Hojo Fan City

 

 

 

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Rated G - Prosa

 

Autore/i: Ginie^^

Traduttore/i: Momoe

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Pourquoi ?

 

Total: 22 capitoli

Pubblicato: 15-09-06

Ultimo aggiornamento: 09-02-07

 

Commenti: 58 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di "Perché?" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Perché?

 

Capitolo 18 :: CAPITOLO 18

Pubblicato: 12-01-07 - Ultimo aggiornamento: 12-01-07

Commenti: Buona lettura! Momoe

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22


 

Kaori fu la prima a salire i gradini quattro a quattro, per la sua posizione favorevole. Ryo, si precipitò al suo seguito, ma fu trattenuto da una Sofia desiderosa di approfondire la loro relazione e di non rimanere sola in una tale situazione.  

- “Desolato Sofia, ma il dovere mi chiama.”  

Sofia terrorizzata si aggrappava a lui, si liberò come poté e si ritrovò dietro a Itsuma, che anche lui aveva seguito Kaori ma lo superò facilmente.  

 

- "Kaoriiiiii!!! Ryoooooo!!! Setsukooooo!!! Aiut...!"  

Kaori si fermò di colpo, era la voce di Sayuri. Riprese dunque ancora di più la sua corsa. Sua sorella!  

Arrivata per prima sul posto, notò una porta aperta. Quando passò la testa attraverso lo spiraglio della porta, sfoderando la pistola dalla sua borsa, non vide che un uomo steso al suolo, morto. Un proiettile nella testa, alcuna possibilità di sopravvivenza. Urlò che avrebbero chiamato la polizia e non accontentandosi di aspettare lì, prese la strada del secondo piano. Le sembrava di avere sentito dei passi in quella direzione. Incosciente del pericolo, ardita e coraggiosa, non pensava che a salvare sua sorella e quel povero uomo a cui bisognava rendere giustizia.  

 

Ryo la sentì, e fece più in fretta che poté. Si fermò al primo piano, e si concentrò, non avvertiva alcuna animosità, il criminale doveva essere fuggito subito dopo. Itsuma, non avendo visto che Ryo si era fermato improvvisamente, gli andò a sbattere contro violentemente.  

- “Che cosa fa qui. Ridiscenda subito.”  

- “No! Kaori è in pericolo!”  

- “E lei la mette ancora più in pericolo se mi rimane tra i piedi. Sgomberi!”  

Lo sguardo duro e penetrante dissuase Itsuma dal replicare e Ryo continuò la sua corsa, seguendo lo stesso cammino di Kaori.  

- “Questo cretino mi ha fatto perdere del tempo prezioso!”  

- “Kaori? Mi senti? Torna qui, è pericoloso.”  

Ma, lei aveva intravisto una figura e non voleva che l’assassino scappasse, non con sua sorella.  

- “Li vedo… loro… si dirigono verso il tetto.”  

Kaori li inseguì e si ritrovò sul tetto. Il vento sferzava il tessuto del suo vestito contro le sue gambe, ma era determinata a non lasciarli andare. L’uomo, pistola in pugno, Sayuri presa in ostaggio, un braccio attorno al suo collo, sogghignò. Un rumore sordo ma continuo portò via la sua risata. Continuava a correre verso i bordi del tetto.  

- “Non si muova”, Kaori lo minacciò con il suo revolver, “lei non può più…”  

Il rumore si avvicinava, violento, assordante, e lei riconobbe lo strepito caratteristico di un elicottero. Vide l’uomo afferrare una scala e trascinare Sayuri con sé. Non ascoltando che il suo desiderio di salvare sua sorella, Kaori li seguì e si aggrappò anche lei alla scala.  

 

Quando Ryo arrivò sul tetto, i pochi secondi di ritardo che aveva, pesarono molto sul suo cuore. Impotente, vide Kaori guardarlo un’ultima volta prima che le tenebre della notte l’inghiottissero.  

- “KAORIIIIIII!!!!!!”  

Itsuma gli andò a sbattere contro per la seconda volta. Ryo si girò, tutta la sua collera si rifletteva nel suo sguardo. Prese quest’ultimo per il collo e lo sollevò con facilità.  

- “Tu! Per causa tua, non ho potuto…”  

Itsuma fu terrificato dai suoi occhi. Gli occhi di una belva, ebbra di collera e pronta ad ucciderlo se era necessario. Ryo lo mollò tanto in fretta quanto l’aveva afferrato, lasciandolo cadere rudemente al suolo, e partì in direzione opposta, a prendere la macchina per cercare di inseguire l’elicottero.  

 

Ryo scese a precipizio le scale, travolgendo al suo passaggio due uomini inebetiti dalla piega inattesa che aveva preso la serata. Ruzzolò fuori in tromba. Voltando la testa a destra e a sinistra, la sua colera si amplificò ancora di più, quando non trovò la sua macchina!  

Uno stridìo di pneumatici, gli fece girare la testa. Falco guidava la sua jeep, slittò sulla ghiaia all’entrata del maniero. Ryo saltò nel veicolo, spingendo Mick, anche lui presente.  

- “Ce ne hai messo di tempo ad arrivare Falco!”  

- “Sorvegliavo i paraggi quando ho sentito l’elicottero. Se ci ho messo del tempo a venire è per colpa di questo bellimbusto che cercava di adescare una cameriera.”  

Mick sentendosi preso di mira si difese, ma Ryo troncò loro la parola:  

- “Sbrigati, Kaori è a bordo e hanno anche Sayuri.”  

- “Cosa??”  

Falco spinse ancora di più sull’acceleratore. Mick si sentiva un po’ colpevole, ma mai avrebbe pensato che Kaori fosse più rapida di Ryo in tali circostanze.  

- “Sai dove si stanno dirigendo?”  

- “Verso nord, è tutto quello che so. Kaori ha una ricetrasmittente, spero che potrà comunicarci la destinazione. Per ora, non ho che dei crepitii.”  

Il tono della sua voce morì. Era pazzo d’inquietudine. Se avevano a che fare con il Camaleonte, Kaori avrebbe messo veramente la sua vita in pericolo.  

Il silenzio pesò molto sui tre uomini. Nel giro di una mezza dozzina di kilometri, Mick ordinò a Falco di fermarsi.  

- “Che razza di fesseria vai dicendo? Bisogna cercare Kaori!”  

- “Giustamente! Non si sa dove siano andati. Se partiamo nella direzione sbagliata, ci metteremo molto più tempo a raggiungerla quando ci contatterà.”  

Aveva ragione. Falco e Ryo approvarono, e Umibozu parcheggiò sul lato basso della carreggiata.  

 

***  

 

Kaori, sempre aggrappata alla scala non osava muoversi. Il vento la sferzava, e il rumore dell’aria, la velocità, le impedivano di sentire Ryo. In queste stesse condizioni, era certa che nemmeno lui la sentisse. La sua borsa la sfrustava, e non poteva liberare le sue braccia, troppo concentrata a trattenersi come poteva, per non cadere.  

Non sapeva dove l’apparecchio l’avrebbe condotta, tutto ciò di cui era sicura era che avrebbe potuto prendere contatto con Ryo. E malgrado il fatto che fosse totalmente spaventata, questo pensiero le ridonava coraggio.  

 

Nell’elicottero, erano in tre. Sayuri, stordita, era in un angolo. Il pilota si piegava agli ordini del terzo protagonista. Quest’ultimo esultava. Missione riuscita. Il seccatore non avrebbe più parlato, e in premio, portava questa giornalista di cui il suo capo gli aveva parlato. Avrebbe ricevuto una ricompensa per questo, ne era sicuro, e il suo sorriso carnivoro illuminò il suo volto. Un volto del tutto comune, e che non avrebbe dato a nessuno l’idea che si trattasse di un uomo molto pericoloso. Un volto, di cui solo gli occhi lasciavano trasparire una mancanza totale di scrupoli e di pietà. Un volto, senza tratti particolari, che poteva cambiare a volontà.  

Il Camaleonte scoppiò a ridere. Aveva intravisto il grande City Hunter, e ancora una volta, l’aveva umiliato e se tutto fosse andato come aveva previsto, questa sarebbe stata l’ultima volta che lo avrebbe visto in vita.  

- “Capo! Della ragazza che cosa ne facciamo? Tiriamo su la scala?”  

- “No, lascia che se la sbrighi, e se la ritroviamo in un unico pezzo all’arrivo, potrà sempre servirci come ostaggio.”  

E per una buona mezz’ora, Kaori dovette lottare per non cadere nel vuoto. La notte ricopriva il paesaggio, lontano dall’essere rassicurante, sapeva che le sarebbe stato fatale se avesse mollato la presa. Pensò a Ryo ed attese.  

 

Quando l’elicottero si mantenne in posizione di atterraggio, sentì che tiravano la scala verso l’alto.  

- “Allora Signorina, gioca ai funamboli?”  

Il Camaleonte scoppiò a ridere. Afferrò Kaori, e pur non impendendole di morderlo, la bloccò facilmente.  

Kaori si dibatté, ma più faceva ciò che poteva per liberarsi, più la stretta si serrava. Se voleva conservare le forze, doveva calmarsi. L’uomo la consegnò ad una delle guardie. Lei decise allora di difendersi gridando, e non ebbe peli sulla lingua.  

- “Lasciatemi, grossi bruti! Stronzi! Specie di…”  

- “Fatela tacere questa pazza!”  

Sentì un colpo dietro la testa, e finalmente le tenebre la travolsero.  

 

***  

 

L’attesa sembrò loro durare un’eternità, e fu per Ryo una tortura rimanere nell’ignoranza. Ma, non furono che pochi minuti a passare. All’improvviso, sussultò. Sentiva di nuovo molto bene nell’auricolare. Fece segno ai suoi complici di non parlare. Se Kaori li sentiva, le guardie rischiavano di sospettare che lei portasse un qualche microfono.  

Questo non gli impedì di guardarli quando riconobbe la voce del Camaleonte. Fece loro un segno con la testa e Falco e Mick compresero. Poi, Kaori gridò e più nulla. Ascoltò il seguito degli avvenimenti, pregando interiormente che lei fosse solamente svenuta. Non poté trattenere un sospiro di sollievo, quando una delle guardie, su ordine del loro capo, la portarono per rinchiuderla nel capanno. Il capanno? Guardò i suoi due amici con sorpresa, ma questi, incapaci di capire la minima parola, lo fissarono senza dargli la risposta che indirettamente aveva posto.  

Ryo attese di sentire una porta aprirsi poi chiudersi, non senza distinguere la guardia lanciare una considerazione ad uno dei suoi colleghi sul fatto che Kaori era davvero ben tornita.  

- “Tu, me la pagherai!”  

Stupiti nel sentire Ryo parlare da solo, Mick e Falco lo incitarono affinché raccontasse loro tutto ciò che aveva sentito.  

- “Abbiamo davvero a che fare con il Camaleonte, e apparentemente, sgobba per qualcuno. Ha detto che la sua missione è stata un successo, e che in più riportava un ostaggio. Kaori è viva, ma è incosciente. L’hanno chiusa in un capanno. Un capanno? Avete un’idea?”  

- “Nemmeno la minima. Potrebbe trattarsi di un capanno da giardino, da guardia…”  

Falco cercò di riflettere ma c’erano troppe possibilità.  

- “Kaori è tutta sola adesso”, aggiunse Mick, “potresti forse cercare di svegliarla.”  

- “E’ quello che sto per fare. Kaori? Kaori? Andiamo, svegliati adesso! KAORI!”  

 

Kaori, sentendo la voce di Ryo da lontano, riemerse dolcemente. Riprese animo. Il suo vestito non era che leggermente strappato qua e là e, per fortuna, aveva ancora le sue scarpe, ma aveva freddo.  

- “KAORI???”  

- “Sì! Sì, va bene, non urlare così, ti sento!!”  

Ryo, dapprima stupito sorrise, e fece un segno con la mano per annunciare a Falco e a Mick che si era risvegliata.  

- “Kaori! Dove sei?”  

Lei girò la testa e osservò i paraggi.  

- “Nessuna idea e tu?”  

Ryo per poco non cadde riverso, davanti all’aria veramente sorpresa degli altri due sweepers.  

- “Non è il momento di giocare agli indovinelli! E cosa ti ha preso di volere giocare a fare l’eroina? Sai che è pericoloso e ti sei buttata a capofitto per prima.”  

- “Tu credi che non lo sappia. Potresti almeno aspettare che esca di qui prima di sgridarmi. Lo so che non sono la partner ideale, ma …ma …”  

Kaori si sentì smarrita e Ryo si sentì subito colpevole. Bisognava che la sostenesse, era tutto ciò che avrebbe potuto fare per il momento. Dimenticò che li ascoltavano, e cercò di rassicurarla, come lei faceva ogni volta che era lui ad essere in pericolo.  

- “Scusami, Kaori. Mi sono preoccupato e mi sono arrabbiato. Tu sei la MIA partner, e non ti lascerò mai soccombere. Falco e Mick sono con me. Guardati attorno, e dicci ciò che vedi. Faremo il più presto possibile per farti uscire da lì.”  

Rassicurata dalle sue parole rincuoranti, Kaori si mise in piedi e ispezionò il luogo.  

- “Sono in una sorta di piccola capanna. Ma, non ha finestre e il solo mobilio è un letto… insomma una panca e un lenzuolo piuttosto.”  

Si diresse verso la porta facendo aderire il suo orecchio per ascoltare all’esterno.  

- “Sento una guardia discutere, ma nessuno le risponde distintamente, deve parlare per radio. Apparentemente, è tutto solo. Non mi hanno preso la borsa. Invece, ho perduto la mia pistola. Ma …… He he he, non si sono dati la briga di perquisire la mia borsa.”  

- “Che cosa avevi preso con te?”  

- “Ho due granate, un vaporizzatore di gas lacrimogeni, un martello e …ops”  

- “Un martello? Come diavolo?”  

- “Non si sa mai con te!”  

Una libellula passò sopra la testa di Ryo. Anche in momenti simili…  

- “Hai visto fuori che aria tira?”  

- “No, desolata. Ryo …hanno …hanno Sayuri.”  

- “Lo so ma non preoccuparti, arriviamo. Aspetta due secondi, spiego di che cosa si tratta.”  

Ryo si girò verso i due uomini che cominciavano a spazientirsi di rimanere nell’ignoranza e raccontò loro ciò che Kaori gli aveva riferito.  

- “Ryo! Ho un’idea! Uscirò di qui, non muoverti.”  

- “Kaori? Kaori! Che cosa…”  

Ma lei non rispose, troppo occupata a mettere il suo piano in esecuzione.  

 

 


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