Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prosa

 

Autore/i: Ginie^^

Traduttore/i: Momoe

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Pourquoi ?

 

Total: 22 capitoli

Pubblicato: 15-09-06

Ultimo aggiornamento: 09-02-07

 

Commenti: 58 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di "Perché?" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Perché?

 

Capitolo 19 :: CAPITOLO 19

Pubblicato: 18-01-07 - Ultimo aggiornamento: 18-01-07

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22


 

Frugando nella sua borsa, Kaori aveva trovato la rivista porno e aveva deciso di servirsene. Questi uomini pensavano sicuramente che non fosse che una sconsiderata, e non si erano nemmeno presi la briga di perquisire la sua borsa. Vivendo da un gran numero d’anni insieme a Ryo, sapeva che gli uomini erano attratti dalle belle donne. Quella guardia non avrebbe fatto certamente eccezione. Era pericoloso, lo sapeva, ma era il solo modo. E per la disperazione di Ryo che non riusciva a convincerla a rimanere tranquilla, batté alla porta, chiamando la guardia. Ryo si zittì, per paura di compromettere il suo piano.  

Costui, stupito, fece scorrere una piccola botola per guardarla con diffidenza. Una vera prigione qui, pensò lei. Assunse l’aria di una giovane donna ferita e gli chiese se era possibile recarsi in un luogo discreto per una voglia pressante.  

La guardia corrugò le sopracciglia ma estraendo la pistola, aprì ugualmente la porta. Kaori lo ringraziò e uscì senza animosità. Passandogli accanto, fece finta d’inciampare e perse una delle sue scarpe. Lui le diede della maldestra ma apprezzò comunque la vista che lei gli offriva in quel bell’abito. Volendo rimettere la scarpa, lei chiese alla guardia:  

- “Potrebbe tenermi questa due secondi per favore.”  

La guardia si apprestò a rifiutare categoricamente, ma quando vide la rivista, aperta in piena pagina centrale, si disinteressò di Kaori per un secondo. Un secondo, in cui lei approfittò per vaporizzargli gli occhi con il gas lacrimogeno. La guardia urlò, ma Kaori lo fece tacere con un violento colpo di martello sulla testa.  

- “Toh questo ti insegnerà a rinchiudere le signore.”  

Lo trascinò nel locale dove era stata rinchiusa qualche minuto prima, e non senza difficoltà, lo issò sul letto, faccia contro il muro. Lo coprì con il lenzuolo e lo perquisì. Trovò una pistola, e intraprese a strappare il suo vestito, per realizzare una striscia di tessuto che le sarebbe servita da bavaglio e da legaccio. Recuperò le chiavi e lo rinchiuse al suo posto. Assicurandosi che non arrivasse nessuno, poté chiamare Ryo.  

- “Ryo? Ci sei? Sono riuscita a neutralizzare la guardia.”  

Gli raccontò ciò che aveva fatto e concluse che non avrebbe mai pensato di utilizzare le sue riviste erotiche a tali fini. Il tono malizioso che aveva impiegato rallegrò Ryo che si mise ugualmente a scherzare. Falco e Mick compresero come Kaori ci aveva saputo fare, e tanto sorpresi quando fieri di lei, assicurarono, a scapito di Ryo, che questa storia avrebbe fatto il giro di Tokyo.  

 

Kaori gettò un colpo d’occhio fuori. Delle guardie in uniforme, appartenenti senza dubbio ad una milizia qualunque, facevano la loro ronda, ben armati. Fortunatamente per lei, non c’erano cani. Notò che il capanno era al limitare di un piccolo bosco. Alla sua sinistra, l’elicottero era posato nel giardino. Alla sua destra, distinse una grande dimora. Quando prese questa direzione, vide un sentiero che si addentrava sotto un’arcata di alberi, tutti così diritti gli uni rispetto agli altri. La casa doveva appartenere a un tizio ricco. Kaori non si lasciò impressionare. Ricco o no, avevano rapito sua sorella e ucciso un uomo. Contò circa una ventina di uomini che si muovevano nel parco circostante la casa, senza contare quelli che dovevano trovarsi all’interno della casa stessa, e quelli che non vedeva.  

Fece il suo rapporto a Ryo. Ma gli indizi erano davvero magri per reperire la costruzione. Tendendo l’orecchio, lei lo rese partecipe di una nota interessante. La notte era silenziosa, ciò provava che la casa era abbastanza isolata. In più, malgrado i discorsi qua e là, poteva sentire distintamente il rumore delle onde. Ryo e i suoi amici decisero di riprendere la strada, seguendo la costa da vicino. Mick si ricordò di una dimora abbastanza prossima. Aveva verificato un’informazione per Reika, circa un’inchiesta su un traffico d’armi, che non aveva rivelato nulla all’epoca, ma quella casa era rimasta un luogo privato abbastanza misterioso.  

Non c’era il tempo per farsi delle domande, e si misero in marcia.  

Ryo pregò Kaori di trovarsi un posto per nascondersi e aspettare il loro arrivo. Ma, l’inattività non era affar suo. E anche se era morta di paura, doveva aiutarli a farsi strada fino a Sayuri.  

 

Loro non avevano certo bisogno di lei. Falco aveva preso il suo lanciarazzi preferito, e tanto per lui quanto per gli altri due sweepers, la loro reputazione non era più da farsi.  

Quando lei cercò di trovare un luogo sicuro, si disse che avrebbe potuto installare una o due trappole all’intenzione dei suoi compagni. Decise di sistemarne una sulla via dell’ingresso. Sapeva che Ryo e gli altri non sarebbero passati di là.  

 

Nascondendosi in un cespuglio, attese che le guardie le girassero la schiena. Collocò le sue due granate in sospensione, la sicura pronta a saltare se una delle guardie avesse posato il piede sul filo di nylon che percorreva il passaggio. Attraversò rapidamente il viale, cercando di non prestare attenzione al suo cuore che batteva all’impazzata. Poi, fissò l’altra estremità del filo. Sorrise sadicamente, pensando che le guardie avrebbero fatto meglio a prendersi una piccola pausa.  

Poi si mise al riparo dietro un albero, inginocchiata nell’erba. L’umidità della rugiada circostante del sottobosco s’impregnava nella sua carne. Alcuni rami si attaccarono al suo abito e lo strapparono un po’ di più. Eriko sarebbe stata furiosa di vedere come Kaori trattava la sua collezione.  

 

Un ramoscello si ruppe sotto i suoi piedi, e Kaori smise di respirare un istante. Attenta ai minimi movimenti vicino a lei, sospirò nel vedere che nessuno l’aveva sentita e strisciò sotto un boschetto. Si addentrò ancora un po’ e vedendo che le fustaie circondavano la casa, decise di avvicinarsi un po’ di più. Fece il giro, prendendo tutte le precauzioni per spostarsi senza fare rumore. Non era facile, dato che la notte copriva una gran parte del suo campo visivo. Due guardie le passarono vicino. Lei si irrigidì e cominciò a disperare, quando queste si fermarono a pochi passi da lei. In allerta, osservarono con precauzione i dintorni.  

Uno dei due avanzò verso Kaori. Stesa, poteva distinguere nettamente la sua uniforme. Alzò gli occhi verso di lui, e notò che una cicatrice attraversava la sua guancia destra. Dio mio se era vicino!  

- “Hey! John! Vuoi una sigaretta?”  

Il John in questione, quello con lo sfregio, non si girò immediatamente. Sentiva una presenza ma non riusciva a circoscriverla.  

- “Allora, vieni! Smettila di essere paranoico, io non ho sentito niente, non c’è nessuno. E pensi veramente che con il sistema di sicurezza installato, qualcuno possa infiltrarsi qui?”  

- “Non si è mai troppo prudenti!”  

- “Se veramente ci fosse qualcuno abbastanza folle da sbarcare qui, si farebbe prendere dalle guardie imboscate all’entrata. Ed è il solo punto da cui si può entrare.”  

John rifletté un istante, poi si riprese.  

- “Sì, hai ragione. Una cicca mi farà bene. Non so perché, ho un cattivo presentimento.”  

- “Arf! Dovresti pensare a non stressarti! Altrimenti, morirai giovane, he he he…”  

- “Piccolo stupido! Andiamo, dammi una sigaretta.”  

 

Le due guardie si allontanarono per continuare la loro ronda, lasciando una Kaori pensierosa. Di cosa parlavano? Delle guardie nascoste all’entrata? Doveva assolutamente avvertire Ryo. Ma quest’ultimo aveva sentito tutto. Mick confermò che la loro direzione era quella giusta. In effetti, la casa era circondata da grandi muri imponenti, nascosti dagli alberi: una specie di fortezza privata, al limite di una falesia impressionante.  

- “Ryo?”  

- “Sì, ho sentito. Non fare rumore, e resta dove sei!!!”  

- “Ryo.”  

- “Non parlare, rischi di farti scoprire.”  

- “Devo avvertirti! Ho sistemato una trappola sul viale d’entrata.”  

Ryo rifletté velocemente. Non c’era dunque che un solo modo: passare da uno dei muri.  

- “Ok! Non hai fatto male Kaori, se ci sono veramente delle guardie appostate all’entrata, non ci disturberanno se passiamo da dietro. Falco! Sei pronto a giocare con il tuo bazooka?”  

- “Ti mostrerò ciò che io chiamo “entrare dalla grande porta”.  

 

E mentre i tre sweepers si avvicinavano, Kaori si mise al sicuro in un fitto cespuglio, al limitare del boschetto. Era abbastanza vicina alla porta d’entrata, di fronte alla piscina, le cui acque riflettevano la falce della Luna.  

 

 


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