Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated R - Prosa

 

Autore/i: Mojca

Traduttore/i: marziachan

Status: In corso

Serie: City Hunter

Original story:

What men want

 

Total: 25 capitoli

Pubblicato: 01-06-07

Ultimo aggiornamento: 03-09-07

 

Commenti: 94 reviews

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DrameGeneral

 

Riassunto: Un piccolo intreccio tra il film con Mel Gibson e la sfida - Kaori può sentire i pensieri di tutti gli uomini.

 

Disclaimer: I personaggi di "What men want" appartengono esclusivamente a Thukasa Hojo. A dire il vero, il dottore di Kaori è un personaggio inventato. E forse ci sarà anche la partecipazione straordinaria di altri come lui.

 

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   Traduzione :: Quello che vogliono gli uomini

 

Capitolo 4 :: Notte di magia

Pubblicato: 05-06-07 - Ultimo aggiornamento: 23-06-07

 


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L’appartamento era immerso nell’ombra. Non un suono si poteva sentire. Né il tic-tac di un orologio, né lo fruscio delle foglie fuori della finestra... Nemmeno uno scricchiolio delle assi del pavimento. Il silenzio regnava sovrano.  

 

La luce argentata della luna entrava dalla finestra, attraverso le sottili tende bianche, finendo sul letto, accarezzando la pelle color avorio della giovane donna che dormiva pacificamente.  

 

Indossava solo una camicia da notte di seta bianca, non sapeva nemmeno lei di possederne una, fino a quando non trovò un pacchetto regalo da parte della sua migliore amica nel fondo del guardaroba. Modellava perfettamente i contorni del suo corpo perfetto, accarezzandole la pelle come avrebbero fatto le dita fredde e lisce di un amante, sfiorando le curve e le cavità del suo corpo.  

Quando si era guardata allo specchio, prima d’andare a letto, era rimasta soddisfatta di come le stava addosso. L’indumento sembrava fatto apposta per lei, dal corpetto legato con dei spaghetti sul orlo, scendeva fin sotto le caviglie. E il fruscio leggero ogni volta che si muoveva...  

 

Non sapeva perché l’aveva indossata quella notte. Era una notte ordinaria, come tutte le altre. Ma aveva deciso di indossarla, come se avesse previsto che qualcosa di straordinario sarebbe successo, qualcosa d’inaspettato, d’eccitante... erotico.  

 

Si mosse leggermente sotto il lenzuolo, inarcando la schiena con un sospiro.  

 

La luce della luna le accarezzava le palpebre e le ciglia scure, posate come ali di farfalla sulla parte alta degli zigomi. La luce argentea baciava dolcemente il profilo delicato delle sue labbra, viaggiando giù per il collo e le spalle... scivolando sopra i suoi seni avvolti deliziosamente nella fredda seta, giù per il suo corpo, perfettamente evidenziato dall’aderente camicia da notte e dal delicato lenzuolo... Il raggio argenteo attraversava poi il letto, scivolando dolcemente attraverso le assi del pavimento fino a colpire la porta, poi ancora su, fermandosi al pomello della porta...  

 

Illuminandolo quando iniziò a girare lentamente, senza fare alcun rumore.  

 

Una scura silhouette s’intrufolò all’interno della camera da letto, chiudendo dolcemente la porta. Appoggiandosi contro la superficie di legno, la guardò attraverso l’oscurità della stanza, le labbra curvate in sorriso soddisfatto, gli occhi brillanti di desiderio.  

 

Il letto era illuminato dalla luce argentea della luna. Sembrava come se un alone di luce circondasse il letto, spargendo la propria luce solo su di esso, mentre il resto della stanza restava immerso nell’oscurità.  

 

E lei era là, come un sacrificio agli Dei, distesa su quel altare placcato d’argento, leggermente inarcata sotto le lenzuola, in un primo, ardente spasmo di passione.  

 

Leccandosi le labbra, lentamente si allontanò dalla porta, incamminandosi verso il letto, senza distogliere mai lo sguardo da quella bellissima visione sotto la luce della luna. Stava ancora dormendo. Ma non poteva aspettare, voleva svegliarla e vederla fremere sotto di lui, finalmente e completamente consapevole del suo esser donna.  

 

Le sue dita cercarono il bordo della scura maglietta, alzandolo, rivelando il suo stomaco increspato e i suoi muscoli scolpiti mentre si liberava dall’indumento, gettandolo da parte. Slacciando la fibbia della cintura, i jeans presto seguirono la maglia. Era pronto... Doleva del desiderio di lei...  

 

Lei si girò sulla schiena, le labbra si separarono in un altro sospiro soffocato. L’aria della stanza diventò calda e pesante, rendendola difficile da respirare.  

 

Il lenzuolo, stretto in un pugno abbronzato, cominciò lentamente a scendere, rivelando il corpo di lei al suo sguardo bramoso. Alla prima occhiata, gli era sembrato fosse nuda e il suo cervello era andato in corto-circuito seduta stante. Al secondo accurato, ancora più devastante esame, si accorse della seta, leggera e squisita, tanto che il suo cuore iniziò a tamburellargli nelle orecchie. Non aveva mai visto quella camicia da notte che stava indossando. Era decisamente peccaminoso, il modo in cui la avvolgeva. Poteva vedere tutto, ogni curva, ogni cavità, ogni tendine... E il fatto che non fosse completamente nuda aumentava solamente lo splendore di questa Dea stesa sotto di lui.  

 

Un leggero aggrottamento apparse sulla sua fronte. Perché aveva indossato quella cosa? Stava aspettando qualcuno? Impossibile. Stava aspettando lui? L’aveva indossata nella speranza che andasse da lei nella notte? Questa camicia di seta era un mezzo di seduzione. Pericoloso.  

 

Il lenzuolo finì sul pavimento e i suoi occhi scuri volarono dappertutto sul corpo della donna, divorandola, accarezzandola, amandola...  

 

Finalmente, era libera del lenzuolo. Era insopportabilmente eccitante, la sua pelle appiccicosa, faceva aderire l’abito di seta ancora di più al suo corpo. Era desiderabile, il suo respiro più pesante, la bocca secca...  

 

La sua mano iniziò a viaggiare su per la sua gamba, spingendo via la seta, rivelando la sua pelle color avorio. Brillava alla luce della luna. Appoggiandosi sopra di lei, sostenendo il suo peso con l’altro braccio, le sue dita si mossero lentamente verso l’interno della sua coscia, mentre teneva lo sguardo fisso su di lei, a guardare le linee del suo viso contrarsi. Sorrise quando lei emise un lamento.  

 

Stava sognando, sognando lui, volendolo, desiderandolo... Come desiderava che fosse lì con lei, toccandola nel modo in cui lei sognava lui la toccasse. Come desiderava le sue carezze, i suoi baci, il suo corpo duro. Serrò gli occhi ancora più stretti, lasciandosi andare al sogno, a quelle dita callose, che le accarezzavano la coscia, che le sfioravano il ventre...  

 

Si leccò le labbra di nuovo, quando avvertì il suo debole sospiro di passione. Pensava di sognare. Ecco perché si era lasciata andare, lasciandolo toccarla, accarezzarla, stimolarla...  

 

Lei sognava le sue forti, lunghe, abili dita accarezzarle il collo, il seno, giocare con i suoi turgidi capezzoli, accarezzarle il ventre, le dolci, umide pieghe all’apice delle cosce. Gemette.  

 

Quelle dita si mossero ancora, approfondendo delicatamente le proprie carezze.  

 

Il piacere era così reale... Troppo reale! Aprì gli occhi di scatto, pronta per lanciare un urlo.  

 

Una mano, leggermente ricoperta della sua essenza, le coprì la bocca.  

 

Lo fissò, gli occhi sbarrati, velati dal sonno, dal desiderio, dalla passione e dall’eccitazione. L’uomo dei suoi sogni. Era bellissimo. I lineamenti marcati del suo viso nascosti nell’ombra della luce lunare, le sue forti e larghe spalle brillavano a causa del sudore... la sua erezione premeva contro il suo ventre. Era nudo!  

 

Sorridendo, lentamente tolse la mano dalla sua bocca, portandosela alle labbra. Gli occhi incollati a quelli di lei, si succhiò le dita ricoperte di lei, assaggiandola veramente per la prima volta.  

 

Fremette. Quanto aveva ardentemente sperato che lui le facesse questo.  

 

I suoi occhi promettevano che l’avrebbe fatto... prima o poi.  

 

La sua testa scura iniziò lentamente ad abbassarsi, mentre teneva ancora lo sguardo fisso su quello di lei.  

 

Il respiro le si bloccò in gola, il cuore cominciò a batterle sempre più velocemente, mentre deglutiva. Passandosi la lingua sulle labbra secche, vide qualcosa cambiare nei suoi occhi. Il bagliore al loro interno divenne da predatore, selvaggio.  

 

Vedere la punta di quella lingua rosa passare sopra le sue labbra, gli fece contrarre ogni muscolo del suo corpo dal desiderio che aveva di lei. Avventandosi giù, catturò quella piccola punta birichina, succhiandola nella sua bocca.  

 

Gemendo e inarcandosi leggermente sul letto, rispose a quel bacio famelico, la sua lingua a cercare ed accarezzare quella di lui, stuzzicandogli il palato.  

 

Gemendo, spostò la testa di lato per approfondire il bacio, la sua lingua vagava in profondità nell’umida, e spezziata caverna della bocca di lei. Curvando le dita sotto il suo collo, le alzò leggermente la testa, dandogli un miglior accesso alla sua bocca, mentre con l’altra mano viaggiava lentamente giù per il suo corpo, lasciando una scia di fuoco ardente al suo passaggio...  

 

Le sue dita trovarono le dolci, umide pieghe, vezzeggiandole, accarezzandole... Separandole, fece scivolare l’indice dentro di lei, trovando il suo clitoride con la punta del pollice.  

 

Inarcando la schiena sul letto, gemette il suo nome. Non riusciva a credere che tutto questo non fosse solo un sogno, estremamente eccitante e assai erotico. Era tutto vero. Era qui, sopra di lei, nudo, eccitato. Era la sua mano quella stretta fra le sue cosce. Gemette ancora.  

 

Sorrise contro la sua bocca, mordicchiandole il labbro inferiore, godendo dei suoi strangolati gemiti di passione. La sua bocca si spostò giù, a mordicchiarle il mento, sopra la gola, solo per leccarle l’osso del collo, mentre il suo dito dentro di lei, continuava la sua dolce tortura.  

 

Quando sentì la sua bocca circondarle un capezzolo, inumidendolo attraverso la sottile seta, qualcosa si contrasse in profondità, nel suo addome. Quando delicatamente lui uscì, i suoi muscoli si strinsero attorno al suo dito.  

 

Con un ringhio, lui succhiò ancora, spingendo un altro dito dentro di lei, il suo pollice le accarezzò il clitoride. Amava la sensazione del suo stretto passaggio, contrarsi ancora di più attorno alle sue dita. Le cosce serrate attorno alla sua mano e al suo braccio come ad intrappolarlo là per sempre. Ringhiò contro la sua pelle.  

 

Gemendo, stinse un pugno tra i suoi capelli, tirandogli la testa più vicina ai suoi seni. Non voleva che si fermasse. Con un altro tenero morso della bocca sul suo seno, la frizione delle sue dita fra le cosce aumentò, le contrazioni dei suoi muscoli sempre più forti.  

 

Un altro dito si unì agli altri, quando lui morse più duramente il capezzolo. Con un sorriso selvaggio, premette l’intero palmo della mano contro il suo tumefatto, elemosinante clitoride.  

 

Dimenticandosi del leggero dolore causato da quella invasione, spinse il bacino contro la sua mano, lasciandogli sulla schiena i segni rossi delle unghie, mentre lui continuava a tormentarle i seni, penetrandola con le dita. Il piacere aumentava, serrando, contorcendo i suoi muscoli in un fitto nodo, fino a che non esplose contro la sua mano, la sua essenza fluiva giù per le sue dita, il suo intero corpo sotto di lui era scosso da fremiti e convulsioni.  

 

Ma ancora non aveva finito, succhiandole un capezzolo, le sue dita uscirono lentamente da lei, il palmo premuto ancora contro il suo clitoride, solo per infilzarla di nuovo, facendola urlare, divisa tra il piacere e il dolore. Lui non le dava tregua. Le sue dita si ritiravano lentamente solo per penetrarla ancora e ancora, per tutto il tempo in cui la sua bocca era rimasta sui suoi seni, succhiandoli, mordicchiandole i capezzoli, la mano libera accarezzava, modellava le sue curve perfette...  

 

 


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