Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prosa

 

Autore/i: Ginie^^

Traduttore/i: Momoe

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Pourquoi ?

 

Total: 22 capitoli

Pubblicato: 15-09-06

Ultimo aggiornamento: 09-02-07

 

Commenti: 58 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di "Perché?" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Perché?

 

Capitolo 11 :: CAPITOLO 11

Pubblicato: 24-11-06 - Ultimo aggiornamento: 24-11-06

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22


 

Ryo, accasciato sul divano, la sigaretta in bocca, una lattina di birra in mano, non si accorse nemmeno che le ceneri cadevano instancabilmente sulla sua T-shirt. Kaori che usciva a cena e lui che l’aspettava a casa. Che capovolgimento di situazione! Ma quando …?  

Quando sentì qualcuno bussare alla porta, si affrettò a togliere i piedi negligentemente posati sul tavolo del salotto. Sperava che… Ma un gusto amaro inspiegabile si incollò al suo palato: Kaori non avrebbe bussato alla porta. Deluso e soprattutto frustrato di rimanere solo per la sera, andò ad aprire a Sayuri e Setsuko.  

- “Buonasera Ryo. Ti presento Setsuko, il mio fidanzato. Non ti disturberemo a lungo, passo giusto a prendere alcuni documenti. Kaori ha sostenuto che non ti darebbe fastidio se io rientrassi tardi. D’altronde, anche lei rientrerà ad un’ora tarda e… Ma, non hai una bella cera, qualcosa non va?”  

- “Sono solo deluso dall’atteggiamento di Kaori, non è un modo molto educato di ricevere degli ospiti. E poi ho fame!”  

- “Puoi benissimo preparare la tua cena da te, sei abbastanza grande, no? E Kaori ha il diritto di uscire se le gira. In più è in deliziosa compagnia, non devi preoccuparti.”  

Sayuri registrava le minime emozioni che potevano trasparire sul viso impassibile di Ryo. Malgrado l’espressione d’indifferenza che cercava di ostentare costantemente, lei non si fece abbindolare: sguardo inquieto, leggero aggrottamento di sopracciglia, la sua maniera di colpevolizzare Kaori.  

- “Kaori si è trovata un’amica?”  

Il tono della sua voce contrastava talmente con la sua faccia seria, che Sayuri ne cadde riversa, una libellula in premio.  

- “Non sei che un idiota! Kaori dev’essere a cena in città con Itsuma in questo momento.”  

- “Itsuma? Strano nome per una ragazza.”  

Sayuri decise di interrompere la conversazione. Pensava di poter aiutarli, in un senso o nell’altro, ma abbandonò. Raccolse le sue carte e fu sul punto di uscire quando aggiunse:  

- “Per poterti regolare, sappi che Itsuma è un uomo affascinante che sembra estasiato di avere incontrato Kaori.”  

- “Non ho tempo da perdere. Se Kaori non c’è, vado… poter approffiiiittarne e rimorchiare tutte le belle donne questa notte!!!”  

Lanciò la copia delle chiavi a Sayuri e con suo grande stupore, fu lui ad uscire per primo.  

 

Passeggiando per i quartieri tranquilli di Tokyo, cosa che non era nelle sue abitudini, Ryo si fermò di colpo.  

Non a causa dell’ombrello piantato tra le sue scapole da una giovane donna, poco incline a rispondere alle sue proposte, ma perché Kaori stava tranquillamente discutendo con un perfetto sconosciuto che non gli ispirava fiducia.  

Quante volte le aveva ripetuto di non essere così ingenua?  

- “Allora, sempre a sbirciare? Mi fai pena!”  

Ryo, osservando nell’ombra le manovrine di quel bellimbusto, non aveva sentito avvicinarsi il suo amico, Mick.  

- “Che cosa guardi così? C’è per caso una graziosa fanciulla in pericolo?”  

Mick si incollò alla finestra, e con Ryo, formavano un duo pietoso, sbavante sulla vetrina.  

- “Oh, ma Kaori è troppo carina con quella gonnellina, non trovi Ryo?”  

- “Che stupidaggini vai dicendo ancora!!??” Tu non hai proprio gusto mio povero Mick.”  

- “Quello che fa la stupidaggine più grossa, non sono certamente io.”  

Mick si sedette a fianco del suo amico e lo guardò con dispiacere.  

- “Ryo! La perderai se tu continui così. Non scherzo. Guardala. Non ti aspetterà tutta la vita. E’ già stata sul punto di andar via, ricordi…”  

- “Che cosa vuoi che m’importi? Con tutte le donne che non aspettano che me.”  

Mick lo afferrò per il colletto della giacca. Non scherzava più. Puntò il suo dito su Kaori e gli disse gravemente:  

- “Se non fai nulla, la perderai per sempre.”  

Un istante di tensione passò tra loro. Ryo considerava Mick come un amico e lo sguardo che gli lanciava non era dei più simpatici. Si chinò e ammise:  

- “Che cosa vuoi che faccia Mick? Non ho il diritto di lasciarla vivere in questo ambiente. E’ troppo pericoloso.”  

- “Ti trovo proprio egoista. Sono 7 anni che siete insieme, e mai l’hai messa fuori. Allora perché continuare?”  

- “Ebbene………”  

- “Tu non vuoi che sappia servirsi di un’arma per difendersi e stando così le cose, tu passi il tuo tempo a sorvegliarla. Tu cerchi di sopravvivere per due, ma non può funzionare così. Ammettilo! Non mi hai nemmeno sentito arrivare, talmente guardavi quei due là! Che cosa vuoi veramente? Tenerla? Lasciarla andare? Credi di avere il diritto di decidere per lei?”  

Questa osservazione lo punse sul vivo. Lui egoista? Quando non voleva che la sua felicità?  

Mick insistette:  

- “Sono 7 anni che ti sopporta, Ryo, e posso dirti che è da molto più tempo che è innamorata pazza di te. Sono 7 anni che non sa che fare con te. La lascerai per molto in questo stato? Potresti almeno essere sincero con lei. Dirò anche meglio: potresti lasciarla scegliere da sola ciò che vuole…………… E può darsi anche che possa venire da me.”  

Ryo lo stordì con un colpo di gomito.  

- “Non dire stronzate. Cretino!”  

Mick guardò attraverso la vetrina del bar.  

- “O qualcuno potrebbe cercare di portarla…… Chi è?”  

Ryo sospirò:  

- “Se non mi sbaglio, è il mio cliente.”  

- “Che cosa!! Accetti le richieste di uomini adesso! Avrai cambiato sponda?”  

- “Non dire banalità!! E’ quella peste di Saeko che mi ha teso ancora una trappola.”  

 

* * *  

 

- “Ti riaccompagno.”  

- “No, non serve che ti disturbi, posso rientrare sola.”  

- “Giustamente, un’incantevole giovane donna come te, non deve gironzolare per le strade a quest’ora. Non vorrei che ti succedesse qualche cosa.”  

- “Sono abituata.”  

- “Sai, ho sentito delle cose non male sul tuo partner e la sua reputazione. Ciò mi lascia veramente perplesso sulla tua situazione. Se ho chiesto che vi si contattasse è stato grazie ad Eriko, è la tua amica stilista, no?”  

- “Ma… Come?”  

- “Abbiamo lavorato un po’ insieme. E’ stata lei a raccomandarmi la vostra agenzia e mi ha informato anche di come voi lavorate. Mi ha assicurato che Saeba era un vero professionista e una persona buona e giusta ma…”  

Kaori ne rimase a bocca aperta. Eriko non le aveva detto nulla di tutto questo. Ma, adesso che ci pensava, l’insistenza della sua amica per vederla, il suo discorso. Era davvero nel suo modo di fare, sempre a impicciarsi degli affari di cuore delle sue amiche.  

- “Kaori? Rispetto il Signor Saeba, posso capire le sue ragioni nel voler fare un mestiere del genere, ma tu?”  

- “…”  

- “Scusami, non è una domanda da fare. Andiamo vieni, ti riaccompagno, approfittiamo di questa bella serata. “ e Itsuma le prese la mano.  

Lei arrossì leggermente. Accettò ma ritirò tuttavia le sue dita dalla mano dolce e ferma d’Itsuma.  

 

Ryo ebbe un sorriso trionfante in quell’istante. Solamente non sentì il seguito della conversazione, interrotto da Mick:  

- “Tu diventerai maestro nell’arte del pedinamento e dello spionaggio mio caro Ryo.”  

- “Rhaaaaaaaa!! Ma stai zitto!!!”  

Mick gli scompigliò i capelli come un bambino:  

- “Il grande City Hunter! L’illustre Ryo Saeba! Lo stallone di Shinjuku! Preso in flagrante delitto di gelosia!!”  

Ryo gli saltò al collo. E per cinque buoni minuti, bisticciarono così.  

- “Ryo! Andiamo!”  

Quando vide Kaori uscire in piacevole compagnia, Mick tirò Ryo per la manica della giacca.  

 

Ben obbligati a seguirli discretamente senza aver bisogno di giustificarsi sulla loro presenza, li osservarono da lontano.  

Quei due camminavano e discutevano tranquillamente sotto la luce dei lampioni. Sulla soglia di casa, Itsuma si avvicinò a Kaori prima che potesse aprire la porta.  

Kaori, lei, non osava muoversi. Aveva il cuore in gola, era come paralizzata. Itsuma era veramente una persona adorabile. Le sapeva parlare, la capiva. Che cosa doveva fare?  

Lui si spinse più vicino, sapeva di essere innamorato di lei, non c’erano dubbi. Non ebbe nemmeno il tempo di assaporare un po’ di più quest’istante. Uscendo dai cespugli, vide avvicinarsi due uomini di grande levatura, barcollanti e cantanti a squarciagola.  

- “Mi chiedo se non abbiamo bevuto troppo stasera, Mick.”  

- “Non vedo perché mi trascini in queste storie, Ryo. Mi rifiuto di aiutarti, sei abbastanza grande per…”, bisbigliò Mick.  

- “Penso che Kazue sarà molto contenta di sapere che hai cercato di baciare Saeko.”  

- “Tu me la pagherai, Ryo!” e controvoglia Mick accettò.  

 

Kaori uscì dal suo letargo.  

- “Ryo! Mick!”  

Mick si avvicinò a Kaori,  

- “Buonanotte bella mia.” Le diede un bacino sulla guancia e con un segno della mano, salutò tutti. Non c’era più bisogno di lui al momento, poteva rientrare. Sperando che questo potesse servire a qualcosa almeno.  

 

Ryo si ritrovò faccia a faccia con Itsuma. Kaori si scusò nei confronti di quest’ultimo per l’atteggiamento di quei due cretini. Girò loro la schiena, il tempo di aprire la porta. Momento sufficiente perché i due uomini si fissassero con lo sguardo. Itsuma fu destabilizzato dagli occhi d’acciaio che lo squadravano. Niente a che vedere con un ubriaco. Capì molto in fretta che questo Saeba non doveva essere un uomo qualunque. Ma faceva del male a Kaori, per come la trattava! Che sembrasse pericoloso oppure no, sarebbe giunto a conquistare il cuore di Kaori.  

Quest’ultima si voltò e, mentre tirava Ryo per la manica, farfugliò qualche scusa. Itsuma, desideroso di metterla a proprio agio, la rassicurò. E con un gran sorriso seducente, si sporse verso di lei per sfiorare la guancia con un bacio. La salutò e le diede appuntamento per l’indomani.  

Kaori entrò nell’appartamento e tirò disperatamente Ryo all’interno. Costui lanciò un ultimo sguardo a quel pietoso pretendente, uno sguardo minaccioso.  

- “Allora Kaori, fai tanti misteri?” concluse fissando Kaori con un’aria birichina.  

- “Come hai potuto? Sei stato odioso!!”  

- “Ah sì?! Non so, devo aver bevuto troppo stasera, non me ne rendo conto.”  

Scoppiò a ridere, persuaso che avrebbe ricevuto un bel colpo di martello, mettendo fine a questa scena ridicola. Ma Kaori, scombussolata da tutte le sue emozioni: la serata… l’atteggiamento grottesco di Ryo e di Mick! Represse la collera e andò senza una parola a chiudersi nella sua stanza, crollando sul suo letto, in lacrime.  

 

Quando la porta sbatté, Ryo non rideva più. Bisognava che reagisse e in fretta. Mick aveva ragione, la stava perdendo, definitivamente.  

Due buone ore passarono senza che potesse trovare il sonno. Le mani dietro la nuca, rimuginava su tutti i suoi pensieri. Si era aspettato almeno un colpo di martello, anche uno piccolo. Ma niente, ed era molto più grave.  

Si sollevò sul suo letto. L’atmosfera era pesante, soffocante. Si sbarazzò rapidamente della sua T-Shirt e decise di prendere aria. Doveva uscire da quella camera, fin troppo vuota.  

Nel corridoio, si fermò automaticamente all’altezza della camera di Kaori. Spinto dal suo solo desiderio di vederla, aprì dolcemente la porta. Voleva assicurarsi che dormisse bene. Lei era lì, si era addormentata tutta vestita, la testa infilata sul suo cuscino. Doveva fare un sogno davvero sgradevole per agitarsi così. Mosso dalla sua sola voglia di consolarla, si sedette sul bordo del letto. Inciampò sul manico di uno dei suoi martelli, e suo malgrado, un sorriso schiarì il suo viso. “Kaori, la SUA Kaori”.  

Kaori si mosse impercettibilmente, e lui realizzò improvvisamente, che era pericoloso essere così vicino a lei. Era bella, giovane e spensierata, e talmente ingenua. La sua innocenza era una fonte di riposo quotidiano. La sua respirazione accelerò. Gli era sempre più difficile resistere a questa voglia che lo attanagliava nel più profondo. Giusto stringerla tra le braccia.  

 

Sentendo la vicinanza del corpo di Ryo, Kaori si voltò e istintivamente, si acciambellò contro di lui. Rabbrividì. Si sentiva al limite della sua volontà. Tutto il suo corpo rifiutava di allontanarsi, questa stretta, la desiderava.  

Si sporse su di lei e sfiorò il suo viso con una leggera carezza. S’irrigidì un istante, apprezzando il contatto della sua pelle. Cercava vanamente di calmare i battiti del suo cuore. Dirle tutto! Adesso? … Ma… sarebbe stata in pericolo, per causa sua…  

“Se tu la rispetti un poco, liberala!”  

“Se non fai nulla, la perderai, definitivamente.”  

Le ultime parole di Eriko e di Mick risuonavano ancora nelle sue orecchie. Liberarla? Da lui? Da questa situazione insopportabile?  

Sarebbe stato così semplice prenderla tra le braccia, adesso. Sapeva che Kaori non l’avrebbe respinto ma ne aveva il diritto? Si rifiutò di guardarla più a lungo e si alzò, prostrato. Lei brontolò, sentendo la sua assenza improvvisa, ma lui resistette e se ne andò. Avrebbe preso la sua decisione, al termine di questo lavoro.  

 

 


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