perché”: se non l’avete già letta, fatelo immediatamente!) Ora è tempo di salutarci, anche le cose belle purtroppo finiscono, ma non è detto che non ci si debba più risentire, anzi… Un abbraccio virtuale a tutte. A presto! Momoe. W CITY HUNTER!

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22


 

Kaori aprì un occhio. Si mise a sedere sul letto, provando una spiacevole sensazione. Non si trovava nella sua stanza ma in quella di Ryo.  

Il suo primo riflesso fu di guardare dappertutto, scrutando con gli occhi i minimi dettagli. Ma si rammentò degli episodi del giorno precedente, e fu rassicurata. La fuga nel bosco, il Camaleonte, la bomba, il loro abbraccio, il loro ritorno. Si era addormentata in macchina. Eppure non portava più il suo vestito ma un pigiama davvero troppo grande per lei. Arrossì naturalmente.  

La sveglia indicava 11h.10. Stupita per aver dormito così a lungo, uscì dal letto e aprì la porta. Nessun rumore turbava l’appartamento. Erano forse usciti, vista l’ora?  

Si diresse verso la sua stanza: nessuno. Prese allora i due pezzi di un indumento sportivo, e andò a farsi una doccia.  

Poi decise, mettendosi una giacca sulle spalle, di andare a prendere il fresco sul tetto. Voleva riflettere un po’ su tutti gli avvenimenti.  

 

Ryo sentì delle porte aprirsi poi quella della stanza da bagno chiudersi. I pezzi smontati della sua magnum erano sparsi davanti a lui. Quante volte aveva tenuto un’arma in mano? Quest’arma che considerava come la sola cosa indispensabile nella sua vita, un prolungamento del suo braccio, del suo animo. Che cammino aveva percorso dal suo arrivo in Giappone! Un tempo, non avendo nessun legame, a parte qualche ragazza occasionale, viveva per procura nei confronti di questa pistola. Aveva incontrato Makimura, il suo unico riferimento. E quando quest’ultimo era morto, aveva creduto di non poter mai risalire la china, ma aveva incrociato Kaori. Dalla ragazzina che l’aveva scelto come confidente, era diventata la donna d’oggi. La donna che gli aveva insegnato ad amare di nuovo.  

Alzò un occhio interrogatore. Le porte si erano chiuse, e il rumore dei passi della sua partner si allontanavano. Ne concluse facilmente che si dirigesse sul tetto. Decise di concederle un po’ di tempo per rimettere a posto le idee, e pazientò finendo di pulire la sua magnum.  

 

Kaori, il vento che sprofondava nei suoi capelli, il viso teso verso il sole, apprezzò questo momento di pienezza. Passò in velocità gli episodi della notte precedente. La proposta di Itsuma, benché importante nella vita di Kaori fu spazzata via di fronte al ricordo del bacio appassionato che aveva condiviso con Ryo. Sorrise, felice, maliziosa.  

Mai le aveva detto chiaramente che l’amava, tuttavia, malgrado tutti i loro litigi, lei sentiva un cambiamento sottile nel loro comportamento. Sì, giocoforza era per lei constatare che molti elementi erano in suo favore ma perché non le diceva nulla? Agiva talmente da maniaco davanti a tutte le donne che le sembrava impossibile immaginare che in realtà Ryo fosse timido ed impaurito di fronte ai suoi sentimenti. Decidendo di approfittare della bella giornata, dimenticò completamente il suo desiderio di fuggire quella vita. Non avrebbe potuto, non avrebbe potuto mai. Era felice, e con Ryo. Le cose si sarebbero sicuramente chiarite. Sì! Ne era persuasa!  

La sua pancia brontolando con forza la fece atterrare nella realtà. Aveva bisogno di una colazione e voleva beneficiare della presenza di Sayuri per quest’ultimo giorno.  

 

Ryo rimise la pistola nel suo holster e posò il tutto sul tavolo. Il poco coraggio che era riuscito a raccogliere, si assottigliava di minuto in minuto. Sentiva che l’ora sarebbe suonata incessantemente a breve. Come avrebbe abbordato la conversazione? Avrebbe dovuto solamente baciarla? Sarebbe stato sufficiente forse? La sua timidezza cominciò a riprendere il sopravvento quando si trattava di parlare. Kaori scendeva le scale sbadigliando e stirando le braccia verso il soffitto. Si fermò sugli scalini in basso quando vide Ryo.  

- “Ma? Sei qui?” farfugliò.  

Senza dire una parola, lui si alzò e le si avvicinò. Non aveva bisogno di sforzarsi, e si accorse con sollievo che sarebbe stato molto facile cambiare tutto. Lei seguiva i suoi minimi movimenti con curiosità. Arrivato alla sua altezza, le arruffò i capelli.  

- “La bella addormentata nel bosco ha deciso di risvegliarsi finalmente.”  

- “Sì… ehm… io”  

- “Kaori, hai fatto un buon lavoro ieri sera.”  

Kaori non sapeva più dove mettersi.  

- “Oh smettila, per favore!! Non sono abituata a sentirmi dire questo genere di cose. Preferirei ancora che ti arrabbiassi.”  

- “Sì, potrei, mi sono molto preoccupato quando sei scomparsa.”  

- “Ma Sayuri…”  

Ryo, con grande sorpresa di Kaori, la prese tra le sue braccia.  

- “Sono sollevato che tu stia bene.”  

Allentò un po’ la sua stretta e approfittò dello spettacolo. Il profumo di Kaori lo confortava ma si mescolava a una punta di eccitazione.  

Stupefatta ma estasiata, lo guardò. Lui immerse il suo sguardo in quello di lei, e prese piacere ad abbandonarsi. Kaori ebbe un fremito, non sapeva come interpretare quella piccola scintilla che danzava nei suoi occhi.  

 

TOC TOC!  

Il tempo si contrasse. Ryo e Kaori si guardarono sempre più a disagio. Che cosa dovevano fare? La magia dell’istante scomparve e lasciò posto alla loro reciproca timidezza.  

TOC TOC TOC TOC!  

I colpi alla porta raddoppiarono e l’atmosfera di complicità che si era stabilita tra loro evaporò.  

Kaori balbettò che doveva aprire, in quanto a Ryo, addusse a pretesto un bisogno pressante.  

- “Kaori! Ryo! Siete qui?”  

Riconoscendo la voce di sua sorella, Kaori aprì la porta. Sayuri l’abbracciò calorosamente, felice di vedere che la sua cara sorella aveva l’aria di essere in forma.  

- “Kaori! Sono venuta a prendervi. Tutti vi aspettano al Cat’s Eye!”  

- “Ah? Ma perché?”  

- “Setsuko ed io, dobbiamo partire per New York questo pomeriggio. Ho pensato che una festicciola sarebbe stata la benvenuta.”  

 

Kaori chiamò Ryo e lo rese partecipe dell’invito, poi risalì nella sua stanza per cambiarsi. La sua testa ronzava, numerosi sentimenti l’invadevano: la gioia di aver risolto il caso, la tristezza per la partenza di sua sorella, la strana ma deliziosa sensazione quando Ryo l’aveva presa tra le sue braccia.  

Quest’ultimo, con la sua indolenza abituale, li seguì fino al bar. Stranamente silenzioso, era soprattutto impaziente di trovarsi di nuovo solo con Kaori. In più, aveva voluto rendere onore a sua sorella e Kaori si era vestita con eleganza, con una camicia bianca e una gonna. Questo provocava in Ryo un sentimento nuovo. Alcune belle ragazze gli passarono davanti, ma lui non vedeva che l’ancheggiamento dell’andatura di Kaori e le sue gambe affusolate. Scosse la testa per cercare di concentrarsi su altre cose. E ricevette 10 tonnellate quando adocchiò una donna carina da troppo vicino.  

Arrivati laggiù, ritrovarono tutti i loro amici, e passarono una gioioso pomeriggio. Quando gli amici la spinsero a raccontare la sua evasione, Kaori, imbarazzata, spiegò loro come aveva utilizzato la rivista erotica di Ryo. Falco la complimentò per l’installazione della trappola che gli aveva reso un gran servizio. Miki le assicurò che aveva fatto dei progressi enormi, e le diede una piccola gomitata complice quando le parlò del vestito. Seguendo il suo sguardo, Kaori si accorse di cosa voleva parlare Miki e le sue guance arrossirono quando vide Ryo. Costui discuteva con Setsuko che finiva di spiegargli il ruolo di Varkovic, Saeko completava la sua storia.  

Dopo l’interrogatorio della sera prima, quel criminale aveva in effetti voluto approfittare dell’occasione, per prendere contatto con un uomo d’affari straniero circa un traffico di cocaina. I pochi giornalisti e poliziotti avevano minimizzato i rischi. Sfortunatamente, l’affare non aveva avuto seguito quando il compratore potenziale aveva cominciato a rifiutare di pagare. Varcovic si era innervosito e l’aveva eliminato, e Sayuri passando di là, fu portata via come ostaggio, conosciuta per le sue ricerche contro Varcovic. Quando Saeko aveva avuto sentore di una possibilità di traffico in occasione della serata mondana e non potendo intervenire, si era informata sugli invitati. Aveva saputo che Miss Stone voleva una guardia del corpo per la serata e aveva pensato del tutto naturalmente a Ryo. Costui grugnì e le assicurò che non se la sarebbe cavata così. Mick lo punzecchiò a mezze parole, sul fatto che gli sarebbe stato ormai impossibile recuperare i suoi debiti nei confronti di Saeko.  

Quando Setsuko annunciò che sarebbero dovuti partire per l’aeroporto, tutti si salutarono con emozione.  

 

All’aeroporto, fu più difficile per le due sorelle. Kaori dovette promettere alla sua sorella maggiore di fare attenzione e soprattutto di vivere felice.  

L’aereo ripartì lasciando Kaori e Ryo a seguirlo con lo sguardo. Kaori si sentiva davvero triste, avrebbe voluto approfittare di sua sorella per un po’ più di tempo.  

- “Non prendertela, ritorneranno.”  

Che Ryo le leggesse nei pensieri adesso? La sua osservazione la rassicurò e sorrise al cielo.  

- “Sì, lo so.”  

- “Ryo! Kaori! …han…han… non credevo di riuscire a raggiungervi.”  

- “Che c’è Saeko?”  

- “Devo consegnarvi questa busta da parte di Miss Stone, e questa lettera per Kaori da parte di Itsuma.”  

Quando Saeko la rimise a quest’ultima, non potè impedirsi di dare un’occhiata a Ryo. Sembrava guardare altrove ma Saeko sentiva che era un po’ turbato.  

- “Ryo”, riprese, “Miss Stone mi ha incaricata di dirti che potrai andare a raggiungerla quando vorrai.”  

- “Ho lavorato abbastanza. Si potrebbe invece parlare del tuo debito nei miei confronti.”  

Saeko si girò verso Kaori pensando di trovare un sostegno energico, ma Kaori aveva gli occhi fissi sulla lettera e le sue mani tremavano un po’.  

L’ispettrice non sapeva che Itsuma aveva chiesto in sposa Kaori ma sospettava che questo lavoro avesse segnato Ryo e Kaori. Questa situazione imbarazzava Saeko, si sentiva di troppo al momento e decise di lasciarli soli. E soprattutto, si disse, maliziosa, avrebbe fatto meglio a passare al Cat’s Eye, a chiedere a Miki ciò che era successo durante quella serata.  

- “Ne riparleremo un altro giorno, eh Ryo, credo che tu abbia di meglio da fare per il momento.”  

Sorrise, ma tagliò la corda rapidamente.  

- “Grrrrrrr!!! Me la pagherai Saeko! … Kaori, vieni, rientriamo”.  

Kaori non si era mossa dal momento in cui Saeko le aveva dato la lettera. Si sentiva a disagio. Che cosa doveva fare? Aprire la lettera? Ma lei si sentiva colpevole nei confronti di Itsuma. Sapeva che cosa significava sperare in amore, sapeva che era duro, terribile.  

Si decise nondimeno a raggiungere Ryo e rientrarono nel loro appartamento.  

Ryo sentendo che qualche cosa non andava, trattenne Kaori prima che andasse a rifugiarsi nella sua camera.  

- “Kaori? Va tutto bene?”  

- “Io… io non so se devo leggerla.”  

Questa risposta imbarazzò Ryo. Sapeva che Kaori doveva sentirsi sola, gli sarebbe piaciuto rassicurarla ma non aveva il diritto di immischiarsi, malgrado tutto, la curiosità lo rodeva.  

- “Non conosci il contenuto della lettera, perché ne avresti paura?”  

- “Io ho… io… credo di avergli fatto del male e…”  

- “Che cos’altro avresti potuto fare? Tu… avresti voluto che la cosa si svolgesse in modo diverso?”  

Kaori alzò la testa e lo guardò tristemente.  

- “Forse.”  

Questa risposta trapassò il cuore di Ryo. Destabilizzato, non sapeva cosa rispondere. Ma, Kaori non aveva finito di spiegarsi. Decise di rivelargli ciò che aveva sul cuore:  

- “Volevo partire. Finire questo lavoro e partire. Non con Itsuma, no, io… io non l’amavo come lui avrebbe voluto.”  

Il silenzio s’impose, crudele. Ryo si sentiva oppresso, capiva che Kaori gli rivelava parzialmente il suo sconforto e se solamente avesse insistito un po’ avrebbe potuto farla parlare. Ma, la confessione di Kaori gli aveva tagliato il respiro. Partire, voleva dunque veramente abbandonarlo?  

Alcuni secondi passarono. Kaori si alzò, infilò la lettera nella sua tasca.  

- “Vado a preparare la cena.”  

Ryo si alzò a sua volta e le afferrò il braccio prima che lei raggiungesse la cucina.  

- “Kaori! Avevi l’occasione di iniziare una nuova vita. Migliore di quella che posso proporti. Perché?”  

Cosciente che Ryo fosse sincero, Kaori fu tanto sorpresa quanto imbarazzata, ma gli sorrise e puntò il suo dito davanti a lui, una mano sul fianco.  

- “E chi ti sorveglierebbe allora?”  

Ryo stupito per la decontrazione improvvisa della sua partner, stette al gioco. Si sedette direttamente sul pavimento, e le braccia incrociate, rispose un po’ offeso:  

- “Non sono più un bambino.”  

Kaori provò piacere a prenderlo un po’ in giro, come sapevano fare reciprocamente, con tenerezza.  

- “Sì, certo, e chi ti farebbe la spesa, le pulizie, la cucina?”  

- “Ebbene, almeno, non dovrei più mangiare quello che mi dai!”  

- “Specie di ipocrita! Non lasci nemmeno una briciola ogni volta.”  

- “Tssss! Saresti davvero una pessima sposa.”  

Ryo non poteva impedirsi di punzecchiarla, e questo gli permetteva di togliersi dalla mente una Kaori in vestito da sposa al braccio di un uomo come Itsuma. Se un giorno, avesse avuto la fortuna di vederla così, sarebbe stato al suo braccio!  

Kaori sempre piantata di fronte a lui, si accovacciò e gli sorrise, beffarda:  

- “Capita a proposito, non sei invitato.”  

Lei sentiva che questa discussione non era che un gioco, e provò piacere a parteciparvi senza alcuna ostilità. E la sensazione che Ryo fosse un po’ geloso di Itsuma l’accendeva di gioia.  

- “Tu scherzi, per niente al mondo me lo lascerei sfuggire!”  

- “Puoi scherzare quanto vuoi, non avrai mai questo piacere.”  

- “Ah ah ah! Un matrimonio senza sposo, è proprio da te questo!”  

Kaori indietreggiò impercettibilmente, attonita. Rendendosi conto di ciò che aveva detto, Ryo si sentì scavalcato dagli avvenimenti. Mise le mani dietro la testa e cominciò a ridacchiare goffamente.  

- “Ryo?”  

Kaori non si mosse e non si arrabbiò. Voleva sapere, vederci chiaro. Terrorizzato all’idea di dover dare delle spiegazioni chiare e nette, Ryo si ingarbugliò.  

- “Ebbene sì! Nessuno avrebbe la cattiva idea di chiederti in sposa!”  

- “Tu dimentichi ciò che è successo ieri sera!”  

Ryo non aveva di certo dimenticato. Si decise finalmente:  

- “No, non ho dimenticato ma per il momento tu non hai risposto alla mia domanda.”  

Kaori si rialzò, effettivamente, aveva sviato la conversazione. Se Ryo non indovinava la ragione per la quale lei aveva rifiutato, non sapeva come dirglielo. Volse la testa e cercò di nascondere la sua confusione. Anche Ryo si alzò, e posò una mano sulla sua spalla.  

- “Kaori, volevi veramente partire?”  

Lei respirò profondamente.  

- “Sì.”  

La stretta di Ryo si restrinse.  

- “Kaori? Non hai ancora indovinato ciò che sento per te?”  

La giovane donna spalancò stupita tanto d’occhi, il suo cuore s’imballò fortemente e cominciò a far fatica a controllarlo.  

- “Che cosa…?” balbettò.  

- “Kaori. Sai molto bene che non sono portato per questo genere di cose. Non ho l’abitudine di svelare i miei sentimenti. Io… ti ho fatto del male durante tutti questi anni, ti ho fatto piangere molte volte, ma…”  

Kaori gli evitò di perdersi in spiegazioni, si mise sulla punta dei piedi e lo baciò. Sorpresa dalla propria audacia, arrossì leggermente, ma sapeva ora, sapeva che non sarebbe stato che un inizio per loro.  

…  

 

 


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