Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated G - Prosa

 

Autore/i: Ginie^^

Traduttore/i: Momoe

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Pourquoi ?

 

Total: 22 capitoli

Pubblicato: 15-09-06

Ultimo aggiornamento: 09-02-07

 

Commenti: 58 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di "Perché?" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Perché?

 

Capitolo 8 :: CAPITOLO 8

Pubblicato: 03-11-06 - Ultimo aggiornamento: 03-11-06

Commenti: Ciao ragazze! Sono davvero contenta che questa fic vi piaccia e... non è ancora successo nulla! Con l'arrivo di Sayuri la situazione comincia a farsi un po' più interessante ma... ha ragione Ambra, il bello deve ancora venire... vedrete! Nel frattempo godetevi questo capitolo. A presto! Momoe

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22


 

Kaori si alzò presto al mattino. Benché non fosse abitualmente una dormigliona, il fatto di andare a cercare sua sorella all’aeroporto la eccitava molto e le impediva di dormire bene.  

Cosciente di avere del tempo a disposizione, si concesse un momento per prepararsi e decise, in onore di Sayuri, di scegliere dei vestiti ben più femminili di quelli che aveva l’abitudine di portare. Il suo sguardo si spostò sul completo che Eriko le aveva donato, ma questo le ricordava troppo la sua serata con Ryo quando quest’ultimo non l’aveva riconosciuta. Alla fine anche questo, sarebbe rimasto un mistero… L’aveva riconosciuta o no?  

Scosse la testa di rassegnazione. Non oggi! Si vestì con un piccolo tailleur semplice ma molto elegante. Le sarebbe piaciuto molto che Ryo l’accompagnasse ma lui avrebbe dormito ancora a lungo. Gli preparò tuttavia la sua colazione e scarabocchiò una parolina per lui.  

 

Conosceva bene l’aeroporto di Tokyo, avendo l’occasione di recarvisi in molte circostanze. Si diresse senza difficoltà verso la sala prevista per i passeggeri di New York. Quando Sayuri sbarcò, qualche tempo dopo, si strinsero con molta tenerezza.  

- “Sei risplendente, Sayuri!”  

Kaori si chiedeva a volte se, insomma, erano veramente legate dal sangue. Ai suoi occhi, sua sorella era tutto ciò che lei non era: alte responsabilità, bella e raffinata.  

- “Oh Kaori! Mi sei mancata così tanto! Mi fa enormemente piacere poterti vedere dopo tutto questo tempo. Lasciami guardarti più da vicino…Ma dimmi, hai infine deciso di abbandonare i tuoi vestiti maschili. Sei incantevole così, e questo ti sta così bene”.  

Quest’ultima arrossì leggermente sotto questa profusione di complimenti, non aveva l’abitudine di essere lodata sulle sue tenute di vestiario. E’ vero che aveva fatto uno sforzo oggi, ma di solito…  

- “Ryo non è qui?”  

- “Euh….no. Lo conosci, dorme ancora a quest’ora.”  

- “Tanto meglio! Potremo chiacchierare tra sorelle tranquillamente.”  

Sayuri le fece un occhiolino complice e le due donne risero di gusto, felici di essersi ritrovate.  

 

Sul cammino di ritorno, Sayuri l’assillò di domande su ciò che avevano fatto da allora. E malgrado i pochi indizi che poteva ricevere per posta, le posò la domanda finale. Bruciava dalla voglia di sapere veramente se Ryo si era infine manifestato.  

- “Allora Kaori, quand’è che tu e Ryo vi deciderete ad ufficializzare la vostra unione?”  

Una libellula passò. La tensione che si sprigionava da Kaori si fece opprimente.  

- “Quell’idiota! Quel cretino! Mai nella vita!!”  

- “Ma…ma che cos’è successo ancora? Nelle tue lettere, mi dicevi che lui…”  

- “Niente!… Un attimo di smarrimento da parte sua senza dubbio.”  

- “Raccontami.”  

Kaori esitò ma alleggerì il suo cuore. Le narrò gli ultimi avvenimenti dopo la sua presa in ostaggio durante il matrimonio di Miki e Falco, confidandole i suoi dubbi, le sue pene e la sua nuova determinazione nel finirla presto.  

Sayuri ebbe una stretta al cuore vedendo sua sorella così disorientata. Perché Ryo reagiva ancora così? L’amava, no? Allora perché?  

Anche all’epoca, quando aveva voluto partire con lei, aveva capito che niente avrebbe potuto mettersi tra loro. Si era eclissata, convinta a non intervenire. Avrebbe dovuto finalmente…? Non ebbe il tempo di perseguire le sue riflessioni, essendo le due giovani donne pervenute all’appartamento.  

- “Kaori, non vorrei disturbarvi, prenderò una camera all’hotel e…”  

- “Neanche per idea!”, replicò Kaori con un tono che non ammetteva equivoco. “Anzi, dovrai chiuderti nella tua stanza per dormire tranquilla.”  

- “Ancora! Ma Ryo non è cambiato da allora?”  

Le due sorelle si guardarono, non sapendo se dovevano, alla fine, riderne o piangerne.  

 

Kaori l’aiutò a sistemarsi nella sua camera e ne approfittò per chiederle qual’era la sorpresa che aveva annunciato nella sua lettera.  

Un gran sorriso illuminò il viso di Sayuri quando la informò che si sarebbe fidanzata prossimamente.  

- “Ne ero sicuro. Se sei tornata in Giappone, è perché non potevi vivere senza di me. Aaaacceeeettttoooo!!”  

La figura ritagliandosi nel vano della porta si lanciò sulla giovane donna. Ma, la sola cosa che abbracciò, fu i due martelli. Decisamente non erano sorelle per niente tutte e due.  

Ryo si liberò senza difficoltà e si massaggiò la nuca.  

- “Scherzavo certo. Sono contento che tu sia tra noi per qualche giorno, Sayuri.”  

- “Non cambierai mai.”  

E Sayuri scoppiò a ridere, davanti all’aria esasperata di Kaori che manteneva un occhio aperto sulle mani di Ryo.  

- “E se non sono io, chi è dunque il fortunato eletto?”  

- “E’ una lunga storia. Non sono tornata in Giappone per fare del turismo, vi racconterò di questo durante il pranzo.”  

- “Buona idea, d’altronde, filo a prepararlo”, esclamò Kaori che, prima di prendere la porta, prese le mani di sua sorella per dirle fino a che punto era felice che fosse lì.  

 

Sayuri attese di sentire Kaori affaccendarsi in cucina per girarsi verso Ryo. Cambiando espressione, puntò su di lui un indice accusatore e l’attaccò:  

- “Che cos’è che non va in te?”  

- “Di…di che cosa parli?”  

- “Non fare l’innocente! Se sono partita senza di lei l’ultima volta è perché ero persuasa che lei fosse felice con te, in buone mani e…”  

Ryo ne approfittò per agitare le dita verso di lei.  

- “Idiota! Ti parlo seriamente!”  

Gli schiaffeggiò il dorso della mano come avrebbe punito un bambino disobbediente.  

- “Ti rendi conto almeno che le tue maniere la colpiscono e la rendono infelice?”  

- “Con il suo modo di picchiare tutti i giorni un po’ più forte, non si direbbe. Hai visto qui?”  

E tutto umiliato, le indicò un piccolo bernoccolo sulla sua testa.  

SBONGGGGG!  

- “Potrà tenere compagnia a questo!” Sayuri, esasperata, si diresse verso la porta. “Non si possono mai avere delle discussioni serie con te, ma non ho ancora detto la mia ultima parola.”  

E sbattendo la porta, se ne andò ad aiutare Kaori in cucina. Ryo, attonito, le spalle infossate, si grattò la testa dove rimaneva in equilibrio il martello di Sayuri “Sorella di Kaori”. Una libellula passò negligentemente dietro di lui che mormorò un “Ma che cosa ho detto ancora? Che cosa succede oggi?”  

 

La tavola apparecchiata, il cibo fumante nei loro piatti, i tre protagonisti si sistemarono per mangiare. E come promesso, Sayuri narrò loro la sua storia.  

- “Quando sono sbarcata a New York, la redazione mi ha assegnato un posto importante. Siccome il mandato era abbastanza impegnativo, il mio direttore ha assunto un reporter riconosciuto nella professione, per assistermi: Setsuko Muyamo. Essendo anche lui giapponese, pensava che in due si potessero garantire più servizi coprendo le attualità asiatiche.”  

 

Ryo si sporse verso Kaori e le bisbigliò:  

- “Per arrossire così, credo che abbiamo l’identità del suo amichetto.”  

Complice, Kaori aggiunse:  

- “Che cosa credi? Abbiamo buon gusto in famiglia.”  

- “Dite dunque voi due! Potrei forse finire la mia storia!”  

- “Sì sì”, risposero allo stesso tempo.  

Sayuri tossicchiò e riprese:  

- “Abbiamo lavorato, Setsuko ed io, su parecchi casi che si sono conclusi tutti felicemente. Il nostro direttore ci ha allora affidato un incarico dei più importanti. Per come si presenta, anche qui, in Giappone, era logico che chiamasse noi. Fra due giorni, ci sarà ufficialmente un grande ricevimento con l’occasione delle sfilate di alta moda dove saranno invitati dei grandi nomi internazionali. Ma i nostri informatori ci hanno avvisato che qualche mafioso approfitterà di queste feste per firmare degli accordi per il loro traffico di droga… Ebbene? Cosa avete tutti e due?”  

 

Ryo e Kaori rimasti di stucco, la bocca aperta, gli occhi sgranati, non dissero nulla. Qualche corvo danzava attorno a loro. Fu Ryo a scacciarli per primo alzandosi e furioso, prese il telefono.  

- “Sì?”  

- “Saeko!!!!”  

Quest’ultima scostò il ricevitore dal suo orecchio, quanto più lontano possibile potesse permetterle la lunghezza del suo braccio.  

- “Ryo? Ti ho già detto di non chiamarmi in ufficio.”  

- “Che cos’è questa storia del traffico di droga?”  

- “Di che cosa parli?”  

- “Ci hai chiesto di proteggere Sofia Stone per la firma di un contratto importante, non di occuparci di un traffico di droga!”  

- “Sofia è veramente minacciata. La vedrai domani, ti spiegherà meglio di me i dettagli. Se è per questo che mi chiami, è inutile, ho del lavoro. Arrivederci.”  

E Saeko riagganciò, sospirando di sollievo per aver messo fine abbastanza in fretta alla discussione. Disincrociò le dita e scoppiò a ridere, imbarazzata. Come aveva fatto ad indovinare così presto questa volta?  

 

Ryo morse il telefono, rabbioso contro di lei.  

- “Quella volpe! Sia maledetta! Io rifiuto questo lavoro. Anche se Sofia è una creatura magnifica…snif… Mi rifiuto di farmi prendere per il naso da Saeko ancora una volta. Se almeno mi pagasse qualche volta…”  

- “Euh…”  

- “Che c’è Kaori? Dovresti essere contenta, perché fai quella faccia?”  

- “Ebbene!… E’ che… Saeko mi ha già dato un anticipo sui nostri onorari e ne ho approfittato per pagare l’affitto…”  

- “COSA?” Ryo ritornò serio, “Bene, e allora me la pagherà! Con questo sono 3 colpi in più… no 5!”  

Prese la sua lista “Debiti di Saeko” ma la ripose subito quando vide che Kaori non aveva voglia di ridere.  

 

In uno degli uffici del commissariato di polizia, una giovane donna starnutì.  

 

 


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