Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prosa

 

Autore/i: Ginie^^

Traduttore/i: Momoe

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Pourquoi ?

 

Total: 22 capitoli

Pubblicato: 15-09-06

Ultimo aggiornamento: 09-02-07

 

Commenti: 58 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di "Perché?" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Perché?

 

Capitolo 20 :: CAPITOLO 20

Pubblicato: 26-01-07 - Ultimo aggiornamento: 26-01-07

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22


 

Non attese che una ventina di minuti ma le sembrarono delle ore. Si preoccupava per Ryo e gli altri. E sua sorella! Perché il Camaleonte aveva detto che lei era interessata in questa storia. Poiché quell’uomo era davvero colui di cui aveva parlato loro Ryo. Dopo ciò che sapeva e che aveva sentito, era chiaro che lui lavorava per quel kalistano. E avevano preso Sayuri perché aveva condotto un’inchiesta sui loro traffici. Ma come sapeva che era lì? Semplice coincidenza? Che cosa volevano veramente?  

Quando sentì un’enorme esplosione, seppe che non avrebbe più aspettato a lungo per avere risposta alle sue domande.  

 

- “Prendi il volante!”  

Falco lasciò il controllo dell’auto a Mick, che dovette piegarsi in quattro per guidare correttamente. Armando il suo lanciarazzi, non ebbe bisogno di caricare che una sola volta per sfondare il muro.  

Mick frenò, e tutti e tre saltarono fuori, intrufolandosi nella breccia e appostandosi in luoghi strategici. Dovevano liberare Sayuri prima di tutto, Kaori essendo fuori pericolo per il momento. Falco annunciò loro che avrebbe fatto un po’ di lavoro mentre Ryo e Mick avrebbero continuato dritti verso la casa.  

 

Le guardie confluivano dappertutto, sorpresi dalla situazione inabituale e non prevista. Tre uomini erano penetrati nella proprietà, molto ben equipaggiati, sicuramente degli specialisti. Ma in quanto armata professionista, non ci misero molto a raccogliere le loro forze ed organizzarsi. Gli spari echeggiarono ovunque.  

Falco preferiva le maniere forti e il suo fucile automatico rimpiazzò il suo bazooka, che aveva già fatto abbastanza danni. Si sarebbe aperto un varco lentamente ma in modo sicuro nella boscaglia. Raggiunse il piccolo parco davanti alla casa, e vide una truppa armata fino ai denti correre verso di lui sul viale. Quando sentì due esplosioni mescolate a delle grida, ringraziò Kaori per avere installato una trappola in quel posto. Semplice ma efficace.  

 

Mick e Ryo, dopo essersi sbarazzati degli scocciatori, si nascosero dietro un albero, il tempo di ricaricare.  

- “Ryo! Non posso più maneggiare la pistola come prima. Lasciami salire per liberare Sayuri, coprimi e va a cercare Kaori.”  

- “E’ troppo pericoloso Mick.”  

- “Credo piuttosto di essere io quello che ne uscirà meglio. Avrai tu il grosso del lavoro da fare.”  

Ryo guardò il suo amico, e scosse la testa in segno di consenso.  

- “A fra poco.”  

Ryo dopo un colpo d’occhio, si buttò fuori dal suo nascondiglio e corse verso la porta principale. Mick dal suo canto, si arrampicò su un pilastro al fine di raggiungere il secondo piano, dove era sicuramente rinchiusa la sorella di Kaori.  

Qualche pallottola lo sfiorò e si conficcò nel muro, ma Ryo neutralizzò le guardie che mitragliavano l’americano. Mick poté raggiungere una piccola cornice e osservò attraverso le finestre per trovare Sayuri. Quando la vide, attese che l’uomo che la sorvegliava si precipitasse in aiuto del suo battaglione all’esterno, non senza chiudere a chiave dietro di lui. Mick batté un forte colpo sul vetro che esplose in mille pezzi.  

- “Sayuri!”  

- “Mick!?”  

- “Andiamo venga. Non è il caso di prendersela comoda.”  

La liberò dalle corde e la portò verso la finestra. Dovevano riprendere la stessa strada e nascondersi nel bosco in attesa di Falco e Ryo.  

Notò che Sayuri era morta di paura, ma in nessun occasione si lamentò, il coraggio scorreva nelle vene della famiglia. Sayuri e Kaori ne erano le degne rappresentanti.  

Quando mise piede a terra, la prese per mano e corsero fino al limitare del bosco. Mick stordì un povero soldato con un colpo di calcio di pistola, e portò Sayuri lontano dai tumulti della battaglia. Quando raggiunsero la jeep, crivellata di colpi, si nascosero non lontano da lì.  

Sayuri vacillò e quasi svenne. Mick riprese la jeep, ancora in grado di funzionare, e la condusse fino all’entrata della proprietà.  

Se ne voleva per non poter aiutare i suoi amici come avrebbe potuto fare prima del suo incidente, prima che le sue mani non fossero ridotte a ciò che erano diventate, ma si sentiva in dovere di fare il massimo.  

 

Ryo raggiunse con facilità la porta d’entrata, eliminando uno dopo l’altro i suoi assalitori. Quando Kaori lo distinse, in mezzo alle detonazioni e alle grida, sospirò, ma il suo cuore si serrò ancora di più. Aveva a che fare con una decina di uomini che spuntavano da ogni parte. Ryo se ne sbarazzò facilmente. Un uomo sbucò dietro di lui, del sangue gocciolava dal suo braccio destro ma teneva ancora fermamente un pugnale in quello di sinistra.  

- “Ryo dietro di te!”, urlò Kaori.  

Il suo grido si perse nella cacofonia, ma dotato del suo auricolare, Ryo la sentì molto chiaramente e girandosi rapidamente affrontò quest’ultimo aggressore. Con un colpo di piede, lo disarmò. La lama volò e si conficcò nella terra molle e umida. Kaori riconobbe la guardia che aveva visto poco tempo prima. John fece una piroetta al fine di riprendere il suo coltello ma fu atterrato di colpo dal cannone di una magnum puntato dritto sulla sua fronte.  

Questo non lo impressionò, e tentando ugualmente di colpire Ryo, quest’ultimo gli sferrò un uppercut nello stomaco che lo fece piegare in due.  

La porta d’entrata si aprì improvvisamente, lasciando passare quattro guardie che attorniavano due uomini. Il Camaleonte era dritto e fiero, l’altro più tarchiato e più grosso portava una valigetta. Non aveva l’aria per nulla rassicurata, e urlava alla sua armata personale di uccidere gli intrusi.  

Ma nessuno gli rispose. Falco arrivò svogliatamente.  

- “Non hai ancora finito? Mi sono sbarazzato di oltre una ventina di uomini e tu ti stai ancora divertendo”.  

- “Arrivi giusto in tempo Falco, guarda chi è invitato alla nostra piccola festicciola.”  

Sebbene fosse cieco, Umibozu sentiva la presenza del Camaleonte. Sorrise, infine l’ora delle spiegazioni era scoccata.  

 

Le quattro guardie, su ordine del loro capo, saltarono su Ryo, ma fu senza contare sulla sua velocità e si ritrovarono ben presto il naso faccia a terra. Falco avanzò ancora un po’ e si appostò al fianco di un Ryo tanto determinato quanto lui.  

Il Camaleonte sogghignò:  

- “Guarda, guarda, guarda, City Hunter e il grande Ijuin in persona. Da quanto tempo. Come va, ragazzi?”  

Falco non apprezzò per niente la battuta, armò il suo fucile e lo puntò sul loro nemico.  

- “Hai ragione a ridere un’ultima volta.”  

Il Camaleonte sfoderò anche lui la sua pistola. Sparò.  

 

Varkovic, mogio mogio, cercò di farsi il più possibile discreto. Approfittò del fuggi fuggi delle sue guardie del corpo e del confronto finale tra i tre vecchi guerriglieri, e corse sulla punta dei piedi. Sperava di raggiungere l’elicottero senza che nessuno lo notasse e cominciò a rasentare la casa passando davanti alla piscina.  

Kaori, nel suo nascondiglio lo individuò facilmente. Mossa dal suo solo desiderio di fermarlo, si lanciò fuori dalla boscaglia.  

- “Heilà tu! Dove credi di andare così?”  

Tuffò i piedi in avanti, e con un placcaggio, lo fece finire per terra. Caddero tutti e due nella piscina.  

Prendendo appoggio sul fondo, Kaori tirò fuori la testa dall’acqua e inspirò una grande boccata d’aria. L’uomo del governo kalistano, ci mise un po’ più di tempo ad emergere. Il suo peso e quello della sua valigia prevalevano sulla sua agilità. Ma più forte, arrivò ugualmente a trascinare Kaori sul fondo dell’acqua.  

 

PAN!  

Tre spari furono esplosi nello stesso impeto.  

Ryo si buttò sul lato, e fece una piroetta. Rimettendosi in equilibrio, non perdeva mai di vista l’uomo di fronte a lui. Falco di lanciò in avanti e si bloccò ventre a terra. Entrambi osservarono per qualche secondo il loro nemico mortale. Costui, sulle ginocchia, aveva lo sguardo vitreo. Fissando un oggetto immaginario, cadde pesantemente al suolo. Una chiazza di sangue s’ingrandiva sempre più sotto di lui.  

Falco e Ryo si alzarono e si guardarono stupiti, era stato fin troppo facile.  

- “Bene… è tutto? Di già?”  

- “Le sue capacità di traditore dovevano largamente compensare la sua incapacità al combattimento. Mi sarebbe almeno piaciuto impegnarmi a fondo in questa battaglia. Non è divertente.”  

- “Una pallottola è bastata.”  

- “Sì, gliel’ho davvero fatta a questo schifoso.”  

- “Tu scherzi, sono io che l’ho silurato.”  

- “Ah no no no, non dire cazzate. Sono io che l’ho ucciso.”  

- “No io!!”  

Sempre litigando, Ryo e Falco si diressero verso la piscina. Falco, nella maniera più naturale del mondo, s’inginocchiò e affondò il suo braccio nell’acqua.  

- “Ti dico che sono stato io!” e si risollevò in tutta la sua altezza, tirando per il collo un Varkovic infervorato.  

Kaori sollevata, prese la mano che Ryo le tendeva per farla uscire fuori dall’acqua, la valigia in mano.  

- “Che cos’hai pescato Falco?”  

Ryo, l’aria interrogatrice, puntò il suo dito verso il furioso piccolo tizio.  

- “Del marciume. Che cosa faccio, lo uccido?”  

Varkovic andò in panico istantaneamente e supplicò i due uomini. Nello stesso momento, una sirena si fece sentire bruscamente. Due macchine piombarono: la jeep guidata da Mick, e la Porche di Saeko. Miki, Itsuma e Setsuko l’accompagnavano.  

Falco lasciò andare il suo prigioniero che atterrò violentemente al suolo.  

- “Credo che sia finita per te.”  

Kaori, che aveva nel frattempo aperto la valigetta, confermò.  

- “Non potrai più vendere questa!”  

Alcuni sacchetti contenenti della polvere bianca, caddero sulle piastrelle.  

- “E immunità diplomatica o no, queste prove sono schiaccianti.”  

L’ispettrice di polizia entrò in scena e lo ammanettò. Lo chiuse in macchina e ringraziò tutti.  

Miki, il suo braccio sotto quello di Falco, spiegò che avevano lasciato la loro postazione al maniero da quando Sayuri aveva telefonato loro con il suo portatile. Quest’ultima saltò al collo della sua beneamata sorella, sollevata dalla piega che avevano preso gli avvenimenti. Itsuma e Setsuko che si erano precipitati nella macchina di Saeko, lo furono altrettanto quando videro le due sorelle tutte intere.  

Saeko aprì la portiera, voleva andare al commissariato senza perdere tempo.  

- “In tutti i casi, grazie mille a tutti e due.”  

Falco e Ryo si girarono nello stesso momento verso Kaori.  

- “E’ Kaori che bisogna ringraziare, è stata lei a fare il grosso del lavoro in questa faccenda.”  

Saeko seguì il loro sguardo e congratulò con un sorriso la giovane donna. Quest’ultima si irrigidì al fianco di Sayuri.  

 

Ryo spalancò gli occhi per la sorpresa. Cominciò ad assumere la sua aria di debolezza profonda suo malgrado.  

Bagnata dalla testa ai piedi, i capelli della sua partner grondavano, e riflettevano la luce che proveniva dalle finestre della casa. Il suo vestito, divenuto a causa delle circostanze una minigonna dai bordi irregolari, le aderiva e modellava le sua forme perfette. La sua aria innocente e il leggero rossore delle sue guance gli fecero perdere la testa.  

Le girò la schiena e piegato in due, borbottò delle cose incomprensibili. Mick si sporse su di lui e ridacchiò.  

- “Non puoi negare che la tua partner sia una donna molto bella.”  

- “Taci e aiutami, se mi vedesse così!!!”  

- “Allora promettimi una cosa.”  

Ryo alzò gli occhi e fu sbalordito dalla tristezza che proveniva dallo sguardo del suo amico.  

- “Spiegati!”  

- “Sarà la terza e ultima volta che ti chiedo di fare la felicità di Kaori. La commedia è durata abbastanza…” Mick cambiò la sua espressione e sfoggiò un largo sorriso “…Se non ti decidi, la porto via con me.”  

Ryo si rimise in piedi normalmente, gli sorrise e gli fece un occhiolino complice.  

- “Puoi smetterla di fare l’idiota. Era previsto.”  

Si approvarono con una stretta di mano energica.  

Saeko, curiosa, assisteva a questa strana scena. Decise di mettere in chiaro la cosa più tardi. Mick si sedette dietro nella Porche, un bagliore terrificante si mise a danzare nelle sue pupille quando si girò verso il prigioniero. Itsuma le chiese ancora cinque minuti, anche lui doveva rientrare. Saeko, si disse che avrebbe potuto approfittarne per interrogare Ryo sul suo atteggiamento bizzarro per evitare di parlare del suo debito attuale, e accettò.  

Itsuma si girò verso Kaori, la cui fatica le si dipingeva sul viso. Ryo la sosteneva leggermente ma parlava con Sayuri che si rannicchiava nelle braccia di Setsuko. Volse vivamente la testa quando Itsuma chiese alla sua partner di accordargli un po’ di tempo. Ryo si tolse la giacca e la tese a Kaori, poi, per pudore, staccò il suo auricolare e se lo mise in tasca. In ogni caso, il dispositivo di Kaori non funzionava più, avendo preso l’acqua.  

Kaori si sentì a disagio, ma per rispetto nei suoi confronti, dovette accettare.  

 

- “Kaori, sono veramente felice di vedere che stai bene.”  

- “Grazie, Itsuma.”  

- “Kaori, se tu venissi con me, non avresti più bisogno di rischiare la tua vita.”  

- “Itsuma… io… Io non lascerò mai questo lavoro. E’ tutta la mia vita. Io… non verrò con te. Non ho il diritto di approfittare del tuo amore. Ti renderei infelice. Hai bisogno di una donna che ti ami.”  

- “Bene. Grazie, Kaori, grazie di tutto. Non ti dimenticherò.”  

Itsume si sporse verso di lei e le rubò un bacio. Quando le sue labbra si posarono delicatamente sulla fronte della sua beneamata, Itsuma chiuse gli occhi e sentì tutto il dolore della separazione. Poi, senza un altro sguardo, si eresse in tutta la sua altezza e se ne andò. Quando passò davanti a Ryo, si fermò e lo fissò.  

- “Signor Saeba, grazie del vostro aiuto. Non posso che augurarle di avere più fortuna di me.”  

Ryo gli strinse la mano, lo capiva, ed era desolato per lui ma malgrado tutto, fu sollevato.  

Tutti a bordo dell’auto, Saeko avviò il motore e prima di partire, guardò Ryo.  

- “Dopo queste vicende, reputo dunque che tutti i miei debiti non esistano più, eh Ryo?!”  

Quest’ultimo corse dietro alla macchina e le urlò che non se la sarebbe cavata così e che avrebbe trovato un modo per fargliela pagare una volta per tutte.  

 

 


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