Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prosa

 

Autore/i: Ginie^^

Traduttore/i: Momoe

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Pourquoi ?

 

Total: 22 capitoli

Pubblicato: 15-09-06

Ultimo aggiornamento: 09-02-07

 

Commenti: 58 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di "Perché?" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Perché?

 

Capitolo 3 :: CAPITOLO 3

Pubblicato: 29-09-06 - Ultimo aggiornamento: 29-09-06

Commenti: Ciao a tutte! Ringrazio di cuore Marysq92, Marzia, Rinrei e Alessia per aver lasciato i loro commenti e i loro pensieri. Grazie davvero! Le vostre parole mi hanno dato un motivo in più per continuare la traduzione di questa fanfiction che, inutile dirlo, adoro! Un saluto speciale va, naturalmente, anche a Ginie. Ed ora... buona lettura! Momoe

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22


 

Kaori emerse lentamente, il sorriso sulle labbra, ancora immersa nelle delizie della sua posizione. Confortevolmente sistemata, in un dolce calore, si stirò come un gatto. Sul fianco, tese le braccia svogliatamente in avanti. Poi, si girò sulla schiena, e aprì leggermente gli occhi. Cosciente di non aver dormito così bene da molto tempo, ci mise del tempo a rendersi conto del peso sul suo ventre.  

 

Ryo, sentendo la sua partner spostarsi, si svegliò e brontolò quando il corpo di lei, che aderiva perfettamente al suo, si mise a muoversi. Il suo braccio, che riposava sulla sua vita, non si spostò neppure, gustando inconsciamente la deliziosa promiscuità.  

- “Buongiorno bella mia”, mormorò lui con una voce ancora addormentata.  

- “Mmmmm… Buongiorno Ryo.”  

Kaori si girò contro di lui, la testa appoggiata nell’incavo della sua spalla.  

 

Ma quest’istante privilegiato non durò più di qualche secondo, ciascuno resosi conto della situazione. Spalancarono entrambi gli occhi e si guardarono così stupiti l’uno come l’altra.  

Ryo si ricordava degli avvenimenti di quella notte agitata, ma Kaori? Dallo sguardo di lei che rifletteva tutta la sua sorpresa, ne dubitò e involontariamente mise il broncio.  

Non ci volle altro per risvegliarla completamente e realizzare improvvisamente dove si trovava. Si scostò bruscamente, cercando di indietreggiare verso un angolo del letto.  

- “Che cosa…?”  

Prendendo coscienza della sua tenuta leggera, sentì la confusione impadronirsi di lei e tirò con uno strattone la coperta verso di sé. Il suo imbarazzo cambiò progressivamente in collera.  

-“Ryo! Che cosa mi hai fatto questa notte?”  

-“…Anche il risveglio è brutale con te!”  

Come d’abitudine, Ryo, volendo sdrammatizzare la situazione cercava di scherzare, ma Kaori, avendogli tolto la coperta, si accorse che Ryo era *in piena forma*. Quest’erezione mattutina la fece uscire dai gangheri.  

Estraendo il suo martello “Maniaco del Millennio di Qualità Speciale”, lo abbatté sulla testa del suo partner inebetito e uscì dalla stanza, rossa d’imbarazzo.  

Abituato, lui non brontolò affatto ma borbottò che poteva almeno attendere delle spiegazioni prima di mettersi in quello stato. Ma un sincero sorriso illuminò il suo viso, aveva dormito così bene tra le sue braccia e lo spettacolo di una Kaori mezz’addormentata l’aveva soggiogato.  

 

Kaori non ci capiva nulla. Terribilmente a disagio, si rifugiò nella sua camera e vide che il suo letto era stranamente in disordine. Sussultò. Questa notte. Quell’incubo. Aveva urlato? Ryo era venuto a cercarla?  

Sì, lei se ne ricordava ora. Lui l’aveva presa tra le braccia e l’aveva portata nella sua stanza talmente lei aveva avuto paura. Nel ricordare un piccolo sorriso malizioso apparve. Ma svanì molto presto quando tutte le immagini del suo sogno le ritornarono alla memoria. Hideyuki! La morte di Ryo! Tutte quelle parole sulla sua incompetenza! Afferrò la foto di suo fratello e la serrò contro il suo cuore.  

Che voleva dire quel sogno? Sospirò. Non c’era bisogno di essere uno psicologo per indovinarlo. Niente andava come avrebbe voluto. Ryo rischiava la sua vita troppo spesso per lei e l’avrebbe certamente persa un giorno se tutto questo continuava così.  

 

Lei si era imposta nella sua vita, in due riprese addirittura: all’epoca della tragica morte di Makimura e contro Volpe Argentata. Per la paura di mancare la promessa che aveva fatto a suo fratello, Ryo l’aveva tenuta con sé. Ciò che Mick le aveva detto e che lo stesso Ryo le aveva rivelato.  

E anche se adesso sapeva il perché lui aveva manomesso la sua pistola, non era nemmeno capace di proteggerlo… neppure in un semplice sogno. E lui che l’aveva consolata questa notte! Come aveva reagito lei? Come d’abitudine, non riusciva a controllare nulla in quei momenti e la sola cosa di cui poteva dar prova, era la violenza. Non ci volle altro a Kaori per ricominciare a porsi un sacco di domande sulla sua utilità. Lei era un peso per Ryo, non sapeva neppure fare la differenza quando lui manifestava della gentilezza. Provò vergogna e decise di scusarsi. Infilò rapidamente un jeans e uscì dalla sua stanza.  

 

Rischiò un colpo d’occhio furtivo nello spiraglio della porta della camera di lui, rimasta aperta. Mentre il suo martello si trovava ancora a terra, Ryo aveva tirato su la coperta e sembrava essersi riaddormentato.  

Lei si avvicinò dolcemente, il richiamo di una voce esitante.  

-Ryo? Dormi?”  

-…  

-“Ryo…Io… sono desolata, mi ricordo adesso e…”  

Ryo brontolò, mormorò delle cose incomprensibili, ma non si mosse di un centimetro. Imbarazzato, non osava affrontarla. Aveva dovuto fare uno sforzo enorme per tornare a scusarsi. Prese la parte, ancora, di fuggire questo momento d’imbarazzo.  

 

Kaori si sporse, comprendendo che avesse dovuto finalmente riaddormentarsi. L’uomo che, un secondo prima, ronfava rumorosamente, le afferrò un braccio e l’attirò a sé. Perdendo l’equilibrio, sorpresa, lei si accasciò sul letto vicino a lui. E prima che lei potesse rendersi conto della situazione, Ryo era già su di lei, nel tentativo di baciarla.  

La giovane donna non reagì immediatamente. Vedere, sentire quest’uomo, il suo uomo, da così vicino, le fece perdere in qualche modo, la nozione del dove e del come. Quando sentì il respiro del suo partner sulle sue labbra, ripensò alla notte appena trascorsa.  

-“Mmmmmm… Saeko!!! Vieni a vedere papà!!”  

-“Che… Che cosa!!!!!??????”  

Kaori uscì immediatamente dal suo letargo e al tempo stesso estrasse il suo martello speciale “Cretino per l’eternità”.  

“Ah sì?? Vieni a vedere papà eh? E questo tu lo vedi?”  

Il martello fu proiettato con tutta la forza di cui fu capace.  

 

Quando lei uscì dalla stanza, sbattendo la porta furiosa, Ryo non sorrideva più. Aprì un occhio… o meglio cercò. L’ematoma cominciava giusto a riassorbirsi. Aveva colpito forte in quel punto! Si mise seduto sul suo letto, la luce dei suoi occhi rifletteva tristezza. Solitamente, tutte le mattine, lui sapeva che sarebbe entrata nella sua stanza, e che avrebbe cercato di svegliarlo. Tutte le mattine, voleva che fosse così. Voleva apprezzare il momento in cui lei posava il suo sguardo su di lui. Voleva sempre sentire i suoi occhi irresistibili osservarlo, prima che iniziasse a mettersi in collera. Era così semplice provocarla.  

Povera Kaori, le rendeva la vita difficile, e comunque questa mattina, prima che la facesse arrabbiare…  

Si martellò il cranio con i suoi due pugni. Arrrr!!!! Che idiota! Perché aveva reagito così? Avrebbe potuto almeno essere gentile con lei dopo tutto quello che aveva vissuto durante la notte! Pensare al male che le faceva quotidianamente lo rendeva infelice. Lui, City Hunter, sweeper, professionista, gestiva l’impegno che più aveva a cuore in una maniera così miserabile. Lui che s’impegnava nel proteggere i suoi clienti, non era nemmeno capace d’onorare ciò che contava di più nella sua vita. Bisognava metterci un termine, tutto ciò non poteva continuare eternamente. Piuttosto, avrebbe cercato, se, se… Alla sua maniera, come quella mattina.  

Ripensando alla loro complicità di quell’inizio di giornata, il suo buon umore ritornò istantaneamente. Amava sentire Kaori vicina e aveva intravisto ciò che avrebbe potuto essere la felicità di ufficializzare la sua unione con lei. Ma dopo tutto ciò che era successo tra di loro in tutto questo tempo, dopo la sua quasi-dichiarazione dell’altro giorno davanti al generale, alla fine non aveva fatto nient’altro per chiarire la situazione.  

Questo bisogno di averla al suo fianco, di conoscerla di più e soprattutto di condividere, lo turbava. Gli era sempre più difficile controllarsi in sua presenza, e questo lo terrificava. Niente a che vedere con le altre ragazze. Non viveva che per istinto, soprattutto sessuale, ma non poteva agire in quella maniera con questa donna. Lei era troppo… pura.  

Evidentemente, visto che non sentiva nulla di tutto questo nei confronti delle altre donne, gli capitava spesso di salutare queste gentili signorine, e di dar loro il benvenuto con un piccolo “cucù”. Questo rendeva Kaori pazza furiosa. Lui se ne divertiva. Sentirla gelosa gli provava che era ancora con lui. Ma queste dispute incessanti, che normalmente lo incantavano, lo contrariavano sempre più.  

 

Bene, mio piccolo Ryo, coraggio!  

Si alzò, con la ferma intenzione di scusarsi e di mettere un termine a tutto ciò.  

Ma quando la raggiunse, qualche momento dopo, malgrado il buon profumo di caffè appena fatto che fluttuava in cucina, la trovò già pronta ad uscire.  

-“Kaori? Esci?”  

“Bisogna ben vedere se c’è del lavoro! Tu diventi sempre più pigro e il nostro conto in banca è in rosso!”  

Heilà, terreno pericoloso!  

Kaori era ancora furiosa, ma quando aprì la porta d’entrata, lui le lanciò comunque una vaga scusa per quella mattina, anche perché era naturale per gli uomini risvegliarsi in posizione *Mokkori*.  

Senza girare la testa, desiderosa, come Ryo, di non inasprire la situazione, ma volendogliene ancora, rispose:  

-“ Anch’io sono desolata. Non parliamone più.” E uscì, direzione la stazione di Shinjuku.  

 

 


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