Hojo Fan City

 

 

 

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Rated G - Prosa

 

Autore/i: Ginie^^

Traduttore/i: Momoe

Status: Completa

Serie: City Hunter

Original story:

Pourquoi ?

 

Total: 22 capitoli

Pubblicato: 15-09-06

Ultimo aggiornamento: 09-02-07

 

Commenti: 58 reviews

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General

 

Disclaimer: I personaggi di "Perché?" sono proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduzione :: Perché?

 

Capitolo 13 :: CAPITOLO 13

Pubblicato: 08-12-06 - Ultimo aggiornamento: 08-12-06

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22


 

Dopo pranzo, Sayuri prese congedo da sua sorella e dal suo partner, Setsuko venne a cercarla e se ne andarono insieme.  

 

Sulla strada per l’appuntamento con Sofia Stone, Kaori pose una domanda che le triturava l’anima:  

- “Ryo?”  

- “Sì?”  

- “C’è una cosa che non capisco. Se Saeko voleva che ci occupassimo di una faccenda di droga, perché affidarci un’altra missione. E’ un bluff?”  

- “No, non penso. Può essere realmente che Miss Stone sia veramente in pericolo.”  

- “Ma… Perché chiederci di risolvere questi due casi? Ciò amplifica i rischi, no?”  

- “Hai ragione, Kaori. Ma Saeko non avrebbe potuto chiedermi di occuparmi solo del traffico.”  

Kaori incrociò le braccia e lo guardò di sbieco:  

- “Ancora a causa della tua mania di saltare addosso a tutto ciò che si muove, deve aver pensato che occupandoti del caso della Signorina Stone, avresti potuto risolvere anche il problema del traffico di droga.”  

Il suo partner le fece gli occhiacci!  

- “Dì! Che cosa vuol dire questo?”  

- “Se tu lavorassi normalmente, non accadrebbe questo genere di cose.”  

Ryo cambiò atteggiamento, e le sorrise:  

- “Non preoccuparti fin da ora, Kaori. Sono il migliore, lo sai.”  

 

L’agenzia si situava in un immobile nel centro di Tokyo. Un grande edificio costruito a nuovo, di architettura moderna.  

Kaori e Ryo si trattennero per un istante di fronte all’entrata, poi Kaori tirò per la manica il suo partner e mormorò:  

- “Ohlala, è di lusso! Che cosa ne pensi Ryo?”  

- “Sì. Apparentemente, dev’essere un’agenzia reputata.”  

Molta gente confluiva. Ovunque le belle donne entravano ed uscivano, per il gran piacere di Ryo.  

Kaori afferrò il suo partner e lo trascinò fino all’agenzia, tirandolo per il collo.  

 

Seduti sulle larghe poltrone del salone, attesero la loro ospite. Dei rinfreschi e dei dolcetti erano stati loro offerti, messi a loro disposizione sul tavolo al centro.  

Ryo era al suo 6°, davanti all’aria rassegnata della sua partner, quando una superba bruna apparve nel loro campo visivo.  

Si piazzò davanti a Ryo e si sporse verso di lui. Quest’ultimo non poté impedirsi di sbavare davanti alla scollatura di quest’affascinante sconosciuta.  

Con l’anca, cacciò Kaori dal suo posto, che si ritrovò rannicchiata sul bracciolo.  

- “Vedendola reagire in questo modo, non posso che essere di fronte al grande Ryo Saeba, più conosciuto per essere lo Stallone di Shinjuku.”, sostenne con una strizzatina d’occhio provocante.  

Kaori era sbalordita da queste maniere, e cercò di inserirsi tra i due, ma la donna l’ignorò completamente e continuò a parlare a Ryo:  

- “Spero che la sua reputazione sia fondata, ho bisogno di lei e delle sue capacità.”  

Ryo era letteralmente affascinato da questa creatura.  

- “Non si preoccupi! Per una bella donna come lei, farò di tutto per proteggerla.”  

 

Kaori scivolò dalla sua sedia e andò a sistemarsi sul bracciolo vicino a Ryo, approfittando della stessa occasione per pestargli il piede, tanto per rimetterlo sulla retta via…  

La lacrima all’occhio, Ryo domandò alla loro cliente di che cosa si trattava.  

- “Signor Saeba, non vogliono la mia morte e quella del mio modello di punta. Abbiamo ricevuto delle minacce concernenti una serata di gala questa sera per la promozione delle nuove tenute di sport. Dirà che non è sicuramente una gran cosa, tuttavia nel nostro ambiente, un contratto come questo vale dei miliardi. Ma, non mi sono presentata, mi chiamo Sofia Stone, titolare di quest’agenzia di pubblicità. Le chiederò giusto di fare attenzione a noi questa sera, fino alla firma del contratto.”  

- “Ohlalalalala!! Proteggerla? Lei e il suo modello? Ma certo che accetto!!!”  

Kaori gli diede una gomitata nelle costole, così impara a sbavare così!  

- “Ryo!!!!!”  

- “Cosa? Anche tu hai detto che bisognava che lavorassimo, no?”  

- “Se credi che non sappia quello che ti passa per la testa!!!”  

Sofia le gettò un colpo d’occhio maldicente, e aggiunse all’indirizzo di Ryo:  

- “Signor Saeba, posso chiederle chi è questa giovane donna che l’accompagna?”  

L’osservazione sorprese Ryo.  

- “Kaori Makimura, la mia partner.”  

Sofia Stone si strinse contro Ryo, che non si tratteneva più di fronte alle maniere della sua cliente:  

- “La vostra partner? Solo per il lavoro spero.”  

- “Ma sì, certamente.”  

Kaori alzò un occhio e non apprezzò per niente ciò che stava accadendo. Si contenne difficilmente ma l’atteggiamento di quella donna era insopportabile, e vedere Ryo farsi manipolare così la rendeva sempre più folle di rabbia.  

- “Lei è la mia ultima possibilità, non posso chiamare la polizia, bisogna essere discreti nell’ambiente della pubblicità. La prego, mi aiuti. Io… farò tutto quello che vuole. Per favore, Signor Saeba.”  

- “Quello che voglio?” disse, uno scintillio lubrico all’angolo dell’occhio.  

- “Sì, questa faccenda è molto importante.”  

- “Una colazione, solo noi due?”  

- “Oh… ne sarei felicissima.”  

- “Sofia! E’ il più bel giorno della mia vita!!!!”  

 

Questa scena le era talmente abituale che istintivamente Kaori estrasse il suo martello speciale “ Ultima Risorsa”, ma un’immagine le ritornò in testa. Eriko.  

Perdendo i suoi mezzi, abbassò la testa e al prezzo di un supremo sforzo, articolò difficilmente:  

- “Se non avete bisogno di me, scusatemi, io me ne vado.”  

 

Ryo non credette alle sue orecchie. Per la prima volta, Kaori abbassava le armi, rinunciava, e se ne andava davvero.  

 

- “E’ fuori questione, Kaori!”  

Itsuma apparve nel vano della porta. Portando questa volta, un vestito, impersonava oggi l’uomo d’affari.  

- “Itsuma, non voglio essere un disturbo qualunque nel tuo lavoro.” E soprattutto lei non voleva più avere a che fare con questa Sofia, e con questa situazione imbarazzante.  

- “Lei è?” Ryo, riconoscendo l’accompagnatore di Kaori della notte precedente, storse il naso alla sua apparizione. Anche se sapeva che quest’uomo era il suo cliente, nulla lo obbligava ad essere educato con lui.  

- “Itsuma Suzu, Signor Saeba. Sta molto meglio di ieri, vedo.”  

Il sorriso conquistatore di Itsuma provò a Ryo che sarebbe stato un avversario tenace. Molti uomini avevano avuto delle mire su Kaori, ma nessuno era riuscito fino ad ora a rubare la scena, e non sarebbe stato sicuramente lui.  

- “Ah sì! E’ lei il giocatore di calcio incapace di proteggersi da solo?”  

- “Ryo!” Kaori non sapeva più dove mettersi, vergognosa.  

- “Lascia, Kaori, non mi disturba. Il Signor Saeba è una persona franca, ci si può intendere allora. E’ vero che lavoro con Miss Stone e che si è convenuto che ci debba proteggere, se così si può dire. Ma la sua cliente, non sono io, è Sofia. Malgrado ciò, sono obbligato ad sostenere una protezione nei riguardi dei miei azionisti. Sarò con Kaori, mi è sufficiente.”  

 

Ryo non poté impedirsi di notare che Itsuma e Kaori si davano già del tu. Conoscendo Kaori e la sua timidezza morbosa, questo lo stupiva. Lontana dall’immaginare che Itsuma si era innamorato di lei, quest’ultima pensava di aver trovato qualcuno con cui poteva parlare e inconsciamente, le ricordava suo fratello.  

Ryo, lui, non amava per nulla tutto ciò. Questo lavoro si presentava male dall’inizio, e aveva fretta che finisse. Avviò dunque la conversazione sulla serata propriamente detta e dopo aver chiesto rapidamente gli ultimi dettagli a Sofia, trascurando totalmente Itsuma, e non senza qualche promessa di ricavare un colpo, se non addirittura parecchi, prese congedo, accompagnato da Kaori.  

Mosso dalla sua voglia di essere rassicurato, Ryo si permise di rivolgerle una domanda:  

- “Kaori. Che cosa succede?”  

- “Di che cosa parli?”, gli rispose lei con sorpresa.  

- “Rinunci a questo lavoro, Kaori? Hanno chiesto a City Hunter e se non mi sbaglio, City Hunter, siamo noi due, no?”  

 

Kaori alzò la testa e, se inizialmente avrebbe voluto replicare in maniera energica, abdicò di fronte allo sguardo di Ryo. Non sapeva più nemmeno lei a che punto era. Voleva solo respirare un po’, dimenticare questa oppressione continua, cancellare tutti questi pensieri che le martellavano il cranio tutto il santo giorno. Ma ecco, ogni volta che decideva di tagliar corto, capitava che le parlasse teneramente. Era talmente raro, che lei dimenticò all’istante tutte le sue belle promesse. Inibiti dalla loro timidezza rispettiva, e dal loro terrore di svelarsi interamente, volsero i loro sguardi simultaneamente.  

- “Scusami, sono stanca, e l’atteggiamento di quella donna…”  

Poi, il naturale ritornò:  

- “Non credere che potrai approfittarne! Abbiamo un lavoro da svolgere.”  

- “Non capisco di che cosa parli Kaori!!”  

- “Non prendermi per una imbecille!”  

Ryo sorrise e assunse un’aria seria:  

- “Pensavo che tu mi conoscessi un po’ meglio per sapere che in tempi normali, non avrei accettato quest’incarico. Qualsiasi guardia del corpo può interpretare questo ruolo, ed il fatto che non sia che una questione di soldi non mi interessa. Ciò che conta è che grazie a questa copertura, si potrà facilmente vedere quello che succede realmente dietro a tutte queste mondanità.”  

Kaori fu sorpresa da questa reazione. Sì, aveva ragione, come sempre quando si trattava di lavoro d’altronde. Lei pensò al suo sogno ma decise di provare che per quest’ultima missione, sarebbe stata degna di essere la sua partner. Il lavoro prima di tutto, le avrebbe permesso di dimenticare ciò che la tormentava di più.  

Quando lo guardò di nuovo, lo sorprese a spiare per il buco della serratura.  

SBONG  

- “Farò uscire l’inferno dalle tue vene.”  

- “Ma…”  

Ryo si sentì sollevato. Kaori aveva l’aria rassicurata malgrado tutto. Non gli piaceva vederla in quei stati d’ansia. Sperava vivamente che la faccenda avesse fine il più presto possibile. Voleva parlarle, poterla rassicurare come doveva e voleva fare, ma per ora, ogni discussione a proposito della loro relazione poteva compromettere il loro lavoro: c’era Itsuma, se Kaori avesse deciso di partire, che cosa avrebbe fatto? Trattenerla? Non aveva il diritto di influenzarla comunque andasse, ma se… Dei mesi senza avere la minima cosa da fare ed ecco che tutto cadeva loro addosso in pochi giorni.  

Poi, come se niente fosse, bisticciarono lungo la strada all’indirizzo di un microfono testato nei bagni all’insaputa di Kaori.  

 

 


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